F1 | Ferrari, ricomincio da Fred (e da Gedda)

In GeS si lavora per il riscatto già in Arabia e Vasseur ha voluto rispondere alla stampa: nel team comanda lui

F1 | Ferrari, ricomincio da Fred (e da Gedda)

In casa Ferrari è il momento del lavoro e dell’ attesa. Lungo i corridoi della GeS c’è grande voglia di riscatto, più di quanto si pensi, e anche un po’ di rabbia per questo vulcano di indiscrezioni esploso subito dopo la figuraccia del Bahrain.

La stampa, che fino all’inizio del mondiale non lesinava sperticate lodi ad una Rossa pronta a sfidare la Red Bull, dopo il primo GP ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo quasi a gara a raccontare un clima di crescente malcontento, trasmettendo l’immagine di una Maranello simile ai mondi distopici dei film post apocalittici, dove ognuno si guarda intorno circospetto, dove tutti vogliono fuggire, dove tutti sono l’uno contro l’altro.

Nel calderone di notizie è finito anche Frederic Vassuer, “demansionato” secondo alcuni quotidiani di livello dall’invadenza decisionale dell’amministratore delegato Benedetto Vigna. V’è da dire che per quanto ne sappiamo Vigna non è solito girare per i corridoi della GeS, mentre Vasseur è lì. Evidentemente per questo il team principal francese ha voluto precisare alcuni concetti ai connazionali di AutoHebdo e non ai media italiani (scelta significativa). Poche e precise parole con le quali ha messo a tacere le troppe voci, ricordando di essere impegnato a guidare lui la Scuderia e di avere le idee ben chiare, concetto quest’ultimo espresso anche dopo la gara di Sakhir.

Il capo aveva anche messo in conto che qualche fedelissimo di Binotto avrebbe preferito cambiare aria, come naturale conseguenza della transizione da una gestione all’altra. Questo però non significa che il Cavallino sia logorato da una guerra civile al proprio interno, né che ci siano liste di proscrizione o epurazioni in atto. Qualcuno partirà, qualcun altro arriverà, ma il gruppo di lavoro resterà più o meno lo stesso, con tutti gli attuali tecnici che continuano a lavorare serenamente per estrarre il potenziale della SF-23.

Nessuno può sapere per certo cosa accadrà, ma è sbagliato pensare (per esempio) ad un Cardile (il direttore tecnico de facto) sul piede di partenza, mentre è corretto saperlo a lavoro, come gli altri, concentrato in vista di Gedda. Un appuntamento dal quale in Ferrari si aspettano molto. Non è un mistero che in Arabia dovrebbe (ri)debuttate la famosa ala posteriore mono-pilone, elemento fondamentale per il bilanciamento e il concetto aerodinamico della SF-23. Un passo avanti, insomma.

Ed è certo che la pista saudita, veloce e già per questo adatta alle caratteristiche della vettura di Maranello, non è esigente come quella del Bahrein con gli pneumatici, non dovrebbero esserci insomma crolli di prestazione. Nessuno ha la sfera di cristallo, ma nella Scuderia tutti attendono il riscatto, per togliersi magari qualche sassolino dalle scarpe, convinti ancora della bontà del progetto 675. Forse anche per rispondere alla notizia di un’auto sviluppata male a causa del vuoto di poter nel passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo team principal.

Vassuer ha dovuto tuonare per smentire indiscrezioni che rischiavano di delegittimarlo dinanzi a quel team che lui stesso sta spronando giorno dopo giorno. E se davvero vi fossero incomprensioni con l’amministratore delegato per questioni di competenze è bene risolverle e superarle subito, perché ad oggi la Rossa non può prescindere da questo capo che è uomo di corse. Il presidente Elkann d’altronde è sufficientemente assente, Vigna deve occuparsi di tutta l’azienda, di cui il team di F1 è solo una parte. La Scuderia di Formula 1 la guida Vasseur, e in Ferrari non vedono l’ora di far vedere la vera SF-23 a Gedda.

Antonino Rendina

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