Fenomenologia di George Russell, il talento che rischia di perdersi

La convivenza con Hamilton e l'irruenza innata rischiano di frenare il talento inglese

Fenomenologia di George Russell, il talento che rischia di perdersi

La Mercedes ha un gioiello in casa, un diamante ancora grezzo, che però rischia di opacizzarsi e prendere polvere. George Russell è un talento fuori dal comune, classe ’98, dell’infornata fortunata di cui fanno parte Verstappen, Leclerc e Norris. Russell divide con Leclerc e Norris la “sfortuna” di essere capitato nell’epoca del dominio di Verstappen, il quale – già nei libri di storia con tre mondiali e 54 gare vinte in – agli avversari non lascia nemmeno le briciole.

Russell, però, rispetto a Leclerc e Norris che rappresentano i leader tecnici delle loro scuderie (Ferrari e McLaren), ha il problema di dover condividere i box con Lewis Hamilton, leggenda della Formula 1. La carriera del giovane inglese fin qui è stata un continuo alternarsi di fiammate e momenti difficili, un’eterna regata controvento, con continui ostacoli ad impedirgli il successo. Russell è un talento esplosivo che rischia però di implodere su se stesso, di perdersi e di non sbocciare mai.

L’istantanea che per certi versi fotografa la carriera dell’attuale pilota della Mercedes è forse il GP di Singapore dello scorso settembre. Nell’ultima parte di gara George aveva la velocità per sognare di ribaltare il durissimo GP asiatico e prendersi la vittoria, ma toccò il muro per un eccesso di foga nella guida, passando così da un’ipotetica vittoria ad un terribile sedicesimo posto. Perché Russell è così: o tutto o niente. E’ un pilota lucido, velocissimo, potenzialmente incredibile, che però tende a farsi prendere dai nervi, dall’ansia del risultato, mancando di freddezza quando è sotto pressione.

Dopo un 2022 di livello altissimo, l’inglese ha vissuto un 2023 alquanto difficile, sovrastato nel confronto interno da Hamilton. Tra errori, come quello succitato, sfortuna, problemi di affidabilità, Russell è stato realmente convincente in pochi GP, manifestando una certa irrequietezza. Hamilton, dal canto suo, non appena il livello della Mercedes si alzava un po’, non ha mai mancato di farsi trovare pronto, rialzandosi in grande stile dopo un anno difficile e chiudendo terzo nel mondiale Piloti. Mentre Lewis incantava per capacità di gestire la monoposto, come successo in Messico o in Canada, Russell restava a debita distanza, lamentandosi spesso delle gomme o della velocità generale della W14.

A George spetta il difficile compito di dover imparare a gestire se stesso e la sua aggressività, riuscendo a ritrovare quella regolarità che l’aveva contraddistinto nel 2022. Sull’esplosività e sulla velocità pura non ci sono dubbi, parliamo di un ragazzo che balzato sulla Mercedes all’improvviso nel 2020 per sostituire Hamilton mise in crisi Bottas e stava per vincere il GP di Sakhir, per non parlare poi delle prestazioni in quegli anni con la Williams.

Il pilota della casa della Stella a tre punte in quanto a classe non ha nulla da invidiare ai giovani terribili citati ad inizio articolo. Anzi in certi frangenti dà anche l’idea di avere potenzialità finanche superiori. Ciò che però gli manca è la sicurezza di poter avere una carriera da top driver, perché il confronto prolungato con Hamilton può ridimensionarlo in modo fatale. Il modo peggiore per approcciare al derby interno è farlo con irruenza, avventatezza e impulsività. E’ il lato oscuro di questo grande talento, starà a lui dimostrare di saperlo tenere a freno.

Antonino Rendina

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