F1 | Gasly racconta la quarantena a Dubai

"Ho scelto di restare a Dubai per non esporre i miei genitori al contagio", ha dichiarato il francese

Gasly non è tornato in Europa dopo la trasferta in Australia
F1 | Gasly racconta la quarantena a Dubai

Intervistato da “L’Equipe” nella giornata di ieri, Pierre Gasly ha raccontato la situazione di quarantena che sta vivendo a Dubai, sottolineando come il focus di questi giorni sia la preparazione fisica e il divertimento alle console.

A causa dell’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus, il francese ha scelto di non tornare in Francia dai propri cari, optando la via della quaranta “esterna” dopo la trasferta in Australia.

L’alfiere della Scuderia AlphaTauri sta quindi portando avanti un programma di preparazione al caldo di Dubai (essendo atleta professionista, Gasly può utilizzare la palestra ad uso praticamente esclusivo), aspetto che lo sta aiutando a mantenersi in forma dopo lo stop forzato varato da Liberty e Media.

“Utilizzo spesso il simracing quando sono a casa”, ha dichiarato Pierre Gasly. “Lo adoro. Purtroppo qui a Dubai non ho una sim, ma solo una Play Station. Quindi gioco con altre piattaforme oltre che a Formula 1”.

Sulla quarantena che sta vivendo a Dubai ha aggiunto: “E’ meno severa rispetto in Europa, ma devo rimanere in hotel. Evito la città e la piscina, così da non correre rischi. Mi alleno due volte al giorno. Come atleta mi è permesso entrare in palestra, anche se tecnicamente è chiusa. Per me è un grande vantaggio e direi che non sono mai stato così in forma”.

“In Francia vivo con i miei genitori e non voglio esporli al rischio contagio, anche se sono giovani”, ha aggiunto. “Daniil è bloccato a Bologna ed è una situazione difficile per tutti. Per fortuna esistono piattaforme come Skype e FaceTime per rimanere i contatto con i miei cari. Starò qui almeno altre due settimane”.

Conclusione infine sul simracing: “Se aiuta? Non a questo livello. Lo farò anche io appena tornerò a casa, ma non fa alcuna differenza in macchina. Il simulatore in fabbrica è molto più vicino alla realtà ed è lì che impariamo tanto come piloti”.

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