Gran Premio del Belgio, Spa-Francorchamps: Anteprima ed orari del weekend

Il circus della Formula 1 riprende a girare il mondo dopo un mese di pausa

Gran Premio del Belgio, Spa-Francorchamps: Anteprima ed orari del weekend

Terminate le vacanze estive, il prossimo weekend la Formula 1 farà ripartire i motori per la gara più bella ed attesa di tutto l’anno: il Gran Premio del Belgio sul mitico circuito di Spa-Francorchamps.

Il circus della Formula 1 riprende a girare il mondo dopo un mese di pausa ed un Gran Premio d’Ungheria che ha visto il trionfo di Lewis Hamilton. L’alfiere della McLaren, partito dalla pole position, si è imposto sulle due Lotus di Raikkonen e Grosjean, che così hanno bissato il secondo e terzo posto ottenuto ad Aprile in Bahrain dietro a Vettel che in quel di Budapest è giunto ai piedi del podio. Fernando Alonso, leader della classifica mondiale, è riuscito a limitare i danni giungendo quinto in una gara che per la Ferrari si preannunciava difficile sin dal principio.

Con la vittoria in Ungheria, Hamilton è divenuto insieme ad Alonso e Webber l’unico pilota che quest’anno è riuscito a vincere più di un Gran Premio. L’asso di Stevenage sta cercando in tutti i modi di accorciare il ritardo in classifica mondiale e di rilanciare le proprie quotazioni per il titolo, impresa difficile ma niente affatto impossibile considerando che la stagione è ancora molto lunga e si concluderà solo alla fine di novembre.

Il Gran Premio d’Ungheria ha dimostrato ancora una volta quanto i valori in campo da una gara all’altra possano cambiare: la Ferrari che era risultata assoluta protagonista a Valencia, Silverstone ed Hockenheim, ha corso in sordina in terra magiara, mentre la McLaren che era apparsa in difficoltà si è ripresa alla grande.

Concentriamoci sul Gran Premio del Belgio che riaccenderà i motori del circus. La gara si disputa sul leggendario tracciato di Spa-Francorchamps nel mezzo della foresta delle Ardenne, per essere precisi nei pressi del villaggio di Francorchamps ad una quarantina di chilometri a sud-est di Liegi. Il tracciato è unico nel suo genere: saliscendi, curvoni, lunghi rettilinei, cambi di direzione.

Questo circuito è considerato da tutti i piloti, tecnici ed appassionati, l’università dell’automobilismo. Vincere a Spa è un’emozione speciale, una gemma nella propria collezione personale con i successi di Monte Carlo e Monza, altri due circuiti ricchi di storia e fascino, e suscita molta emozione apprendere che su questo splendito circuito il tratto che va dal traguardo fino alla frenata di Les Combes, comprendendo quindi La Source, l’Eau Rouge e il rettilineo del Kemmel, è praticamente lo stesso da quasi cento anni.

Infatti, quando nel 1950 venne istituito il Mondiale di Formula 1, la gara belga esisteva già da un quarto di secolo: nel 1925 si corse il primo Gran Premio del Belgio, l’idea di costruire un circuito automobilistico nella zona si deve a Jules de Their, proprietario del quotidiano locale La Meuse, e a Henri Langlois Van Ophem, presidente dell’automobile club belga che pensarono di ricavare un tracciato unendo le strade che collegavano le cittadine di Francorchamps, Malmedy e Stavelot. Quel Gran Premio era valido anche come Gran Premio d’Europa e incluso nella prima edizione del cosiddetto “Campionato Automobilistico del Mondo”, vide la schiacciante vittoria dell’Alfa Romeo di Antonio Ascari che, avviatosi a diventare il pilota di riferimento di quell’epoca, morirà invece pochi mesi dopo, durante il Gran Premio di Francia. Suo figlio Alberto, con la Ferrari, trionferà poi sulle Ardenne nel 1952 e 1953, nelle sue magiche stagioni iridate.

Negli anni ’30 altri nomi prestigiosi trovano posto nell’albo d’oro, come Chiron nel 1930, oppure Tazio Nuvolari nel 1933, che con una Maserati privata partì in ultima posizione, ma già alla fine del primo giro era balzato incredibilmente in testa, rimanendovi fino al traguardo.

Il successivo dominio delle auto tedesche si estese anche a questa gara, che vide trionfare la Mercedes di Caracciola nel 1935 (quando il tedesco divenne Campione d’Europa), l’Auto Union di Hasse (alla sua prima e unica vittoria in un Gran Premio) nel 1937, e di nuovo la Mercedes nel 1939 con Lang, in una edizione funestata dalla tragedia occorsa al suo compagno di squadra, l’inglese Seaman che uscì di pista sul bagnato poco prima della Source e andò a sbattere contro un albero, incendiandosi: Seaman morì la notte seguente per le tremende ustioni, senza aver perduto quasi mai conoscenza.

Dopo la lunga parentesi della seconda guerra mondiale, che tra l’altro vide svolgersi una delle tante battaglie, l’offensiva delle Ardenne, proprio in questi luoghi, nel 1947 l’Alfa tornò alla vittoria col pilota simbolo degli anni ’40, Jean Pierre Wimille, che trionfò a bordo della mitica Alfetta 158 sovralimentata.

La Talbot, intanto, con la vittoria di Rosier nel 1949, ma soprattutto con l’eccezionale prestazione di Sommer nel 1950 che riuscì seriamente a insidiare il primato all’Alfa del vincitore Fangio (primo anche nel 1954 e 1955), indicò a tutti (Ferrari in primis) la strada del motore aspirato i cui consumi ridotti, su una pista veloce come Spa, diventavano una fondamentale discriminante.

Nonostante Spa fosse un circuito magnifico per il pilotaggio, la sua intrinseca pericolosità ha spesso causato drammatici incidenti: nell’edizione 1960, vinta da Jack Brabham, in due incidenti distinti persero la vita Chris Bristow e Alan Stacey, tragedie che quasi indussero al ritiro dalle corse un altro giovane debuttante, Jim Clark, che poi diventerà un dominatore di questa gara ottenendo un poker di successi consecutivi tra il 1962 (sua prima vittoria in assoluto in Formula 1) e il 1965.

Rocambolesca l’edizione del 1964: negli ultimi chilometri, prima Gurney, poi Hill e infine McLaren furono incredibilmente costretti a rinunciare per guai meccanici alla vittoria, che premiò lo “scozzese volante”, il quale tra l’altro aveva sempre confidato di odiare il tracciato belga, la cui pericolosità venne accentuata quando la Formula 1 passò nel 1966 alla cilindrata di 3000 cc: quell’anno, proprio durante le riprese del famoso film “Grand Prix”, un diluvio provocò un incidente multiplo nella zona più veloce della pista e il giovane Stewart si salvò per miracolo restando comunque a lungo bloccato e ferito nell’abitacolo della sua BRM.

Da allora Jackie intraprese una convinta campagna per la sicurezza, che nel giro di pochi anni giocoforza ebbe effetti negativi per un circuito come Spa, almeno nella sua versione originale di 14 chilometri che si snodava tra case, fossati e pali della luce. Stewart arrivò anche a dire che “correre a Spa è come camminare in equilibrio su una corda in una giornata ventosa”.

Nel 1968 Bruce McLaren portò per la prima volta al successo una vettura che portava il suo nome, che da allora è diventata una delle scuderie più prestigiose della F1, mentre la Ferrari nello stesso anno fece debuttare in gara gli alettoni, un accessorio che è presto divenuto parte integrante di ogni monoposto della massima formula. L’edizione del 1970, con la vittoria di Rodriguez ottenuta in volata contro Amon, è l’ultima disputata a Spa nella sua configurazione originale.

Il Gran Premio del Belgio nei primi anni settanta si trasferì due volte a Nivelles (1972 e 1974, entrambe vinte da Fittipaldi), e poi stabilmente a Zolder: da ricordare la doppietta Lauda-Ferrari nel 1975-76, seguita dall’unica vittoria in Formula 1 di Gunnar Nilsson, lo sfortunato pilota svedese che morì l’anno successivo per un tumore. Nel 1978, proprio dieci anni dopo gli alettoni della Ferrari, debuttò un nuovo artificio aerodinamico che avrebbe segnato la Formula 1 per i decenni successivi: la Lotus 79 di Andretti era equipaggiata infatti con delle minigonne rigide e scorrevoli. È la nascita definitiva dell’effetto suolo, che cambierà per sempre il modo di progettare le Formula 1.

Ma anche il circuito di Zolder è legato a episodi tragici: nel 1981 Reutemann, che comunque vinse la gara, in qualifica investì un meccanico dell’Osella in corsia box, Giovanni Amadeo, che poi morì qualche giorno dopo, mentre nella confusa procedura di partenza venne investito sulla griglia anche un meccanico dell’Arrows, che pur subendo numerose fratture riuscì a cavarsela. Invece il 1982 è ricordato per la morte di Gilles Villeneuve, che in qualifica fu vittima di una incomprensione con Mass: il folle volo della Ferrari numero 27 è impossibile da dimenticare.

Finalmente nel 1983 la Formula 1 tornò a Spa, ma nella nuova versione più corta e infinitamente più sicura, dal momento che furono esclusi la pericolosa curva di Bourneville, i dislivelli di Malmedy, l’interminabile rettilineo di Masta (intervallato da una velocissima esse), la vertiginosa curva di Stavelot (dove Moss ci rimise le gambe nel 1960) e il complesso di La Carrière. Il tracciato così modificato si ridusse a meno di sette chilometri: vinse la Renault di Prost (primo anche nel 1987 su McLaren).

L’anno successivo per l’ultima volta si corse a Zolder, a vincere fu Michele Alboreto alla sua prima affermazione sulla Ferrari: da ben diciotto anni un italiano non vinceva sulla rossa di Maranello. Nel 1985 Ayrton Senna con la Lotus ottenne la prima delle sue cinque vittorie su questa pista, di cui ben quattro consecutive tra il 1988 e il 1991 con la McLaren motorizzata Honda. Diverse volte la leggenda brasiliana affermò che Spa era il circuito che più gli piaceva tra quelli esistenti.

Proprio nel 1991, e proprio su questa pista, debuttò in Formula 1 Michael Schumacher, che con Spa ha sempre mantenuto un legame speciale, infatti ad un anno esatto dall’esordio il campione di Kerpen centrò con la Benetton il suo primo successo: dopo ben diciassette anni un pilota tedesco tornava a vincere un Gran Premio, l’ultima vittoria risaliva infatti al 1975 quando Jochen Mass si affermò nel Gran Premio di Spagna.

Schumacher si è imposto sulle Ardenne ben sei volte: memorabile la rimonta del 1995 che lo portò a vincere partendo dalla sedicesima posizione sotto il diluvio, resistendo a Damon Hill con le slick sul bagnato, oppure le vittorie nei due anni successivi con la Ferrari, sempre sfruttando la sua grande abilità sull’asfalto viscido. Ma le affermazioni del tedesco potevano essere ben di più se si considera che nel 1994 passò vincitore sul traguardo ma fu squalificato per eccessivo consumo del fondo della vettura, oppure si pensi alla famigerata e discussa edizione del 1998 quando, ampiamente in testa, Schumacher venne a collisione con la McLaren di Coulthard, doppiato, che rallentò improvvisamente in uscita di curva.

Entrambe le volte la vittoria andò a Damon Hill (primo anche nel 1993), e quella del 1998 su Jordan è anche l’ultima in Formula 1 dell’inglese, e ultimo podio in carriera per Alesi, che giunse terzo su Sauber).

Un altro grande pilota della fine degli anni ’90, Mika Hakkinen, è riuscito ad imporsi a Spa solo una volta, nel 2000, ma si tratta di un trionfo impreziosito dal grande sorpasso che il finlandese operò sul rivale di sempre Schumacher alla fine del rettilineo del Kemmel, quando i due contendenti si trovarono a doppiare la Bar di Zonta: il tedesco lo passò all’interno, mentre Hakkinen fulmineamente si buttò all’esterno passando entrambi, compiendo una manovra giustamente ricordata fra le più entusiasmanti di sempre.

Schumacher si rifece vincendo ancora nel 2001 (superando il record assoluto di vittorie in Formula 1 detenuto da Prost) e nel 2002, divenendo il pilota più vincente nella storia del Gran Premio del Belgio. Nel 2003, per le annose beghe dovute alle leggi antifumo, la gara non si disputò. Saltò anche l’edizione prevista per il 2006 per dar modo agli organizzatori di rimettere a nuovo l’impianto costruendo ulteriori strutture, modificando il rettilineo di partenza e di risistemare per l’ennesima volta la chicane Bus Stop.

Intanto, dopo l’era di Schumacher, negli ultimi anni Spa è stata riserva di caccia quasi esclusiva per Kimi Raikkonen che, prima con la McLaren, nel 2004 e 2005, poi con la Ferrari, nel 2007 e infine 2009, ha ottenuto quattro trionfi, mancando di poco il quinto nella polemica edizione 2008, quando il finlandese, in testa fino al momento in cui cominciò a cadere la pioggia, fece un errore sull’asfalto viscido uscendo di pista mentre lottava con la McLaren di Hamilton, che passò primo al traguardo ma venne poi penalizzato di 25 secondi per un discusso taglio di chicane e una presunta insufficiente “restituzione” della posizione al finlandese. La vittoria a tavolino andò quindi all’altro ferrarista, il brasiliano Massa.

La bella affermazione di Hamilton su McLaren nel 2010 parve lanciare il pilota inglese verso la conquista del titolo, poi vanificata da un errore nella successiva gara a Monza e da un incidente a Singapore con Webber. La gara dello scorso anno, caratterizzata da un andamento molto regolare, è stata vinta da Sebastian Vettel al quale mancava l’affermazione a Spa. Il tedesco partito dalla pole non è stato impensierito fino al traguardo. Degne di nota le rimonte di Button e soprattutto di Schumacher che partito dall’ultima fila riuscì a piazzarsi in quinta posizione davanti al più giovane compagno Rosberg.

È difficile fare previsioni su cosa potrà accadere in Belgio, considerando le caratteristiche del tracciato la Red Bull dovrebbe essere la favorita, sebbene le velocità di punta non eccelse potrebbero penalizzare il team austriaco. La McLaren punta a rimettersi in careggiata e a dare battaglia: Hamilton galvanizzato dalla vittoria di Budapest ci terrà senz’altro a fare bene. Il campione inglese sembra anche sulla strada del rinnovo contrattuale con la McLaren, nei giorni scorsi il managing director del team di Woking, Jonathan Neale, ha dichiarato che Lewis è prossimo ad un rinnovo contrattuale.

La Ferrari sembra destinata a correre in difesa anche in quel di Spa, il vantaggio di Alonso sul diretto inseguitore Webber è di quaranta punti, si tratta di un margine considerevole, poco meno di due vittorie, ma certamente non sufficiente a fare abbassare il livello di guardia. Da tenere d’occhio la Lotus dopo l’ottima prestazione offerta in Ungheria, sebbene sembra difficile che possa fare meglio a Spa, ma con Raikkonen non è mai detta l’ultima parola. Il finlandese ama questo tracciato e se la vettura lo assiste la sorpresa del weekend potrebbe essere lui.

Al termine della gara belga non ci sarà il tempo per tirare il fiato: il circus si sposterà subito a Monza per il Gran Premio d’Italia e dire addio all’Europa. Una bella notizia per gli appassionati è l’annuncio, dato pochi giorni fa, del raggiunto accordo tra gli organizzatori del Gran Premio del Belgio e Bernie Ecclestone per mantenere la gara in calendario sul tracciato di Spa almeno fino al 2015.

Domenico Della Valle – Francesco Ferrandino

INFO
Lunghezza del circuito: 7,004 km
Giri da percorrere: 44
Distanza totale: 308,052 km
Numero di curve: 19
Senso di marcia: orario
Mescole Pirelli: media/dura
Apertura farfalla: 70% della percorrenza

RECORD
Giro prova: 1:45.994 – K Raikkonen – Ferrari – 2007
Giro gara: 1:47.263 – S Vettel – Red Bull Renault – 2009
Distanza: 1h20:39.066 – K Raikkonen – Ferrari – 2007
Vittorie pilota: 6 – M Schumacher
Vittorie team: 16 – Ferrari
Pole pilota: 4 – J Fangio, A Prost, A Senna
Pole team: 13 – Ferrari
Km in testa pilota: 1.806 – M Schumacher
Km in testa team: 5.501 – Ferrari
Migliori giri pilota: 6 – A Prost
Migliori giri team: 17 – Ferrari
Podi pilota: 9 – M Schumacher
Podi team: 44 – Ferrari
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Albo d’oro
01. 1925 A Ascari – Alfa Romeo
02. 1930 L Chiron – Bugatti
03. 1931 W Grover Williams e C Conelli – Bugatti
04. 1933 T Nuvolari – Maserati
05. 1934 R Dreyfus – Bugatti
06. 1935 R Caracciola – Mercedes
07. 1937 R Hasse – Auto Union
08. 1939 H Lang – Mercedes
09. 1946 E Chaboud – Delage
10. 1947 J Wimille – Alfa Romeo
11. 1949 L Rosier – Talbot
12. 1950 J Fangio – Alfa Romeo
13. 1951 N Farina – Alfa Romeo
14. 1952 A Ascari – Ferrari
15. 1953 A Ascari – Ferrari
16. 1954 J Fangio – Maserati
17. 1955 J Fangio – Mercedes
18. 1956 P Collins – Ferrari
19. 1958 T Brooks – Vanwall
20. 1960 J Brabham – Cooper Climax
21. 1961 P Hill – Ferrari
22. 1962 J Clark – Lotus Climax
23. 1963 J Clark – Lotus Climax
24. 1964 J Clark – Lotus Climax
25. 1965 J Clark – Lotus Climax
26. 1966 J Surtees – Ferrari
27. 1967 D Gurney – Eagle Weslake
28. 1968 B McLaren – McLaren Ford
29. 1970 P Rodriguez – BRM
30. 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford
31. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford
32. 1974 E Fittipaldi – McLaren Ford
33. 1975 N Lauda – Ferrari
34. 1976 N Lauda – Ferrari
35. 1977 G Nilsson – Lotus Ford
36. 1978 M Andretti – Lotus Ford
37. 1979 J Scheckter – Ferrari
38. 1980 D Pironi – Ligier Ford
39. 1981 C Reutemann – Williams Ford
40. 1982 J Watson – McLaren Ford
41. 1983 A Prost – Renault
42. 1984 M Alboreto – Ferrari
43. 1985 A Senna – Lotus Renault
44. 1986 N Mansell – Williams Honda
45. 1987 A Prost – McLaren TAG
46. 1988 A Senna – McLaren Honda
47. 1989 A Senna – McLaren Honda
48. 1990 A Senna – McLaren Honda
49. 1991 A Senna – McLaren Honda
50. 1992 M Schumacher – Benetton Ford
51. 1993 D Hill – Williams Renault
52. 1994 D Hill – Williams Renault
53. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
54. 1996 M Schumacher – Ferrari
55. 1997 M Schumacher – Ferrari
56. 1998 D Hill – Jordan Mugen Honda
57. 1999 D Coulthard – McLaren Mercedes
58. 2000 M Hakkinen – McLaren Mercedes
59. 2001 M Schumacher – Ferrari
60. 2002 M Schumacher – Ferrari
61. 2004 K Raikkonen – McLaren Mercedes
62. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
63. 2007 K Raikkonen – Ferrari
64. 2008 F Massa – Ferrari
65. 2009 K Raikkonen – Ferrari
66. 2010 L Hamilton – McLaren Mercedes
67. 2011 S Vettel – Red Bull Renault
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Orari del Gran Premio del Belgio

Venerdì 31 Agosto
10:00-11:30 Prove Libere 1
14:00-15:30 Prove Libere 2

Sabato 1 Settembre
11:00-12:00 Prove Libere 3
14:00-15:00 Qualifiche – Rai Due/Rai HD

Domenica 2 Settembre
14:00 Gara – Rai Uno/Rai HD

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