Pit Stop: il meglio della settimana

Tutto quello che vi siete persi in F1 negli ultimi sette giorni

Pit Stop: il meglio della settimana

La F1 corre veloce e anche quando i nostri eroi non sono impegnati in pista non mancano di tenerci compagnia con le loro avventure e dichiarazioni tra una tappa e l’altra. A coloro che ogni giorno ci seguono appassionatamente da queste pagine, abbiamo pensato di regalare un “pit stop” a settimana, per ricapitolare il meglio delle ultime notizie e tenervi compagnia fino al prossimo Grand Prix.

Lewis D’Arabia, fresco vincitore tra le dune di Sakhir, ha detto “Salam” Nico e se n’è tornato nella gelida Albione, con un bottino di 27 punti di vantaggio sul ‘Principe di Monte Carlo’, frutto del primo tour asiatico stagionale e di un inizio di Mondiale gestito come si confà a un campione del mondo in carica.
Il britannico è cresciuto, ha accantonato l’ansia da prestazione e dato un calcio alla sfiga che nel 2014 in diverse occasioni aveva trovato un pass per il paddock. Insomma, “Puff” Hamilton is in da house!
Con un Mondiale di vantaggio targato Mercedes rispetto a “Prince Charming”, Lewis quest’anno può vantare il jolly della carta psicologica sul suo acerrimo nemico, anche se il biondino dalla sua ha una fame di vittoria ancora da saziare.
Ci prova ogni weekend Nico, non molla ed è un degno avversario, ma ogni volta è costretto a scrollarsi di dosso la polvere alzata da Lewis – quando gli va bene e a Stoccarda fanno festa per una doppietta – e ultimamente anche quella del Cavallino.
Il gap aumenta e Rosberg sa che è ora o mai più. Se non rimane alle calcagna di Hamilton va a finire che quello a fine 2015 fa terna. Del resto, chi vuole arrivare – tifosi esclusi – ancora una volta a giocarsi l’iride all’ultima gara?

Intanto, dentro e fuori l’abitacolo, Louis non si arresta. Lui, che ha un’agenda più fitta di quella di Sua Maestà, che non manca di documentare ogni sua mossa via social, che passa dal pedale del gas a una “scratchata” in consolle con gli amici rapper, che calca i red carpet di mezzo mondo vestito come il cugino di Alexander McQueen, che dal deserto del Bahrain vola diretto sulla parabolica di Monza per farsi un giro con Sir Stirling Moss al volante di una W196 R, non dimenticando però di fare un salto in concessionaria per aggiungere un altro gioiellino a quelli già presenti in garage. Del resto, se guido una Mercedes in pista, perché fuori non posso farmi un giro anche con una LaFerrari e una McLaren P1? E già che ci siamo, facciamola una capatina a Roma per buttare lì una “Magnum” in Zoolander 2 assieme a Ben Stiller!

Hamilton fa il divo e tra un impegno e l’altro ha finalmente trovato anche il tempo di mettere un benedetto autografo su quel benedetto contratto – anche se ancora manca l’ufficialità della cosa. Centotrentatre milioni di dollari per i prossimi tre anni con Mercedes. Con questo “rispettabilissimo” stipendio diventa lo sportivo più pagato di Gran Bretagna. E chi lo ferma più? Nemmeno la recente rottura con la bella Pussycat Doll lo preoccupa. Tanto, per scambiare due chiacchiere e scattarsi un selfie, c’è sempre il fedele Roscoe.

Niente divisimi e piedi per terra invece in Ferrari, dove il ciclone Arrivabene continua ad avanzare puntando dritto verso Brackley. Si respira un’aria nuova sulle colline di Maranello, è il vento della Revolución, quella Rossa, con Vettel e Kimi che si alternano alla guida di questa fenice in rinascita.
Quattro gare su quattro concluse a podio. Troppe emozioni tutte in una volta, tanto che il tedesco in Bahrain ci è andato un po’ in confusione. Ma “errare humanum est” e per un Vettel che commette un po’ troppi errori c’è sempre un Kimi pronto a raccogliere il testimone e a mettere il turbo. L’uomo più loquace di Finlandia a Sakhir ha ribaltato la teoria del Drake, secondo cui per ogni figlio nato si perde un secondo al giro. Kimi ha fatto l’opposto, rifilandoli tutti a Rosberg, che mette così le mani avanti, visto che la sua Vivian è ancora al quinto mese di gravidanza.

In tema di aggiornamenti la Rossa ci dà appuntamento al Canada. Una power unit pronta a regalare 20/30 cavalli in più farà il suo debutto assieme a una nuova miscela esplosiva, messa appositamente a punto da Shell per la SF15-T – roba che la Red Bull in confronto va bene per farci la camomilla.
Sembra inoltre che il nuovo propulsore sia già stato testato durante l’inverno dalla Sauber, in cambio di uno sconto agli svizzeri sulla fornitura stagionale. Da Hinwil però fanno gli gnorri e negano che questo sia avvenuto. “Se avessimo avuto una bomba sotto al sedere ce ne saremmo accorti”, è più o meno il messaggio di risposta passato ai media in merito alla vicenda.

Intanto Sebastian Vettel fa sapere di aver giurato fedeltà alla Ferrari, dicendo di voler concludere la carriera al volante di una Rossa. Hamilton è avvisato: se mai un giorno si stufasse dei crauti e gli venisse voglia di ciccioli e Lambrusco, dovrà sedersi a tavola con il tedesco.

Dalla McLaren nel frattempo annunciano: “Stiamo arrivando!”, ma senza specificare quando. Vero che Alonso ha tagliato l’ultimo traguardo in undicesima posizione e che in Qualifica ha pure fatto un salto nelle Q2, ma Button a Sakhir la gara se l’è guardata in tv come tutti gli altri, con la sua MP4-30 fermata da un corto circuito.
Insomma, la strada è ancora lunga, e velocità di punta e affidabilità rimangono al momento due spine nel fianco per gli anglo-giapponesi, ma intanto Boullier fa sapere che a Woking tutti hanno imparato il giapponese e che a pranzo in mensa si serve solo del sushi e le cose ora dovrebbero andare meglio.

In quanto ad affidabilità, non se la passano troppo bene nemmeno quelli di Renault. Quando a Viry Chatillon vedono che la chiamata arriva da Enstone o Faenza, nessuno vuole più alzare il telefono. I francesi promettono promettono, ma poi, mantengono?
Intanto ai box papà Verstappen è sempre più paonazzo e il piccolo Max non le manda di certo a dire, definendo il motore della sua STR10 “un incubo”. Ricciardo finisce arrosto sotto la bandiera a scacchi ma continua imperterrito a sorridere (almeno lui), mentre la Red Bull, sbollita la rabbia iniziale si rassegna e conferma che onorerà l’impegno con la Losanga anche nel 2016 visto che, fatti due conti, i successi del passato forse alla fine possono valere come garanzia di fiducia.

La Williams ha paura che in Red Bull mettano di nuovo le ali e, preso atto che il titolo di seconda forza in campo quest’anno tocca alla Ferrari, in attesa di tempi migliori si mette a fare frigoriferi, unendosi alla Aerofoil Energy nello sviluppo di un sistema aerodinamico per ridurre il consumo energetico nei supermercati.

Spostando lo sguardo verso il resto della griglia, questa settimana troviamo Stevens e Merhi che si fanno i dispetti. L’inglese titolare punzecchia lo spagnolo su Twitter, che a sua volta si lamenta di avere per le mani una macchina meno prestazionale rispetto a quella del compagno di squadra – fosse solo lui il problema…
La scaramuccia si risolverà comunque a breve, visto che l’iberico ha annunciato che lascerà la F1 dopo la tappa di casa, per dedicarsi totalmente al campionato Formula Renault 3.5. Al suo posto potrebbe arrivare Giedo van der garde, con la sua valigetta da 15 milioni di euro, “regalo” della Sauber a inizio stagione.

Assicurano di essere ottimi compagni di squadra invece i due rookie figli d’arte della Toro Rosso, anche se Sainz jr di recente è salito in cattedra all’Università di Roma Tre – nell’ambito del progetto Red Bull on Stage 2015 – per mettere in guardia il suo primo avversario. “Posso battere Verstappen”, ha assicurato.

Madre FIA dà e madre FIA toglie. In Bahrain ci hanno regalato le scintille, ma a Barcellona tutti sull’attenti perché arrivano controlli più severi sul flussometro. Nel paddock si aggira infatti la vocina secondo cui Ferrari e Mercedes avrebbero trovato il modo di utilizzare più dei 100kg di benzina consentiti.
Intanto lo zio Bernie continua a fare il giocoliere con il calendario: cancellata la Germania, rimangono a rischio quelli di Monza, mentre fa la sua apparizione tra le ipotesi future l’Azerbaigian e già che ci siamo ributtiamo in campo anche Valencia.

E mentre il countdown per la prima tappa europea della stagione scandisce i giorni da qui a Barcellona, apprendiamo che nel 2008 la camorra voleva commettere un omicidio al Montmelò. Per quest’anno ci auguriamo che la sicurezza faccia il suo dovere e che, se proprio il Gran Premio deve tingersi di rosso, sia almeno quello Ferrari.

Nina Stefenelli

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