GP Belgio: Hamilton dimentica il carnevale, Ferrari da “aspettando Godot”

Un GP del Belgio caratterizzato da tanti duelli, con un Vettel nero per il podio sfumato

GP Belgio: Hamilton dimentica il carnevale, Ferrari da “aspettando Godot”

C’eravamo lasciati con un rosso che la faceva da padrone, fulgido e meraviglioso in una Budapest dolcemente mite, un rosso che riaccendeva speranze e dava certezza, rivincita “all’arrabbiata” contro la “spaghettata” tanto indigesta a Maurizio Arrivabene.

LA SOLITA SF15-T Non che ci volesse chissà quale sapienza per capire che a SPA la musica sarebbe tornata a suonare in modo diverso, con la SF15-T che ci ha insegnato a soffrire quando le temperature sono relativamente basse e si corre in appoggio su curve veloci. Due fattori che insieme svantaggiano la delicata monoposto progettata da Allison, una vettura valida, ma perfettibile, veloce ma migliorabile. E aggiungiamo che il Belgio con i suoi lunghi rettilinei che si stagliano ariosi tra le meravigliose colline delle Ardenne è l’habitat naturale per la potenza dei propulsori Mercedes, con le squadre motorizzate Stoccarda che sui dritti scappavano con velocità di punte degne di Monza, basta pensare ai 340 orari di Perez in qualifica o ai quasi 350 di Grosjean in scia di Vettel.

E così la Ferrari è tornata ad “aspettare Godot” che non arriva mai, a chiedersi ancora una volta se la Mercedes è uno o dieci passi avanti, a (ri)scoprirsi vulnerabile e “normale” nonostante le due belle vittorie stagionali. A questa situazione di incostanza ci siamo abituati e, con un secondo posto in classifica che salvo cataclismi dovrebbe essere assicurato, il problema non è più il 2015, semmai è iniziare a capire se nel 2016 Maranello potrà avvicinare la Mercedes per contenderle il mondiale. Per ora un’incognita tendente al “no”.

VETTEL, CHE CLASSE! Al di là delle prestazioni la Rossa esce promossa dalla trasferta belga sia sul fronte dei piloti che su quello della strategia. Sebastian Vettel ha dato l’ennesima prova di classe, riuscendo ad arrampicarsi sino al podio gestendo in modo perfetto meccanica e gomme, guidando da maestro quando era inseguito da Grosjean. Nonostante il podio sfumato resterà comunque negli occhi lo stile di guida del tedesco, capace di impostare La Source e l’Eau Rouge in modo da allontanare la Lotus.

PIRELLI E POLEMICHE Comprensibile la sua rabbia per lo scoppio dello pneumatico posteriore destro in uscita dal Raidillon; le gomme non davano segni di cedimento e i tempi erano di tutto rispetto, con il pilota che si è sentito “tradito” dalle gomme e in pericolo. Pirelli ha tutto il diritto di difendersi e di ritenere incauta la Ferrari per aver permesso al suo pilota di percorrere 28 giri con le medie, eppure la sensazione è che lo spiacevole accaduto c’entri ben poco con il degrado e l’usura delle mescole, fin lì apparentemente sane. Mai s’era visto un Vettel in questi anni così infuriato, pare addirittura che il tedeschino appena sceso dalla macchina abbia affrontato a muso duro Paul Hembery, accusando il gommista italiano di mettere a rischio la vita dei piloti. Una presa di posizione – a caldo – durissima, con la Ferrari che invece è rimasta più abbottonata, respingendo le accuse sulla strategia, ma non accusando in modo così diretto la Pirelli. Certamente – ma ogni altra considerazione andrà fatta a parte – per Pirelli non è stato un fine settimana facile.

HAMILTON DIMENTICA LE VACANZE Una delle poche certezze di questo GP del Belgio è stata Lewis Hamilton, tornato sui suoi livelli dopo le amnesia ungheresi. Hamilton ha zittito critici e scettici, rispondendo a muso duro sulla sua vita privata “festaiola” – “Sono sempre stato così, ora ne parlate perché vinco, ma la mia vita non incide sul rendimento in pista” – e correndo di nuovo da cannibale. Insomma lo Jep Gambardella dei Caraibi, una volta abbassata la visiera, ha dimenticato il carnevale delle Barbados e Rihanna, disputando un week end monstre, conquistando la sua seconda vittoria in carriera a Spa e demolendo nel confronto interno un Rosberg versione sparring partner impalpabile.

KIMI PIU’ FORTE DELLA SFIGA Per certi versi, anche se poco sottolineato nei commenti post gara, Spa è stata la piccola grande rivincita del prode finnico. Raikkonen, fresco di rinnovo, era uno dei piloti più attesi sulle Ardenne, un po’ per la conferma un po’ per essere considerato il miglior interprete attuale del glorioso circuito. Grande la delusione uando in qualifica la monoposto numero sette si è convertita ad un voto del silenzio mai così inopportuno, altrettanto grande la risposta di Raikkonen in gara, disputata con una PU (la seconda, quella introdotta in Bahrein) meno potente rispetto a quella del teammate e nonostante ciò corsa con piglio e ritmo, riuscendo a chiudere il GP in settima posizione. Un risultato che, considerate la posizione di partenza ed un motore che pagava tra i due e tre decimi al giro, va accolto con favore e che permette a Kimi di togliersi lo sfizio di superare Valtteri Bottas in classifica. Mica poco.

GROSJEAN, UNA FURIA….ROSSA? Non può non essere sottolineata la grande prova di Romain Grosjean, capace di arrivare terzo con una Lotus in serie difficoltà finanziarie e con un futuro a dir poco incerto. Romain ha corso in modo ispirato sin da venerdì, interpretando magistralmente il circuito belga. Complice una E23 finalmente veloce, lo svizzero di passaporto francese è così potuto risalire su un podio che gli mancava dal GP del Texas del 2013. Chissà che il ginevrino non fosse particolarmente motivato per le voci che lo vorrebbero possibile sostituto di Raikkonen per il futuro. A quanto pare Grosjean potrebbe correre un anno o più in Haas, in attesa del ritiro di Raikkonen.

QUANTI DUELLI! Sarà la pista che evoca duelli epici e dove si respira Storia vera, sarà che risveglia lo spirito e l’animo più puro e selvaggio dei piloti, fatto sta che un GP a Spa non è mai banale. Abbiamo visto bagarre, lotta, sorpassi e contro sorpassi. Molti piloti, tra i quali Perez, Kvyat e lo scatenato Verstappen, ci hanno fatto divertire e non poco. Bene così, adesso si va a Monza, il Tempio della velocità. C’è da scommettere che i Mercedes faranno ancora paura, e chissà a quali velocità. Ma la Ferrari avrà dalla sua un intero autodromo, un “dodicesimo uomo” mai così forte e compatto, e una PU aggiornata. E chissà che finalmente non arrivi Godot; servirebbe più un miracolo che un’impresa, mai dire mai; Monza per la Ferrari dopotutto è un posto magico.

Antonino Rendina

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