Leclerc, nessuna crisi, il problema è il sottosterzo

Piovono disamine psicologiche su Leclerc, ma il discorso è semplice: Sainz è più a suo agio con l'attuale assetto della SF-23

Leclerc, nessuna crisi, il problema è il sottosterzo

Nessuna sfida interna, nessun dualismo, nessun ribaltamento di gerarchie, né tantomeno ridimensionamento del talento di Charles Leclerc. Le attuali difficoltà del monegasco hanno tutte una semplice spiegazione tecnica, e lo stato di forma di Carlos Sainz non c’entra nulla.

Leclerc soffre l’attuale assetto “ottimale” della SF-23, una monoposto complicata da mettere a punto ed imprevedibile, a tratti inguidabile, affinata dagli ingegneri nel corso della stagione, che rende soltanto con un setup tendente al sottosterzo, con lo spagnolo che va a nozze con una vettura più scivolosa e dura in inserimento curva, mentre il monegasco predilige un’auto puntata all’anteriore, più reattiva e sovrasterzante.

Da giorni leggiamo fiumi di parole sul confronto tra Sainz e Leclerc, sullo spagnolo che tra Monza e Singapore “si è preso la Rossa”, “si è imposto come prima guida”, è “uscito sulla distanza con il suo approccio metodico”, “è più esperto e più freddo”, frasi sensazionalistiche e retoriche buone per una narrazione che vuole per forza raccontare di un confronto di ampio respiro, di una singolar tenzone tra i due alfieri del Cavallino, della forza dell’uno sull’altro. Puttanate.

Spesso e volentieri tutto ciò che accade in uno sport chirurgico ed estremo come la Formula 1 ha una spiegazione razionale e per nulla emotiva. La Ferrari SF-23 non è una macchina ben riuscita, ma una vettura difficilissima da mettere a posto. Basti ricordare la corse di Miami con entrambi i piloti sbigottiti per il comportamento nervoso e indecifrabile della vettura da una curva all’altra. Pian piano i tecnici di Maranello hanno iniziato a comprendere la monoposto, trovando un assetto “ottimale”. Ebbene questo assetto rende l’auto sottosterzante, una condizione che mal si sposa con la guida di Leclerc, mentre è molto più adatta ai gusti di Sainz.

Ecco spiegata l’obiettiva crescita dello spagnolo, che non nasconde di trovarsi molto più a suo agio con l’attuale monoposto rispetto alla precedente F1-75. Ed ecco spiegato il passo indietro di Leclerc, il quale pare improvvisamente sovrastato da un team mate che in quanto a velocità pura gli è stato sempre dietro. E il monegasco, in modo molto sereno, ha spiegato ai microfoni di non amare l’attuale compromesso di assetto raggiunto dai tecnici di Maranello. Aggiungendo però come sia giusto che la Ferrari lavori al meglio in ottica futura. Senza la minima polemica.

Il punto è che nessun pilota rende al meglio con un’auto che fa a cazzotti con le proprie esigenze. Se la Red Bull andasse incontro a Perez, per dire, il messicano starebbe molto più vicino a Verstappen. Leclerc non può chiedere attualmente un’auto puntata davanti come piace a lui semplicemente perché la SF-23 va forte solo con questo assetto di “compromesso”, altrimenti diventa imprevedibile. Sainz non sta ridimensionando Leclerc, né quest’ultimo è sfiduciato o in crisi. Sono due ottimi piloti, starà alla Ferrari riuscire ad accontentare entrambi in termini di setup.

Antonino Rendina

5/5 - (3 votes)
Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Focus F1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati