F1 | Disastro Mercedes in Brasile, problemi nati nella Sprint Race

Riccardo Musconi: "Abbiamo provato a fare delle modifiche, ma il quadro in gara è stato desolante"

F1 | Disastro Mercedes in Brasile, problemi nati nella Sprint Race

La Mercedes ha vissuto certamente uno dei weekend peggiori della stagione in Brasile, se non il più brutto. Con l’ottavo posto di Hamilton e il ritiro di Russell, si è arrivati alla bandiera a scacchi dopo una serie di prestazioni da mani nei capelli, a cominciare dalla Sprint Race del sabato, laddove la W14 ha dimostrato di non avere il ritmo per competere con i primi per via di un degrado gomme elevato. Con il parco chiuso sin dal venerdì, a Brackley hanno provato a cambiare qualcosa, ma il risultato della domenica è stato altrettanto negativo.

“Il ritmo nei long run avuto nelle libere è stato rassicurante – ha ammesso Riccardo Musconi, capo delle performance in pista della Mercedes. Non pensavamo di aver bisogno di cambiare la macchina, quindi siamo andati in qualifica e i risultati dicevano come fossimo da terza fila, più o meno. In un certo senso non eravamo soddisfatti e sentivamo che la vettura potesse dare di più, ma il campanello d’allarme è scattato durante la Sprint Race, perché dopo i primi due giri, il degrado era piuttosto elevato, e proveniva principalmente dall’asse posteriore, e a quel punto ci siamo preoccupati anche per domenica: abbiamo organizzato una sessione di simulatore in fabbrica, esaminando i parametri che avremmo potuto modificare tra sabato e domenica, dato che il parco chiuso non ci permetteva di lavorare a fondo”.

“Speravamo di risolvere alcuni problemi, volevamo spingere forte nei primi due giri, fare un po’ di gestione e poi aggiustare il bilanciamento della vettura con il flap delle ali, sarebbe stato sufficiente per metterci in una posizione più comoda per domenica. Quello che è accaduto nella gara principale è stato desolante: siamo riusciti a migliorare un po’ il degrado, ma allo stesso tempo abbiamo sofferto con il sottosterzo, e la macchina faticava a fare le curve, quindi il ritmo non c’era per poter competere. Non volevamo cambiare assetto e partire dalla pit lane, perché avremmo dovuto rimontare dal fondo e consumare le gomme, quindi dal punto di vista strategico per noi era totalmente fuori discussione”.

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