F1 | Caos FIA in Belgio, punti assegnati con un solo giro completato: i protagonisti devono essere piloti e team!

Nella farsa di Spa l'ennesimo colpo di scena: regolamento cambiato e passerella finale evitabile

F1 | Caos FIA in Belgio, punti assegnati con un solo giro completato: i protagonisti devono essere piloti e team!

Oggi è andata in scena una delle pagine più incredibili della storia della Formula 1. A Spa-Francorchamps le condizioni meteorologiche non hanno dato tregua al Circus, che dopo interminabili ore di attesa ha visto finire il Gran Premio del Belgio alle 18:21, al terzo giro, dietro Safety Car e con una bandiera rossa. Un tour de force al quale sono stati costretti ad assistere i poveri tifosi sugli spalti, quelli a casa, i componenti dei team e tutti gli addetti ai lavori, che hanno svolto i rispettivi compiti sotto una pioggia incessante.

Era bello al calduccio, invece, uno stressatissimo (immaginiamo) Michael Masi, direttore di gara della Formula 1, che in questo weekend non ci ha capito granché: dalla mancata bandiera rossa di ieri in qualifica, per stessa richiesta dei piloti inevitabile viste le condizioni oltre il limite della Q3, che di fatto hanno portato Lando Norris a sbattere all’Eau Rouge (molto ottimista il britannico, ndr), ma non solo, visto che Russell stava per perderla senza alcun avvertimento in pieno Kemmel a oltre 250 km/h. Da quel momento in poi il fine settimana di Masi è stato un vero calvario, messo continuamente sotto pressione, va detto.

Alle 14:59 di oggi, orario di partenza della gara il primo rinvio per pioggia incessante e poca visibilità. Alle 15:25 il via del giro di ricognizione, seguito da un secondo, salvo poi stoppare la partenza definitivamente. Tutti in pit-lane quindi, per ben tre ore, in attesa di un miglioramento che non c’è mai stato. Il termine delle tre ore a questo punto è quello al quale abbiamo guardato tutti, ossia quello delle 18:00, ma poco dopo le 17:00 una nuova comunicazione dalla direzione gara: il limite da guardare è quello delle 19:00, ossia l’orario massimo per quanto concerne la visibilità. Una deroga regolamentare che di fatto viene scavalcata da una nuovissima normativa non appena si decide di partire alle 18:17, quando viene stabilito che sarà completata un’ora di gara.

Si parte dunque, o almeno così sembrava, dietro la Safety Car. Di fatto quindi partenza dalla pit-lane con la vettura di sicurezza a comandare il gruppo, è qui che inizia il primo giro (tenete bene a mente questo particolare). Sotto l’aspetto della visibilità non è cambiato assolutamente nulla rispetto alle 15:00, anzi il tutto è peggiorato, visto che il sole ha iniziato inevitabilmente a calare. I primi lamenti dei piloti, mai mandati in onda dalla regia, su tutti Hamilton e Vettel: il campione britannico, terzo in griglia con il rivale in campionato primo, aveva già fiutato qualcosa di strano. Sì, perché il regolamento dice che al completamento dei primi due giri di gara, ai piloti viene assegnata la metà dei punti, e quindi la gara è da considerare valida.

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Una beffa per Hamilton, che conscio della situazione alla quale stava assistendo, avrebbe perso ben cinque punti su Verstappen se la gara fosse durata più di due giri per poi essere stoppata del tutto. Nel corso del terzo giro infatti Michael Masi ha deciso per la bandiera rossa, e dopo qualche minuto la fine definitiva del Gran Premio del Belgio. Festeggiamenti in casa Red Bull e Williams, podio con tanto di interviste e champagne, come se nulla fosse accaduto. Attenzione al regolamento però: nel caso di bandiera rossa si tiene conto della classifica del giro precedente. Per cercare di fare più chiarezza possibile: sono stati completati due giri effettivi, nel corso del terzo è stata data bandiera rossa, quindi si torna indietro di una tornata, ovvero al secondo in corso, e tecnicamente parlando dunque i giri completati non sono più due, ma uno solo. Questo vuol dire che la gara di fatto non è valida, almeno stando al regolamento sportivo.

Nei documenti ufficiali della FIA invece i punti sono assegnati, ma sempre con un giro solo effettivamente completato. Questo può voler dire soltanto una cosa: hanno cambiato le norme per questa specifica situazione. Assegnare punti per quanto accaduto oggi significherebbe fare una figura ancora peggiore di quella fatta a Indianapolis nel 2005. Lasciamo il beneficio del dubbio fino a quando non sarà fatta chiarezza da Michael Masi stesso per il teatrino finale prima della bandiera rossa, e nel frattempo non possiamo fare altro che inchinarci di fronte all’ennesimo pasticcio della Federazione, ancora una volta protagonista in una competizione nella quale i piloti dovrebbero essere gli attori principali.

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