Formula 1 | GP Austria: l’analisi delle qualifiche

Max Verstappen conquista la terza pole stagionale in una lotta serrata con le due Ferrari

Formula 1 | GP Austria: l’analisi delle qualifiche

Tra i fumogeni arancioni che colorano le tribune di Zeltweg nell’appuntamento di casa della Red Bull, Max Verstappen inizia nel migliore dei modi il suo weekend, conquistando la pole position del Gran Premio d’Austria. L’olandese prenderà il via delle sprint race dalla prima casella, replicando il risultato ottenuto a Imola, quando trionfò nel primo appuntamento stagionale con il format rivisto.

Al suo fianco scatterà Charles Leclerc, staccato di soli ventinove millesimi dalla vetta e dal suo principale rivale nella corsa al titolo iridato. Una qualifica emozionante e indecisa sino agli ultimi istanti, come testimonia anche il terzo posto di Carlos Sainz, distante meno di un decimo da Verstappen. Per quanto un circuito così corto come quello del Red Bull Ring aiuti a mantenere compatti i distacchi, il venerdì pomeriggio austriaco ha regalato un’altra sessione davvero tirata, dove a fare la differenza sono stati due aspetti chiave come la pulizia di guida e la gestione delle gomme. Ferrari potrà giocare a due punte, dato che Sergio Perez sarà costretto a prendere il via della sprint race dal tredicesimo posto, in seguito alla cancellazione dei tempi del Q3 e del tentativo finale del Q2 per aver tagliato la pista.

Quinto crono, che si trasformerà in una seconda fila grazie alla penalizzazione del messicano della Red Bull, per George Russell, suo malgrado protagonista di un incidente durante gli ultimi minuti del Q3. Un destino simile a quello del compagno di squadra, Lewis Hamilton, a muro all’uscita di curva sette complice una folata di vento improvvisa all’inizio della terza manche. Tra le due W13 si sono inserite le Alpine di Esteban Ocon e Fernando Alonso, oltre alle Haas di Kevin Magnussen e Mick Schumacher. Un risultato importante per la squadra statunitense, che con le temperature riscontrate venerdì pomeriggio sembra aver mostrato minori difficoltà nel far funzionare le coperture nella corretta finestra di funzionamento, potendo così sfruttare i punti di forza della propria vettura.

Fuori dalla top ten le due McLaren in una giornata che non si è rivelata affatto semplice per la squadra di Woking. Nel primo pomeriggio, Lando Norris era stato costretto a saltare parte della prima sessione di libere per un guasto alla Power Unit, per poi dover rinunciare anche alla Q3 in qualifica a casa di alcuni problemi all’impianto frenante. Lontano dalle posizioni più nobili della classifica anche il suo compagno di squadra, Daniel Ricciardo, eliminato nella manche iniziale insieme alle due Aston Martin.

Una lotta a tre per la pole

Ancora una volta, la Formula 1 ha regalato una sessione di qualifica divertente e difficile da decifrare, che si è risolta solamente negli ultimi minuti con una battaglia a tre per la pole position tra Verstappen, Leclerc e Sainz. Ottantadue millesimi che raccontano di una sfida giocata sui centesimi, in cui la pulizia di guida e la gestione degli pneumatici hanno giocato un ruolo fondamentale, specie su una pista su cui non è semplice accendere le gomme.

Storicamente, le condizioni di altitudine avevano premiato la Power Unit Honda e anche la stessa Red Bull era certa che il turbocompressore più compatto dell’unità giapponese potesse rivelarsi un punto a favore in vista del weekend, andando a sommarsi all’ampia varietà di curve medio-veloci su cui la RB18 ha spesso ben figurato. Una sfida che la F1-75 ha saputo reggere egregiamente, sfruttando i propri punti di forza e le ultime novità tecniche, che hanno permesso di ridurre il distacco sugli allunghi. Nella prima parte di stagione, infatti, la vettura di Maranello aveva evidenziato più volte un gap velocistico sui rettilinei, che iniziava ad essere evidente intorno ai 300 km/h. Le ultime novità, inclusa un’ala posteriore che ha migliorato l’efficienza a DRS aperto incrementando la portata del flap mobile, aggiunte al fatto che su questa pista i tratti sopra i 300 km/h siano relativamente corti, ha aiutato a contenere lo svantaggio intorno ai 2 km/h.

Un aspetto centrale che aiuta a comprendere dove il monegasco abbia accusato quei settanta millesimi di distacco nel primo intertempo. Sin dalla prima sessione di prove libere, era evidente come Leclerc avesse qualche difficoltà nel digerire curva uno dove, al contrario, Verstappen era in grado di anticipare l’ingresso e limitare comunque il sottosterzo in percorrenza. Problemi che si sarebbero poi ripresentati anche in qualifica, quantomeno fino all’ultimo tentativo, dove Charles aveva leggermente modificato il suo approccio: staccata ritardata come in Q2 ma più decisa, in cui invece di lasciar scorrere la vettura in percorrenza aveva fatto in modo di anticipare il ritorno sull’acceleratore rispetto a quanto fatto precedentemente. Una scelta che, seppur non privilegiasse la percorrenza in sé, aveva dato modo di massimizzare l’uscita di curva e contenere parte di quello svantaggio accusato in mattinata. Grazie a quella ulteriore piccola differenza di velocità sui rettilinei, al rilevamento della prima fotocellula l’olandese era riuscito a incrementare il suo tesoretto intorno ai sette centesimi, utile per fronteggiare eventuali perdite in fase di trazione dalle curve più lente. La vettura di Maranello, infatti, ha spesso dimostrato buone doti nella fase di progressione dai tratti meno rapidi, grazie a un’ottima combinazione tra la parte meccanica e la spinta dell’ibrido in allungo. Da segnalare, tuttavia, che nell’ultimo run del Q3 si è evidenziato anche un leggero clipping nella parte terminale dei rettilinei, che invece non si era presentato nel primo tentativo della manche conclusiva.

Proprio in uscita da curva tre, infatti, il pilota della Red Bull era finito sul cordolo esterno, andando a toccare con la parte inferiore del fondo il manto stradale. Un elemento che indubbiamente non aveva aiutato Verstappen durante la fase di trazione, dando così a Leclerc, più pulito in quel tratto nonostante un leggero snap nel momento del ritorno sul gas, la chance di riavvicinarsi prima della sequenza più guidata del tracciato. Curva quattro evidenzia uno dei temi più ricorrenti dell’intera stagione, ovvero quanto il campione del mondo in carica riesca ad essere incisivo in entrata con l’anteriore senza accusare un sottosterzo eccessivo: gli unici appuntamenti in cui ha incontrato tali difficoltà, infatti, sono stati quelli sui tracciati cittadini, dove ha fatto fatica a trovare la quadra anche nei confronti del compagno di squadra.

A decidere la sfida sarebbero state le ultime quattro curve, a partire dalla sei, in cui conta una buona stabilità complessiva, dove la Ferrari era tornata ad essere una minaccia reale. Più in particolare, la capacità di Leclerc di saper mantenere il gas aperto e ridurre la fase off-throttle aveva permesso di recuperare terreno prezioso, portando maggior velocità in percorrenza. Interpretazioni differenti che si sarebbero riproposte anche nel cambio di direzione sette-otto, dove Verstappen aveva preferito anticipare leggermente la staccata per favorire l’inserimento e la prima fase di percorrenza, mentre il portacolori della Rossa aveva lasciato scorrere la monoposto riducendo ancora una volta il periodo lontano dall’acceleratore, in modo da poter portare maggior velocità in uscita. Elementi tipici dello stile di guida del monegasco, che era giunto così all’ultima parte del tracciato con un leggero svantaggio. Nonostante un buon approccio in curva nove, ciò non si era rivelato sufficiente per battere Verstappen, passato sul traguardo con ventinove millesimi di vantaggio.

“Possiamo sicuramente essere contenti del risultato di oggi. Nell’ultimo giro della Q3, la prima e la terza curva non erano delle migliori, quindi sapevo che il resto del giro doveva essere perfetto. Ero in svantaggio nel primo e nel secondo settore, quindi ho spinto forte nel tratto finale e ciò ha dato i suoi frutti. È stata una buona sessione e ovviamente è bello essere di nuovo vicini alle Ferrari. Finora in questa stagione la macchina è stata migliore in gara rispetto alle qualifiche dove siamo stati più deboli, quindi speriamo di poter essere competitivi domani nello sprint”, ha raccontato il campione del mondo in carica durante le interviste. Interessante segnalare come Max sia stato anche uno dei pochi piloti a completare una piccola simulazione in vista della sprint race durante la prima sessione di libere.

Il rimpianto in casa Ferrari arriva per una pole che sembrava alla portata, distante solamente pochi millesimi con entrambi i piloti. Una beffa, soprattutto per come si sono svolte le qualifiche, tra bandiere rosse e interruzioni che hanno reso difficile trovare la quadra. Sia Leclerc che Sainz, infatti, erano stati tra i primi a scendere in pista per il secondo tentativo del Q3, proprio nel momento in cui George Russell aveva impattato le barriere costringendo i piloti a tornare ai box. Un giro che può sembrare irrilevante in termini di vita della gomma, ma che in realtà ha un minimo impatto in termini di shock termico sulla mescola, che deve subire uno sbalzo di temperatura tra termocoperte e pista. Su un tracciato così impegnativo in termini di warm-up, dati i numerosi rettilinei e le poche curve in cui porre energia negli pneumatici, ciò può aver avuto un piccolo impatto nella prestazione dei due Ferraristi, che non a caso si sono lamentati di un chiaro sottosterzo. Al contrario, infatti, Verstappen era riuscito a fermarsi in fondo alla pit lane prima dell’interruzione, evitando così di dover completare una tornata extra. “È stata una qualifica serratissima, ma purtroppo Max ci è stato davanti di un nulla oggi. Non è stato facile rimandare in temperatura le gomme dopo la seconda bandiera rossa, e infatti avevo del sottosterzo e il mio giro non è stato perfetto” – ha raccontato Leclerc, che se fosse riuscito a ripetere il secondo settore del tentativo precedente, probabilmente avrebbe trovato i centesimi necessari per conquistare la pole position -. “È un peccato, ma è solo venerdì ed è domenica che conta veramente. Domani sarà importante lavorare sullo stile di guida nella seconda sessione di libere e poi andare all’attacco nella Sprint”, ha poi aggiunto il monegasco, che ora avrà l’obiettivo di cambiare l’ordine d’arrivo a partire dalla gara del sabato.

Ad aprire la seconda fila sarà Carlos Sainz, autore di un’altra pregevole qualifica dopo la pole conquistata sotto l’acqua a Silverstone. Nell’ultimo tentativo, lo spagnolo è stato in grado di mettere insieme un buon giro, limitando a poco più di ottanta millesimi il distacco totale dal battistrada, che scende intorno al mezzo decimo dal compagno di casacca. Una buona performance, costruita in particolare nei primi due settori, per poi perdere il vantaggio accumulato nelle ultime due curve, dove un approccio più cauto, con frenate dolci ma anticipate, non gli aveva permesso di pareggiare l’aggressività dei suoi due rivali più diretti. Nonostante una pole sfuggita per un soffio, il Ferrarista ha trovato comunque numerosi aspetti positivi nella prestazione odierna, a partire dal miglior feeling con la vettura: “La qualifica nel complesso è stata positiva: ci è mancato davvero un soffio! Siamo riusciti a crescere nel corso della sessione e a piazzare un buon giro nel finale. Le prime curve sono state piuttosto impegnative perché durante la seconda bandiera rossa le gomme avevano perso parecchia temperatura. Nel finale abbiamo mancato un risultato migliore per meno di un decimo e per questo mi aspetto che sia la gara Sprint di domani che il Gran Premio di domenica saranno molto combattuti. Abbiamo un buon passo, ci prepareremo al meglio per lottare per un altro buon risultato”, ha raccontato Sainz.

Perez penalizzato: scatterà dalla tredicesima casella

Il venerdì austriaco ha riservato luci e ombre per la Red Bull. Da una parte un Max Verstappen capace di imporsi sui rivali e conquistare una pole preziosissima per il resto del weekend, dall’altra un Sergio Perez alle prese con un feeling che è mancato sin dai primi momenti in pista. Il formato della sprint race, infatti, non ha aiutato il messicano, che già durante FP1 aveva sottolineato le difficoltà nel gestire il sottosterzo, tanto da spingerlo a un radicale cambio di assetto, come era avvenuto a Silverstone. Con una singola sessione di libere, tuttavia, riuscire a trovare rapidamente la quadra non era impresa semplice, e il portacolori del team di Milton Keynes ne ha pagato le conseguenze in qualifica.

Difficoltà evidenti già nel corso della Q2, quando il messicano aveva rischiato di non passare il turno per poi salvarsi nelle battute finali con un colpo di reni. Un tempo che gli era valso il sesto posto e un biglietto di accesso al Q3, quantomeno prima che le immagini mostrassero come Perez fosse andato largo in curva otto oltrepassando i limiti del tracciato. Complice la moltitudine di situazioni da investigare in quel frangente, la direzione gara aveva deciso di mettere in standby la situazione, in modo da poterla analizzare con calma al termine della sessione, dando però la possibilità al pilota di Guadalajara di poter comunque dispost disputare la manche conclusiva. Una decisione inaspettata che aveva fatto storcere il naso, non solo perché le immagini sembravano chiarire bene la dinamica, ma anche perché Pierre Gasly avrebbe potuto beneficiare risalendo in quella top ten sfuggita per pochissimi millesimi.

Nonostante le giustificazioni portate al tavolo di discussione da parte della Red Bull, i cui dati dimostravano come Perez non avesse tratto vantaggio, il collegio dei commissari non ha sentito ragione, cancellando non solo i tempi registrati nel Q3, ma anche il crono ottenuto sul finale del Q2. Secondo gli steward, infatti, a spingere per questa scelta non è stato tanto un possibile guadagno ottenuto dal taglio sopra il cordolo, motivo per il quale i dati portati dal team non hanno sortito alcun effetto, quando l’aver proprio lasciato la pista senza un valido motivo.

Sentenza che ha lasciato qualche dubbio, soprattutto perché nelle Event Notes si parlava espressamente di una eventuale cancellazione del tempo riferita solamente al superamento dei limiti in uscita da curva dieci, non in altre aree del tracciato. Inoltre, come confermato dai commissari, non si sarebbe trattato di un caso in cui il pilota ha tratto un vantaggio andando oltre la linea bianca, per cui risulta alquanto complicato inserire la vicenda nel giusto frame interpretativo. Al netto di queste considerazioni, il numero 11 dovrà quindi prendere il via della Sprint Race dalla tredicesima posizione sulla griglia di partenza, tra l’altro con un set in meno di gomme soft rispetto ai rivali, dato che era stato usato in una Q3 che non avrebbe dovuto nemmeno disputare.

Mercedes: un venerdì nero che nasconde qualche sorriso

Se su un tracciato amico come quello di Silverstone la Mercedes aveva ben figurato conquistando meritatamente un posto sul podio, alla vigilia la tappa del Red Bull Ring riservava qualche incognita in più. Curve a media velocità, asfalto sconnesso, tante zone di trazione e lunghi rettilinei che rendono difficile individuare il modo migliore per effettuare il warm-up della gomma, aspetti in cui in altre occasioni la vettura di Stoccarda non è sembrata essersi espressa al meglio.

Invece, giunti in pista, la situazione si è ribaltata, vedendo Mercedes in lotta per un risultato di assoluto prestigio, anche con George Russell, che spesso ha ben figurato tra le montagne austriache. Già durante la prima sessione di libere i dati mostravano una W13 competitiva, in particolare nelle ultime curve, dove la stabilità in frenata sui cordoli e l’inserimento in curva giocavano un ruolo chiave. Elementi di forza che si sono poi ripresentati in qualifica, tanto che al momento dell’incidente il britannico aveva il secondo miglior parziale assoluto nel settore finale. Se il crono registrato nel primo intertempo era altrettanto convincente, secondo solamente a quello delle Red Bull, restava qualcosa da limare nel tratto centrale, dove nel run di apertura del Q3 Russell aveva accusato un grosso sovrasterzo nella fase di trazione in uscita da curva tre e nel cambio di direzione sette-otto.

Con la speranza di poter completare due tentativi date le difficoltà nell’accendere gli pneumatici, il pilota di King’s Lynn era tornato in pista con qualche minuto d’anticipo, lanciandosi per quello che avrebbe dovuto essere il suo assalto alle prime file. Tuttavia, proprio nell’inserimento dell’ultima curva l’inglese aveva perso il posteriore della monoposto, finendo poi rovinosamente contro le barriere poste ai lati del tracciato. Ciononostante, il portacolori della Mercedes ha individuato aspetti positivi dalla prestazione odierna, specie in termini di passo puro: “Credo che sia stata la nostra migliore sessione di qualifiche dell’anno in termini di ritmo puro, ma anche la peggiore in termini di risultato. Le gare possono essere così, a volte. Oggi pomeriggio avrei potuto essere al quarto posto e avevo un decimo in più nel mio giro, e mi sono buttato a capofitto perché pensavo che ci fosse la possibilità di fare la terza posizione” – ha raccontato Russel spiegando le motivazioni che hanno portato all’incidente -. “In termini di prestazioni, ci sono segnali positivi. Abbiamo apportato alcune modifiche alla vettura e anche l’interpretazione di alcune regole è stata probabilmente a nostro favore. Lewis stava facendo un lavoro fenomenale e oggi volava. Forse ho sbagliato un po’ l’assetto per le qualifiche, ma spero che questo sia positivo per la gara. Di solito abbiamo un passo di gara migliore rispetto al giro singolo, quindi speriamo che domani si possa recuperare la giornata di oggi.”

Incidente simile a quello del suo compagno di casacca, avvenuto solamente pochi minuti prima quando Hamilton aveva impattato contro il muro all’uscita di curva sette. Una perdita improvvisa di aderenza probabilmente innescata da una folata di vento, aspetto che durante l’intera sessione aveva rappresentato un’incognita per team e piloti, data l’imprevedibilità sia in termini di direzione che di intensità. Una qualifica su cui il sette volte campione del mondo avrà indubbiamente qualcosa da recriminare, perché il ritmo per puntare a un risultato importante sembrava esserci, nonostante un gap piuttosto ampio in termini di velocità massima sui rettilinei, quantificabile in circa 6-7 km/h rispetto alle Red Bull, rendesse il confronto più arduo.

L’asfalto sconnesso in alcuni tratti non ha aiutato, ma nel complesso W13 si è comunque ben comportata in curva, garantendo ai piloti un buon feeling, come confermato da Hamilton, anche se ora sarà costretto a prendere il via dalla quinta fila non avendo registrato un tempo in Q3: “Sono incredibilmente deluso da me stesso e mi dispiace molto per il team. Tutti hanno lavorato duramente per mettere insieme la macchina, e non mi piace mai riportarla danneggiata. Al momento non ho una risposta a quello che è successo. Ho perso il posteriore alla settima curva e questo è quanto. Le nostre prestazioni sono comunque incoraggianti. Credo che stessimo lottando per una posizione tra i primi tre, e non ci aspettavamo di essere così vicini. Io parto piuttosto indietro e non so cosa sia possibile fare da lì in poi. Domani abbiamo la sprint e la gara di domenica. Spero che domani possa recuperare il tempo perso”, ha poi aggiunto il portacolori della Mercedes.

Tra le due Mercedes si inseriscono Haas e Alpine

I vari episodi che hanno visto protagonista le Frecce d’Argento hanno dato l’opportunità ad Alpine e Haas di sfruttare la situazione a loro favore, inserendosi tra le due vetture del team diretto da Toto Wolff. Ad approfittarne è stato soprattutto Esteban Ocon, bravo nel mettere insieme i suoi migliori parziali nel tentativo decisivo, abbastanza per conquistare un’ottima sesta posizione che domani lo metterà nelle condizioni di poter lottare per i punti nella sprint race.

Un’Alpine veloce, competitiva in particolare nelle curve più rapide, come si aspettava il team alla vigilia del weekend, nonostante le Mercedes in termini di passo puro rimanessero irraggiungibili. Le indicazioni complessive sono comunque positive, perché mantengono quel trend di competitività mostrato negli ultimi appuntamenti che, per quanto più adatti alle caratteristiche di efficienza della A522, hanno saputo esaltarne le qualità: “Sono molto soddisfatto del risultato delle qualifiche di oggi, che si sono concluse al sesto posto. Mi è sembrato che la macchina abbia preso vita durante la Q2 e la Q3, dopo le prove libere e la Q1 piuttosto impegnative. Siamo in una buona posizione per la gara di domani e speriamo di poter consolidare la nostra posizione in griglia per la gara principale e di conquistare qualche punto prezioso” – ha spiegato il francese, che nel venerdì austriaco ha anche avuto modo di valutare gli aggiornamenti introdotti dal team transalpino, inclusa una nuova ala posteriore -. “C’è spazio per migliorare e dobbiamo ancora valutare la vettura con un alto quantitativo di carburante a bordo, cosa che faremo nelle prove libere due di domani.”

Se Ocon è stato in grado di mettere insieme una tornata quasi perfetta nel momento decisivo, lo stesso non si può dire per i due piloti della Haas, che sotto questo aspetto in Q3 hanno incontrato qualche difficoltà. Per Magnussen a giocare negativamente è stata una piccola sbavatura in curva uno, mentre Schumacher, alla sua terza Q3 stagionale, non è riuscito ad estrarre i suoi migliori parziali nel tratto di apertura e di chiusura della tornata. VF-22 che si è ben comportata nei tratti più lenti, come alla tre o alla quattro, così come in quelli a media velocità prima del secondo rilevamento della fotocellula, patendo poi nei rapidi inserimenti dell’ultimo settore. Ciononostante il team può ritenersi soddisfatto per una doppia ten che testimonia quanto questa monoposto, nel momento in cui riesce a far funzionare gli pneumatici nel giusto working range, abbia ancora tanto da dire, specie nel giro secco: “È stato un buon venerdì. Abbiamo portato la macchina in pista per il primo giro nelle FP1 e sembrava competitiva. Ero abbastanza fiducioso per le qualifiche ed è stata una buona giornata. Non ho nemmeno la sensazione di aver ottenuto il massimo, mi è sembrato che ci fosse un po’ più di tempo sul giro. È strano perché sono in settima posizione e non sono molto contento, quindi è un’ottima posizione in cui trovarsi”, ha raccontato Kevin Magnussen al termine delle qualifiche, per quanto la sesta posizione di Ocon fosse distante circa un decimo e mezzo.

Più staccato Fernando Alonso, che ha pagato in maniera importante il lungo nelle fasi iniziali del Q3, quando in curva 1 era andato sul dissuasore esterno danneggiando il fondo. Ciò lo aveva spinto ad abortire il giro e rientrare direttamente ai box, in modo anche da comprendere l’eventuale entità del danno nella parte inferiore della vettura. Ancora senza tempo, lo spagnolo era stato tra i primi a tornare in pista, riuscendo a segnare un crono proprio pochi istanti prima dell’esposizione della bandiera rossa per l’incidente di George Russell. Giunto ormai al tentativo conclusivo senza set di pneumatici a banda rossa nuovi, Alonso non sarebbe così poi stato in grado di migliorarsi, accontentandosi di una comunque positiva nona casella, che si trasformerà in ottava per la penalizzazione di Sergio Perez.

Gasly, Bottas e Norris tra i grandi esclusi della Q2

Rispetto all’appuntamento di Silverstone, che si preannunciava come uno dei più complicati dell’intero campionato, AlphaTauri e Alfa Romeo erano giunti a Zeltweg con sensazioni positive, in grado di potersi nuovamente inserire nella lotta per la top ten. Per la squadra faentina la speranza era quella di poter ben figurare in quello che rappresenta un secondo Gran Premio di casa, dati i rapporti con la casa madre Red Bull, e dopo le difficoltà incontrate in terra inglese, l’undicesimo posto rappresenta un buon punto di partenza.

Consci dei limiti della vettura su una pista che, in ogni caso, non è terreno di caccia ideale per una AT03 ancora priva di grossi aggiornamenti, il team aveva deciso di seguire una strategia differente dalla concorrenza, tentando tre run in entrambe le manche. Una tattica che ha dato gli esiti sperati, anche perché ha permesso di sfruttare il tracciato nelle migliori condizioni possibili, evitando così un’amara eliminazione già nel Q1. Sfruttando inoltre una leggera scia da parte di Leclerc nell’ultimo tentativo del Q2, Gasly era stato in grado di guadagnare una preziosa undicesima posizione, che lo porterà sulla decima casella della griglia di partenza dopo l’arretramento di Perez.

Rimane il rammarico per aver mancato l’ultima manche per soli nove millesimi, anche perché sarebbe bastato semplicemente completare un giro per guadagnare un’ulteriore posizioni su Hamilton, bloccato dall’incidente nei minuti finali delle qualifiche: “Sono piuttosto soddisfatto del risultato di oggi. Da alcune gare non abbiamo aggiornamenti e così abbiamo faticato un po’ ultimamente rispetto ad altre vetture. È sempre frustrante mancare l’ingresso in Q3 per un gap così ridotto, ma comunque sono soddisfatto del mio giro che è stato abbastanza pulito. C’è ancora tanto da lavorare perché non siamo contenti delle performance complessive, ma sappiamo che a breve arriveranno degli aggiornamenti. Migliorando il pacchetto attuale, saremo abbastanza competitivi nelle prossime gare”, ha raccontato il francese durante le interviste. Più staccato il compagno di squadra, Yuki Tsunoda, rallentato da un grosso sovrasterzo in curva uno durante il suo ultimo tentativo, aspetto che lo aveva spinto ad abortire il giro senza ulteriori possibilità di migliorarsi.

Delusione in casa Alfa Romeo, che ha iniziato il suo fine settimana con l’annuncio della sostituzione della Power Unit sulla vettura di Valtteri Bottas, andando oltre i limiti consentiti del regolamento. Per questo il finlandese sarà costretto a scontare una penalità, prendendo il via della corsa della domenica dal fondo dello schieramento. La speranza del team era quella di poter essere efficace in qualifica per ottenere poi qualche punto nella sprint race prima di essere rispedito in ultima fila domenica. Le ambizioni del team si sono tuttavia scontrare con la realtà e una C42 che non è stata in grado di fare la differenza come ci si aspettava. Le difficoltà nel far funzionare le gomme hanno influito pesantemente sul grip complessivo, lasciando i piloti a dover fare i conti con un posteriore ballerino e una mancanza di velocità di punta sul dritto piuttosto evidente, quantificabile in 8-9 km/h rispetto agli avversari più diretti, come l’AlphaTauri. Elementi che il finlandese ha pagato a caro prezzo, perché le buone indicazioni in trazione e nelle curve più lente non si sono rivelati sufficienti per compensare e cambiare le sorti della sua qualifica: “Il feeling con la macchina non era male, ma ovviamente non è questo il punto in cui vogliamo essere. Era molto vicino alla midfield, mi mancava un po’ di aderenza e di velocità massima e questi sono stati i problemi principali in termini di tempo sul giro. Tuttavia, i giri sono stati buoni e sono fiducioso sul ritmo che possiamo avere in gara”, ha raccontato Bottas, che dopo la sostituzione della quarta Power Unit nel corso di questo campionato, si vedrà costretto a prendere il via dall’ultima casella nella gara di domenica.

Molto più impegnativo il venerdì del suo compagno di squadra, Guanyu Zhou, alle prese con difficoltà di bilanciamento che non aveva vissuto negli ultimi episodio. Tanto sliding al retrotreno, che hanno reso arduo governare la vettura e trovare la fiducia necessaria per evitare il taglio nel Q1. Indubbiamente, per un debuttante avere una singola sessione di libere prima delle prove ufficiali non ha aiutato, limando il tempo a disposizione per trovare il set-up ideale.

Non è stato un inizio di weekend semplice nemmeno in casa McLaren. Daniel Ricciardo eliminato nel Q1, mentre Lando Norris si è dovuto arrendere guasti tecnici che hanno colpito la sua macchina più volte nel corso della giornata. Durante la prima sessione di prove libere, infatti, la presenza di fumo proveniente dalla parte inferiore della monoposto aveva spinto il pilota e il team a fermarsi anticipatamente, dovendo di conseguenza sostituire la Power Unit con una vecchia unità. Nonostante il passo indietro dal punto di vista motoristico, l’inglese era comunque convinto di poter disputare una buona qualifica, non solo perché il Red Bull Ring sembra adattarsi meglio alle caratteristiche della MCL36, ma anche perché Norris ha sempre ben figurato su questo tracciato. A fermare i sogni di gloria del portacolori della squadra di Woking, tuttavia, era stato un problema all’impianto frenante, che aveva reso di fatto impossibile sperare di andare oltre la seconda manche: “Qualifiche difficili. Avremmo dovuto essere in Q3, ma oggi abbiamo avuto alcuni problemi che non ci hanno permesso di spingere quanto avremmo dovuto, il che è deludente. In qualifica ho avuto un problema con l’impianto frenante che non mi ha permesso di spingere con sicurezza e di fare un giro rappresentativo. I problemi tecnici ci hanno messo in difficoltà oggi, ma a volte succede. Lavoreremo sodo per risolverli”, ha raccontato Norris al termine delle qualifiche.

Aston Martin fuori nel Q1

Per la terza volta consecutiva, entrambe le vetture della Aston Martin non riescono ad andare oltre il taglio del Q1, incontrando così un’altra amara delusione. Se negli altri due appuntamenti la pista si presentava completamente bagnata, su una pista da cui il team si aspettava qualcosa in più, anche sull’asciutto la AMR22 non ha brillato, lasciando i propri piloti fuori già al termine della prima manche.

La vettura inglese ha sofferto ancora una volta nei curvoni più rapidi, così come nelle curve di inserimento nel settore conclusivo, pagando distacchi piuttosto importanti dai rivali della midfield, come i 16 km/h di differenza in curva 7-8 rispetto all’Alfa Romeo. Una delusione difficile da digerire, ma che trova una sua piccola parte di spiegazione nel contesto con cui si sono svolti gli ultimi minuti: Lance Stroll aveva abortito la prima tornata, avendo così a disposizione solamente due tentativi intervallati da un giro di recupero. Al contrario, Vettel aveva seguito l’approccio opposto, preparando un double cooldown in attesa di lanciarsi per quello che avrebbe dovuto essere il suo run conclusivo. Nel tentativo di far raffreddare le coperture,, tuttavia, Stroll aveva rallentato in maniera vistosa, lasciando passare ulteriori vetture proprio mentre alle sue spalle stava sopraggiungendo il tedesco, che si sarebbe visto costretto a sua volta a rallentare più del previsto il passo, trovandosi così in una condizione scomoda per l’inizio del giro finale. Tentativo che poi sarebbe stato comunque cancellato per aver oltrepassato i limiti della pista, costringendolo a prendere il via dal fondo dello schieramento.

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