F1 | GP Malesia, svelato il mistero del volante di Sebastian Vettel

Ci siamo tutti chiesti perché dopo l'incidente con Stroll Sebastian sia corso a prendere il volante della sua Ferrari prima di salire sulla Sauber di Wehrlein. Ecco il perché

F1 | GP Malesia, svelato il mistero del volante di Sebastian Vettel

Ce lo siamo chiesti tutti domenica mattina: perché Sebastian Vettel, dopo l’incidente con Lance Stroll nel giro d’onore del Gran Premio di Malesia, è corso a recuperare il volante della sua Ferrari prima di accettare l’aiuto di Pascal Wehrlein? Perché tutta quella fretta? Perché non lasciare la sua SF70H lì e delegare il lavoro ai commissari di pista? Sul web sono rimbalzate una serie di spiegazioni: c’è chi parlava di gesto automatico e abitudinario, chi invece ipotizzava segreti tecnici sul volante da non poter essere svelati a nessuno. Chi ancora ha accennato alla paura della folla, chi invece a una questione economica legata al costo stesso delle componenti della macchina.

Quello che sembrava essere più plausibile è proprio un gesto di difesa rispetto alla foga dei tifosi che scendono in pista una volta finita la gara. Questo ha potuto spingere Vettel a preoccuparsi maggiormente di quegli elementi più delicati e di rilievo della vettura. Molte, inoltre, sono le informazioni nascoste all’interno del volante, tra tasti, simboli e configurazioni. Nel 2017 è aumentata l’importanza delle regolazioni proprio sul volante. Alcune squadre come la Mercedes hanno anche deciso di tenere nascosto il volante computer. Al momento di portare le vetture alle verifiche tecniche, tanti team decidono di montare un volante fittizio. Alla fine è stato un gesto di poca importanza, sicuramente di impulso, come ha poi svelato ai microfoni delle interviste Vettel: “È stata una sorta di riflesso. Ho visto Pascal che si fermava e non riuscivo a rimontare il volante perché il piantone dello sterzo era completamente storto. Ovviamente la macchina era danneggiata. L’ho messo nel sedile, ed è stato un riflesso: a volte aprono la pista agli spettatori, quindi pensavo fosse un problema. Siccome non potevo rimontarlo, ho pensato fosse più sicuro portarlo via con me. Non vuoi perdere un volante. Era necessario? Probabilmente no”, ha commentato, risolvendo il caso.

Per avere maggiori informazioni in merito abbiamo chiesto spiegazioni a Carlo Vanzini, telecronista e giornalista Sky che anche domenica commentata live la gara su Sky Sport, e Giorgio Terruzzi per saperne di più.

Secondo quanto dichiarato da Vanzini, infatti, “quando si ferma una macchina in pista va lasciata in folle e con volante inserito per permettere ai commissari di muoverla…”, mentre nel caso della vettura di Vettel “la macchina poteva essere spostata solo con gru ed essendo finita la gara con il rischio invasione e confusione dal pubblico, meglio portare con sé il volante per evitare di non ritrovarlo più come già successo” – probabilmente un riferimento a quanto accaduto alla Force India nel GP di Monza 2015. Secondo il giornalista Sky, infatti, la questione del volante del tedesco è proprio legata al possibile furto da parte dei fan in pista dopo la fine della gara, come già accennato dal tedesco. Dello stesso avviso anche Giorgio Terruzzi: “Credo temesse che qualcuno lo rubasse”. I due giornalisti concordano nel riconoscere una spiegazione simile.

Fabiola Granier

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