F1 | GP di Spagna: l’analisi delle qualifiche

Leclerc conquista la pole con una pennellata nell'ultimo tentativo, secondo Verstappen, Mercedes migliora

F1 | GP di Spagna: l’analisi delle qualifiche

Per la quarta volta nel corso di questa stagione, Charles Leclerc prenderà il via della gara dalla casella più ambita, quella della pole position. Le qualifiche del Gran Premio di Spagna hanno infatti visto il monegasco svettare ancora una volta, con una pennellata dipinta nell’ultimo tentativo, quello decisivo. Un primo posto che riscatta quell’errore nel primo run e che le pone in una posizione di vantaggio in vista della corsa, teatro di quella che sarà nuovamente una sfida tra Ferrari e Red Bull.

“Abbiamo migliorato di molto rispetto a ieri e il team in questo ha fatto un lavoro fantastico. Avevamo faticato moltissimo nelle prime due sessioni di libere, specialmente con le gomme, ma analizzando tutti i dati la notte scorsa abbiamo deciso di fare dei cambiamenti significativi sulla vettura. Questa mattina abbiamo effettuato un long run e si sono visti dei passi avanti concreti, e ora speriamo che sia abbastanza per stare davanti ai nostri rivali che nelle ultime due gare sono stati più forti di noi. Per quanto riguarda le qualifiche, è stata una sessione non facile: credo che il mio primo giro in Q3 fosse molto buono fino a che non ho spinto un po’ troppo in curva 14 perdendo il posteriore. A quel punto ho avuto solo una possibilità di portare a casa il giro da pole e sono stato molto soddisfatto di quello che mi è riuscito, così come della nostra performance in generale”, ha spiegato Leclerc, sottolineando come il lavoro tra venerdì e sabato sia stato fondamentale per riuscire ad estrarre il massimo dalla monoposto. Un cambio di set-up che ha spinto il monegasco ad effettuare anche un breve run con alto carico di benzina verso la fine della terza sessione di libere, in modo da verificare come quelle modifiche potessero influenzare il comportamento della sua F1-75 sulla lunga distanza.

Al suo fianco sullo schieramento ci sarà il grande rivale del pilota della Rossa, quel Max Verstappen costretto a rinunciare al suo ultimo tentativo per un problema al DRS. Anche senza l’inconveniente tecnico all’ala posteriore, tuttavia, probabilmente l’olandese non sarebbe stato in grado di battere il tempo ottenuto da Leclerc, dati gli oltre tre decimi di distacco. Ciononostante, si è riproposta anche in questa occasione quel trend visto già in altre occasioni di inizio stagione, dove per varie motivazioni il campione del mondo in carica non è mai riuscito a completare una qualifica pulita, senza problemi di sorta: “Domani partiremo secondi, il che ci rende felici, ma è stato un po’ un peccato per l’ultimo giro. Il DRS non si è aperto, quindi ho abortito il giro perché stavo perdendo molto tempo, tre o quattro decimi. Questo ci ha impedito di lottare per la pole, tuttavia domani ci proveremo. La Ferrari sembra piuttosto forte, quindi sarà difficile batterla, hanno fatto un long run stamattina e sembravano forti. La gestione delle gomme sarà molto importante domani con il caldo e serve anche un ritmo di gara complessivo. Speriamo di avere più ritmo domani e c’è un lungo giro alla prima curva, quindi possono succedere molte cose”, ha spiegato l’alfiere della squadra anglo-austriaca, che punterà su uno start aggressivo e sulla gestione delle coperture per provare a fare la differenza. Con temperature così elevate come quelle che si aspetta a Barcellona, proprio quest’ultimo elemento sarà fondamentale.

Una Red Bull che, nonostante gli interventi apportati dalla Ferrari per ridurre il distacco, sui rettilinei si è dimostrata ancora il vero punto di riferimento, guadagnando circa un decimo sull’allungo principale. Gap che Leclerc era stato in grado di compensare con un’ottima interpretazione della prima chicane e del lungo curvone che conclude il primo settore, con un ottimo cambio di direzione e una traiettoria più stretta dell’avversario. F1-75 che in questi frangenti ha indubbiamente fatto valere le proprie doti sotto l’aspetto del carico aerodinamico, come avrebbe poi fatto nel secondo intertempo. Se in curva quattro questa differenza si è potuta osservare da metà curva in poi, quando Leclerc è stato in grado di mantenere l’acceleratore leggermente aperto senza perdere il posteriore, in curva cinque la gestione dell’inserimento e del sottosterzo in percorrenza è stato un altro elemento a favore della Rossa. Superiorità che si è potuta osservare anche nella chicane sette-otto, mentre è interessante sottolineare un differente approccio in curva nove: Leclerc anticipa il punto di lift andando per un breve momento anche sul freno, in modo da non favorire tanto l’entrata, quando l’uscita. Nonostante una velocità di percorrenza di curva nove di conseguenza più bassa, ciò ha aiutato difendersi sull’allungo successivo dalle massime della RB18. Un aspetto comunque quasi secondario, perché quel gap velocistico generalmente si vede solamente superati i 290-300 km/h, senza contare che la zona DRS prima di curva dieci è alquanto ridotta.

Al netto di questi dettagli, Leclerc era stato in grado di ribaltare completamente la situazione, portandosi al rilevamento della seconda fotocellula con circa due decimi e mezzo di vantaggio. Un bel bottino, soprattutto tenendo a mente che a concludere il giro sarebbe stato l’ultimo settore, sulla carta favorevole alle caratteristiche della monoposto di Maranello. È interessante notare come in quest’ultimo settore, al di là dei tempi, non ci sia stato un vero e proprio dominio da parte di uno dei due piloti, quanto piuttosto un continuo cambio di valori che li ha portati quasi al pareggio. Se il monegasco era stato in grado di dimostrarsi più incisivo in curva dieci, anticipando il ritorno sull’acceleratore, Verstappen si era fatto valere nella chicane conclusiva, dove forse il Ferrarista non aveva nemmeno cercato il massimo della performance memore l’errore nel primo run. Altro elemento da tenere in considerazione era lo stress sulle posteriori causato dai tratti precedenti, che potrebbero aver tolto qualcosa in termini di fiducia per la parte conclusiva del giro.

Secondo fila che sarà aperta dall’altra F1-75, quella di Carlos Sainz, alle prese con un weekend dove fino a questo momento non si è mai sentito totalmente a suo agio con la vettura. Per un pilota che sin dalla prima gara ha denotando problemi di bilanciamento, quella mancanza di fiducia sul giro secco, specie contro avversari temibili come lo sono i suoi rivali, si paga in termini di tempo sul giro. A risentirne sono stati, più in particolare i primi due settori, specie nell’inserimento e percorrenza di curve rapide come la uno, la quattro e il cambio di direzione sette-otto. Paradossalmente, tuttavia, lo spagnolo è stato tra i più rapidi in assoluto in curva nove, anche se ciò non è bastato a compensare quanto perso negli altri punti del tracciato. “Nel complesso la terza posizione è un buon risultato per domani e guardiamo con fiducia alla gara, visto che anche gli aggiornamenti sembrano funzionare bene. Faccio ancora fatica con il posteriore che sento piuttosto leggero e di conseguenza non mi permette di guidare come vorrei. Siamo comunque riusciti a portare a casa il terzo tempo che è un buon punto di partenza per andare all’attacco domani. Daremo tutto per lottare per la vittoria. Un grande grazie va ai meccanici per il super lavoro che hanno fatto stanotte nel cambiare il telaio e anche a tutti i tifosi che dalle tribune mi hanno fatto sentire fortissimo il loro supporto. Non vedo l’ora che sia il momento della partenza domani”, ha spiegato Carlos.

Quarto un ottimo George Russell, che porta al debutto una Mercedes con importanti novità aerodinamiche, specie nella zona del fondo. Una W13 in continuo sviluppo che, anche se non è ancora al livello dei migliori top team, pian piano si sta avvicinando alla vetta lavorando per mantenere sotto controllo il porpoising. Il britannico ha pagato soprattutto le difficoltà nel far lavorare gli pneumatici nella corretta finestra di funzionamento, con il terzo posto lontano tuttavia oltre due decimi. Per quanto sia vero che la W13 tende a prediligere temperature più elevate che aiutino a portare le coperture nel corretto range ad inizio giro, quando quest’ultime vanno oltre una certa soglia si innesca l’effetto opposto, producendo scivolamento. A dispetto di queste difficoltà, si tratta comunque di un segnale positivo per la Mercedes, che gara dopo gara continua a comprendere come estrarre qualcosa in più dalla sua vettura: “Oggi è stato un buon passo nella giusta direzione. È la nostra migliore posizione in qualifica come squadra in questa stagione, davanti a una Red Bull, ed è una sessione positiva per noi, perché finalmente abbiamo una buona base di partenza. Il divario rispetto alla Ferrari in pole è ancora grande, ma c’era più potenziale anche per noi – le gomme non erano in una finestra perfetta e questo ha reso le cose difficili, soprattutto in Q3. Domani ci aspetta una gara lunga e credo che saremo in una posizione migliore, mentre alcune delle vetture intorno a noi sono un po’ un’incognita. Per quanto riguarda lo sviluppo, abbiamo finalmente una buona base di partenza e dobbiamo continuare su questa strada per ottenere maggiori prestazioni”, ha spiegato Russell.

Quinta posizione per l’altra Red Bull, quella di Sergio Perez, che sul giro secco non è stato in grado di trovare quel qualcosa in più per lottare con i suoi rivali, specie nel primo settore, accusando anche il tempo perso nella prima sessione di libere del venerdì. A concludere la terza fila ci sarà Lewis Hamilton, il quale non ha mancato di sottolineare una gestione errata dell’outlap, penalizzandolo nel momento decisivo dell’attacco al tempo.

Alla vigilia del weekend, Alfa Romeo si era presentata con diverse novità aerodinamiche, che hanno aiutato a fare un ulteriore step in avanti. Aggiornamenti che hanno permesso a Valtteri Bottas di conquistare un prezioso settimo posto, grazie anche alle ottime qualità della monoposto elvetica nell’ultimo settore, secondo solo a quello della Ferrari. Tanta trazione, ma anche velocità di percorrenze nelle curve più lente, specie verso la chicane conclusiva. Fondamentale era gestire il gap nelle curve veloci che, generalmente, non rappresenta il punto di forza della C42: “Sono contento del risultato di oggi, abbiamo fatto una buona qualifica e siamo in una posizione molto buona per domani. In teoria, non ci aspettavamo che questa pista fosse adatta a noi, ma credo che gli aggiornamenti ci abbiano fatto fare un buon passo avanti in termini di prestazioni. Abbiamo disputato una solida FP3, che ci ha permesso di recuperare parte del terreno perso ieri, e siamo stati abbastanza costanti in ogni run nel corso della giornata. Sono contento di aver fatto una buona qualifica, perché non credo che sarà facile sorpassare su questa pista: Credo che la P7 fosse il miglior risultato che potessimo ottenere oggi, quindi sono contento di averlo ottenuto”.

Al contrario, la Haas si è presentata a Barcellona con una monoposto sostanzialmente inalterata, se non per qualche modifica di rinforzo del fondo che ha permesso di abbassare l’altezza da terra, ma l’ottavo crono realizzato da Kevin Magnussen indica il potenziale della VF-22 nella corretta finestra di funzionamento. Ottanta millesimi da un’Alfa Romeo da cui ha pagato specie nell’intertempo conclusivo, mentre con il suo assetto leggermente più scarico ha ben figurato sugli allunghi, a dispetto di un DRS che ha funzionato a tratti per tutte le intere qualifiche. Spesso il danese era costretto a premere due o tre volte il pulsante di attivazione prima che l’ala mobile entrasse effettivamente in funzione, limitandolo in particolar modo in Q2 più che nella manche finale. Prestazioni confermate anche dal compagno di squadra, Mick Schumacher, decimo. Tra le due Haas si è inserito Daniel Ricciardo, mentre il suo compagno di squadra, Lando Norris, è stato eliminato in Q2 in seguito alla cancellazione del tempo per aver oltrepassato il limite della pista.

Deludono le due Aston Martin eliminate nel Q1, che per tutta l’intera sessione hanno faticato nella gestione del retrotreno in tutte le fasi della curva, dall’entrata fino all’uscita. Ciò chiaramente toglie fiducia al pilota, limitando le possibilità di portare velocità, uno dei punti di forza di Sebastian Vettel. Il fatto che non siano nemmeno riusciti a migliorare il tempo della FP2 è forse la cartina tornasole che meglio spiega le loro difficoltà: la base sembra comunque positiva, c’è da capire come farla funzionare, il che non deve sorprendere date le poche sessioni completate con questo nuovo progetto. “Nelle prove libere sembravamo più forti e sinceramente pensavo che avremmo fatto meglio in qualifica. Oggi pomeriggio, però, ho faticato con il bilanciamento: avevo molto più sovrasterzo e non riuscivo a portare la velocità in curva senza perdere il posteriore. Comunque, il team ha fatto un lavoro incredibile per portare due auto completamente nuove a questa gara: è stato uno sforzo enorme. La ricompensa di tutti questi sforzi non è ancora arrivata, ma sono sicuro che arriverà. Domani è un nuovo giorno e ci impegneremo a fondo. Partire indietro non aiuta, ma credo che saremo in grado di recuperare un po’ di terreno in gara”, ha raccontato il tedesco nelle interviste.

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