La nuova brillante idea di Ecclestone: la pioggia ‘a comando’
Vi è mai capitato di transitare, con la vostra auto, nei pressi di una rotonda molto curata e accorgervi che questa è irrigata automaticamente per mantenerla florida? E che gli irrigatori vanno poi a bagnare l’asfalto?
Si salvi chi può
Ecco, prepariamoci. La Formula 1 del futuro potrebbe prevedere scrosci di pioggia comandati dall’alto, inteso però come Direzione gara.
Non è uno scherzo, purtroppo. La trovata del giorno arriva direttamente dalla mente di Bernie Ecclestone in persona, che ha parlato per formula1.com spiegando che “i sorpassi, attualmente, sono impossibili sull’asciutto perchè esiste una sola traiettoria buona e i margini per tentare di passare chi è davanti sono limitati. Cosa che non succede sul bagnato, in cui le gare sono molto più eccitanti. Quindi, perchè non pensare di far ‘piovere artificialmente’ durante la gara?”
“Ci sono tracciati in cui si può far bagnare artificialmente l’asfalto, e questo sistema può essere applicato anche in piste che non lo prevedono attualmente. Perchè non far ‘piovere’ nel bel mezzo di una gara? Magari per venti minuti, o negli ultimi 10 giri, previo avviso due minuti prima di bagnare l’asfalto? La suspence sarebbe garantita e le condizioni identiche per tutti”
Avevamo già spiegato le nostre perplessità riguardo l’introduzione dell’ala mobile posteriore, artificio da console più che da Formula 1.
La richiesta della Fia alla Pirelli di sviluppare gomme ‘performanti’ si è trasformata nella progettazione di chewing-gum che dopo pochi giri si sfaldano completamente, mettendo a rischio l’incolumità dei piloti che saranno obbligati a fermarsi presumibilmente tutti insieme, al limite a blocchi in base alla mescola scelta. Se prima la sosta era necessaria per via dei rifornimenti, adesso lo sarà per colpa delle gomme, che come morbidezza pare somiglino a delle intermedie da bagnato utilizzate sull’asciutto.
Un elenco estenuante di inutilità
Adesso arriva un’altra trovata degna del trend di questi ultimi 10 anni. Le parole di Ecclestone si commentano da sole. Si cerca in tutti i modi di ritrovare lo spettacolo. Tutti tranne quello giusto però. Si gira intorno al problema senza affrontarlo seriamente. Sono stati cambiati punteggi e qualifiche. Si va a correre nel deserto, in piste con due rettilinei chilometrici e altrettanti tornanti a gomito. Sono stati tolti i rifornimenti, le gomme sono passate dal durare tutta la gara (2005) a pochi giri (2011). Le stesse da scanalate sono tornate slick. L’estetica delle vetture è stata stravolta rendendole inguardabili dal 2009, pensando che allargare/stringere gli alettoni bastasse a favorire i sorpassi. E’ stato introdotto il Kers nel 2009, non utilizzato nel 2010 e tornato da questa stagione. Infine l’ala mobile posteriore, dopo quella anteriore che ora è stata abolita. Si continua a non capire che il problema vero è l’aerodinamica delle vetture e la scia che queste lasciano a chi segue, che non permette di avvicinarsi o restare vicini in curva. Abu Dhabi insegna. 10 anni fa, 15, 20, l’Alonso del caso ci avrebbe impiegato ben poco a passare Petrov. E’ lì che si deve concentrare lo studio della Fia, bisogna fare in modo che le vetture possano restare in scia senza scompensi aerodinamici e senza disturbi. E allora si potranno eliminare ali mobili, Kers e tutte le inutilità gettate nel calderone nel tentativo di ridare una credibilità a questo sport.
Concludendo
La pioggia ‘a comando’ potrebbe rappresentare, in tal senso, la goccia che farebbe davvero traboccare il vaso. Dopo l’ala mobile posteriore non pensavamo che Ecclestone per il 2011 avrebbe lanciato ulteriori ipotesi di ‘pericoli’ per il suo giochino. Evidentemente, è un pozzo senza fondo. Attento a scavare troppo in fondo però..
Alessandro Secchi
F1Grandprix.it
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