Come è divertente la F1 quando va al Max!

Verstappen si conferma il talento che più di tutti sa dare spettacolo e ribaltare gare noiose

Come è divertente la F1 quando va al Max!

Bisogna dirlo. Quando Max Verstappen si scatena è sempre uno spettacolo. Ancora una volta, come già accaduto spesso in questi primi anni di carriera, l’olandese riesce ad infilare una di quelle gare che uniscono gli appassionati, da applausi trasversali, consensi spogliati dai colori del tifo.

Una rincorsa audace – dopo una partenza inguardabile va detto – un ritmo forsennato e una sequela di sorpassi implacabili, culminati con un duello tutto green con l’altra faccia della medaglia del futuro della F1, il coetaneo Charles Leclerc che nulla ha potuto contro quella Red Bull che andava al doppio della sua SF90.

Ma la guida di Verstappen, talmente impetuoso da doppiare (e umiliare) il compagno di squadra, è stata spettacolare per le traiettorie, le manovre, tanto che il pilota con il numero 33 sembrava letteralmente planare tra i rettilinei e le curve secche di Spielberg.

Vien quasi da chiedersi, al netto di una monoposto impeccabile sulle gomme dure, dove Max prenda questa energia, questa capacità di metterci del suo e di realizzare, volando tra le curve, imprese che sembrano fuori dal comune. E’ talento puro unito ad una sana e spettacolare follia, alla caparbietà nell’inseguire un risultato che magari per altri suoi colleghi sarebbe semplicemente irraggiungibile.

Sospinto da un tifo orange da stadio, lui che muove una nazione intera e riempe arene ad Amasterdam durante i GP, Verstappen negli ultimi giri ha messo insieme qualcosa che sembrava improbabile. Giro dopo giro, su una pista corta e con poco tempo a disposizione, Max ha accorciato il divario importante che lo separava dalla Ferrari di Leclerc, braccandolo poi come un felino affamato.

Ha costruito la manovra vincente studiando il monegasco, ben conscio di come Charles fosse tosto in difesa, di fatto un muro. E allora giù di gas e dentro, con un sorpasso duro, maschio, con tanto di ruotata, e giù di polemiche.

Ma per cosa poi? Per una fiammata di sano motorsport? Per un inno alla gioia di correre e ad una rimonta che ha esaltato ed inebriato gli spettatori? Questo ragazzo ha il piede fatto apposta per far sognare gli appassionati di automobilismo. Quello che gli manca è una monoposto che gli consenta di lottare sempre per il vertice. Intanto s’è tolto lo sfizio di far vincere un motore Honda in F1 dopo 13 anni (l’ultima volta Button in Ungheria nel 2006), ed è stato lui ad interrompere l’egemonia Mercedes. Ed è terzo nel mondiale, davanti ai ferraristi. E come è divertente questa F1, quando va al Max.

Antonino Rendina


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