F1 | Hamilton, lampi di infinito, lampi di Goat
Un Lewis "metafisico" quello ammirato nel GP del Brasile
Oh oh mi è sembrato di vedere un goat. No, non è gatto Silvestro, ma probabilmente è goat Lewis, perché quanto fatto vedere nel meraviglioso catino di Interlagos resterà scolpito negli annali.
Il trionfo nel GP del Brasile è probabilmente una delle vittorie più belle ed emblematiche di Hamilton in F1, se non la più bella. La rimonta furiosa nella Sprint Race è stata bissata di domenica con una gara da fenomeno, nella quale il sette volte campione del mondo ha dato ampio sfoggio di tutte le sue più grandi qualità.
Hamilton ci ha messo classe, lucidità, fame, pazienza, freddezza. Ha inseguito la sua preda – un Max Verstappen oltremodo cattivo e determinato sin dalla partenza – e gli si è incollato, ha dovuto costruirsi il sorpasso in pista per tenere aperto un mondiale che altrimenti avrebbe preso una piega colorata di blu.
Lewis aveva tutto da perdere in questo fine settimana: la Mercedes veniva da due gare in cui era apparsa inferiore alla Red Bull, la penalizzazione nella Sprint Race per l’irregolarità dell’ala posteriore poteva rappresentare la pietra tombale per le ambizioni iridate della Mercedes.
Ed è qui che è emerso il fenomeno. Soltanto una iradiddio baciata dagli dei della velocità poteva rimontare 15 posizioni in mezzora, per poi rimboccarsi le maniche e andare a vincere il GP scattando dalla decima posizione in griglia, trovando in pista il sorpasso su questo Verstappen del 2021, un avversario praticamente perfetto e in piena fiducia.
Lewis ma cosa hai fatto? I detrattori parleranno di strapotere tecnico, della nuova power unit, perché talvolta fa comodo aggrapparsi alla qualsivoglia per giustificare prestazioni ed emozioni che trascendono lo scibile umano.
Hamilton in Brasile è stato metafisica, noumeno kantiano, sublimazione del senso più profondo di velocità. Vederlo correre e guidare in quel modo, in ogni singola traiettoria scelta con cura per sferrare l’attacco ferale, ha lasciato una emozione, ha parlato dritto al cuore degli appassionati, e quella bandiera brasiliana orgogliosamente sventolata se l’è guadagnata tutta.
Il campione inglese ha fatto qualcosa che trascende il tifo o le simpatie, ha onorato lo sport da lui dominato in questi anni, con lampi da più grande di tutti i tempi, lampi di infinito.
Antonino Rendina
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