F1 | AlphaTauri, Gasly duro: “Due metri più a sinistra e sarei morto”
"Abbiamo già perso Jules: c'è bisogno di qualcuno che si occupi della nostra sicurezza e questo era un rischio non necessario"
Termina con la diciassettesima posizione la gara di Gasly, partito dalla pit-lane dopo un cambio di assetto nel Gran Premio di Suzuka. Il francese è uno dei protagonisti della gara e non per meriti sportivi: inizialmente, a causa della visibilità, si ritrova un cartellone degli sponsor sul muso, ed è costretto quindi a rientrare ai box per sostituire l’alettone. Quando rientra in pista, però, c’è già la bandiera rossa a causa dell’incidente di Carlos Sainz, e Gasly passa accanto a ben due trattori in pista, pronti a rimuovere la vettura incidentata. La furia del francese esplode nel team radio: l’ultima volta che a Suzuka c’era pioggia, zero visibilità e un trattore in pista, è accaduta una delle ultime tragedie della Formula 1, che ci hanno portato via Jules Bianchi. Situazione toccante per il francese, grande amico anche di Anthoine Hubert, vittima di un incidente a Spa. Gasly non manca di lamentarsi nemmeno col muretto, in modo da far arrivare la sua rabbia fino alla direzione gara, che risponde però con una investigazione: secondo loro il francese ha transitato troppo velocemente in quel frangente di gara, cercando di riaccodarsi al gruppo dietro la Safety Car. Gasly sarà ascoltato dai commissari dopo la gara.
“Abbiamo già perso Jules. Abbiamo tutti perso una persona straordinaria ed un pilota eccezionale, per i motivi che già sappiamo: otto anni fa, su questa pista e nelle stesse condizioni con una gru. Come è possibile oggi rivederne una nemmeno sulla ghiaia, ma in pista mentre c’eravamo ancora anche noi. Non lo capisco – ha spiegato, ancora visibilmente adirato, Pierre – ovviamente mi sono spaventato: se avessi perso la vettura come è successo a Carlos, non importa la velocità, sarei morto. Non capisco: è irrispettoso verso Jules e la sua famiglia, ma anche verso tutti noi. Noi rischiamo la vita, facciamo il miglior lavoro del mondo, ma c’è bisogno di qualcuno che si occupi della nostra sicurezza, perché è già tutto abbastanza pericoloso e questo era un rischio non necessario. Si poteva aspettare un minuto in più. Sono grato di essere qui: stasera andrò dalla mia famiglia e dalle persone a me care, è andata così: fossi stato due metri più a sinistra sarei morto“.
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