F1 | Verstappen: da carnefice a salvatore della Formula 1 di oggi?

In uno sport concentrato sul gossip, serve un colpo eclatante per smuovere la competizione

In un campionato ormai monocorde da troppi anni, con un susseguirsi di ere dominanti di binomi squadra-pilota, solo uno scandalo riesce ad accendere uno sport ormai scontato. E se i regolamenti non lo permettono, sarà proprio lui, il “nemico numero 1” della competizione in pista, a dare una scossa a questa F1 monotona?
F1 | Verstappen: da carnefice a salvatore della Formula 1 di oggi?

Il campionato di Formula 1 2024 è stato inaugurato solo pochi giorni fa, decretando ancora una volta la supremazia del binomio formato da Max Verstappen e della Red Bull. E a far parlare, proprio in questi giorni, è il team austriaco, ma per questioni più che mai lontane dalle performance. Nel marasma di notizie e rumors che si susseguono incessanti dal paddock, poco o nulla riguarda le prestazioni in pista: a far parlare dello sport, ormai, non è più lo sport.

IL CASO HORNER 

A tener banco, ormai da settimane, è il caso Horner: il team principal ha subito una indagine interna conclusasi il 28 Febbraio, che lo ha confermato al suo posto alla guida del team. Un team che forse voleva comprare. Un team che forse non lo vuole. Senza contare il nocciolo della questione – o delle mail anonime. Andiamo con ordine. 

Il britannico è stato accusato di molestie nei confronti di una dipendente e, sebbene una indagine interna alla squadra lo abbia assolto, sembra che qualcuno interno alla Red Bull non abbia gradito, diffondendo anonimamente informazioni via mail (la narrazione non vuole entrare nel merito del contenuto degli screen, delle accuse, dell’offesa nei confronti della dipendente che si vede spiattellata ed analizzata in prima pagina come se fosse una serie in streaming per il puro intrattenimento degli spettatori, ndr). 

E allora qual è il punto? Il punto è che Christian Horner si è seduto al muretto della sua squadra, accanto ad Adrian Newey, ha portato una nuova vittoria alla Red Bull e a Max Verstappen, eppure qualcuno interno alla squadra sembra volerlo distruggere a tutti i costi. Per il caso di molestie? Oppure c’è altro? Ancora, data la delicatezza dell’argomento, chi scrive vuole precisare di non voler entrare nel merito del caso, poiché non è questa la sede opportuna, e non dovrebbe esserlo nemmeno una mail anonima. Ma sono tante, troppe le notizie che si susseguono l’una all’altra: la squadra non vuole più Horner? Qualcuno tenta di mandarlo via? E perché quel qualcuno dovrebbe essere Verstappen, padre? 

Il nome di Jos è rimbalzato troppe volte nelle cronache di questi giorni, e l’ex pilota non si è di certo risparmiato nel commentare la vicenda, sostenendo con forza la sua posizione: Horner deve andare via. Quasi una specie di ultimatum a tratti: o lui o mio figlio. 

Max Verstappen stesso sembra essersi rifiutato di sostenere la posizione del team principal, così come gli avrebbe richiesto Ben Sulayem (anche lui protagonista delle cronache sportive). 

Perché, però, Max non dovrebbe sostenere Horner, che ha portato già di una volta questa squadra ad essere non solo vincente, ma dominante? 

PRESTAZIONI DIMENTICATE 

E’ ormai il “gossip” a riempire le colonne dei giornali dedicati alla Formula 1, perché ormai, di sportivo, sembra essere rimasto ben poco. Ancora una volta è proprio la Red Bull a dettare il passo, e le vetture in pista, la competizione, le varie sprint race, non bastano più a tenere incollati i tifosi davanti al televisore. E’ uno sport noioso, scontato: vince sempre Max. Lo spettatore medio è oggi quello che ha conosciuto la categoria con un programma in streaming, appunto, come se questi venti piloti in griglia fossero delle star dei reality, e non dei piloti da corsa potenzialmente esposti a qualsiasi tipo di rischio in quelle vetture velocissime, ma non troppo. 

Al tifoso medio, oggi, non interessa lo sport, che pure sembra essere boicottato da se stesso: qualcosa, evidentemente non funziona a livello sportivo. 

Dopo l’era Red Bull, dal 2010 al 2013, un nuovo cambio regolamentare ha visto trionfare le Mercedes e Lewis Hamilton, sino al 2020. E anche li, piogge di critiche. Poi, Red Bull è tornata, con quel discusso mondiale strappato proprio ad Hamilton, un nuovo cambio regolamentare e Newey che ancora una volta disegna una astronave, irraggiungibile per tutti. 

Che il tecnico inglese sia geniale è fuor di discussione; ma queste ere regolamentari ci hanno mostrato, negli ultimi anni, come chi parte avvantaggiato al primo anno riesca a mantenere quel vantaggio negli anni successivi. Perché gli avversari possono migliorare, certo, ma lo fa anche Red Bull, e il budget cap non aiuta. Anzi, questo aiuta i team minori a compattare la griglia, ma adesso c’è il problema contrario: non è più l’ultimo in pista a finire doppiato di due giri, è Max Verstappen a terminare 22.4s davanti a tutti. E per quanto le squadre possano inventarsi soluzioni di ogni tipo, dovranno tener conto dei costi, e dei pezzi di ricambio, e dei motori per ventiquattro gare, ed è così che sappiamo già chi vincerà il mondiale dopo sole due gran premi. 

E allora, come fare a ravvivare questo sport che sport sembra non esserlo più?

VERSTAPPEN DA CARNEFICE A SALVATORE DELLA FORMULA 1

Cosa accade, quando anche chi vince in continuazione comincia a stancarsi di essere sempre davanti? 

Lewis Hamilton ha vinto sei titoli mondiali con la Mercedes e, a parte il 2016 – dove a trionfare è stato Rosberg, suo compagno di squadra – il britannico non ha avuto la vita così difficile. L’era turbo ibrida è stata dominata dalla casa tedesca, non in modo assoluto come lo sta facendo ora Verstappen, ma era pur sempre un campionato deciso e spesso vinto con almeno quattro gare d’anticipo. 

Hamilton ha equiparato i titoli in carriera di Michael Schumacher, si è cibato di record e vittorie, per decidere solo adesso, dopo venti anni con Mercedes, di aver bisogno di nuovi stimoli. 

E la Formula 1 sembra essere statica anche in questo senso, forse proprio sull’esempio di Lewis: le squadre crescono e allevano questi talenti per poi metterli sotto contratto promettendo ori e allori e blindandoli per quasi tutta la carriera nelle loro fila. 

Leclerc in Ferrari, Norris in McLaren, Russell in Mercedes, Max in Red Bull: pezzi di puzzle cristallizzati in quell’immagine più grande che è l’intera griglia della categoria suprema del Motorsport. Sembrerebbe quasi innaturale pensare al monegasco in colori diversi, o a Norris che tradisce l’amicizia di Zak Brown – e infatti ha rinnovato a dispetto delle performance. 

Questa F1 è statica, e sono veterani come Hamilton o Fernando Alonso a dover procurare colpi di scena, mentre altri piloti sono costretti a giocarsi quei sedili dei team di seconda fascia, precludendosi qualsiasi possibilità anche solo di potersi avvicinare al podio. 

Chi, quindi, lascerebbe la Red Bull ora? 

Non Checo Perez che, pur avendo a disposizione la stessa astronave di Max, fa sempre e comunque parte di quel gruppo di fondo, che si spartisce ciò che resta dal secondo posto in poi. 

E allora torniamo all’inizio: cosa sta accadendo in Red Bull e perché potrebbe c’entrare Max?

La risposta più ovvia è che Verstappen, a differenza di Hamilton, si sia stancato di vincere: si è stancato di girare in tondo, da solo, senza nuovi stimoli, senza lottare, senza correre. 

La più grande rivoluzione per lo sport, ora, potrebbe essere proprio lui, emblema di tutto ciò che invece sembra stare sopprimendo la competizione. 

L’uscita di scena dell’olandese dalla Red Bull ci porta ad immaginare scenari straordinari e quasi metafisici: il passaggio forse in Mercedes – dopo che Jos è stato visto parlare proprio con Toto Wolff – e chi invece, prenderebbe in mano le redini di quella Red Bull? Forse Sainz, in cerca del riscatto, o quel Fernando Alonso che non solo conquisterebbe la tanto agognata vittoria numero trentatré, ma si aggiudicherebbe quel titolo che aspetta ormai dal 2007? 

Ecco, ora forse stiamo immaginando troppo. Ma quanto della faccenda Horner è collegato a tutto questo? Forse non lo sapremo mai, ma se davvero Verstappen lasciasse la Red Bull accadrebbe una rivoluzione, non solo a livello di mercato, ma anche sportivo, dando nuova vita ad un sport che dovrebbe andare veloce ed invece resta, per ora, sempre uguale weekend dopo weekend. 

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