Alonso: Tanti bei ricordi a Suzuka
Sono arrivato a Suzuka ieri nel tardo pomeriggio e ho trovato subito una sorpresa. Il ristorante italiano “Campanella”, tradizionale ritrovo di tanta gente della Formula 1, non esiste più. Peccato, perché lo frequentavo sin dalla prima volta che venni a Suzuka, alla fine degli anni Novanta, quando corsi qui con i kart.
Ero nello stesso hotel dove sono adesso e tanti bei ricordi di questo circuito sono legati proprio a quella prima esperienza. Certo, c’è stato anche il successo del 2006, fondamentale per il mio secondo titolo iridato. So bene che quella gara fa tornare alla mente qualcosa di spiacevole per tanta gente dentro e fuori la Ferrari ma così sono le corse: vincere su questo tracciato dà un’emozione speciale perché è una delle piste più difficili del mondo. Per riuscirci bisogna avere una macchina molto forte dal punto di vista aerodinamico: per certi versi, è simile a Silverstone e a Barcellona. C’è un primo settore molto particolare, caratterizzato da una prima curva molto lunga e da una serie di Esse che, se non percorse nella maniera migliore, possono influenzare pesantemente il tempo sul giro. E’ una pista molto esigente anche per la meccanica e dal punto di vista del pilotaggio. Come ho già detto nei giorni scorsi, la F10 si è dimostrata competitiva in circuiti molto differenti fra loro come quelli di Monza e Singapore quindi non ci sono motivi apparenti per cui non debba esserlo anche a Suzuka. Poi, per cominciare a capire davvero dove saremo, bisognerà attendere venerdì pomeriggio, quando avremo svolto le prime due sessioni di prove libere.
Mi piace il Giappone, è uno dei miei Paesi preferiti. Mi piace per il cibo e per la cultura, entrambi così diversi dalla nostra tradizione europea. E poi c’è Tokyo, una città bellissima, che è sempre molto interessante. Correre a Suzuka è speciale, anche per l’entusiasmo che danno i tifosi giapponesi, davvero appassionati. Speriamo di poter offrire loro un bello spettacolo questo fine settimana.
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