F1: Le 10 Pillole del GP di Singapore 2011

F1: Le 10 Pillole del GP di Singapore 2011

Torna il consueto appuntamento con le Pillole stagionali da quel di Singapore, dove tra i 1700 lampioni di una orgogliosa azienda italiana (lo ripetiamo se non l’aveste ancora sentito dire..) la spunta un giovane di belle speranze di nome Sebastian Vettel. E da lui partiamo.

In copertina il vero motivo per cui tutti sono andati a Singapore. La ruota panoramica. Ecclestone ha in previsione di piazzarne una per ogni GP come segno distintivo della F1. A patto che abbiano 28 cabine e percorrano un giro (di pista?) in almeno 40 minuti.

1 – Sebastian Vettel – I soliti noti
Gira voce dal 2010 (almeno in Italia, non sappiamo all’estero), che questo 24enne sia un paraculato. Insomma, anche questa verrà annoverata tra le vittorie fortunose in sella ad un toro drogato. Un Mondiale molti dicono si possa vincere per caso (ma già su questo abbiamo dei dubbi), ma quando sono due non è che, appunto per caso, forse è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare? Non sia mai.

2 – Jenson Button – Abracadabra
Ma quale Paracarro, questo è un adepto di David Copperfield. Parte, sparisce per tutta la gara, lascia la scena al compagno che compie qualsiasi azione in pista e fuori, e a fine gara te lo ritrovi secondo, primo degli umani, sorridente come un modello. Mai valutazione fu più errata come quella nei suoi confronti, da 10 anni a questa parte. Un Prostino.

3 – Mark Webber – Sgasato
Sempre per l’italica filosofia del complotto a tutti i costi, dovremmo dire che Webber guida in teoria la stessa vettura di Vettel, ma in realtà solo una brutta copia in polistirolo verniciato. Invece no, guida il medesimo aeroplano ma, lui, non lo fa decollare. Prova evidente del fatto che puoi avere la migliore attrezzatura, ma se non la sai sfruttare lotti per il podio e basta. Degni di nota giusto i due sorpassi su Nando.

4 – Fernando Alonso – Anima e cuore
Chissà se, alla Ferrari, smetteranno di assegnare alle loro Monoposto nomi da anniversari o simili. Dopo la F60, la F150 si dimostra non all’altezza della situazione e, rincariamo la dose, vediamo a questo giro quale testa verrà tagliata per una stagione peggiore della scorsa. Detto questo, Nando sfrutta pista, cordoli, muretti di sponda e quant’altro, risfodera il casco di Monaco, ma il tutto non serve a nulla quando si arriva ad un minuto dalla vetta, e grazie alla Safety Car. Sulla ruota panoramica chissà chi vorrebbe mandarci, lui.

5 – Lewis Hamilton – Croce e delizia parte 2
Luigino in questo weekend ci ha mostrato tutto il suo repertorio. Cazzate, rimonte, sorpassi. C’è chi vorrebbe strappargli la superlicenza, chi vorrebbe stampargli un cartone in faccia (Felipe..) e c’è chi concorda nel dire che questo ragazzo è nato con 20 anni di ritardo. Purtroppo per lui corre nel periodo sbagliato e fatica ad adeguarsi a questo “format” da gentiluomini. E’ chiaro che non esistono più i contatti di gara, almeno quando in mezzo c’è lui.

6 – Felipe Massa – Ave Maria
A questo punto pensiamo che nemmeno un viaggio a Lourdes potrebbe fargli ritrovare il sorriso. Una volta che regge e bene il ritmo del compagno di squadra, arriva l’artiglieria argentata a relegarlo nelle posizioni che NON contano. Se ci aggiungiamo la depressione cronica che lo accompagna almeno da Hockenheim 2010, ne viene fuori che mentre Hamilton rimonta, lui rimane dov’è. Che qualcuno faccia qualcosa, per favore, basta con l’accanimento terapeutico.

7 – Michael Schumacher – Volare..oh oh..
Da Maestro quale è, non voleva essere da meno rispetto ai vari Raikkonen, Fisichella e Kobayashi che hanno dato spettacolo alla famosa chicane tripla. Ha voluto dimostrare che anche lui sa volare alto ma, per un errore di calcolo, dopo il trampolino di Perez non è riuscito a superare in volo la barriera di gomme, oltre la quale si sarebbe trovato comodamente in testa. Sarà per la prossima.

8 – Bruno Senna – Chi vivrà vedrà
Il ‘raccomandato’, quello che di Senna ‘ha solo il cognome’, giunge ‘stranamente’ davanti di circa 35 secondi rispetto al compagno Petrov, dopo averlo buttato fuori dalla Q1 in qualifica. Altra dimostrazione del fatto che i giudizi a priori sono sempre rischiosi, specialmente quando chi li emette si erge a riferimento assoluto del giornalismo. Sia chiaro, nessuno sta dicendo che il ragazzo sia un fenomeno, ma la premeditazione nell’affermare il contrario è, al momento, smentita dai fatti.

9 – Jaime Alguersuari – Ops
Mettetevi nei suoi panni. Corre per quasi due ore, di sera, con 45 gradi in abitacolo, in un kartodromo con 23 curve. Mancano solo due giri al termine della gara, sta per vedere la fine dell’incubo, morto dalla stanchezza e cosa fa? Va a sbattere. Ecco, altro che Toro Rosso, forse è meglio non avvicinarsi al buon Jaime per qualche ora..

10 – La favoletta di Singapore
“La barca sopra i grattacieli”, “la ruota panoramica con 28 cabine che percorre un giro in 40 minuti”, “lo stile di vita migliore al mondo”, “i 1700 lampioni di un’azienda italiana”, “lo scenario suggestivo”. Mancano Heidi con le caprette che fanno ‘ciao’, i Puffi, Gargamella e abbiamo completato il quadretto. Ah no, manca una cosa. C’era una gara di F1 a contorno del tutto.

Fuori Concorso – Bernd Maylander
E’ stato breve ma intenso. A questo giro il Nostro è entrato in scena di notte, illumimando d’immenso il tracciato e guadagnando altri punti validi per il suo personalissimo Mondiale. E’ comunque deluso alla fine della corsa. La pioggia tanto annunciata avrebbe cambiato tantissimo gli equilibri in gara. Sarà per la prossima, ricordate il sabato di Suzuka l’anno scorso?

MENZIONI SPECIALI

I cordoli che saltano
In qualche modo i costi bisogna limitarli, e se è vero che si spende l’ira del Signore per permettere alle luci artificiali di illuminare la pista, ecco che si risparmia sui bulloni dei cordoli. Basta comprarne la metà e prenderli in legno, figuriamoci se qualcuno se ne accorge.

La chicane tripla
Per venire incontro alle richieste di spettacolo, ecco una bella chicane tripla con cordoli alti 50 cm. Risultato: da 4 anni a questa parte almeno due o tre piloti si ritrovano a muro dopo volo d’angelo. E’ così difficile eliminarla e lasciare una normalissima curva a sinistra? Ah, no, non si vede lo sponsor sui cordoli (se non saltano).

Jean Alesì e la 500 miglia di Indianapolis
Jean, anni 47, ha deciso di provare a correre la prossima 500 Miglia di Indianapolis. Una volta venuto a conoscenza della notizia, Schumi, anni 43 (quasi), si è sentito ringiovanito di altri 10 e ha annunciato che parteciperà al Mondiale di F1 fino al 2020 e alla 500 Miglia del 2025.

Appuntamento a Suzuka per la prossima edizione. Anche là c’è una ruota panoramica.

Alessandro Secchi
F1Grandprix.it

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