F1 | Mercedes-FIA, il futuro di Hamilton non è un’arma da ricatto
Sembra che il team di Wolff invochi la testa di Masi: la squadra nega, ma il problema è più profondo
Parte il conto alla rovescia fino al 18 Marzo, quando si concluderanno le indagini della FIA su quanto accaduto ad Abu Dhabi. La notizia arriva nel giorno in cui Toto Wolff, team principal della Mercedes, spegne ben cinquanta candeline. Notizia alquanto importante per lui, che si ritrova a dover gestire una situazione assai complicata: se l’anno scorso mancavano gli accordi per il rinnovo, quest’anno Lewis Hamilton ha ben altri dilemmi a farlo desistere dal continuare il suo viaggio in Formula 1 o meno.
Quanto accaduto a Yas Marina è ormai ben noto anche ai profani della categoria suprema del Motorsport. Tanto si è detto dopo la vittoria del primo – per alcuni discutibile – titolo iridato di Max Verstappen ad Abu Dhabi, con il rivale britannico che si è da allora chiuso in un ridondante silenzio social. Lui, che di Instagram è il re tra i piloti in griglia, sembra essere sparito dai radar, prendendo del tempo per riflettere sul futuro. Anche su questo tante parole sono state spese, con un Hamilton in crisi, forse vicino al ritiro, che ha perso la fiducia in una Federazione che spesso è stata proprio dalla parte sua e di Mercedes.
Come già riportato su F1GrandPrix.it, sembra che il sette volte campione del mondo non stia aspettando altro che la rimozione di Michael Masi e Nicholas Tombazis: se ciò non dovesse accadere, c’è chi teme che il britannico possa prendersi un anno sabbatico, se non decidere di ritirarsi definitivamente dalla Formula 1.
Tante sono le speculazioni su questo, Mercedes compresa: la squadra di Brackely aveva annunciato il ricorso subito dopo la bandiera a scacchi – dopo il fallimento delle negoziazioni via radio tra Wolff e Masi durante gli ultimi giri del Gran Premio di Abu Dhabi. Sembra proprio che il team principal austriaco spinga per la rimozione del direttore gara dal suo ruolo.
F1 | La FIA vuole chiudere la questione Abu Dhabi in tre settimane
I giornalisti – inglesi per lo più – non fanno altro che gettare carne al fuoco speculando sull’imminente e probabile ritiro di Hamilton, che a più di qualcuno potrebbe a questo punto apparire quasi come un ricatto alla Federazione. O togliete Masi o mi ritiro. Non è intenzione di chi scrive soffermarsi sulla indispensabilità di Lewis Hamilton per la categoria – questo è un altro discorso.
In linea teorica, la eventuale “protesta” del pilota Mercedes avrebbe anche ragion d’essere: le regole sono state cambiate tante e troppe volte durante non solo la gara di Abu Dhabi, ma nel corso di tutto il campionato, sin dal Gran Premio inaugurale in Bahrain. Tutti i piloti di Formula 1, teoricamente, dovrebbero esporsi per una categoria che non sia frutto di un tale ed impari arbitrio di giudici che cambiano ad ogni round. E’ solo Lewis, però, ad uscirne sconfitto in questa stagione che è stata essenzialmente teatro di una sfida a due, ed è comprensibile perché gli altri se ne vogliano tenere fuori.
Chiedere, però, la testa di Masi come ricompensa di una bruciante sconfitta, non è la soluzione: come già detto, la Formula 1 si è sempre resa protagonista di decisioni arbitrarie e molte volte contrarie fra loro in una singola stagione. E’ una impresa ardua, se non impossibile, poter immaginare ogni tipo di contatto, episodio o sorpasso possibile in una gara di F1, a causa anche di tracciati sempre diversi, ed è allo stesso tempo impossibile poter regolare ogni evento. Quello che manca, evidentemente, sono delle chiare linee guida che possano condurre i giudici di gara a mantenere una visione coerente in ogni Gran Premio, o le vere gare si correrebbero in sede di appello, con ricorsi su ricorsi. Anche le stesse indagini che la FIA sta conducendo potrebbero portare ad un precedente incredibile per il futuro della categoria.
E allora, non siamo qui per discutere se Lewis debba ritirarsi o meno; quel che è certo, è che la Formula 1 dovrebbe si, smettere di concentrarsi sullo spettacolo per ridare coerenza e sportività ad una categoria che, ricordiamolo, sulla carta è ancora la suprema del Motorsport.
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