F1 | Ferrari, impeding nei confronti di Vettel e Leclerc

I due piloti vittime di una vettura e gestione insufficienti

F1 | Ferrari, impeding nei confronti di Vettel e Leclerc

Facile, fin troppo forse, emettere dei giudizi negativi adesso. Adesso che tutto va male, quando la luce in fondo al tunnel è talmente lontana che, onestamente, non riesci nemmeno a percepirla. Beh, abbiamo la consapevolezza e la coscienza pulitissima di coloro che già da un po’ di tempo martellano nei confronti di una Ferrari, ad oggi, non più rappresentativa di un marchio storico e glorioso. Il discorso è molto semplice: la macchina è un disastro (o carciofo se volete, visto che per ora va parecchio), non fa onore al colore con la quale è verniciata, per lo stemma che porta e il nome che rappresenta. E’ umiliante dover assistere per due settimane consecutive a una prova così disarmante. E il bello (?) sapete qual è? Che le condizioni erano tutte il contrario di sette giorni fa, e persino la macchina presentava delle variazioni che, in teoria, avrebbero dovuto aiutare quantomeno ad avvicinarsi alle sì sorprendenti, ma pur sempre vetture di seconda fascia come McLaren, Racing Point e Renault. Insomma, la SF1000 non va né sull’asciutto, né sul bagnato. Stupenda!

Facciamo un po’ di chiarezza: ieri sotto l’acqua la Ferrari è stata umiliata dai team di Woking ed Enstone, mentre la squadra di Silverstone è incappata in una qualifica non proprio al livello, ma basta guardare i passi gara del venerdì e i tempi sul giro per capire come quella che tutti definiscono (anche a ragione) la Mercedes Pink sia di una spanna superiore della SF1000. Non siamo noi a dire che gli aggiornamenti, tanto osannati (forse troppo) degli ultimi giorni non abbiano funzionato, lo ha detto Mattia Binotto nelle dichiarazioni del sabato, disarmanti sotto ogni punto di vista, quasi ad ammettere il fallimento tecnico del progetto 2020 dopo nemmeno due gare. Una vettura senza carico aerodinamico sull’acqua tende ad andarsene per i fatti suoi, e grazie al cavolo che Vettel e Leclerc non riescono nemmeno a impostare una curva senza dover danzare con il volante.


Vogliamo renderci conto del fatto che questa vettura sia potenzialmente una tragedia più della F14-T? Solo che quella macchina del 2014 aveva tutte le attenuanti di questo mondo: era il primo progetto dell’era ibrida, e con la SF15-T e successive (2016 un po’ molto meno) si è comunque sempre fatto un lavoro tutto sommato buono. Dopodiché arriviamo al 2019, prima Ferrari targata Mattia Binotto dal punto di vista squisitamente gestionale. Un più che mezzo fallimento: una vettura nata per andare bene sul dritto, con un carico aerodinamico da mani nei capelli, e difficilmente comprensibile anche per i tecnici di Maranello stessi. Di contro un motore straordinario, che però è stato azzoppato. Anche qui, non siamo noi a fare allusioni: si vede, è netto, in pista la Ferrari non cammina, è ferma rispetto alle altre!

Negli ultimi mesi, con la pausa forzata, si è pensato purtroppo più alle chiacchiere, a come giustificare la scelta di un pilota anziché un altro, che agli aspetti più importanti: e ripetiamo, per l’ennesima volta, è nella logica delle cose cambiare, ma non esiste farlo in questo modo, dovendosi poi smentire una volta che Vettel ha sbattuto in faccia a tutti la realtà dei fatti, dando persino ragione a quelle parole rivolte da un tedesco ferito, arrabbiato e scorbutico. John Elkann, colui che è il presidente della Ferrari, dov’è? Camilleri, amministratore delegato, che lunedì se ne è uscito con un comunicato stampa degno della trentanovesima edizione del Festival della Banalità, non si vede in pista dai test. Lo capiamo che è già tantissimo? Che alla prima avvisaglia di tempi nefasti, i massimi esponenti della Ferrari avrebbero dovuto prendere il primo aereo per Zeltweg? E qui mi sento anche di difendere Mattia Binotto, perché tra tutti gli errori comunicativi fatti in questo anno e mezzo, c’è da dire che in questo sia stato lasciato totalmente solo. E’ l’unico a metterci la faccia, è un dato di fatto. Non ci sono più Montezemolo o Marchionne, che per modi e tempi erano totalmente agli antipodi, ma si trovavano sempre al posto giusto al momento giusto.

Qua invece è tutto sbagliato, a partire dal numero uno fino ad arrivare all’ultimo bullone della vettura. Non è più una questione “Eh ma Vettel è bollito, Leclerc è il predestinato, ecc”. La realtà dei fatti è che i due piloti non possono esprimere il loro potenziale perché la Ferrari non glielo permette (ringrazio l’amico e collega Francesco Certo per il suggerimento del titolo). E’ sempre il mezzo a farla da padrone in Formula 1, sempre! Non ci sono discussioni che tengano in questo, quindi non stupitevi quando, come ieri, entrambi hanno commesso errori all’apparenza banali, perché sotto al sederino hanno un disastro con quattro ruote e due alettoni, punto. Non ci aspettano tempi felici evidentemente, felicissimi di essere smentiti sin da subito, davvero, ma le premesse cari amici, sono tutt’altro che rosee.

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