F1 | GP Francia: l’analisi delle qualifiche

Settima pole stagionale per Leclerc davanti a Verstappen, con Norris che si inserisce tra le due Mercedes

F1 | GP Francia: l’analisi delle qualifiche

Sette su dodici. Anche al Paul Ricard, Charles Leclerc è riuscito a imporsi in qualifica, conquistando l’ennesima pole position di questa stagione. Un risultato estremamente importante dopo tre Gran Premi in cui, complice anche la penalità del Canada, il monegasco aveva mancato l’appuntamento con la prima casella. Pole giunta anche grazie all’apporto del compagno di squadra, Carlos Sainz, il quale conscio che sarebbe dovuto comunque partire dal fondo per la sostituzione della Power Unit, ha offerto la scia nel Q3, regalando a Leclerc quei pochi decimi necessari per mettere in cassaforte la partenza dal palo.

Ad affiancare il Ferrarista in prima fila sarà Max Verstappen, in grado di ritagliarsi una seconda posizione che lascia il discorso aperto in vista della corsa. Come in altre occasioni, anche in Francia al pilota della Red Bull è mancato quel feeling e quella sensazione di grip che gli consentisse di giocarsi concretamente la casella più ambita; i tre decimi rimediati non sono un distacco realistico, ma è lecito sottolineare come anche senza la scia, Leclerc avrebbe avuto le carte in regola per conquistare la pole con un buon margine. Terzo tempo per l’altra RB18, quella di Sergio Perez, staccato di un solo decimo e mezzo da compagno di casacca nonostante un inizio di weekend molto complicato: alcune modifiche al set-up durante la nottata hanno permesso al messicano e guadagnare una seconda fila che potrebbe rivelarsi estremamente preziosa sotto il piano strategico.

Quarto tempo per Lewis Hamilton, comprensibilmente soddisfatto per una quarta prestazione giunta grazie a una delle sue migliori performance stagionali, che però non si rispecchia sotto il piano cronometrico. I quasi nove decimi di gap rimediati dalla Ferrari sono l’emblema di una Mercedes in difficoltà, anche rispetto agli scorsi appuntamenti, soprattutto perché il team anglo-tedesco si aspettava di poter essere più competitiva al Paul Ricard. Ad inserirsi tra le due “Frecce d’Argento” è stato Lando Norris, ancora autore di una bella qualifica con una McLaren che ormai procede a fasi alterne, tra weekend puliti e fine settimana più complicati. Dopo due appuntamenti in cui i problemi avevano rallentato l’inglese, il quinto posto odierno rappresenta una bella soddisfazione per il team di Woking. La terza fila sarà composta da George Russell e Fernando Alonso, con quest’ultimo abile nel portare l’Alpine stabilmente in Q3, allunga una sequenza ormai interrotta da sei appuntamenti.

Grazie all’ottavo posto conquistato oggi, Yuki Tsunoda eguaglia il suo miglior risultato stagionale, con una preziosa quarta fila come quella che era stato in grado di ritagliarsi in Azerbaijan. Si tratta anche di una performance significativa per l’AlphaTauri, che alla vigilia di questo fine settimana si è presentata con grossi aggiornamenti aerodinamici per la sua monoposto. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è un Pierre Gasly che davanti al proprio pubblico non riesce ad andare oltre la sedicesima posizione, complici alcuni problemi di stabilità al retrotreno nelle curve a bassa percorrenza (come uno snap in curva 5), le stesse sensazioni che aveva avvertito in FP1. A chiudere la top ten Carlos Sainz e Kevin Magnussen, anche se saranno costretti a prendere comunque il via dal fondo per la sostituzione della Power Unit sulle loro vetture dopo i problemi riscontrati negli ultimi weekend. Un rimpianto soprattutto per la Haas, non solo perché la VF-22 sembrava competitiva, ma anche perché l’arrivo del danese in Q3 era proprio finalizzato a fornire la scia al compagno di casacca, Mick Schumacher, eliminato in Q1 complice un crono cancellato.

A beneficiarne saranno Daniel Ricciardo ed Esteban Ocon, con il francese che si è mostrato particolarmente insoddisfatto non tanto per il risultato, quanto per il feeling con la monoposto, a suo dire quasi assente. Fuori dai primi dieci entrambe le Alfa Romeo, tredicesima con Bottas e diciottesima con Zhou, il quale non era stato in grado di migliorarsi nella prima manche dopo un bellissimo doppio controllo in uscita di curva sei. A margini della zona punti anche Sebastian Vettel, quattordicesimo sul tabellone dei tempi ma dodicesimo in griglia, che spera nelle qualità mostrate dalla sua Aston Martin sul passo gara per avere qualche speranza di poter puntare ad un posto nella top ten.

Settima pole per Leclerc, ma la scia non è decisiva

In terra francese ci si aspettava un Leclerc pronto al riscatto sul giro secco, dopo che nelle ultime tre uscite aveva mancato l’appuntamento sulla pole, un periodo d’astinenza per chi, come lui, ha fatto della qualifica uno dei suoi punti di forza. Il Ferrarista non ha deluso, riuscendo a fare la differenza nei settori guidati grazie a un assetto leggermente più carico dei rivali della Red Bull, che gli ha permesso di sfruttare tutti i punti di forza del suo stile di guida.

Una qualifica che, comunque, non è stata così semplice come potrebbe sembrare dai tre decimi di vantaggio sul tabellone dei tempi. Rispetto alla giornata del venerdì, la Rossa sembrava aver avuto qualche difficoltà in più nel cercare il crono, soprattutto sulla soft, tanto che lo stesso Leclerc nell’ultima sessione di libere aveva insistito con il team per poter completare qualche giro in più con la mescola più soffice. Riuscire a mettere tutto insieme con pneumatici così sensibili non era per nulla semplice, ma nel momento decisivo l’alfiere della Rossa è stato in grado di mettere tutto insieme e costruire un giro che sarebbe valsa la pole anche senza la scia di Sainz. Un sabato convincente, che pone le basi soprattutto su elementi.

Il primo aspetto è quello delle traiettorie, molto più dolci per Leclerc, più aggressive per Verstappen: ciò lo si vede in particolare in curva 11, dove il monegasco per tutto il weekend ha mantenuto linee leggermente più larghe, che gli consentissero di tenere più a lungo l’acceleratore aperto così come avere una miglior impostazione della dodici. Al contrario, Max ha spesso optato per traiettorie più aggressive, rimanendo più interno non solo nei cambi di direzione, ma anche nei curvoni veloci per tentare di percorrere meno strada, a dimostrazione di come l’anteriore della RB18 sia complessivamente tra i migliori della griglia.

Il secondo riguarda proprio la gestione del pedale destro: la capacità di tornare rapidamente sull’acceleratore, sapendo di aver un posteriore più saldo, ha permesso di fare la differenza come in uscita dalla due e dalla dodici, elemento che ha permesso alla F1-75 numero 16 di difendersi egregiamente anche su brevi allunghi dove le doti velocistiche della monoposto di Milton Keynes sono tornate a farsi sentire in maniera chiara. Solo in curva 15, tratto dove in realtà aveva faticato anche nelle sessioni di libere, Verstappen era stato in grado di porre il proprio sigillo, anche se ciò non si sarebbe comunque rivelato sufficiente per arginare il poleman. Fino a questo pomeriggio il mio weekend era stato abbastanza complicato: ho faticato con il bilanciamento e sapevo che in queste condizioni di caldo estremo ogni piccolo errore si paga perché le gomme si surriscaldano facilmente. Oggi però ho sentito che riuscivamo a progredire giro dopo giro fino all’ultimo tentativo in Q3 in cui Carlos mi ha dato una bella scia che mi ha permesso di avere un margine maggiore nell’assicurarmi la pole position. È stata una qualifica molto buona figlia di un grande lavoro di squadra. I nostri rivali sono estremamente forti qui e sembra che abbiano un vantaggio in termini di passo gara, però sono fiducioso che possiamo invertire la tendenza e riuscire a tenere la prima posizione domani”, ha spiegato Leclerc durante le interviste di rito.

Una pole giunta anche al supporto di Sainz, il quale indubbiamente ha avuto un suo ruolo, ma non è stata decisiva ai fini della conquista della prima casella. A fornire una retrospettiva è stato Laurent Mekies, il quale ha spiegato come inizialmente la scelta fosse di quella di trainare la scia solo sulla prima parte del Mistral: “Abbiamo scelto quel punto in cui dare la scia a Leclerc perché abbiamo piloti molto bravi. Noi avevamo pensato di farlo prima della chicane, invece Carlos e Charles hanno detto di volerlo fare anche dopo, sebbene fosse molto più rischioso. Quindi abbiamo portato a casa un pezzo di scia prima della chicane e dopo, che era molto più rischiosa. Idea loro, dunque bravi loro!”, ha spiegato il direttore sportivo del Cavallino. Una decisione interessante, che però porta con sé alcuni ma: l’aver scelto di trainare il monegasco anche dopo la chicane aveva fatto sì che di forza il guadagno nella prima parte del Mistral sarebbe stato molto contenuto, se non quali nullo dato l’ampio distacco. Realizzarlo dopo il cambio di direzione 8-9 è stato forse ancora più complicato, in parte perché si giunge in uscita da una curva lenta, quindi calcolare i tempi non sarebbe stato semplice, in parte ciò ha coinvolto anche il curvone veloce della nove. Di per sé ciò non rappresenta un grandissimo problema dal punto della stabilità, dato che ormai la Signes è percorsa in pieno da anni a questa parte, ma per il fatto che in curva la scia è meno efficace, tanto che il guadagno complessivo è stato utile, ma non determinante. Probabilmente, nel caso fossero riusciti ad organizzare meglio il gioco nella prima parte del Mistral senza compromettere eccessivamente l’uscita dalla sei, il vantaggio avrebbe potuto essere ancor più significativo, cementando ulteriormente la pole.

Nonostante sia mancato qualcosa dal punto di vista della performance pura, Max Verstappen si è comunque dimostrato soddisfatto per il secondo posto conquistato in qualifica, che all’apparenza sembrava sì fattibile, complici le penalità dei rivali e un Perez in sofferenza, ma non con un distacco potenzialmente contenuto: “In generale, in qualifica ci mancava un po’ di grip e di ritmo generale. Abbiamo spinto molto, ma c’erano alcune aree della pista che non potevo migliorare, soprattutto nel mio ultimo giro. Abbiamo una buona macchina da corsa, ma è fondamentale prendersi cura delle gomme: domani farà molto più caldo e questo avrà un impatto, quindi dovremo vedere cosa possiamo fare a livello di strategia. Il fatto che le Ferrari siano di nuovo in pole dimostra che hanno un’ottima macchina e mi aspetto che siano di nuovo molto veloci. È bello avere Checo al fianco e noi siamo veloci sui rettilinei, quindi vedremo cosa riusciremo a fare”, ha spiegato il campione del mondo in carica.

Un buon quarto posto per Hamilton, ma Mercedes è ancora distante

Tra i protagonisti di giornata c’è anche Lewis Hamilton, quarto in griglia grazie a una delle sue migliori performance della stagione sul giro secco. Una pulizia di guida che non viene rispecchiata sotto l’aspetto cronometrico, considerati i quasi nove decimi rimediati dal capoclassifica, ma che ha lasciato comunque soddisfatto il sette volte campione del mondo dopo aver saltato la FP1 e gli esperimenti portati a termine il sabato mattina. Dopo aver provato un’ala più carica nell’ultima sessione di libere per comprendere come potesse cambiare il bilanciamento della vettura e se potesse portare benefici sensibili nella gestione del consumo gomma, il britannico aveva infatti deciso di fare un passo indietro per la qualifica,  tornando a una soluzione più scarica. Il tempo perso sui rettilinei era eccessivo, tale da non poter compensare un’eventuale guadagno in curva. Una scelta che ha pagato sul giro secco, garantendogli un prezioso quarto posto.

Su un circuito dove Mercedes si aspettava di potersi avvicinare alla vetta, al contrario il gap si è allargato, paradossalmente proprio in quelli che avrebbero dovuto essere i punti di forza della W13, ovvero i curvoni a media e alta velocità. L’assetto più scarico rispetto a Ferrari non ha pagato, ma l’ampia varietà di curve nel terzo settore ha messo in crisi la monoposto anglo-tedesca che, al contrario, era stata in grado di mantenere il passo nei primi due intertempi.

“Ero abbastanza soddisfatto del mio giro e della mia prestazione alla fine della Q3, era un bel giro. Ma per qualche motivo, questo fine settimana sembriamo molto più lontani, così come tutto il gruppo degli inseguitori. I due top team hanno prestazioni del tutto diverse. Non so perché il divario sia aumentato tra queste due gare. Considerando che ho saltato la FP1, cosa che ti mette sicuramente in difficoltà, sono molto contento dei progressi che ho fatto e tutti i tecnici hanno lavorato duramente con noi. Oggi abbiamo fatto un passo indietro nelle ultime libere, ma siamo riusciti a invertire la rotta. Siamo ancora lì e anche tutti quelli dietro di me stanno lottando, quindi continuiamo a lottare”, ha spiegato Hamilton al termine delle qualifiche.

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