F1 | Gran Premio di Monaco: l’analisi delle qualifiche

Hamilton conqusita la pole dedicandola a Niki Lauda

F1 | Gran Premio di Monaco: l’analisi delle qualifiche

Cambia la pista, cambia la tipologia di tracciato, ma il risultato è sempre il solito monologo Mercedes. Anche nelle qualifiche del Gran Premio di Monaco, sesta tappa del mondiale 2019 di Formula 1, a conquistare l’intera prima fila è stata la Mercedes, capace di ottenere il quinto “front-row lockout” della stagione. A spuntarla per pochissimi millesimi e a prendersi la pole position è stato Lewis Hamilton, il quale nell’ultimo tentativo è riuscito a mettere insieme un buon giro, sufficiente per garantirsi la casella più ambita sullo schieramento di partenza e per dedicarla ad una persona che purtroppo ci ha lasciato recentemente, Niki Lauda.

Al fianco dell’inglese partirà il compagno di team, Valtteri Bottas, staccato di soli 86 millesimi dalla sua prima pole nel Principato, nonostante il finlandese possa recriminare per il secondo e decisivo tentativo in cui il traffico e le gomme troppo fredde hanno pregiudicato la sua prestazione ed una possibile partenza dal palo. Dietro alle due schiacciasassi Mercedes si è inserito l’affidabile Max Verstappen, in grado di essere sempre pronto nel momento decisivo fino ad ora. Non è andata altrettanto bene all’altra Red Bull, quella di Pierre Gasly, quinto tempo assoluto ma penalizzato con tre posizioni di penalità sulla griglia per aver ostacolato un altro pilota nel corso della Q2. Tra le due lattine si è inserita la Ferrari di Sebastian Vettel, il quale ha gettato il cuore contro l’ostacolo a dispetto delle mancanze tecniche della sua SF90: il tedesco ha baciato diverse volte il muro nel corso delle qualifiche, ma è chiaro che stesse cercando di dare il tutto per tutto in una situazione complicata.

Eccellente prestazione di Kevin Magnussen, sesto al termine delle qualifiche sulla Haas, posizione che gli ha permesso di essere il primo tra i team di seconda fascia. Grazie alla penalizzazione di Pierre Gasly, il danese guadagnerà una casella sulla griglia, cosa che gli permetterà di partire dal quinto posto, subito dietro a Sebastian Vettel. Pian piano anche Daniel Ricciardo sta facendo significativi progressi con la sua Renault e il settimo tempo conquistato nelle qualifiche, su una pista come Monte Carlo dove il feeling con la vettura deve essere perfetto per ottenere il massimo, lo dimostra. Grande giornata anche per la Toro Rosso, capace di piazzare entrambe le monoposto in top ten: Daniil Kvyat partirà dall’ottavo posto in griglia, mentre il compagno di squadra, Alex Albon, scatterà dalla decima casella. Tra le due macchine del team italiano si è inserita la McLaren di Carlos Sainz Jr., bravo ad entrare in Q3 nonostante le difficoltà incontrate nelle prove libere a causa di alcuni inconvenienti tecnici sulla sua MCL34.

A far notizia è indubbiamente l’esclusione anticipata in Q1 di Charles Leclerc, figlia di un errore al muretto nelle previsioni di miglioramento della pista. La squadra italiana credeva di essere al sicuro con il tempo fatto segnare precedentemente dal monegasco, ma il progressivo miglioramento delle condizioni del tracciato è stato più ampio di quanto preventivato dagli uomini in Rosso, portando quindi alla clamorosa esclusione dell’idolo di casa già nelle prime fasi della qualifica. Tra le delusioni di giornata, non ci può non essere anche l’Alfa Romeo, fuori con entrambe le monoposto già in Q2, ma consapevole che quello di Monaco sarebbe stato un appuntamento complicato.

Q1: Leclerc eliminato nel caos Ferrari

Se nelle zone nobili della classifica non vi sono state particolari sorprese, con Mercedes e Red Bull subito competitive e in grado di ottenere il tempo sfruttando un solo set di gomme morbide, lo stesso non si può dire della Ferrari, autore di una Q1 in sofferenza. Sebastian Vettel è riuscito a conquistare l’accesso alla Q2 solamente negli ultimissimi secondi, mentre Charles Leclerc è stato eliminato anticipatamente a causa di un errore del muretto. Ma per capire cosa sia successo in casa Ferrari è utile fare un passo indietro e partire dicendo che quello di Monte Carlo è un tracciato su cui la pista evolve costantemente, dove i tempi si abbassano giro dopo giro e dove è importantissimo avere chiaro una visione di come essa andrà a migliorare. Per fare ciò i team si affidano a complessi algoritmi che, basandosi sui dati a disposizione (come temperatura ed altre condizioni atmosferiche), i dati provenienti dalla vettura, quelli Pirelli e quelli acquisiti durante le prove libere, tentato di calcolare quale possa essere il tempo di “taglio”, utile per passare alla prossima fase della qualifica. Parlando delle squadre di fascia alta, generalmente questi algoritmi risultano particolarmente utili nel momento in cui si tenta di ottenere un crono utile per passare alla fase successiva usando una mescola più dura rispetto ai rivali in Q2, in quel caso sfruttando anche i dati dei delta tra i vari compound. Su una pista come quella di Monaco, però, dove il tracciato migliora costantemente, è importantissimo riuscire ad essere subito competitivi ed avere chiaro come lo stesso andrà ad evolversi, in particolar modo nel momento in cui gli altri piloti di centro-gruppo andranno a montare gomme nuove e tentare l’assalto al tempo. Ed è proprio in questo frangente che la Ferrari ha commesso l’errore che ha poi portato all’eliminazione di Charles Leclerc. Tutto ciò è anche coinciso con le difficoltà di Sebastian Vettel nell’ottenere un buon tempo per passare il taglio della Q1, causa traffico, alto quantitativo di benzina e un piccolo errore, tanto che il tedesco è stato costretto ad usare un secondo set di gomme morbide per strappare un crono valido per passare alla Q2. Ma anche nelle difficoltà del quattro volte campione del mondo è possibile comprendere l’errore commesso dal muretto della Rossa: prima di scendere in pista con il secondo set soft, infatti, Vettel stava completando un tentativo giro veloce, concluso però anticipatamente per una piccola toccata al muro nella zona delle piscine. Paradossalmente è stata proprio questa toccata a salvare il tedesco dall’esclusione in Q1, in quanto per quel tentativo il muretto gli aveva chiesto di ottenere un tempo di 1:12.2, un crono che secondo la squadra di Maranello sarebbe stato sufficiente a passare la tagliola senza conseguenze: al contrario, però, quella previsione della Ferrari si è poi rilevata inesatta, e se Vettel non fosse tornato ai box per montare un secondo set di gomme soft, molto probabilmente ad essere escluso dalla Q1 non sarebbe stato il compagno di squadra Charles Leclerc, ma Sebastian Vettel stesso.

Anche se a conti fatti il monegasco è stato escluso per solo mezzo decimo, indubbiamente rimane difficile da comprendere la scelta della Rossa di non mettersi in sicurezza facendo uscire il numero 16 in modo da trovarsi già in pista nel caso vi fosse stata la necessità di tentare un nuovo giro veloce. Chiaramente l’obiettivo era quello di salvare un nuovo set di gomme, ma su una pista come quella di Monte Carlo, dove notoriamente sorpassare risulta estremamente complicato, non ci può permettere di prendersi un tale rischio con un margine così ristretto. Per avere un riferimento più concreto, basta dare un’occhiata alla progressione dei tempi delle Renault e delle Racing Point, in particolare di Nico Hulkenberg, capace di migliorarsi di circa un secondo e mezzo nel giro di 10 minuti. Si è trattato quindi di un doppio errore da parte del muretto Ferrari, non solo nelle previsioni (per cui comunque generalmente viene lasciato un piccolo margine) di miglioramento della pista, ma anche nel non aver mandato fuori il monegasco nonostante un vantaggio di soli pochi millesimi rispetto al tempo di riferimento previsto dal muretto stesso. Tutto questo solo per salvare un nuovo set di gomme.

Oltre al già citato Leclerc, a trovare l’esclusione dalla prima frazione di qualifica sono state anche le due Racing Point e le due Williams. Se per la squadra di Grove non è ormai una novità, sicuramente si è trattato di una giornata molto deludente per la Racing Point, mai davvero competitiva fino ad ora nel corso di questo weekend. “Questo fine settimana abbiamo faticato a trovare il ritmo e andando in qualifica, sapevamo che non sarebbe stato facile. Alla fine, avevamo bisogno di un decimo o due per fare la differenza e passare alla Q2; semplicemente, ci siamo persi. È stata una giornata deludente perché sappiamo quanto sia importante la qualifica a Monaco e la gara si decide con la posizione in pista”, ha commentato Sergio Perez alla fine delle qualifiche.  

Q2: Fuori le due Alfa Romeo

La seconda frazione di qualifiche ha visto diverse sorprese ma anche alcune conferme rispetto alle aspettative pre-weekend di gara. Si sapeva che sarebbe stato un fine settimana complicato per l’Alfa Romeo, in carenza di carico aerodinamico rispetto alle concorrenti. In particolare, le maggiori difficoltà si sono riscontrate nella gestione degli pneumatici, fattore che ha influenzato non poco la sessione delle qualifiche: nel tentativo di portare in temperatura le gomme anteriori, spesso si è finito col portare fuori finestra le coperture posteriori, ottenendo fenomeni di sovrasterzo e di scivolamento. Ciò, chiaramente, non aiuta su una pista in cui bisogna essere perfetti e dove il muro è a solo qualche centimetro di distanza. “Semplice, non siamo stati abbastanza veloci” – ha commentato Raikkonen a fine qualifica -. “Siamo riusciti a fare il nostro giro più veloce del weekend in qualifica, ma le altre macchine sono migliorate molto più di noi. Abbiamo faticato con il bilanciamento e quando ho avuto grip nella parte anteriore, il posteriore scivolava, e una volta risolto questo problema, allora non ero più a mio agio con il davanti della vettura”. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la giornata del team con licenza svizzera, è stata la penalità inflitta ad Antonio Giovinazzi per aver ostacolato Nico Hulkenberg in Q1: situazione in realtà figlia di un errore del muretto, il quale ha avvisato troppo tardi il pilota italiano di avere il tedesco della Renault alle proprie spalle.

È stata una sorpresa anche l’esclusione di Romain Grosjean, ma vi è una chiara spiegazione dietro all’eliminazione del francese. Il pilota della Haas, infatti, è stato ostacolato da Pierre Gasly durante il suo giro veloce e ciò non gli ha permesso di ottenere un tempo valido per passare la tagliola della Q2, nonostante l’alto potenziale della vettura. Esattamente come Giovinazzi, Gasly non era stato avvisato in tempo dal muretto di avere un altro pilota alle proprie spalle, con conseguente penalizzazione e perdita di tre posizioni in griglia. A concludere anticipatamente la propria qualifica sono stati anche Lando Norris e Nico Hulkenberg, fuori per pochissimi millesimi.

Q3: Hamilton si prende la pole, rimpianto Bottas

La terza ed ultima frazione delle qualifiche ci ha regalato spettacolo nella lotta alla pole position, con le due Mercedes pronte a giocarsi la casella più ambiata. Quella di Monaco è una sessione speciale, una delle più belle della stagione, dove conta la fiducia del pilota nella propria vettura, dove conta saper cercare il limite, sfiorando i muri ma senza andarci contro. È adrenalina, è spettacolo, è una sfida per tutti i piloti, una battaglia che tutti vogliono vincere.

Ad aggiudicarsi la pole position è stato Lewis Hamilton, con un vantaggio di soli 86 millesimi sul compagno di squadra, nella gioia per un traguardo da dedicare a chi non c’è più, Niki Lauda: “Questa è una delle migliori pole position che io ricordi” – ha dichiarato Hamilton nel post qualifiche -. “Abbiamo avuto tanti successi negli anni, ma questa significa tantissimo: è stata una settimana difficile per il team e io personalmente ne ho risentito molto. Come team stiamo continuando a fare dei passi in avanti tutti insieme, diventando più forti e migliorando le nostre prestazioni. Sono orgoglioso, di tutti: siamo abbattuti per quanto è successo e stiamo cercando di risollevarci per dedicare il risultato a Niki. A Monaco non ho raccolto molto negli anni, non sono riuscito mai a fare un giro perfetto, ma credo di averlo quasi raggiunto oggi. Questa pole è per Niki” ha poi aggiunto l’inglese. La pole è arrivata nonostante un errore a “La Rascasse”, dove il 5 volte campione del mondo ha perso leggermente la vettura in ingresso curva.

È stata una battaglia che si è giocata sul filo dei millesimi ed in cui la preparazione e la gestione delle gomme ha fatto la differenza. Lo sa bene Valtteri Bottas, rimasto vittima di un giro di lancio non particolarmente favorevole, che non gli ha poi permesso di lottare concretamente per la pole position nel secondo e decisivo tentativo. Il finlandese, nonostante avesse preso del margine, infatti, ha trovato del traffico nell’ultimo settore della pista, vedendosi costretto a rallentare in modo importante e a perdere temperatura nelle gomme. Ciò non gli ha permesso di preparare nel migliore dei modi il suo giro di preparazione per l’assalto al crono finale, tanto che, dando un’occhiata al giro poi abortito, sia nel primo che nel secondo settore Bottas soffriva di evidenti problemi nel bilanciamento della vettura, con la monoposto che si muoveva in modo importante a centro/uscita di curva con evidenti sovrasterzi. Senza traffico, molto probabilmente Valtteri sarebbe riuscito a ricucire quel distacco di 86 millesimi e a strappare la pole al compagno di team, conquistando oltretutto una posizione privilegiata in vista della gara: “Al momento sono deluso delle mie qualifiche, pensavo di avere la velocità per fare la pole, mi sentivo bene sulla macchina. Al primo tentativo potevo fare meglio, al secondo ho trovato un sacco di traffico nel giro di preparazione, ho dovuto rallentare in alcuni punti e le gomme hanno perso la temperature”.

Ad aprire la seconda fila sarà Max Verstappen, ancora una volta fonte di salvezza per la Red Bull, capace di portare la RB15 anche davanti ad una Ferrari in netta difficoltà, cosa che non è successa al compagno di team. Molto probabilmente il distacco dalle due Mercedes poteva essere più contenuto, ma esattamente come accaduto a Bottas, anche Verstappen è stato vittima del traffico di Monte Carlo, vedendosi costretto a rallentare nelle ultime curve prima del suo tentativo con il risultato che le gomme sono uscite fuori dal range ideale di temperatura, risultando troppo fredde, come confermato dall’olandese stesso nel post-qualifiche: “In Q3 non sono riuscito a mettere in temperatura le gomme nel range che volevamo, il che ci è costato un po’ di tempo sul giro, ma non ne avevamo per conquistare la prima fila. Nel complesso mi sento a mio agio con la macchina, continuiamo a spingere per migliorare: ovviamente superare qui è difficile, quindi sarà molto complicato poter recuperare posizioni in gara, ma se riuscissimo a rimanere vicini alle Mercedes allora chissà cosa si potrebbe fare con la strategia. Qualunque cosa accada spingerò forte come sempre per il risultato migliore”.

Giornata deludente in casa Ferrari, complice non solo l’esclusione di Charles Leclerc in Q1, ma anche il quarto posto ottenuto da Sebastian Vettel, lontano da chi lo precede. Il tedesco è stato protagonista di un piccolo errore nel corso del suo ultimo tentativo, finendo per toccare leggermente le barriere nell’ultimo settore, ma realisticamente sarebbe stato complicato riuscire ad ottenere più di un quarto posto, data la rapidità mostrata anche dal duo Verstappen-Red Bull. Per l’ultimo crono c’è stata un’interessante discussione tra il pilota e il muretto riguardo alla modalità con cui scendere in pista e la posizione, se provare due giri per cercare di portare al meglio le gomme in temperatura oppure se farne uno singolo ed evitare il traffico. Oltretutto il tedesco aveva espressamente richiesto di essere messo nella posizione di poter completare un giro di out-lap senza nessuno davanti, in modo da preparare nel miglior modo possibile ed evitare qualche problema di traffico come accaduto a Verstappen e Bottas. “È stata una giornata difficile per tutto il team. Io sono finito contro le barriere nella terza sessione di prove libere ma i ragazzi sono stati bravissimi a riparare la macchina e a mettermi in condizione di disputare le qualifiche. Purtroppo abbiamo fatto fatica a far lavorare bene le gomme nel Q1 e questo mi ha costretto a ricorrere a un set ulteriore. Io quindi mi sono qualificato ma così è rimasto escluso Charles che in quel momento era 15°”, ha commentato Vettel a fine qualifiche.

Da segnalare l’ottima prestazione di Kevin Magnussen, qualificatosi sesto (partirà quinto data la penalizzazione di Pierre Gasly) e capace di sfruttare al meglio il potenziale della sua Haas. La squadra americana, fino ad ora, si è dimostrata davvero competitiva su questa pista e, come ci ha abituato diverse volte in questa stagione, il giro secco sembra essere un punto di forza rispetto al passo gara, dove è già capitato che la VF19 abbia poi deluso: gli aggiornamenti sembrano però aver spinto la vettura nella giusta direzione, riuscendo parzialmente a risolvere quei problemi di gestione delle gomme che l’avevano afflitta nelle prime gara. “Una sessione davvero buona. Avevo una macchina buona, potevo spingere, mi sentivo a mio agio. Ho messo un sacco di stress sui ragazzi con il danno all’ala anteriore nella sessione dopo aver baciato il muro, hanno fatto un lavoro fantastico per sistemare e mandarmi di nuovo fuori. Sono entrato in Q3 con un buon giro, poi ne ho fatto un altro. Sappiamo quanto sia importante qualificarsi bene su questa pista, quindi sono estremamente soddisfatto. È stato un lavoro perfetto da tutto il team, non solo da me, è stato un lavoro di squadra”, ha poi aggiunto un soddisfatto Kevin Magnussen.

Le strategie per la gara

Indubbiamente programmare strategie a Monaco è sempre un terno al lotto, può capitare davvero di tutto e l’entrata della SC è sempre dietro l’angolo. Senza dimenticare che per la giornata di domenica non è da escludere che qualche goccia di pioggia possa cadere sul tracciato, rendendo ancor più complicata la pista. Secondo quanto previsto da Pirelli, la strategia più veloce su pista asciutta sarebbe quella di partire con la soft, per poi fermarsi dal 10° al 22° giro per montare la mescola dura, compound che quasi nessuno ha provato durante le libere. Strategia forse più realistica, seppur leggermente più lenta secondo Pirelli, è quella di partire con le soft per poi passare alle medie dal 18° al 25° giro. Senza dubbio, però, su una pista come quella di Monte Carlo è fondamentale riuscire a trovare il momento giusto in cui effettuare il pit stop, perché il rischio è quello di ritrovarsi nel traffico e perdere tempo prezioso: generalmente, quindi, l’overcut è una strategia che può funzionare se sfruttata a dovere e con un po’ di fortuna. A riguardo sarà interessante vedere come i piloti gestiranno la mescola soft C5 (la vecchia hypersoft).

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