Iceman tra passato e presente. Il futuro? “Wait and See..”

Iceman tra passato e presente. Il futuro? “Wait and See..”

“Iceman”, “Sfigato”, “Sfasciamacchine”, “Fu***ng Idiot” (Cit. Montoya in una qualifica di Spa via radio col muretto), “Il Gelataio” (Sepang 2009) e, per i cinefili, “il Licenziato”.

Kimi Raikkonen, se a torto o a ragione tenteremo di scoprirlo nell’articolo, ha avuto durante la sua carriera l’onore, se così possiamo chiamarlo, di avvalersi dei soprannomi ed epiteti più disparati.

Tralasciando il complimento del buon Juan Pablo, dovuto in gran parte all’adrenalina e compensabile con altrettanti ringraziamenti che anche lui avrà sicuramente ricevuto (chiedere a Ralf Schumacher e allo stesso Kimi, per esempio), possiamo interpretare le varie nomine sul suo conto dai suoi esordi per arrivare ai giorni nostri, e parlare del tanto vociferato ritorno nel mondo della Formula 1, prospettato per il 2011.

Tralasceremo volutamente le voci sui suoi eccessi fuori dalla pista e le ironie sul suo vizietto di alzare ogni tanto il gomito, perchè non riteniamo siano strumento valido a valutare lo spessore tecnico del pilota.

I soprannomi

L’appellativo di sfigato, degno di un Paperino qualunque, si abbatte su Kimi già dall’approdo in Mclaren.
Nel 2002, primo anno con la Scuderia di Woking, colleziona la bellezza di 11 ritiri su 17 gare, contro i 4 dell’allora compagno David Coulthard.
Il 2005 è l’anno dell’assurdo. Quando trascorre un weekend “normale” vince o arriva comunque a podio. In tutte le altre gare è costretto o a partire 10 posizioni indietro per problemi in qualifica, o a ritirarsi per problemi in gara. Analizzeremo successivamente questa particolare stagione.

Da una corrente di pensiero “costola” della teoria della sfiga, nasce la fama di sfasciamacchine. Ritiro dopo ritiro, si inizia addirittura a pensare che i guasti delle Mclaren siano dovuti ad una guida troppo stressante di Kimi nei confronti della monoposto. Come se l’elettronica non esistesse e non impedisse di provocare danni agli organi meccanici, insomma.

Il rientro ai Box dopo il tamponamento di Hamilton, Canada 2008

Il Gelataio fa riferimento a Sepang 2009.
Pista allagata, gara prossima alla sospensione, piloti dentro l’abitacolo in griglia di partenza con il boccaglio per non annegare.
Kimi, ritirato da qualche decina di minuti e fresco di doccia, viene inquadrato mentre con non curanza e con una naturalezza d’altri tempi se ne infischia di tutto e tutti e si regala un delizioso gelato nei box Ferrari. Con una piccola ricerca su internet è facilmente rintracciabile l’istantanea che lo vede alle prese con il frigorifero..Immagine molto singolare, visto il contesto, che ha suscitato parecchia ilarità e portato al buffo soprannome…ma del carattere di Kimi parleremo più avanti.

I tifosi, si sa, colgono sempre l’occasione per ironizzare su ogni pilota. Prendendo forse spunto dal famoso film “Il Laureato”, Kimi è stato quest’anno ribattezzato Il Licenziato.

Ricordiamo infatti, tornando seri, che il Finnico è attualmente sotto contratto con la Ferrari, ma ha concluso – o è stato costretto a farlo e da qui la “nomina” – con un anno di anticipo la sua collaborazione con il Cavallino per l’arrivo di Fernando Alonso e/o Santander, come preferite. Non avendo trovato altro posto per il 2010 (avrebbe desiderato tornare in Mclaren ma Button era già stato prenotato), Kimi è approdato a sorpresa nel WRC del Cannibale Sebastian Loeb, al volante di una Citroen C4 dello Junior Team Red Bull

Kimi al volante della Citroen C4 WRC

con il quale sta iniziando ora a togliersi qualche soddisfazione dopo una stagione di apprendistato e cappottamenti (senza conseguenze, per fortuna).

Esordi e la Mclaren
Scoperto dal palato fino di Peter Sauber e fatto esordire nel 2001, un anno più tardi fa il suo ingresso in Mclaren, per sostituire il connazionale Mika Hakkinen destinato al ritiro dalla F1. Prima stagione tragica, come si diceva. Ma, quando la monoposto gli permette di arrivare in fondo (sei volte), colleziona quattro podi e due quarti posti.

Le ottime qualità di Iceman, soprannome dovuto al suo carattere freddissimo e schivo, emergono già nel 2003, quando con una monoposto più affidabile arriva a soli due punti dal titolo Mondiale lottando fino all’ultimo contro Michael Schumacher. La particolarità di questa stagione è che la Mclaren è costretta letteralmente a gettare il progetto troppo spinto della Mp4/18 e a schierare una versione aggiornata della Mp4/17 dell’anno precedente, la Mp4/17D. Visti i primi test della Mp4/18 è stata una saggia decisione, ma quanto amaro in bocca. Anche se, il nuovo punteggio introdotto proprio nel 2003 (10 punti al primo e 8 al secondo contro i 6 degli anni precedenti) ha permesso a Kimi di rimanere in lotta fino alla fine con all’attivo una sola vittoria contro le sei di Michael Schumacher.

Il 2004 vede costretto il Finlandese ad altri numerosi ritiri. L’anno si chiude con 4 podi e la perla della vittoria a Spa di fronte a Michael Schumacher, che proprio in quel GP conquista matematicamente il suo 7° Titolo.

Ancora più che il 2003, il 2005 è l’anno che pone Kimi agli occhi di tutti per il suo talento, ma al tempo stesso ne alimenta il mito della iella e delle doti distruttive a livelli preoccupanti.

Kimi sulla Mclaren Mp4/20

A partire dalle gare europee, la Mclaren quando non si rompe per un weekend completo gli consente di vincere o arrivare al massimo secondo. In tutte le altre occasioni, guai in prova (che lo costringono a partire 10 posizioni più indietro) o in gara lo obbligano a rimonte furibonde o a mesti ritiri, anche quando è in testa (Al Ring, per esempio, rottura di una sospensione all’ultimo giro)
Alla fine il Mondiale lo vince Fernando Alonso per 21 punti (133 a 112), ma i rimpianti sono moltissimi.
Kimi ottiene il giro più veloce in gara 10 volte su 19, record per un singolo anno assieme a Michael Schumacher.
Forse con una Mclaren meno supercompetitiva e meno superfragile, i risultati sarebbero stati diversi.

Il 2006 è senza infamia e senza lode, con 6 podi e altri 6 ritiri nel conteggio finale, ma l’ufficialità del passaggio in Ferrari.

Il passaggio di consegne di Monza 2006 tra Schumacher e Raikkonen

Per la gioia dei tifosi che, tristi per il ritiro del Kaiser, vedono in lui l’erede naturale. Oltretutto si scoprirà che Jean Todt sia stato consigliato proprio dal Tedesco per il pilota su cui puntare per la sua “successione”.

Il triennio Rosso
Il 2007 è l’anno della rivincita.
Vittoria all’esordio a Melbourne e stagione combattuta. Approfittando della lotta interna in Mclaren tra Fernando Alonso e l’incredibile esordiente Lewis Hamilton, Kimi raccoglie i frutti di tante delusioni e vince finalmente il suo primo e unico Mondiale in Brasile, dopo una gara al cardiopalma e una rimonta di quasi 20 punti in due gare proprio sul nuovo arrivato a Woking.

Festeggiamenti sul podio di Interlagos per il Titolo Mondiale 2007

La prima metà del 2008 è brillante ma poi cambia qualcosa. Dopo il tamponamento subìto da Hamilton in Canada e il problema allo scarico in Francia, Kimi perde fiducia e punti a favore di un Felipe Massa in anno di grazia, che arriva a giocarsi il Mondiale ancora con Lewis Hamilton in Brasile e lo perde per un solo punto.

Il 2009, causa palese inferiorità della F60, non permette nè a lui nè a Felipe Massa (prima del grave incidente di Budapest) di essere competitivi. Tuttavia la parte finale di stagione regala qualche podio e l’ennesima perla, la quarta personale, a Spa, dove Kimi vince il suo ultimo GP con la Ferrari e in generale in F1. Chiuso dall’arrivo di Alonso, decide di prendersi un anno sabbatico.

Sabbatico dalla F1 ma non dalle competizioni, visto che, come già descritto, è attualmente impegnato nel WRC con la Citroen.

Un talento unico
Al di là dei commenti, degli epiteti e dei soprannomi che abbiamo ironicamente commentato, Raikkonen è considerato uno dei migliori talenti in circolazione nel circus negli ultimi anni. Sicuramente tra i primi assieme a Fernando Alonso, Lewis Hamilton e il Michael Schumacher Ferrarista (di quello in Grigio avremo occasione di parlare verso fine stagione)
Gli anni in Mclaren hanno mostrato un pilota fortissimo dal punto di vista velocistico e della gestione di gara, capace di gare perfette e anche di rimonte mozzafiato. Il 2005 ne è un esempio se consideriamo tutte le occasioni in cui, partito oltre il decimo posto, è arrivato poi a podio. La chicca di Suzuka, inoltre (da 17° a 1°) è una di quelle corse da far vedere ai più piccoli. E poi, cosa da non sottovalutare, quattro vittorie a Spa (2004, 2005, 2007, 2009) sono un’ottima testimonianza.

Carattere Schivo
Corretto in pista e fuori, mai polemico, mai una parola di troppo (a volte proprio mai una parola..), il carattere “Ice” e schivo di Kimi, classico dei nordici, potrebbe essere definito il suo tallone d’achille. Restìo alle comunicazioni con i media, sembra disinteressato a tutto quello che non è strettamente legato al fattore guida. E questo si vede già dalle interviste..

Primo piano di Raikkonen ai tempi della Mclaren

Durante il periodo in Ferrari spesso si è sentito parlare di una collaborazione del pilota assolutamente minimale e limitata esclusivamente agli aspetti tecnici. Il contrario, per intenderci, di quanto succedeva con Schumacher. E, forse, il limitato ambientamento all’interno del Cavallino potrebbe aver pregiudicato alla lunga il rapporto con tecnici e ingegneri. Lo stesso Felipe Massa ha raccontato di aver parlato più con Alonso in 3 mesi che non con Raikkonen in 3 anni.

Ovviamente, non si può dare colpa al pilota del suo carattere chiuso e introverso. Siamo nel campo delle ipotesi, perchè la verità la conoscono solo i diretti interessati.
Come, però, Kimi potrebbe non essere riuscito ad ambientarsi, dall’altra parte potrebbe non esser stato fatto il necessario per far sentire a proprio agio il biondino.
O, dato che le voci sull’arrivo di Santander (e quindi Alonso) giravano già dal 2008, Kimi potrebbe essersi sentito una specie di “sorvegliato speciale” con conseguenze sulle sue prestazioni. Ma, come detto, siamo nel campo dei “se” e dei “ma”.

Ritorno in F1?
Successivamente ad alcune dichiarazioni durante l’anno in corso sul fatto che la F1 non gli manca, e che “ci sono molte cose più importanti della corsa in sè”, si sono susseguite inizialmente e confermate poi alcune voci sul suo incredibile rientro per il 2011, al volante di una Renault al posto del pagante (e deludente) Vitaly Petrov. Non sappiamo se questo sia dovuto ai risultati poco brillanti nel WRC o meno. Eric Boullier, Team Principal Renault, ha confermato i contatti e ammesso che ci sarà un incontro con il finlandese per sondare le possibilità di un ritorno al volante di una monoposto, a quasi 31 anni (17 Ottobre) in coppia presumibilmente con l’ottimo Robert Kubica, che abbiamo elogiato pochi giorni fa per lo spettacolo offerto a Singapore

“Wait and See”
La possibilità di ritorno non sono ancora definite. Visto il suo carattere pareva aver trovato un’ottima dimensione nel WRC, dove tutto l’ambiente è meno stressante e non si vive costantemente sotto i riflettori e sotto tensione. Kimi deve ancora incontrarsi con la Renault e non è detto che l’accordo si possa concludere. Conteranno molto anche le motivazioni del pilota e l’eventuale impegno della controparte, visto l’ingaggio non proprio basso richiesto dal Finlandese.

Sicuramente il suo rientro aumenterebbe la qualità in campo e restituirebbe alla F1 un pilota unico nel suo genere.

Non ci rimane, citando Kimi stesso, che “Wait and See”

Alessandro Secchi

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