F1 | Verstappen, messaggio d’amore per Jos: “Mio padre è anche amico e maestro”

Max: "Non avrei potuto chiamare nessun altro perché lui era tutto quello di cui avevo bisogno"

F1 | Verstappen, messaggio d’amore per Jos: “Mio padre è anche amico e maestro”

Max Verstappen è al suo terzo anno in Formula 1; a partire dal suo esordio nel 2015 come rookie è stato al centro dell’attenzione per le sue incredibili prestazioni in pista, la sua aggressività e la sua tenacia, tuttavia l’olandese ha detto che non sarebbe mai arrivato nel circus e sarebbe stato a un livello molto più basso se non avesse avuto suo padre Jos Verstappen, che tra le altre squadre ha corso anche per Benetton, Arrows e Minardi.

La storia di Max ha sempre avuto qualcosa di speciale, tanta infatti è stata la pressione mediatica su questo ragazzo. È arrivato a 17 anni con la Toro Rosso e ha rapidamente infranto diversi record, ma in Formula 1 è difficile tenere il passo dei rivali, tuttavia Verstappen ha sempre avuto dalla sua il sostegno e i preziosi consigli del padre Jos, che gli ha ripetutamente indicato la via, spiegandogli ciò in cui poteva migliorare e su cosa poteva lavorare, basandosi ovviamente sulla sua esperienza.

Mobil 1 ha preparato una video intervista a Verstappen in cui, in una lunga chiacchierata, gli ha chiesto di raccontare al pubblico i momenti chiave nella sua carriera verso la F1. L’olandese ha confessato che sentirsi a proprio agio lo avvicinò al mondo del motorsport: ”Penso di aver trovato un posto in cui mi possa godere quello che faccio: ho provato a giocare a calcio, andare in bicicletta, ma niente è meglio che andare sulle quattro ruote… quindi ho pensato fosse il modo più intelligente per passare il mio tempo”, ha detto Max.

La strada della Formula 1 è stata comunque di casa: “Anche la mia famiglia è stata sempre brava nello sport motoristico e penso che questo abbia reso molto più naturale il mio percorso fino qui”, ha spiegato.

Anche Chris Horner ha parlato dello strano percorso di Max Verstappen: ”È stato abbastanza insolito: kart, poi un solo anno in F3, poi lo abbiamo scelto per il nostro programma di giovani piloti e a solo 16 anni ha fatto il suo primo test con una F1”, ha ricordato. “È stato molto insolito, perché le regole sono cambiate e ora c’è un limite di età per i piloti affinché ottengano la super licenza, così forse questo non si ripeterà mai più”, ha continuato il team principal della Red Bull.

Max ha fatto anche un tuffo nel passato, tra i suoi ricordi più cari: “Sapevo che dopo la scuola dovevo andare al laboratorio per vedere mio padre preparare il mio motore e lavorare al mio telaio, ha sempre cercato di spiegarmi le cose, almeno le basi per capire il comportamento dell’auto”, ha commentato. “Così, quando sono saltato dal kart alla F3 è stato un grande passo, perché grazie alla conoscenza di mio padre non ho avuto difficoltà a capire, sapevo cosa servisse per essere più veloce e capivo come funzionasse l’auto. E quando ho fatto il salto da F3 a F1 non credevo che fosse un grande salto ad essere onesti”, ha precisato.

Tutto questo, ovviamente, sempre grazie a papà Jos: “Non ho mai notato altri piloti, solo mio padre, lui è mio padre, mio amico e mio insegnante, quindi non avrei potuto chiamare nessun altro perché lui era tutto quello di cui avevo bisogno“, ha riconosciuto. “Mi chiama Verstappen 2.0, mi dice cosa posso fare meglio e penso che mi abbia reso quello che sono ora”, ha concluso.

Fabiola Granier

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