La narrazione sulla Ferrari campione di inverno, non ne possiamo più
Come ogni anno bisogna aspettare la pista, ma non impariamo mai
La Ferrari 2024 sarà una vettura favolosa. Almeno così viene da pensare leggendo i giornali e i siti web in questi giorni. E’ la dura vita del tifoso ferrarista, che i primi di gennaio legge ogni giorno notizie mirabolanti in merito alla prossima monoposto del Cavallino. Perché troppi media – è un costume comune, purtroppo – portano ogni anno avanti la stessa somma Narrazione invernale, che vede la Rossa pronta a lottare per il titolo, velocissima, straordinaria. Si fa fatica a spulciare un articolo dove qualcuno racconti qualcosa di nuovo, di originale, o quantomeno ponderato.
E non se ne può più, diciamolo. Soltanto nell’ultima settimana, da fonti piuttosto autorevoli, abbiamo appreso che la “676” ha guadagnato rispetto alla SF23 mezzo decimo soltanto in aerodinamica. Poi abbiamo visto sparare i fuochi d’artificio, letteralmente, perché la Red Bull ha fallito il crash test anteriore, mentre la Rossa l’ha superato subito. E allora immancabile i titoli: la Ferrari davanti alla Red Bull. Fuorvianti, illogici, teneri nella loro infantilità.
Mai e poi mai un crash test ha influito sulla competitività di una monoposto. E’ un dato poco rilevante, non dirimente, che non indica davvero nulla. Anzi a pensar male potrebbe indicare che la Red Bull stia alleggerendo ancora di più le componenti, per questo non ha superato il crash test. Figuratevi.
L’ultima notizia che sta girando – in ordine meramente cronologico – è che la nuova Ferrari è più veloce al simulatore di sette decimi rispetto alla SF23. L’anno scorso, di questo periodo, era un secondo più veloce al simulatore. Per quanto possano essere veritiere, queste indiscrezioni sui raffronti al simulatore non hanno alcun significato. Il simulatore non è la pista e in più difficilmente in questa fase dell’anno si fanno confronti a pari condizioni e assetto tra la macchina precedente e la nuova.
Sono numeri che lasciano realmente il tempo che trovano. Per non parlare del fatto che c’è questo vizio di raccontarcela in modo assolutistico come se la F1 fosse Ferrari-centrica. Maranello migliora di un secondo? E tutti gli altri stanno lì a fare il pasillo de honor, ad aspettarla immobili ed applaudirla. Ma insomma! La Rossa potrebbe pure essere due secondi più veloce, ma se un’altra squadra migliorasse di tre secondi, come finirebbe? Il calcolo è bello che fatto.
Ma questo taglio narrativo enfatico, retorico, basato tutto sulla riscossa dovuta a priori, assiomatica nella sua riuscita, a cosa serve? A chi giova? Ai tifosi fa sicuramente piacere sapere di una Ferrari in rampa di lancio e in crescita, si tiene alta l’attenzione, e quindi si tiene alto l’interesse. Ma fino ad un certo punto. Oggi i fruitori e gli appassionati di F1 sono molto competenti, informati, ne sanno a tonnellate, hanno tante fonti a disposizione. Non si limitano a leggere il giornale al bar. Anche io in questo momento so di scrivere ad un pubblico estremamente competente.
Sappiamo tutti benissimo che chiudere il gap con la Red Bull in questi mesi è impresa proibitiva per il Cavallino come per gli altri team, così come abbiamo imparato in questi anni che per giudicare le auto bisogna aspettare la pista, e che ogni discorso precedente è del tutto inutile. La storiella della Ferrari campione di inverno, che ci viene raccontata ogni anno, ha davvero stancato. Se non sapete cosa scrivere, non scrivete nulla. A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio.
Antonino Rendina
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