Formula 1 | Red Bull, Mintzlaff aveva deciso di licenziare Horner il 2 febbraio

Questa era la volontà del "successore" di Mateschitz, molto sorpreso dall'esito dell'indagine interna

Formula 1 | Red Bull, Mintzlaff aveva deciso di licenziare Horner il 2 febbraio

Continuano imperterriti ad emergere nuovi sviluppi sul caso Horner. Dopo l’accusa, l’indagine interna della Red Bull, l’assoluzione del manager inglese, alla quale sono seguite le foto delle chat con la dipendente e il litigio con Jos Verstappen in Bahrain, adesso si aggiunge una nuova puntata di una questione che allontana sempre di più l’attenzione dalla pista: la Red Bull, attraverso l’amministratore delegato Oliver Mintzlaff, erede di Dietrich Mateschitz, aveva deciso di licenziare Christian Horner lo scorso 2 febbraio, a seguito della confessione da parte della ragazza. A riportarne i dettagli è la rivista BusinessF1 nel numero di marzo.

Caso Horner, Red Bull aveva preparato il comunicato stampa

A Fuschl, sede della Red Bull GmbH si era venuti a conoscenza della questione qualche settimana prima, e si era quindi deciso di inoltrare alla stampa un comunicato molto freddo, di poche parole, nel quale l’azienda austriaca avrebbe annunciato la conclusione, con effetto immediato del rapporto con Christian Horner, questo perché il suo comportamento non era in linea con il codice etico della Red Bull stessa. Addirittura, la rivista è in possesso della nota stampa che sarebbe dovuta essere divulgata, perché già pronta per l’invio ai giornalisti: “Red Bull GmbH annuncia che Christian Horner ha lasciato la Red Bull Racing con effetto immediato. L’azienda non farà altri commenti sull’argomento”.

Molto probabilmente si era data a Horner una sorta di via d’uscita senza tutto il clamore che stiamo vivendo adesso, e solo successivamente sarebbe stato spiegato il motivo, però fittizio, ossia per problemi di salute. Il manager inglese però non ne ha voluto sapere, non ha accettato in alcun modo il licenziamento e ha quindi deciso di chiamare il suo team di avvocati, i quali sono andati a Fuschl prima che la Red Bull inoltrasse il comunicato, impugnando una clausola nel suo contratto e che gli dà il diritto a un’indagine interna indipendente nel caso fossero mosse contro di lui accuse di questo tipo. Mintzlaff quindi, nonostante avesse già preso la decisione di mandare via Horner, non poteva fare altro che accettare questa condizione, anche perché i legali avevano minacciato di presentare un’ingiunzione provvisoria all’Alta Corte di Londra se non fosse stata attivata quella clausola.

Caso Horner, Mintzlaff sorpreso dall’esito dell’indagine

Oliver Mintzlaff e Christian Horner durante i test in Bahrain nel 2023

Secondo la rivista, per Mintzlaff qualche settimana in più di attesa non avrebbe fatto alcuna differenza, anche perché era sicuro che l’indagine interna avrebbe portato a una sola conclusione, ossia alla colpevolezza di Horner, poiché le prove contro di lui erano schiaccianti, e sarebbe stato impossibile tenere Horner come team principal e amministratore delegato della squadra Formula 1 dopo quanto accaduto. Mintzlaff però non aveva ancora fatto i conti con Chalerm Yoovidhya, detentore del 51% delle quote Red Bull, quindi della maggioranza. Il thailandese, come vi abbiamo già riportato più volte, ha messo il veto sul licenziamento di Horner, per lui Christian non si tocca!

In Austria sono rimasti molto sorpresi del risultato dell’indagine, che ha quindi assolto il team principal britannico, e si fanno delle congetture sul fatto che tutto sia stato fatto in trasparenza. A questo punto in Red Bull molti non erano felici della non colpevolezza appurata di Horner, e da lì sono poi uscite quelle famose chat inoltrate alla stampa nei giorni scorsi. Dopodiché, anche Jos Verstappen ha messo il carico da novanta. In tutto ciò, non abbiamo parlato per un solo momento in questo articolo di macchine in pista, la doppietta Red Bull in Bahrain è di fatto passata in secondo piano.

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