F1 | Mercedes con una sola freccia al suo arco: un errore tenere Bottas

Con Russell avrebbero messo più pressione alla Red Bull

F1 | Mercedes con una sola freccia al suo arco: un errore tenere Bottas

In questa vera e propria partita a scacchi che è il mondiale 2021 Mercedes potrebbe aver commesso un errore esiziale nel muovere i suoi pezzi. La riconoscenza e la consuetudine con le quali ha senza troppo riflettuto rinnovato il contratto di Valtteri Bottas per il 2021 potrebbero averla condannata a giocarsela in inferiorità numerica contro la Red Bull.

Nonostante i tre podi in sei appuntamenti, Valtteri Bottas non sembra più il pilota brillante e solido ammirato nei primi anni della sua esperienza a Brackley. Nel finlandese –  che in questi anni pur tra alti e bassi ha rappresentato il perfetto prototipo della scudiero, “scortando” Hamilton alla vittoria dei mondiali senza troppi patemi – sembra essersi definitivamente spenta quella luce già fortemente affievolitasi nel 2020.

Anni di batoste, anni di vani tentativi di eguagliare le prestazioni del compagno fuoriclasse, sembrano aver minato profondamente la fiducia di Valtteri. Lo scandinavo della Mercedes, pur restando competitivo sul giro secco, lamenta sempre più difficoltà a massimizzare il potenziale della monoposto in gara. Bottas non ha feeling con la W12, non riesce a guidarla, e sulla distanza non riesce a fare la differenza.

In queste gare non è mai riuscito a mettere le sue ruote davanti a quelle di Max Verstappen, a differenza dell’omologo Sergio Perez che a Baku ha “lavorato” in modo impeccabile per il compagno, mandando al manicomio Hamilton e creando quel 2 contro 1 tanto cercato e voluto dalla Red Bull.

In un mondiale così equilibrato la Mercedes dovrà faticare il doppio per spuntarla, dato che sic stantibus rebus difficilmente potrà fare affidamento su Bottas. Il quale è sempre un passo indietro, demotivato, senza consistenza e ritmo. Non svogliato, perché sarebbe un’offesa ad un pilota che si è sempre contraddistinto per la grande professionalità, ma sicuramente “appesantito” da un ambiente nel quale non è più a suo agio, arrivato ormai ai titoli di coda di questa sua avventura.

Se Toto Wolff avesse avuto coraggio, avrebbe notato già dalla gara di Sakhir del 2020 quanto Bottas fosse notevolmente in difficoltà dal punto di vista mentale, surclassato in gara dal talento travolgente di George Russell. Il calo del finnico non è una situazione nuova in F1, dopotutto ricorda la fine della storia tra Vettel e la Ferrari, pur con le dovute proporzioni. Anche Sebastian sembrava un pilota in crisi profonda, perché non più a suo agio a Maranello né mentalmente né tecnicamente, e guardate quanto smalto e velocità ha recuperato in Aston Martin, rigenerandosi in un ambiente nuovo.

La Mercedes confermando un pilota senza più stimoli e “dimissionario”, già condannato a cedere il suo sedile a Russell, si è preclusa la duplice possibilità di lanciare un anno prima il suo grande talento e di correre con due punte contro la Red Bull. Perché Russell, probabilmente, più che a Hamilton avrebbe potuto dare il giusto fastidio proprio a Verstappen, il quale trova invece in Bottas un avversario fin troppo fragile e innocuo, privo ormai di entusiasmo.

Antonino Rendina


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