Ferrari: il punto sulla rifondazione

Ferrari: il punto sulla rifondazione

La gara cinese ha risollevato il morale in casa Ferrari dopo il disastroso inizio di stagione culminato con il desolante gran premio del Bahrain corso due settimane prima in cui le rosse sono state letteralmente sverniciate sui rettilinei dalle vetture motorizzate Mercedes. Il tracciato cinese, che presenta un rettilineo lungo 1,2 chilometri, non lasciava molte speranze ai tifosi ferraristi, i quali si aspettavano di vedere un’altra volta una Ferrari in balia delle maggiori velocità di punta delle altre vetture, neanche fosse una Marussia. Invece la sorpresa l’ha fatta il team del cavallino rampante che grazie ad un solido Fernando Alonso è riuscito a conquistare il gradino più basso del podio, mentre un Kimi Raikkonen ancora in difficoltà si è piazzato in ottava posizione. Un risultato del genere conferma il fatto che in Formula 1 le cose possono cambiare da una gara all’altra e che son poche le cose sicure. Come è stato possibile un colpo di reni del genere?

Sicuramente le dimissioni di Stefano Domenicali hanno dato una scossa all’ambiente, detto questo purtroppo (o per fortuna) in Formula 1 non si recuperano da un momento all’altro decimi in pista se i direttori della gestione sportiva si dimettono o vengono cacciati via. La Ferrari ha difatti apportato degli aggiornamenti sulla F14-T che (per una volta) hanno funzionato: un’inversione di tendenza rispetto a quanto accadeva fino alla scorsa stagione quando Fernando Alonso lamentava i pochi e mai incisivi aggiornamenti che il team portava nei venerdì di prove libere. Pare infatti che siano da riscontrarsi in due modifiche le principali cause del ritorno della Ferrari: un importante aggiornamento software della power unit e il cambio della miscela di benzina. Queste due modifiche insieme hanno permesso alla F14-T di erogare potenza con un tempo inferiore a quanto riusciva finora con il risultato che la F14-T non subisce più un distacco prestazionale abissale sui rettilinei come quello visto in Bahrain. Sia chiaro, la Mercedes rimane sempre lontana, ma il miglioramento c’è stato.
La modifica della benzina da parte del fornitore Shell è molto importante perché attraverso una miscela più fluida si riesce a sfruttare in maniera migliore la power unit. Helmut Marko, l’eminenza grigia del team Red Bull, ha dichiarato che quando anche il team austriaco riuscirà a raggiungere questo obiettivo insieme al proprio partner Total, la vettura austriaca sarà 2-3 decimi più veloce con l’obiettivo di tornare davanti alle rosse. Vedremo.

Certo è che in Ferrari è cominciata una rifondazione all’interno del team. Quanto grande lo scopriremo nel tempo, ma Luca Cordero di Montezemolo ha dato l’ok ad una riorganizzazione interna attraverso: abbreviamento delle procedure burocratiche, riduzione di consulenti, taglio di tempi decisionali e assunzioni mirate di nuovo personale (come vi abbiamo reso noto in questo altro nostro articolo). Risulta molto probabile che la testa di Domenicali non è stata la prima e ultima ad esser saltata ma che oltre alla sua ne salteranno altre successivamente, il tempo ce lo dirà.

Per questa stagione il recupero alla Mercedes è praticamente impossibile, certificato anche dalle dichiarazioni di Pat Fry secondo il quale la Ferrari deve puntare ad essere la seconda forza nel mondiale. Il vantaggio del team tedesco più che nella power unit in sé risiede nell’aver progettato il telaio in funzione del pacchetto motore e viceversa. Una soluzione che ha lasciato di sasso tutti gli avversari i quali l’hanno scoperta soltanto negli ultimi test pre stagionali: fuori tempo massimo per implementarla sulle proprie monoposto dato il regolamento attuale che tiene “congelate” le power unit per tutto il corso della stagione. Questo vuol dire che a meno di clamorosi colpi di scena anche quest’anno Fernando Alonso rimarrà a secco, vantando un palmares di 5 mondiali disputati con la rossa e zero titoli. Un bilancio molto pesante per un pilota ambizioso quale è lo spagnolo il quale, proprio nel delicato momento in cui il team si ritrova a fronteggiare una (mini) rifondazione, potrebbe cambiare casacca a fine stagione per approdare alla McLaren motorizzata Honda. Proprio Fernando grazie al suo immenso talento ha tenuto nascosti i grossi problemi interni che il team ha da anni, sopperendo ad essi con prestazioni in pista fenomenali le quali forse hanno comportato un ritardo nel rinnovamento interno alla Ferrari. Non che sia una sua colpa intendiamoci, ma se a fine stagione lo spagnolo vorrà cambiare team nessuno potrà biasimarlo.

Dall’altra parte del box impressiona vedere un Kimi Raikkonen così in difficoltà. Un paio di dubbi sorgono spontanei: ha fatto bene la Ferrari ad affidarsi a Kimi? Era davvero Felipe Massa un pilota finito, oppure è Fernando Alonso a fare una grande differenza in Ferrari, visti anche i distacchi che infligge al compagno finlandese? Solo il tempo saprà dirci la verità, in ogni caso la Ferrari necessita tanto dei punti di Kimi quanto di quelli di Fernando.

La prossima gara fra meno di due settimane sarà molto importante perché comincia la stagione europea: a Barcellona i team porteranno aggiornamenti per le loro monoposto e vedremo se il piccolo vantaggio mostrato dalla Ferrari sugli altri sarà colmato o addirittura allargato. Quel che difficilmente cambierà saranno due frecce d’argento davanti.

Davide Gambardella

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