F1 | GP Azerbaijan: l’analisi delle qualifiche

Charles Leclerc è riuscito a conquistare la seconda pole position consecutiva dopo quella di Monte Carlo

F1 | GP Azerbaijan: l’analisi delle qualifiche

Che siano le strade di Monte Carlo o quelle di Baku, il comun denominatore è Charles Leclerc. Dopo aver conquistato la pole position nel Principato, infatti, il monegasco della Ferrari si è ripetuto anche in Azerbaijan, centrando così la seconda partenza dal palo consecutiva per la gioia dei tifosi della Rossa. Un’occasione da sfruttare, anche se non sarà semplice riuscire a convertire la prestazione odierna in una vittoria, dato che i piloti alle proprie spalle sembrano avere dalla loro le potenzialità per infastidire la SF21 in gara: “Sono davvero contento! Ho provato a lavorare con la filosofia dei piccoli passi spingendo solo nel Q3 e direi che le cose sono andate nel migliore dei modi! Avevo preso dei buoni punti di riferimento: sapevo esattamente dove potevo guadagnare e spingere di più ed è esattamente quello che ho fatto. Dopo il mio primo tentativo ero abbastanza soddisfatto anche se avevo lasciato qualcosa nelle curve 4-5-6. Nel mio secondo giro lanciato mi stavo migliorando in maniera sensibile, ma poi la sessione è stata interrotta dalla bandiera rossa. Comunque è arrivata la pole, e sono felicissimo!”, ha raccontato il giovane talento nelle interviste. Dalla seconda casella, infatti, scatterà Lewis Hamilton, bravo a sfruttare le situazioni che si sono poste a suo favore per centrare un risultato che, dopo la giornata di ieri, non sembrava per nulla scontato, date le difficoltà della W12 nel mandare in temperatura gli pneumatici. Ad aiutare in tal senso è stato anche un approfondito lavoro di messa appunto, che ha consentito di fare un importante passo in avanti: sarà interessante capire se e come ciò influenzerà il comportamento della monoposto tedesca sulla lunga distanza che, a dire il vero, durante le prove libere si era ben comportata portandosi al livello dei suoi rivali più accreditati, a dimostrazione che, una volta conclusa la fase di warm-up, la vettura avesse del potenziale da esprimere. Scelte di set-up che hanno visto i piloti intraprendere strade differenti, con il britannico che ha optato per una soluzione più carica, la quale dovrebbe garantirgli un vantaggio nella gestione delle coperture, al contrario del suo compagno di squadra, Valtteri Bottas, che ha confermato la soluzione più scarica che era stata provata durante l’ultima sessione di prove del sabato mattina.

Ad aprire la seconda fila sarà Max Verstappen, che ancora una volta si è visto sfuggire nel finale l’opportunità di migliorarsi a causa di una bandiera rossa dovuta agli incidenti di Yuki Tsunoda e Carlos Sainz, la quale ha messo anticipatamente la parola fine alla sessione. L’olandese si è mostrato comprensibilmente deluso per non aver avuto l’opportunità di poter disputare l’ultimo tentativo, ma fiducioso che domani avrà la chance di riscattarsi in gara potendo contare su un mezzo che sembra avere le carte in regola per puntare al successo di tappa: “Sono state qualifiche stupide. Ad ogni modo è andata come è andata, terzo posto, abbiamo una buona macchina. Tutto stava andando bene, ma tutto questo schifo succede ogni volta in Q3. Sono cose che capitano. La nostra macchina è forte, domani speriamo di gestire le gomme e fare dei buoni punti”, ha poi dichiarato Max. Ad affiancarlo ci sarà Pierre Gasly, capace di conquistare un ottimo quarto posto sfruttando nel migliore dei modi la strategia programmata dal team in Q3, grazie all’apporto del compagno di casacca che gli aveva fornito la scia nel giro cronometrato. Su una pista ricca di allunghi era lecito aspettarsi un’AlphaTauri nuovamente in forma, grazie alle caratteristiche della vettura che ben si sposano con quelle del tracciato di Baku e, al di là del tempo odierno, la prestazione globale nel weekend fino ad ora ha rispecchiato quelli che erano i pronostici, anche se sarà importantissimo riuscire a ripetersi in gara, dove l’aiuto offerto dall’ala mobile potrebbe mitigare il vantaggio sui rettilinei che la AT02 ha più volte mostrato nel corso di questa stagione: “Onestamente, è stata una giornata davvero incredibile. Dopo aver chiuso davanti a tutti le Libere 3 ero elettrizzato per le qualifiche. Avevamo chiaramente il ritmo ed eravamo forti, abbiamo spinto per tutto il fine settimana e sono stato a mio agio con la vettura qui a Baku. Sono davvero contento della nostra performance in qualifica, penso che alla fine avremmo potuto lottare per le posizioni di testa, ma il quarto posto è grandioso e il gap dalla prima fila era davvero ridotto. Tutto il team ha fatto un lavoro fantastico e possiamo essere davvero orgogliosi dei progressi che stiamo facendo”, ha poi commentato il francese al termine delle qualifiche, visibilmente soddisfatto per il quarto posto conquistato. La terza fila sarà formata da Carlos Sainz e Sergio Perez, con il primo che non ha nascosto i suoi rimpianti nelle interviste. Prima dell’esposizione della bandiera rossa, infatti, lo spagnolo era riuscito ad abbassare i tempi in tutti i microsettori completati, potendo anche trarre beneficio dalla scia offerta da Yuki Tsunoda, il quale sarebbe poi andato a muro all’altezza di curva tre dopo una frenata al limite: a farne le spese era stato anche il pilota della Ferrari stesso che, distratto dal bloccaggio del giapponese, avrebbe poi perso il controllo della vettura finendo a sua volta in testacoda: “Oggi è stata un’altra qualifica frustrante. Sono molto deluso di non aver potuto concretizzare tutto il potenziale dalla macchina, per colpa ancora una volta di circostanze davvero sfavorevoli. Stavo migliorando il mio tempo nell’ultimo tentativo in Q3 quando l’AlphaTauri davanti a me è andata a sbattere. Ho visto il fumo del bloccaggio delle ruote ma ho sperato che riuscisse a continuare. Quando ho visto che non era così, era ormai troppo tardi, e sono finito anch’io contro le barriere. A quella velocità i danni sarebbero potuti essere peggiori, invece la macchina sembra a posto. Guardando il lato positivo, direi che oggi avevamo un buon ritmo, di certo migliore di quello che ci aspettavamo”, ha poi spiegato il pilota di Madrid, che nelle libere aveva comunque dimostrato di potersela giocare per le posizioni di testa. Sulla sesta casella si schiererà Sergio Perez, promosso di una posizione in seguito alla penalizzazione di Lando Norris per non aver rispettato le procedure durante la bandiera rossa: una piccola nota di colore per il messicano in un giorno in cui chiaramente si aspettava di più considerato l’andamento del weekend, doveva dimostrato di potersi giocare un posto nelle prime file. Un bloccaggio in curva quattro nel primo tentativo e il dover tirare la scia al proprio compagno di squadra, tuttavia, ne aveva compromesso le prestazioni, facendolo scivolare sino alla terza fila. Il passo mostrato dalla RB16B durante le libere sembra comunque metterlo nella posizione di poter lottare per la zona podio nella giornata di domani, naturalmente a patto di riuscire a completare una buona partenza e recuperare immediatamente qualche posizione.

Settima casella sullo schieramento per Yuki Tsunoda, suo malgrado protagonista nel bene e nel male. Nel bene perché, dopo un inizio in salita, il giovane giapponese è finalmente riuscito a conquistare per la prima volta in stagione l’accesso all’ultima manche di qualifica, sfruttando al meglio le potenzialità della vettura. Nel male perché nel tentativo di migliorarsi nell’ultimo run, il talento dell’AlphaTauri era stato protagonista di un bloccaggio in curva tre, a causa del quale non aveva potuto far nulla per evitare il contatto con le barriere, provocando l’esposizione della bandiera rossa e la fine anticipata della sessione, la quale aveva privato diversi piloti dell’opportunità di migliorarsi. Tra questi vi sono indubbiamente Fernando Alonso e Fernando Alonso, con il primo che si è dimostrato molto critico nei confronti del comportamento dei colleghi, sottolineando come le numerose interruzioni durante l’interno arco delle qualifiche lo avessero penalizzando spezzando il ritmo e privandolo della chance di completare dei giri a gomma fresca. Discorso simile anche per Valtteri Bottas che, nel primo tentativo della Q3, puntando su una strategia che prevedeva un doppio giro di preparazione per riuscire a portare in temperatura gli pneumatici, si era ritrovato senza una scia, elemento che lo aveva chiaramente penalizzato in termini cronometrici, soprattutto considerando che in quella fase era anche stato al servizio del compagno di squadra, trainandolo sui lunghi rettilinei. Nell’approcciarsi al secondo run, il finlandese era stato in grado di posizionarsi alle spalle di Leclerc, pronto a sfruttarne l’effetto aerodinamico favorevole di cui non aveva potuto beneficiare pochi minuti i prima: al rilevamento del primo settore, il miglioramento era evidente, tanto da riuscire quasi a pareggiare l’intertempo record del Ferrarista che si trovava proprio davanti a lui. A interrompere i sogni di gloria del pilota della Mercedes era però stata la bandiera rossa, che aveva lo aveva così relegato alla decima posizione in griglia di partenza. Difficile dire dove Valtteri sarebbe riuscito a posizionarsi con un giro pulito, ma chiaramente lo avremmo visto risalire la classifica di almeno qualche posizione. Al di là del risultato, il portacolori della squadra tedesca non ha comunque nascosto le difficoltà, parlando di un feeling sul giro secco distante da quello ideale: “Il mio ritmo non è stato eccezionale per tutto il fine settimana e sento che alla fine c’è qualcosa che non va, perché sono al limite ma i tempi non lo sono – se spingo più forte, sono nel muro. Generalmente ci alterniamo  nel team e questo weekend spettava a Lewis la scelta di decidere chi esce per primo dal box, quindi ovviamente nella prima manche della Q3 ha avuto la mia scia e nel secondo tentativo ho provato a farmi trainare da Charles ma c’è stata la bandiera rossa che mi ha giro volante. Domani sarà una sfida, ma so che può succedere di tutto in questa gara: qualche anno fa ero stato doppiato e poi e sono tornato davanti nelle prime posizioni. Quindi non si sa mai e di sicuro continueremo a provarci e io cercherò di capire tutto quello che posso stasera e combattere domani”, ha poi spiegato Bottas. Tra i due si è inserito Lando Norris, il quale originariamente si era classificato in sesta posizione, ma si è poi visto assegnare tre posizioni di penalità a causa di un’infrazione commessa durante la prima manche, quando nei momenti successivi alla bandiera rossa non era rientrato immediatamente ai box come prevedere il regolamento, bensì era rimasto in pista dopo un’incomprensione con il proprio muretto. Per quanto generalmente in casi simili la penalizzazione sarebbe di ben cinque posizioni in griglia, i commissari hanno ritenuto sufficiente che, dato il poco tempo a disposizione per confrontarsi con il team e prendere una decisione, un passo indietro di tre caselle fosse sufficiente, garantendogli così la possibilità di prendere il via dalla top ten.

Chi ha mancato l’accesso alla Q3 per pochissimi millesimi è stato Sebastian Vettel, eliminato per meno di tre centesimi di secondo nel confronto diretto con Fernando Alonso. Indubbiamente a fare la differenza è stata soprattutto l’esposizione della bandiera rossa al termine della seconda manche che aveva privato il tedesco dell’opportunità di effettuare un ulteriore tentativo in cui avrebbe, senza dubbio, potuto abbassare il tempo non solo disponendo di una scia, di cui non aveva potuto trarre beneficio nel primo run, ma anche evitando un bloccaggio in curva quindici che molto probabilmente ha contribuito in parte a spiattellare la gomma. Da questo punto di vista, non avendo l’opportunità di completare il secondo run, avere l’opportunità di partire fuori dalla top ten lascia un duplice vantaggio: non solo evitare di usare quel set spiattellato nelle prime fasi di gara, per cui molto probabilmente si sarebbe richiesta la sostituzione dello pneumatico anteriore destro scambiandolo con un altro treno, ma soprattutto la chance di decidere con quali gomme prendere il via della corsa. Proprio intorno a questo punto di giocherà gran parte della gara, perché dal punto di vista strategico Pirelli suggerisce l’utilizzo della mescola più dura, che ben in pochi avevano testato durante le prove libere. Tra questi vi è stato proprio il tedesco dell’Aston Martin, il quale ha avuto modo di sfruttarla durante le simulazioni gara per comprenderne il comportamento e ricavarne dati utili in vista della corsa. Per quanto sia previsto un abbassamento delle temperature per la giornata di domenica, nel caso il compound hard si rivelasse efficace come al venerdì, il quattro volte campione del mondo potrebbe trarne vantaggio e rientrare in zona punti: “Oggi abbiamo avuto un buon ritmo. Ero stato paziente e avevo aspettavo di segnare il tempo al momento giusto. Sfortunatamente, ho preso qualche rischio nel mio miglior giro in Q2 e sono arrivato al bloccaggio alla curva 15. Sono stato fortunato a continuare, nonostante un grosso flatspot, che probabilmente mi è costato circa quattro decimi. Questo è ciò che mi è costato un posto in Q3. È una curva difficile, in discesa e piena di bump, dove soffia il vento. Sono deluso perché abbiamo avuto facilmente il ritmo per passare alla Q3. Ma credo che in gara possiamo migliorare con un buon ritmo”, ha poi dichiarato Vettel al termine delle qualifiche, confidando nelle potenzialità mostrate al venerdì. La dodicesima posizione non è un brutto punto di partenza, ma chiaramente Esteban Ocon non ha nascosto il suo disappunto per il non essere riuscito ad entrare in Q3 come il suo compagno di squadra: nel primo tentativo, infatti, all’altezza di curva tre il francese era stato suo malgrado protagonista di un leggero sovrasterzo in uscita, il che lo aveva portato a toccare il muro esterno con la gomma posteriore destra, perdendo qualcosa in termini cronometrici. Così come per i suoi rivali, poi, Esteban non ha avuto l’opportunità di migliorarsi per la bandiera rossa causata da Daniel Ricciardo, il quale partirà alle sue spalle.

Nel tentativo di abbassare i propri, sfruttando anche la scia di George Russell, l’australiano era giunto all’errore nella staccata di curva tre, bloccando lo pneumatico anteriore sinistro senza la chance di poter recuperare la vettura prima dell’impatto contro le barriere. Al di là del danno causato ai propri avversari, si tratta indubbiamente di un’opportunità sprecata per il talento della McLaren, che sta ancora cercando di riuscire a trovare quel qualcosa in più che lo aiuti a trovare quella costanza e quelle prestazioni che fino ad ora in questa sua nuova avventura si sono viste solo di rado: “Ovviamente non è il modo in cui volevo concludere la sessione. Questa pista può certamente far male, e lo ha fatto. Andare a sbattere non è mai una bella sensazione e mi dispiace per il team che ora dovrà lavorare per riparare la vettura, ma è quello che succede quando si cerca di trovare il limite su un circuito cittadino, e da oggi possiamo ancora prendere qualche aspetto positivo. Abbiamo fatto un buon passo in avanti per ottenere di più dalla macchina e capirla, ma si sta ancora rivelando difficile mettere tutto insieme. Continueremo a lavorare e domani sarà una lunga gara”, ha poi spiegato il numero 3. A concludere la settima fila ci sarà Kimi Raikkonen, il quale suo malgrado è stato protagonista di un fatto piuttosto curioso: nel primo tentativo della Q1, infatti, il finlandese era stato protagonista di un grosso bloccaggio in curva 15, che aveva portato allo spiattellamento della gomma. Essendo vitale riuscire a passare il turno, chiaramente il team aveva deciso di montare un secondo set di soft nuove, ma l’errore di Lance Stroll, che aveva causato la seconda bandiera rossa della sessione dopo quella provocata da Antonio Giovinazzi, non aveva dato l’opportunità a Kimi di completare il suo giro veloce, lasciandolo così senza tempo. Con ancora pochi minuti a disposizione sul cronometro, l’unica opportunità era quella di conquistare l’accesso alla Q2 montando un ulteriore set di pneumatici morbidi, grazie a cui era riuscito a superare la tagliola. Quelle continue interruzioni, tuttavia, lo avevano lasciato senza treni nuovi per la seconda manche, dovendo così accontentarsi di girare solamente con coperture usate: considerando che Ricciardo aveva concluso solamente pochi millesimi più avanti, viene da sé come il non aver avuto l’opportunità di effettuare quantomeno un giro con pneumatici freschi abbia penalizzato il finlandese, che avrebbe avuto la chance di guadagnare quantomeno un’altra posizione in griglia di partenza. Alle sue spalle di sarà George Russell, capace ancora una volta di portare la sua Williams in Q2, la giusta ricompensa per i suoi meccanici che avevano dovuto lavorare con celerità per sostituire la Power Unit a seguito di una perdita durante la terza sessione di prove libere. A concludere la griglia di partenza saranno Nicholas Latifi, Mick Schumacher, Nikita Mazepin, Lance Stroll e Antonio Giovinazzi, con gli ultimi due protagonisti di due incidenti in curva 15 durante la prima manche.

Il confronto Leclerc-Hamilton

Dopo essere riuscito a centrare la pole position a Monaco, Leclerc si è ripetuto in Azerbaijan, ottenendo una bella quanto sorprendete partenza dalla prima casella in griglia. Un performance di alto livello, come ci si aspetterebbe da un pilota che nel corso degli anni ha fatto del giro secco un vero e proprio punto di forza, che gli ha permesso di sorprendere gli avversari e porsi in una posizione utile per centrare un buon risultato in vista della gara, nonostante i rivali gli abbiano dato fino da torcere. Quindi, come Leclerc è riuscito a centrare la pole? E vi era margine per migliorarsi?

Per comprendere dove il monegasco sia riuscito a fare la differenza, è utile andare a confrontare il suo giro con quello del secondo classificato, Lewis Hamilton, staccato sul traguardo di circa due decimi e mezzo. Prima di tutto, è importante sottolineare come Ferrari e Mercedes avessero optato per un approccio diverso: la squadra di Maranello aveva scelto di fare un singolo giro prima di lanciarsi per il proprio push lap, convinta che la fase di riscaldamento non rappresentasse un problema, al contrario del team anglo-tedesco, che aveva deciso di percorrere due warm-up lap, consapevole delle difficoltà incontrate durante le prove libere. Ciò aveva fatto sì che Leclerc si ritrovasse per primo al momento dell’inizio del suo giro e che, quindi, non potesse disporre di una scia per gran parte del giro, se non nell’ultimo settore, dove era riuscito a sfruttare il beneficio aerodinamico proprio da Hamilton, il quale si stava per lanciare. D’altro canto, il britannico della Mercedes poteva contare proprio sul supporto del compagno di squadra, il quale lo avrebbe trainato nel corso del suo giro veloce, anche se, a dire il vero, la preparazione forse non era stata delle migliori, come spiegato dallo stesso sette volte campione del mondo: “Sicuramente penso che ci fosse ancora del tempo da guadagnare rispetto al primo tentativo, penso che nel primo run fossi troppo vicino a Valtteri. Ho faticato nel settore centrale perché ero troppo vicino alla macchina davanti. Ma comunque, prendo volentieri questa seconda posizione”, ha spiegato Lewis dopo le qualifiche. Un elemento da tenere a mente, perché è pur sì vero che Hamilton aveva potuto beneficiare della scia del compagno di casacca durante tutto il giro, ma essendo così vicino, parte di ciò che avrebbe guadagnato sugli allunghi, lo avrebbe poi perso nella parte più guidata, come evidenziato dal confronto.

Chiaramente, sfruttando la scia, alla frenata di curva uno il pilota della Mercedes era riuscito a giungere con un piccolo vantaggio, ma comunque estremamente ridotto, dato che la distanza che intercorre tra la linea di inizio giro e la staccata è estremamente ridotta, rendendo essenzialmente impossibile riuscire a fare davvero la differenza in quel tratto nonostante qualche km/h in più di velocità massima. Alla staccata di curva uno, Leclerc aveva cercato di attaccare l’ingresso, portando maggior velocità in staccata e in curva, il che lo aveva però costretto a prendere una linea leggermente più larga all’apice, penalizzando così l’uscita, anche se ciò avrebbe perso sarebbe stato mitigato da ciò che aveva guadagnato precedentemente. Al contrario, Hamilton aveva optato per una linea molto più pulita, rimanendo cucito al cordolo interno, fattore che gli avrebbe concesso l’opportunità di dover chiudere meno il volante in uscita e guadagnare in fase di trazione.

Approcciandosi verso la seconda curva, i due erano sostanzialmente nella medesima situazione, quasi alla pari. L’uscita da quella zona, tuttavia, sarebbe stata fondamentale, dato il successivo tratto rettilineo, su cui si può perdere o guadagnare in maniera rilevante rispetto ai propri avversari. Rispetto al tratto precedente, la situazione si era invertita: Hamilton si era reso incisivo in ingresso, lasciando leggermente in ritardo l’acceleratore, ma a fare la differenza era stata la fase di percorrenza e l’uscita, dove Lewis aveva accusato un grosso sovrasterzo, perdendo così grip e penalizzando l’allungo successivo. Al contrario, Leclerc era riuscito ad andare rapidamente sull’acceleratore senza vedere il posteriore scivolare, elemento che gli avrebbe dato l’opportunità di sfruttare al massimo la fase di trazione e mitigare ciò che avrebbe perso nel confronto senza scia.

Sfruttando l’effetto aerodinamico fornito dal compagno di squadra, l’inglese della Mercedes era stato in grado di recuperare quanto accusato in uscita e riportarsi alla staccata di curva tre in una situazione di leggero vantaggio. Così come si era visto in curva uno, però, Leclerc era riuscito ad aggredire l’entrata in maniera decisa, mentre Hamilton non era riuscito a fare altrettanto, tra l’altro accusando una grossa perdita di grip al posteriore che ne aveva minato la fase di trazione. Ciò aveva riportato Leclerc in testa, con un vantaggio che sarebbe però durato solo pochi metri: nella frenata di curva quattro, infatti, il monegasco aveva leggermente perso il posteriore, mancando così l’apice e allargando la traiettoria, dando l’opportunità ad Hamilton di riportarsi nuovamente davanti prima dell’inizio del secondo settore, quello con le maggiori insidie e dove, potenzialmente, l’inglese avrebbe sofferto la vicinanza al compagno di squadra.

Leclerc era riuscito ad interpretare alla perfezione la chicane cinque-sei, se non fosse stato per una sbavatura in uscita, dove un controsterzo di potenza lo aveva costretto a tornare sul freno, penalizzando così il breve allungo successivo. A decidere il risultato, tuttavia, sarebbe stata molto probabilmente la zona del castello e, in un certo senso, così è stato, perché complice anche il disturbo aerodinamico proveniente dalla vettura di Bottas, sia in curva sette che nel tratto in salita all’interno della vecchia città, Hamilton aveva accusato un distacco importante, che lo aveva rispedito ad oltre due decimi dal battistrada. Ma in quali punti Leclerc è riuscito ad accumulare questo vantaggio? Per comprendere qualcosa di più in merito, è utile osservare come in uscita di curva otto vi fosse anche un’importante differenza di linee tra i due, con Leclerc che si era mantenuto più vicino al muro esterno per avere un miglior ingresso in curva 11 e maggior spazio per il cambio di direzione alla 12. Un approccio che aveva dato i propri frutti, al contrario di quello dell’inglese, più interno e probabilmente in parte anche penalizzato dall’aria sporca proveniente dal compagno di squadra. Ciò non toglie come l’interpretazione del monegasco fosse stata perfetta e ciò lo si può apprezzare soprattutto nel cambio di direzione e nell’inserimento alla dodici, dove non solo Leclerc era stato in grado di anticipare il movimento sul volante, ma anche di garantirsi una traiettoria più efficace da cui trarre i benefici sul successivo tratto in allungo da fare in pieno che avrebbe portato a curva quindici.

Con circa due decimi di ritardo, riuscire a riportarsi in testa non sarebbe stato per nulla semplice per l’inglese. In curva 15, ancora una volta, Leclerc si era dimostrato estremamente competitivo in ingresso, mentre Lewis aveva contraccambiato recuperando in uscita e nel tratto che avrebbe poi portato all’ultima vera staccata del tracciato, la sedici. A fare la differenza in quel tratto era stata soprattutto la fase di percorrenza, con la vettura del pilota della Mercedes che si era scomposta dopo essere passata sul cordolo, costringendolo così ad allargare la traiettoria e a penalizzare l’uscita, finendo prima sul cordolo e dovendo rivedere la fase di accelerazione. Un elemento importante nella disamina, perché, a quel punto, i giochi erano fatti. È importante tenere a mente, infatti, che proprio nell’ultimo settore del suo giro, anche Leclerc aveva potuto contare su una scia, ovvero proprio quella dell’inglese, che si stava per lanciare al termine del suo secondo giro di preparazione: oltretutto, per quanto estremamente ridotto, anche il beneficio di avere Bottas davanti poteva aver dato il suo contributo, data la vicinanza tra i due portacolori della Mercedes. Complice l’uscita non perfetta da curva 16, la scia fornita a Leclerc e un’ala posteriore più carica rispetto a quella del rivale della Ferrari, è semplice comprendere il perché, nonostante l’importante aiuto offerto dal compagno di squadra sull’allungo finale, Hamilton non fosse poi riuscito a riportarsi in testa nonostante un vantaggio di motore che rimane tutt’ora.

Sotto questo aspetto, sarebbe stato molto interessante osservare l’evoluzione del secondo tentativo, dove Leclerc nel primo settore era riuscito ad abbassare il proprio miglior tempo di oltre un decimo ma, sfortunatamente, la bandiera rossa ci ha privato dell’opportunità di assistere ad una lotta finale serrata, con Hamilton e Verstappen che indubbiamente sarebbero stati della partita.

Le strategie

Sotto l’aspetto strategico, Pirelli suggerisce una tattica ad una sosta, con l’utilizzo della gomma hard nella seconda metà di gara. Con una pista che favorisce i sorpassi, si potrebbero vedere strategie differenti anche nella semplice durata degli stint, senza dimenticare che sarà fondamentale tenere a mente che, dato il lungo rettilineo, avere anche un vantaggio di tre o quattro secondi, potrà dare il beneficio al pilota alle proprie spalle di recuperare qualcosa e riavvicinarsi. Due saranno gli elementi fondamentali: comprendere la durata della soft e vedere come reagirà la mescola più dura nelle condizioni odierne, soprattutto considerando che al venerdì i riscontri si erano rivelati positivi.

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