F1 | Ferrari: miglioramenti evidenti, ma esistono anche gli avversari

Bene la SF-24 Evo, ma Red Bull e McLaren non stanno certo a guardare

dal nostro inviato a Imola
F1 | Ferrari: miglioramenti evidenti, ma esistono anche gli avversari

La Formula 1 ha fatto tappa a Imola per il settimo appuntamento del mondiale 2024. Il vincitore della gara è stato, ancora una volta, Max Verstappen, alla sua terza affermazione consecutiva nel tracciato del Santerno e alla quinta di questa stagione. Per chi non avesse visto la gara, penserebbe al solito dominio da parte del pilota olandese e della Red Bull, ma non è andata esattamente così. L’evento emiliano-romagnolo è stato cruciale per la quasi totalità dei team, avendo infatti portato tanti aggiornamenti per affrontare al meglio la prossima parte del campionato. Tra questi, ovviamente, abbiamo anche la Ferrari, la quale si è presentata con la SF-24 in versione Evo, una vettura profondamente rivista sul lato aerodinamico.

Le prestazioni della Scuderia di Maranello sono evidentemente migliorate: la qualifica molto tirata e complicata di sabato aveva gettato un po’ nello sconforto i tifosi che si sono presentati in circuito, e bastava guardarli in faccia per capire la loro delusione, probabilmente perché si aspettavano una pole position, anche guardando alle prestazioni delle prove libere. Non hanno fatto i conti però con due fattori chiave evidenziati a Imola: le caratteristiche del tracciato non si sposano appieno a quelle della vettura rossa, e poi il fattore più importante, ovvero quello che vede anche McLaren e RedBull aggiornare costantemente le rispettive monoposto.

Ferrari dietro Red Bull e McLaren a Imola, questione di millesimi

La MCL38 di Woking ha fatto uno step enorme a Miami, validato anche sul Santerno, basti vedere le prestazioni di Norris e Piastri, i quali sono stati molto competitivi sia in qualifica che in gara. Il pilota inglese ha assaporato davvero la seconda vittoria consecutiva, con un’ultima parte di stint con le hard da paura, nel quale recuperava anche 7/8/9 decimi al giro su Verstappen, forse già sicuro della vittoria e attento a non commettere ulteriori infrazioni di track limits. Da sette secondi, il divario è stato colmato fino ai sette decimi, ma senza mai poter usufruire del DRS nel rettilineo principale. Probabilmente ancora uno o due giri e il britannico avrebbe avuto la vera chance di sorpassare il campione del mondo.

Dall’altra parte abbiamo una Red Bull in costante aggiornamento, ma la cosa che più si è notata a Imola è la difficoltà della squadra anglo/austriaca a mettere a punto la vettura su un tracciato tradizionale, un vero e proprio inedito negli ultimi tempi, quando queste complicazioni si evidenziavano maggiormente in taluni circuiti cittadini. La vittoria è stata accolta in modo diverso da Max, il quale ha esultato, si è lanciato addosso ai meccanici a fine gara, perché ha capito quanto sia stata sofferta, un qualcosa che non gli capitava da tempo. Più di qualcuno ieri nel paddock di Imola diceva come fossimo a un punto di svolta nella Formula 1 moderna. Questo non possiamo saperlo, bisogna trovare la controprova nelle prossime settimane, magari a non a Monte Carlo, pista atipica per eccellenza, però ecco, la speranza che qualcosa sia cambiato c’è.

Ferrari, bisogna essere ottimisti sul lavoro svolto sulla SF-24

Raccogliendo un po’ di sensazioni qua e là, il terzo posto di Leclerc a Imola non è stato accolto proprio benissimo dai tifosi, i quali si aspettavano una maggiore pressione probabilmente della Ferrari sulla Red Bull, invece si sono ritrovati una McLaren di mezzo e che nelle ultime due gare è stata la prima/seconda forza in pista, dipende dai punti di vista e dai momenti. Comprensibile l’umore degli appassionati della Rossa di Maranello, come biasimarli? Però, andando ad analizzare più a fondo il weekend sulle rive del Santerno, abbiamo visto come tre team siano lì a giocarsela fianco a fianco, e il fattore qualifica è stato più determinante del previsto. Alla fine della fiera infatti, il ritmo gara di Verstappen, Norris e Leclerc, comprendendo tutti e 63 i giri, non è stato così differente.

E’ vero, Charles ha chiuso a 8 secondi da Verstappen e 7 da Norris, carta e cronometro cantano, ma considerando anche l’escursione del monegasco alla Variante Alta e alla diversa gestione delle gomme dei tre, capiamo come le distanze tra le vetture sia davvero minima, se pensiamo anche a dove stava la Red Bull stessa fino a un mesetto fa, quando in Cina dava mezza pista a tutti. Cosa vogliamo dire? Che anche una prima fila stessa della Ferrari sabato avrebbe cambiato le carte in tavola, a Imola non passi se non sei più veloce di mezzo secondo almeno, ed è quello che Norris ha dimostrato nell’ultima parte di gara, per questo era più che probabile il sorpasso se ci fosse stato qualche giro in più.

Non vogliamo illudere nessuno, ci mancherebbe, ma non è corretto analizzare in modo negativo il lavoro della Ferrari, perché in Formula 1 esistono anche gli avversari, e la McLaren ne è la prima testimonianza. Vedere tre team giocarsi pole e vittoria nella maggior parte delle gare, cosa che potrebbe tranquillamente anche non succedere eh, non diamo nulla per scontato, servirebbe eccome a questo sport. Solo 8 secondi in 63 giri su una pista nella quale sorpassare è pura utopia. Il ritmo c’è, non gettiamo fumo negli occhi, né in un senso, né nell’altro. I giochi sono ancora aperti.

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