La Pagelle del Gran Premio d’Europa

Voti al Weekend di Baku

La Pagelle del Gran Premio d’Europa

NICO ROSBERG 10

Alias “piatto ricco mi ci ficco”, Nico firmerebbe carte false per avere ogni weekend Lewis così distante e così in black out. Il secondo grande Slam arriva facile come bersi un bicchiere d’acqua per il tedesco, in un Gran Premio d’Europa tutt’altro che difficile, dove, forse per non umiliare gli avversari, decide a metà della corsa di alzare un po’ il ritmo giusto per dare qualche vana illusione agli inseguitori. Neanche il tempo di chiedersi il perché di quei due o tre giri lenti che lui è già giù di nuovo a far segnare tempi record. A questo giro è lui il nuovo Hammer Time!

SEBASTIAN VETTEL 8.5

In questo appuntamento finalmente Seb è tornato in grande spolvero ad essere quel pilota veloce e costante che conoscevamo. Niente errori, niente sbavature. I sorpassi giusti al momento giusto ma soprattutto la soddisfazione di avere tirato fuori dalla macchina il massimo che si potesse avere. Il compito era quello di arrivare secondo, e lui ci è riuscito con grande determinazione. Da adesso in avanti l’obiettivo è quello di spingersi oltre per salire più in alto di tutti una volta sotto la bandiera a scacchi.

SERGIO PEREZ 8

Se vi sembra troppo basso il voto di fine gara del Messicano considerate il grave errore che ha commesso al termine delle Libere 3, quando è andato a sbattere contro le barriere danneggiando il cambio rimediando una penalità di cinque posizioni in griglia a causa della sostituzione di questo. Vista la competitività della macchina, ma soprattutto la sua straordinaria velocità su questa pista, il weekend poteva sicuramente andare a chiudersi un gradino più in alto come minimo. Probabilmente Sergio era l’unico che sarebbe riuscito a rimanere più vicino alla Mercedes di Rosberg, più di quanto non lo sia stata la Ferrari di Vettel. Questo, ad ogni modo non cancella l’ottima prestazione mostrata in gara, coronata da un soddisfacente podio.

KIMI RAIKKONEN 6.5

Discorso analogo va fatto per il finlandese. Qui a Baku ha messo in pista più grinta rispetto a quanto – poco – fatto vedere in Canada. Il passo veloce fin da subito gli ha permetto di sorpassare Ricciardo due volte in pista, e una guida votata al controllo delle gomme gli ha permesso di evitare un eventuale secondo stop che lo avrebbe riportato nel traffico del gruppo centrale. Certo Kimi ha da mangiarsi alla grande le mani, per un podio, che poteva essere doppio per il Team, perso a causa di un errore a dir poco banale. Il suo errore in gara, come hanno dimostrato i risultati finali è stato più grave di quello del Messicano nelle Libere 3.

LEWIS HAMILTON 5

Lewis sta a Baku come un gatto sta all’acqua. Inaspettatamente dopo due vittorie che lo vedevano lanciatissimo nella rimonta alla testa della classifica, il campione inglese mette in scena uno dei suoi peggiori weekend di sempre, solo meglio forse della combo Cina-Brasile 2007. Al sabato ogni volta che scende in pista le sue gomme gridano pietà, e non c’è stata via di fuga che non abbia ispezionato a dovere. Chiude le qualifiche verificando che le barriere nel tratto della città vecchia siano ben solide, e purtroppo per lui lo sono fin troppo. La domenica chiamato ad una grande rimonta, fin dalla partenza si trova in grande difficoltà e riesce a sorpassare solo grazie al rettilineo principale lungo un anno luce. A metà della corsa, quando sembra bello lanciato alla caccia di Perez e del probabile podio comincia a non capire più niente di cosa sta succedendo alla sua vettura e a cosa deve fare con il volante. Risolto il problema del settaggio dei comandi elettronici ecco che arriva il degrado delle gomme … senti Nico, prenditeli questi 25 punti e ci vediamo in Austria (altra pista notoriamente simpatica a Luigino…)

VALTTERI BOTTAS 6.5

 

A detta d Rob Smedley nel pre gara la Williams aveva il passo da prima fila nelle qualifiche, e mannaggia alla bandiera rossa. Valtteri che parte ottavo segue per venti e passa giri il gruppo di testa, ritardando il più possibile la sosta, tanto che al momento del pit si trova terzo, ma la strategia non paga, e lui ritorna in pista ancora ottavo. Guadagna le due posizioni che lo portano al sesto posto grazie al secondo pit di Ricciardo e del suo compagno Massa, con una seconda parte di gara tra Hamilton e un gruppo di piloti più staccati che si sono dati battaglia.

DANIEL RICCIARDO 5

E la rossa no, e la gialla anche lei si consuma, proviamo la bianca già che siamo qui. Chissà che cosa pensavano in Redbull quando hanno deciso gli assetti, se davvero puntavano tanto sulla prestazione in qualifica, ma che senso ha perdere così tanto in gara. Probabilmente pensavano in una Montecarlo due dove parti davanti e arrivi davanti, ma non avevano contato il lungo (lungo lungo lungo) mare. Daniel corre fin da subito con una vettura che fa fatica a tenere il passo di tutti gli altri a causa del degrado delle gomme. Al muretto decidono di montare le soft, poi ancora le medie, finchè la situazione non si risolve, ma è davvero troppo tardi. Sceso ai margini della zona punti, l’australiano riesce a riprendersi il settimo posto ai danni di un Hulkenberg altrettanto in crisi di gomme.

MAX VERSTAPPEN 5

Cominceremo a chiamarlo l’uomo degli alti e bassi. Uomo … ragazzo semmai. Passa da fine settimana strepitosi a prestazioni mediocri come quella di questa domenica. È vero anche per lui è valido il discorso dell’usura delle gomme, ma sia in qualifica che in gara non va oltre le ultime posizioni della top ten, se non altro concedendo un po’ di relax a Ricciardo. Sinceramente ci piacciono di più e gare in cui sfodera quel tocco di classe e sregolatezza che mancano in questa F1 asettica.

NICO HULKENBERG 6

Senza i capitomboli in classifica degli ultimi due giri, in cui, in poche curve perde due posizioni ai danni di entrambe le RedBull, staremmo parlando di una gara strepitosa. Si, perché partendo dalla dodicesima piazza, Nico riesce a risalire fino alle spalle di Bottas, restando però appeso ad un filo, il filo che vede la prestazione delle sue Supersoft calare di giro in giro. Quando i giri diventano troppi, trenta in questo caso, il filo si rompe e le gomme lo tradiscono facendogli alzare bandiera bianca con i due Tori alle calcagna.

FELIPE MASSA 4.5

Si sa che lui i circuiti cittadini non li ha mai digeriti. Ciò nonostante al sabato risulta essere quello messo meglio in griglia, quinto, e ciò fa ben sperare in vista della gara. La domenica, però, la squadra sbaglia totalmente la strategia, facendolo andare su due pit; lui vedendo la sua posizione crollare in classifica non riesce a reagire e si affossa su un pesantissimo meno cinque posizioni perse in gara rispetto alla partenza.

JENSON BUTTON 7

Ci è mancato davvero pochissimo alla conquista della zona punti da parte della McLaren in questo Gran Premio. Incredibilmente, dopo un sabato pomeriggio a dir poco disastroso per il pilota inglese, in gara arriva il riscatto. Con una buona partenza Jenson si porta subito in quindicesima posizione, alle spalle del proprio compagno di squadra.  Con la squadra decide di stare su una strategia di gara a due soste, come la maggior parte dei piloti del gruppetto in cui si trova all’inizio della corsa. Anticipando le due soste riesce a scavalcare parecchi avversari, andando nel finale a passare anche Magnussen prendendosi l’undicesima posizione sotto la bandiera a scacchi.

FELIPE NASR 6.5

Finalmente il Brasiliano si sveglia dal torpore che ormai lo distingueva in positivo dagli altri piloti. La Sauber ancora non trova la zona punti ma per lo meno si schioda dall’incubo delle ultime posizioni e di essere la nuova Manor della situazione. Il suo weekend parte subito con il piede giusto, con la tredicesima posizione in qualifica e il superamento dell’ostacolo della Q3 che da parecchie gare a questa parte sembrava ormai invalicabile. Durante la corsa rimane poco fuori dalla zona punti nei primissimi giri, scalando all’indietro nella classifica al momento dei due pit, entrambi abbastanza ravvicinati tra loro. Dopo il ventiseiesimo giro ricomincia a spingere cercando di rimanere attaccato a Button. L’inseguimento gli riesce ma non si avvicina abbastanza per tentare un eventuale sorpasso.

ROMAIN GROSJEAN 5

Sebbene parta all’undicesimo posto, una sola decisione basta per compromettere tutta la corsa. Al primo pit resta fuori troppo a lungo, aspettando chissà che cosa, e quando entra ai box viene passato da un nutrito gruppo di vetture che in precedenza erano alle sue spalle. A questo punto Romain rimane imbottigliato nel traffico e non riuscendo a farsi largo. Al secondo pit monta gomme medie, visti gli evidenti problemi di degrado, ma anche questa soluzione non lo porta alla tanto sperata rimonta, lasciandogli di certo l’amaro in bocca per la sua tredicesima piazza finale.

KEVIN MAGNUSSEN  6 & JOLYON PALMER 6

Audace il primo a compiere ben quarantaquattro giri sullo stesso treno di gomme chiudendo la gara quattordicesimo. Solido il secondo con una strategia un po’ meno azzardata a chiudere la gara appena dietro il compagno. Considerato che sono entrambi partiti ultimo e penultimo diciamo che poteva andare decisamente peggio visti i precedenti. In casa Renault, però, prima o poi qualcuno si chiederà: “un po’ di punti qua?”

ESTEBAN GUTIERREZ non pervenuto

Continua la spasmodica ricerca del pilota messicano perduto. Alcuni dicono che corra, altri dicono che sia Maldonado travestito: fesserie! Maldonado avrebbe sicuramente degustato i bei muretti di questo tracciato. In tutto ciò, però, mancano ancora i punti in questo 2016, ma soprattutto una gara degna di nota. AIUTO!

MARCUS ERICSSON 5

Questa volta tocca a lui fare la pecora nera del gruppo, rimanendo sempre ultimo in compagnia di Haryanto. No dai, Haryanto era più indietro. Ad ogni modo lo svedese non riesce ad entrare veramente in gara, specialmente dopo il primo pit, quando si blocca in ventesima posizione perdendo il ritmo che prima sembrava di avere. Sia mai di far sentire troppo la propria mancanza in fondo al gruppo.

RIO HARYANTO 6

E diamogli questa sufficienza ogni tanto a questo ragazzo. Premiato a questo Gp per avere battuto, oserei dire, miracolosamente Wehrlein in qualifica. Roba da festa nazionale in Indonesia. Peccato poi che in gara sparisca dalla circolazione subitissimo, quasi fosse infastidito dal traffico delle prime … venti posizioni.

FERNANDO ALONSO 7

Il campione spagnolo ci mette davvero l’anima nell’assalto alla zona punti. E qui lui sente che la cosa è fattibile, quando all’improvvisamente comincia a girare tre secondi più lento di tutti, e Button, e Nasr, e le Renault lo passano. Quando il problema diventa insostenibile gli viene detto di rientrare ai box per quello che è un ritiro dal sapore amaro.

PASCAL WEHRLEIN 7

Noi l’avevamo detto. “Sarebbe bello vederlo lottare nella top ten”. E lui ci ha preso alla lettera. E allora non è un doppiato quella Manor che sta davanti a Raikkonen dopo il primo pit: tutti a urlare “ma che fa? Pascal, vada! Si sposti!”. Ma lui è proprio lì, non è uno scherzo, in settima, ottava posizione, per quello che sembra un miracolo. Un sogno, che però si infrange dopo un lungo alla prima curva. “Ragazzi non ho più freni!”.

CARLOS SAINZ JR s.v. & DANIIL KVYAT s.v.

Entrambi senza voto per quanto riguarda la gara in questo weekend nero per la Tororosso, ma dobbiamo rimarcare l’ottima prestazione di Daniil in qualifica, dove conquista il sesto posto in griglia.

 

Matteo Bramati.

 

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