F1 | Jackie Stewart: “Tutti i piloti hanno bisogno della saggezza di un coach”

"Pensare di essere intelligenti tanto da non sentirne la necessità è completamente sbagliato", ha concluso

F1 | Jackie Stewart: “Tutti i piloti hanno bisogno della saggezza di un coach”

In queste ore sembra che la Ferrari abbia messo accanto a Vettel e Leclerc un mental coach, una figura che potrebbe risultare scomoda più che altro perché indurrebbe i più a pensare che i piloti non siano mentalmente resistenti come gli avversari, dimenticando però che anche Hamilton e Bottas lo hanno a disposizione. Il coach è presente in ogni sport, specialmente quelli individuali come Sci e Tennis, e anche nel motorsport può essere molto importante, visto che la Formula 1 è sì uno sport di squadra, ma con i suoi lati prettamente individuali. A favore dei mental coach c’è Jackie Stewart, tre volte campione del mondo, che non scendendo nei particolari Ferrari ma andando più sul generale spiega quanto segue.

“Secondo me è una figura che manca molto ai top driver – ha detto Jackie Stewart alla versione francese di Motorsport.com. Non capisco, i piloti sono così intelligenti da non avere bisogno di un allenatore? E’ sbagliato! Tutti i piloti, anche al top della loro forma sarebbero aiutati dalla saggezza e dalle osservazioni di questo tipo di figura. Sci, golf, tennis e in qualsiasi altro sport il coach è una delle cose più importanti. Oggi i piloti di Formula 1 sono fisicamente al top e hanno allenatori in grado di aiutarli con il loro livello di forma fisica, ma non sotto l’aspetto mentale, e penso sia una brutta cosa”.

Il tre volte campione del mondo ricorda anche i suoi primi passi in Formula 1 al fianco di grandi campioni come Graham Hill e Jim Clark“Ero impaziente di imparare dagli altri e ho avuto la fortuna di parlare con Jim Clark, il pilota migliore con cui abbia mai corso e abbiamo passato del tempo insieme e non ho mai smesso di cercare di apprendere qualunque cosa da lu e forse non sarei riuscito ad avere un certo tipo di carriera senza quelle conoscenze. Ho avuto anche Hill, Graham non si è mai rifiutato di rispondere alle mie domande, sia che si trattasse di set-up o qualsiasi cosa riguardante la sua guida, i suoi punti di frenata o quanto stesse andando veloce. La telemetria oggi è chiara, se i piloti ascoltassero un allenatore vedrebbero la differenza. Per esempio: l’allenatore di Franz Klammer (leggendario sciatore austriaco) non era alto, non era veloce come lui, ma conosceva tecniche e riusciva a risolvere i problemi, come la concentrazione prima della partenza. Pensare di essere tutti intelligenti tanto da non avere bisogno di un coach è completamente sbagliato, ed è ancora più importante oggi perché c’è una telemetria della quale parlare”.

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