L’inizio negativo della Ferrari: cosa non funziona?

L’inizio negativo della Ferrari: cosa non funziona?

Certamente da questo articolo non ricaveremo delle certezze assolute, ma è innegabile che il Mondiale 2011 non sia iniziato, per il Cavallino, mantenendo le premesse della vigilia.

Qui non si parla di essere antiferraristi o di voler fare sensazionalismo parlando contro, perchè la situazione Ferrari dopo le prime tre gare del Mondiale è oggettivamente inaspettata, in negativo. Soprattutto alla luce delle previsioni e delle dichiarazioni invernali, improntate alla riscossa e al voler essere vincenti da subito.

Dopo Shanghai Vettel, da solo, ha più punti (68) di Alonso (26) e Massa (24) messi assieme. La tendenza è assolutamente da invertire, e subito, già dalla Turchia. Sì, ma come?

Perchè la 150°, più che erede della F10, lo sembra della F60, e la questione è abbastanza preoccupante.

Non vogliamo essere allarmisti, perchè il Mondiale è ancora lungo, ma per darvi un’idea della situazione vi ricordiamo i dati delle qualifiche delle prime gare del 2010 e 2011. I confronti sono tra il poleman (quasi sempre Sebastian Vettel) e il primo dei Ferraristi in griglia.

2010
Bahrain: Vettel – 1.54.101 | Massa (2°) – 1.54.242 (+0.132)
Australia: Vettel – 1.23.919 | Alonso (3°) – 1.24.111 (+0.192)
Malesia: Webber – 1.49.327 | Alonso (19°) – 1.53.044 (fuori dalla Q1 per errori di strategia)
Cina: Vettel – 1.34.559 | Alonso (4°) – 1.34.913 (+0.354)

2011
Australia: Vettel – 1.23.529 | Alonso (5°) – 1.24.974 (+1.445)
Malesia: Vettel – 1.34.870 | Alonso (5°) – 1.35.802 (+0.932)
Cina: Vettel – 1.33.706 | Alonso (5°) – 1.35.119 (+1.413)

Le differenze ci sono e sono pesanti. E sono provate.

Per tutta la durata dei test è stata esaltata la grande affidabilità della Rossa, alla luce del record di chilometraggio ottenuto tra le nuove scuderie durante le sessioni di prove tra febbraio e marzo.

Certo, l’affidabilità è importantissima, nessuno lo mette in dubbio. Ne abbiamo avuto la prova l’anno scorso. Sebastian Vettel viene dipinto come il fortunato con le terga poggiate su un missile. Eppure quel missile, continuando a fermarsi e dar problemi (Bahrain, Australia, Spagna, Monza, Corea) il Mondiale a Sebastian lo stava facendo perdere. Il tedeschino ha infatti lasciato per strada, per colpe non sue, almeno 60/70 punti. Poi ci ha messo anche lui lo zampino, si sa. Ma chi non ha fatto errori, tra i cinque che si sono contesi il Titolo 2010? Forse Jenson Button.

Se l’affidabilità è importante, lo è però anche la competitività pura. Quella ritrovata dalla Mclaren per esempio. Data quasi per spacciata alla fine dei test (con chilometraggio inferiore di 2/3 rispetto alla Ferrari), si è riscattata ad inizio Mondiale fino alla vittoria di Hamilton in Cina. Quasi inaspettatamente (anche per Lewis e Jenson).

Torniamo alla Ferrari. In qualifica, abbiamo visto, non c’è stato niente da fare e difficilmente si riuscirà a recuperare un margine così ampio. In gara, invece, le cose sembrano andare decisamente meglio. La Red Bull non è imprendibile come in qualifica e la vittoria di Hamilton lo dimostra. La Ferrari non è al livello delle prime due forze, ma i distacchi al giro sono sicuramente più limitati rispetto al sabato. La strategia delle due soste di domenica ha, inoltre, tagliato le gambe a Massa e Alonso, i quali probabilmente avrebbero concluso con un distacco inferiore e posizioni migliori.

Bisogna, comunque, migliorare. Perchè il problema non è certo quello di partire indietro (tempismo perfetto quello di Domenicali nel dichiararlo, mentre Webber arrivava terzo partendo 18°). Si è parlato di una Galleria del Vento ormai datata, e di dati immagazzinati discordanti da quelli poi ottenuti in pista. La Galleria, però, è sempre la stessa, e di vetture competitive negli ultimi anni la Ferrari in pista ne ha portate (F10 ed F2008 le ultime due).

Monoposto Conservativa
Quello che, purtroppo, pare più probabile, è che la 150° sia stata concepita con una mentalità un po’ troppo conservativa, ‘fedele’ ai regolamenti. Mentre, come sappiamo, le altre squadre non si fanno troppi scrupoli nello studiare soluzioni border-line come doppi fondi, ali flessibili, f-duct, scarichi frontali e compagnia bella.
Ci si trova così sempre a dover rincorrere le soluzioni altrui, perdendo tempo, risorse e punti per strada. Magari chiedendo alla Fia chiarimenti nella speranza che questa o quella soluzione venga abolita.
Già dalla presentazione la monoposto di Maranello, infatti, non aveva colpito particolarmente per originalità, mentre nei mesi precedenti era stata ipotizzata una vettura estrema proprio per ‘aggredire’ la concorrenza sul livello prestazionale già dall’inizio. I test invernali avevano fatto ben sperare nella riscossa dopo il finale disastroso del 2010. Ma sono bastate le qualifiche australiane per spegnere gran parte delle prospettive.

Strategie ancora non adeguate
Da rivedere anche le strategie nel weekend. Le sostituzioni di Baldisserri e Dyer non paiono aver ancora sortito effetto. Segnale, questo, che la ricerca del capro espiatorio non sempre paga, quando il problema è strutturale e non del singolo. A priori è sempre facile parlare, ma l’azzardo cinese delle due soste poteva essere applicato anche ad una sola vettura (quella di Fernando, visto che era dietro), mentre lasciando a Massa la possibilità di ‘copiare’ le strategie delle Mclaren le cose sarebbero potute andare meglio. Errore, quello delle due soste, dato dalla troppa fiducia nella durata delle Pirelli, che invece hanno dimostrato come, quest’anno, sarà meglio fermarsi una volta in più, piuttosto che una volta in meno. Se ne saranno resi conto anche in Red Bull, dove la stessa strategia è stata applicata alla vettura di Vettel, col risultato di perdere il GP a pochi giri dal termine. Limitando comunque i danni.

Felipe in ripresa, Fernando un po’ meno
Sul fronte piloti, ci sono finalmente segnali di ripresa da parte di Felipe Massa. Saranno le tanto attese Pirelli, più generose delle marmoree Bridgestone, ma il brasiliano ha dato l’impressione di esserci, e dopo tre gare è a soli due punti dal caposquadra Alonso. In due occasioni su tre gli è finito anche davanti, il che potrebbe rappresentare una piccola iniezione di fiducia per un ragazzo apparso molto giù di morale ultimamente, soprattutto dopo Hockenheim. Fernando, a sua volta, ha da risolvere il sistematico problema delle partenze al rallentatore. Se aggiungiamo Abu Dhabi alla serie, è la quarta consecutiva in cui perde posizioni invece di guadagnarne dopo la prima curva, e in altre gare del 2010 la scena si è ripetuta. Difficile, a questo punto, che ci siano problemi nel sistema di partenza Ferrari, perchè è lo stesso Felipe a dimostrare come questo funzioni a dovere. In gara, domenica, è sembrato opaco e un po’ remissivo. Si spera sia stata solo una giornata no.

Per concludere
Tre settimane di sosta e il rientro in Europa ci diranno se novità e/o aggiornamenti saranno adatti a rimettere in carreggiata la Ferrari. La speranza c’è e il Mondiale è lungo. Perchè, se anche il 2011 dovesse concludersi con ‘zeru tituli’, come piace dire a Josè Mourinho, non sarà sufficiente ricercare ancora il capro espiatorio di turno.

Alessandro Secchi
F1Grandprix.it

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