Formula 1 | I team contro gli orari assurdi di Las Vegas
Bisogna dare più credito a chi lavora incessantemente e dare meno importanza a cose futili
Il Gran Premio di Las Vegas, alla fine della fiera, ci ha consegnato una bella gara, complice un layout inedito e che ha favorito delle belle battaglie. Il fine settimana in Nevada era iniziato però malissimo per via della questione del tombino, che nella prima sessione di prove libere ha distrutto la Ferrari di Sainz e costretto gli organizzatori a posticipare le libere 2 alle 2:30 del mattino per finire alle 4:00 (è stata data mezz’ora in più). Nelle giornate successive, nonostante gli orari un po’ più elastici (mica tanto, le qualifiche sono iniziate a mezzanotte, ndr) secondo alcuni, è chiaro come il carrozzone della Formula 1, “vittima” anche di un jet lag importante per i più, sia arrivato alla fine del weekend stremato.
Tutto questo per favorire il pubblico europeo, a quanto dicono, ma diciamocelo chiaramente, il vero appassionato, quantomeno quello old school, si alza anche alle 3 del mattino per seguire una sessione o un Gran Premio. Il problema forse ricade sui “nuovi fan”, più attratti da Netflix e americanate varie che dall’aspetto tecnico, insomma quelli che Liberty Media sta cercando di fidelizzare fregandosene altamente delle sessioni di prove libere pur di mettere in scena uno spettacolo fittizio. Sulla questione principale è intervenuto il team principal della Red Bull, Christian Horner, il quale chiede un cambiamento per le prossime edizioni.
“Ci sono tante lezioni da imparare – ha ammesso l’inglese. Una di queste riguarda il programma, perché è stato brutale per tutta la squadra e per tutti gli uomini e le donne che lavorano dietro le quinte. Siamo andati via da Las Vegas tutti molto stanchi, è stato un weekend assurdo sotto questo punto di vista, specialmente per chi non appare davanti alle telecamere ma lavora incessantemente. Credo quindi che bisogna migliorare questo aspetto per le prossime volte”.
Per farvi capire: quando la gara finisce e si sta guardando la cerimonia del podio, il paddock di Formula 1 è già in pieno movimento, perché i meccanici dei team hanno già indossato le magliette catarifrangenti, accesso i vari camion e muletti e iniziato a smontare tutto. Un lavoro che richiede ore e ore, dopo un weekend intenso. Immaginate farlo in piena notte, in America e trasferirsi velocemente ad Abu Dhabi, distante 13.176 km, per uno dei back to back più assurdi che potessero inventarsi. Bisognerebbe dare più credito a chi lavora incessantemente per correre in Formula 1, e dare meno importanza a cose futili, ma sembra essere tutto il contrario da qualche anno a questa parte.
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