Viva Las Vegas? No, viva Leclerc!

Il monegasco mattatore tra i casinò, con una gara da vero fuoriclasse

Viva Las Vegas? No, viva Leclerc!

Tre sorpassi, tre, alla Red Bull in gara sono uno scalpo di cui andare fieri, un inedito e una dichiarazione di intenti, manifesto di velocità, determinazione, classe, coraggio. Charles Leclerc, tra le stradone illuminate di Las Vegas, ha dato spettacolo, giocandosela alla pari con Max Verstappen e Sergio Perez, sfiorando una vittoria che sarebbe stata più che meritata.

Il monegasco ha dato ancora una volta prova delle sue qualità, ha sublimato lo spirito Ferrari, si è mostrato irriducibile e ha provato in tutti i modi a vincere, anche per sfatare il tabù delle pole position non trasformate in trionfi.

Alla fine tra i casinò ha trionfato il solito Verstappen, abile a cambiare passo e tirare fuori tutto il potenziale della RB19 nel momento più delicato della gara. Sulla forza (e sulla prova di forza) del dominatore del mondiale non c’è nulla da obiettare, compresa la partenza dura, irregolare (sanzionata) che però fa parte di uno stile aggressivo che lo accompagna sempre.

Verstappen ha fatto 53 – 18 in stagione! – e ha agguantato Sebastian Vettel, ma il mattatore del GP, il pilota che ha fatto emozionare il pubblico e tenuto vivo l’interesse della gara, dandogli senso compiuto, è stato proprio Leclerc.

Con una SF23 pittata per l’autostrada intervallata da chicane del Nevada, il pilota del Cavallino ha dapprima sverniciato Max, per poi restituire invece a Perez, nella seconda parte di gara, per ben due volte il sorpasso, con l’ultima staccata da urlo, ai limiti della fisica, roba da palle quadrate e manico sopraffino.

La Ferrari esce da questo appuntamento sfavillante, artefatto e luminoso, con un bottino pieno, vero, e una bella piazza d’onore. Leclerc non ha l’auto vincente – finchè tra gli altri la Rossa non risolverà il problema del rendimento con le gomme più dure – ma ha dimostrato di essere talmente talentuoso da farsi bastare un’auto veloce per inventarsi manovre che i colleghi non arrivano nemmeno a pensare.

Perez in Nevada ha disputato una signora gara, non ha di certo dormito, ma la faccia nel dopogara era quella di uno che doveva ancora capire cosa gli era successo. Fulminato.

Il livello di guida di Leclerc è spesso assimilabile a quello di Verstappen. Non dobbiamo avere timore di dirlo. Max sotto il casco ha cantato “Viva Las Vegas”. Noi ci permettiamo di cantare “Viva Leclerc”. Il ragazzo regala emozioni vere. Ce lo godiamo.

Antonino Rendina

 

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