Pagelle GP Australia: Vettel esalta la Ferrari, Giovinazzi speranza tricolore

Il tedeschino protagonista assoluto, Hamilton beffato. Voti a tutti i protagonisti del GP

Pagelle GP Australia: Vettel esalta la Ferrari, Giovinazzi speranza tricolore

E’ un’alba rossa come non si vedeva da tempo. Il via della stagione di Formula 1 ha visto Sebastian Vettel dominare in modo perentorio il GP d’Australia, battendo le Mercedes e riportando a Maranello una vittoria che mancava da troppo tempo.

Sebastian Vettel 10 e lode Il piglio, la concentrazione, la determinazione, con la consapevolezza di poter stupire, anelando il tanto amato Cavallino rampante all’alba di una stagione che dovrà per forze di cose essere diversa. La SF70H va che è una bellezza, Seb si esalta, la fa danzare, in qualifica e in gara. Dopo il semaforo verde marca stretto Hamilton, non lo lascia andare via, lo pressa, per poi martellare giro dopo giro, portandosi a casa una vittoria densa di significati. All’Albert Park splende la stella di un fuoriclasse che fa sembrare tutto facile, naturale. Prima vittoria stagionale, quarantatreesima in carriera, prova di forza senza eguali. FENOMENO

Lewis Hamilton 9 Candidato all’Oscar di Melbourne che resta senza statuetta, perso nei suoi dubbi. Fa il suo – e che “suo” – in qualifica, stampando il solito giro da poleman incallito. La partenza è buona, ma qualcosa è cambiato. Lewis nota negli specchietti una macchia rossa che non ne vuol sapere di sparire, una spada di Damocle che pende sul destino di una gara per nulla scontata. La chiamata ai box è prematura, questa F1 “ingombrante” non permette all’inglese di sbarazzarsi della Red Bull di Verstappen. Quando finalmente ha pista libera, Vettel è già scappato. La vera notizia è che non ne ha per andarlo a riprendere. PERPLESSO

Valtteri Bottas 8 Doveva essere quello inadeguato ad ereditare un sedile così pesante. Non si distingue certo per estro o fantasia, ma si conferma un pilota solido, concreto, in grado di portare punti pesanti alla Mercedes. Impreciso in qualifica, consistente in gara, dove riesce ad avvicinare nelle prestazioni il suo capitano. Evitando accuratamente di infastidirlo, naturalmente. SOLDATO

Kimi Raikkonen 6 Compitino senza lode e senza infamia, quarto in griglia e quarto in gara, anni luce lontano dall’andatura dello scatenato compagno di squadra. Fine settimana sostanzialmente anonimo, Raikkonen nella terra dei canguri è assente (in)giustificato. Ammette di non aver mai trovato il giusto feeling con la vettura. Il giro veloce è una magra consolazione, lui e la SF70H devono socializzare quanto prima. BWOAH

Max Verstappen 7,5 Giovane che giorno dopo giorno sembra sempre di più un veterano. Bravo ad ottimizzare il deludente materiale tecnico a disposizione. Asseconda le potenzialità di una RB13 indecifrabile, passando il suo fine settimana in quinta posizione, a debita distanza dai due top team. Tenace nel difendere la posizione su Hamilton, tenta un vano avvicinamento alla Ferrari di Raikkonen. DISCIPLINATO

Felipe Massa 7,5 Con gli automatismi di chi sa cosa fare, Felipe – decano della categoria richiamato in fretta e furia dalla Williams – risponde presente, portando punti pesanti a casa. Con la soddisfazione di evitare il doppiaggio per pochissimo. Il sesto posto a pieni giri, se paragonato al fine settimana del compagno Stroll, è oro colato per Grove. La Williams è lui. ATLANTIDE

Sergio Perez 8 Pantera rosa che aggredisce e stordisce, il messicano riparte da dove ci aveva lasciato, con gare di qualità eccelsa. Da undicesimo a settimo, il suo GP di Australia è impreziosito dal sorpasso di cattiveria pura ai danni di Carlos Sainz. Una delle poche manovre degne di note della gara, certamente la più bella. AGGRESSIVO

Carlos Sainz 7 Per la Toro Rosso lo spagnolo è una certezza. Ottavo in qualifica e ottavo in gara, non digerisce lo smacco del sorpasso all’esterno subito all’esterno da Perez e suda sette camicie per riprendere la Force India nel finale. Arriva negli scarichi dell’avversario, ma l’ottavo posto è comunque un buon risultato. GARANZIA

Daniil Kvyat 7 Tutta un’altra storia rispetto al pilota disorientato e sfiduciato del 2016. Stagione iniziata con il giusto approccio e la giusta determinazione. Passa sotto la bandiera a scacchi a tredici secondi dal compagno di squadra, ma è un risultato falsato da un pit stop di troppo che lo frena un bel po’. Nelle prestazioni è alla pari di Sainz in qualifica e gara. RITROVATO

Esteban Ocon 6,5 Altro giovanissimo, classe ’96, in griglia. Scuola Mercedes e gran carriera davanti. Fa esperienza giro dopo giro, mette nel mirino Fernando Alonso e con pazienza certosina mette a segno il sorpasso che gli vale il primo punto in carriera in F1. POSITIVO

Nico Hulkenberg 7 Mezzo punto in più per una grande qualifica con una Renault RS17 in ritardo tecnico. Fa il possibile e l’impossibile per portare a casa almeno un punticino, finendo undicesimo. Hulk corre sulla tattica delle due soste, lotta con Alonso e Ocon, si sbraccia, ma alla fine deve accodarsi al francese che ha preso il suo posto in Force India. GENEROSO

Antonio Giovinazzi 8,5 Il ragazzo di Martina Franca impressiona per la facilità e la leggerezza con cui vive l’esordio iridato, catapultato improvvisamente nell’abitacolo dalle terze prove libere. Zero errori, subito competitivo, come se corresse in F1 da anni. La capacità di adattarsi ad una pista tutta nuova, unito all’intelligenza di tenersi lontano dai guai. Giovinazzi sveste i panni del terzo pilota Ferrari ed indossa quelli del titolare in Sauber. Pronti via ed è veloce come Ericsson, uno che corre dal 2015 ad Hinwill. Sfiora il Q2 sabato, è dodicesimo al traguardo in gara. Il debutto è da sogno, il futuro è una speranza, tutta italiana. TALENTO

Stoffel Vandoorne 5,5 Si farà, perché il talento è indubbio, ma il suo GP d’Australia è un calvario, passato a risolvere problemi sulla vettura. Male in qualifica, dove becca un secondo netto dal teammate Alonso, si può consolare con la bandiera a scacchi, ma è poco più di un brodino. L’ultima (e unica) gara in F1, in Bahrein, era stata un’altra storia. IN SALITA

Fernando Alonso 7,5 Il solito giro “monstre” in qualifica, dove predica da solo nel deserto di una McLaren ancora imbarazzante. Non riesce a compiacersi dell’impresa del sabato, mai come quest’anno Nando appare imbronciato, stanco, avvilito. Eppure lotta, come sempre, perché lui la spugna non la getta mai. Poteva finire decimo, ma sarebbe stata troppa grazia per una MCL32 claudicante, che fa acqua da tutte le parti. E che, naturalmente, lo lascia a piedi. Non meritava di subire il doppio sorpasso da parte di Ocon e Hulkenberg. Mortificato per colpe non sue. MERITA ALTRO

Daniel Ricciardo 5 Il fine settimana dell’idolo di casa è una pellicola dell’orrore senza fine. L’errore in qualifica è suo, perde la RB13 e va a muro compromettendo il suo Q3. I problemi tecnici, però, ce li mette la Red Bull. Costretto dapprima a scivolare quindicesimo in griglia per sostituzione del cambio, poi a partire – per modo di dire – dai box con due giri di ritardo a causa di alcuni problemi alla power unit. Dulcis in fundo il motore Renault lo lascia a piedi poco prima di metà gara. Gli avessero detto che a Melbourne sarebbe andata così, si sarebbe fatto una delle sue proverbiali risate. E invece è tutto vero. Fine settimana talmente negativo da rasentare il comico. UN DISASTRO

Romain Grosjean 8 Incanta con la Haas in qualifica, conquistando una terza fila che catapulta la piccola americana grigio militare nel giro delle grandi. Un numero eccezionale, che vale il prezzo del biglietto. E che meritava miglior sorte. Ma il motore Ferrari fa i capricci e lo appieda dopo tredici tornate. Davanti ai microfoni, però, parla benissimo della power unit italiana. Lezione di sportività. UN SIGNORE

Kevin Magnussen 4,5 Si ritira a dieci giri dal termine per problemi alle sospensioni, ma era stato poco più di una comparsa nel fine settimana australiano, facendosi notare solo per il contatto a inizio gara con Ericsson. Il confronto con Grosjean è imbarazzante. RIMANDATO

Lance Stroll 3 Dagli errori nelle libere ad una qualifica inguardabile, dove becca due secondi e passa da Felipe Massa e condanna la Williams a non superare il taglio del Q1. La gara è un impreciso guidare tra le curve dell’Albert Park. Non sembra ancora pronto per vestire una tuta così pesante, la sensazione è che il salto dalla F3 sia stato più lungo della gamba. Si ritira per problemi all’impianto frenante, per ora però è una “scommessa” persa. IMPREPARATO

Marcus Ericsson 5,5 Tiene a stento dietro il rookie Giovinazzi in qualifica. La gara non è giudicabile, dato che la vettura subisce danni dal contatto con Magnussen (in cui non ha colpe) ed è poi costretto al ritiro per problemi idraulici. FIGURANTE

Jolyon Palmer 3,5 Tre giorni passati a fare a cazzotti con una monoposto che non riesce a guidare. Figure magre, un botto nelle libere, ultimo posto in qualifica. In gara prova a raddrizzare la situazione ma l’illusione dura pochi giri. Costretto al ritiro per problemi ai freni. Ma Hulkenberg a Melbourne correva in un’altra galassia. INCUBO

GP Australia 7 E’ una Formula 1 che presenta meno opportunità di sorpasso, ma le vetture così veloci in curva e così aggressive sono una gioia per gli occhi. Meno spettacolare, ma più vera, la F1 potrebbe essere tornata ad essere più sport e meno wrestling dopato con ala mobile. La sensazione è che i piloti spingano come ossessi con queste auto, divertendo e divertendosi di più.

Antonino Rendina


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