Felipe Massa: lo scudiero della Ferrari
Felipe Massa entra a fare parte della famiglia Ferrari nel 2003. Già aveva corso un anno in Sauber, ma l’emergente Nick Heidfeld l’aveva lasciato senza un sedile. Felipe firma un contratto come collaudatore – ai tempi esisteva ancora la possibilità di svolgere test durante la stagione – e comincia a macinare kilometri con la rossa, all’ombra dei due piloti principali: Michael Schumacher e Rubens Barrichello.
Nel 2004 e nel 2005 torna in Sauber, ma rimanendo sempre legato alla Ferrari, soprattutto per la partnership tecnica che vi è sempre stata tra i due team.
La vera avventura comincia nel 2006, quando il sedile del connazionale Rubens Barrichello si libera. La Ferrari decide di premiare il giovane brasiliano, che era stato messo sotto contratto come collaudatore proprio per essere l’erede di Rubens. Ovviamente Felipe ha in mano un contratto da seconda guida: il suo compagno di team è un certo Michael Schumacher, già sette volte campione del mondo. È proprio durante questa stagione che Felipe impara tutto ciò che il kaiser può insegnargli e ottiene il suo primo podio, un terzo posto al Nürburgring, e la sua prima pole position, condita con la prima vittoria in Formula 1, all’Istanbul Park, al Gran Premio di Turchia.
A fine stagione il giovane brasiliano compie l’impresa: nel giorno del secondo titolo mondiale di Fernando Alonso e dell’ultima (almeno allora era l’ultima) gara in Formula 1 di Michael Schumacher, passa in secondo piano la straordinaria vittoria di Felipe Massa ad Interlagos, proprio in Brasile, dove l’ultimo a vincere era stato un certo Ayrton Senna.
Ormai Massa è l’idolo brasiliano, specialmente dopo la festa della vittoria a San Paolo, lì vicino a casa sua, con la tuta disegnata apposta per quel Gran Premio.
La stagione 2007 parte all’insegna della parità dei ruoli tra Massa e Raikkonen: la Ferrari deciderà a metà stagione chi sarà il pilota su cui puntare. Dopo i primi deludenti Gp della stagione Felipe riporta al successo la rossa in Bahrain e in Spagna, andando a podio per altre quattro gare nella prima parte della stagione che lo vede come serio pretendente al titolo. Dopo un’altra vittoria in Turchia e un guaio alla sospensione a Monza, Felipe sembra essere ormai fuori dalla lotta per il titolo, e la Ferrari decide di puntare sul finlandese per vincere l’iride. Così da buon uomo di squadra, Massa aiuta la Ferrari a conquistare il titolo piloti, sacrificando una sicura vittoria a Interlagos, per avvantaggiare il suo compagno di squadra. Durante i pit stop del GP del Brasile il gioco è fatto, e Raikkonen è primo, vince la gara e il titolo mondiale.
Il 2008 è l’anno di Massa. Raikkonen praticamente dorme per la maggior parte delle gare, facendo segnare il giro più veloce solamente negli ultimi giri. Il duello per il titolo è una lotta Massa – Hamilton, con il brasiliano che prevale sull’inglese in Bahrain, in Turchia (terza vittoria di seguito a Istanbul) e in Francia. Ottiene uno straordinario Hat Trick nel GP d’Europa a Valencia e vince anche a SPA grazie alla penalizzazione di Hamilton. I punti persi per strada sono comunque tanti: non segna punti nei primi due gran premi della stagione; a Silverstone va sei volte in testacoda sotto l’acqua nel giorno della vittoria di Hamilton; in Ungheria si ferma con il motore rotto a 3 giri dal termine dopo avere dominato la gara, a Singapore spreca una vittoria per un errore ai box.
Alla fine arriva con 7 punti di distacco da Hamilton all’ultimo Gran Premio. La Ferrari spera nel miracolo come un anno prima. Succede un mezzo miracolo quando un certo Sebastian Vettel, con la sua Tororosso, a pochi giri dal termine passa Hamilton relegandolo fuori dalla zona punti mentre Massa è in testa. Sono 3 giri al cardiopalma per tutti. Felipe taglia il traguardo, la mano puntata al cielo: è campione del mondo. La Torcida è in visibilio, la famiglia di Felipe è in festa ai box. Ma poi, pochi secondi dopo…
“Lewis Hamilton is the World Champion!”
Cala il silenzio su Interlagos. Felipe piange e parcheggia la Ferrari al primo posto e rimane in vettura ad asciugarsi le lacrime. Sul podio le lacrime sono tutte per il pubblico che lo ha sostenuto fino alla fine. Lui si batte forte la mano sul cuore, anche se è stato campione del mondo per una sola curva.
Il 2009 è un anno tutto storto. La F60 non è all’altezza della concorrenza, e Felipe limita i danni come può, e ottiene anche un podio al Nürburgring. Durante le libere del GP di Ungheria si sfiora la tragedia: le telecamere inquadrano la Ferrari del brasiliano incastrata sotto il muro di gomme. La dinamica dell’incidente è stranissima: Felipe sembra avere tirato completamente dritto a una curva. Solo quando il pilota viene estratto dalla vettura si capisce cosa è realmente successo: una molla della sospensione persa dalla vettura di Barrichello ha colpito in pieno il casco del brasiliano e per un soffio non lo ha ucciso. Tornerà a correre, non tornerà? La Ferrari lo sostituisce per tutta la stagione 2009 prima con Badoer, poi con Fisichella.
Alla fine ce la fa: nel 2010 Felipe Massa risale a bordo della rossa di Maranello al fianco di Fernando Alonso, ed è subito doppietta in Bahrain. Dopo tre gare e altrettanti buoni piazzamenti è addirittura in testa alla classifica, ma è costretto a cederla a Jenson Button dopo la quarta gara. Il terzo podio stagionale arriva nella gara del misfatto Ferrari. Massa sta conducendo la gara in Germania quando improvvisamente il suo ingegnere di pista gli dice “Felipe, Fernando is faster then you, do you under stand the message?”. Forse il team radio più ecclatante degli ultimi anni. Felipe è costretto ad accodarsi al compagno cedendo la vittoria. Ormai i ruoli sono fissati. La Ferrari ancora una volta ha deciso di puntare sul suo compagno. Felipe si ritrova ancora a dovere portare a casa punti importanti per aiutare Alonso. Centra un terzo posto a Monza e in Corea, per aiutare Alonso a raggiungere la cima della classifica. Poi più niente fino alla fine della stagione, sperando in un’annata, la successiva, più ricca di risultati.
Ma nel 2011 la Ferrari si perde ancora una volta. Il progetto della F150 Italia si dimostra un disastro da subito, tanto che lo stesso Alonso riesce a raccogliere, è vero, tanti piazzamenti a podio, ma solo una vittoria a Silverstone. Felipe sente sulle sue spalle un’enorme responsabilità: portare punti preziosissimi alla squadra in tempi di magra. Qui si smarrisce e non riesce mai ad andare oltre il quinto posto in gara. Lui non dice di essere in crisi, ma in seguito dichiarerà di essere andato dallo psicologo per uscire da questa sorta di spirale di risultati negativi.
Il 2012 sembra essere ormai la stagione del declino di Massa in Ferrari e le prime gare sembrano darne conferma: non guadagna punti fino alla terza gara e tutti i risultati della prima parte della stagione sono al limite della zona punti. Poi arriva quarto a Silverstone e a Monza. Ma la rinascita è in Giappone. Ritiratosi Alonso nelle prime fasi, non è la solita storia: questa volta persiste una Ferrari nelle prime posizioni, ed è quella di Felipe Massa. Il brasiliano mantiene addirittura il ritmo di Vettel per una parte di gara e alla fine termina secondo! Vederlo sul podio è un piacere per gli occhi. Sembra un bambino, come fosse la prima volta. Nelle ultime due gare della stagione Felipe batte Fernando in qualifica, ma, sebbene sia appena arrivato il rinnovo del contratto per un anno, ad Austin viene fatto penalizzare di proposito in griglia per avvantaggiare lo spagnolo. Lui la digerisce a modo suo “La prossima volta parto anche con il cambio rotto”. Giunge a podio anche in brasile per la gioia dei suoi tifosi, ma deve sempre chinare il capo al suo team mate facendolo passare davanti alla folla attonita.
Alla fine si sapeva che Felipe avrebbe lasciato presto la Ferrari. Nonostante tutti questi rumori mediatici Massa ha portato a termine ogni gara dando sempre il massimo anche nel 2013, andando molte volte a punti e ottenendo anche un podio in Spagna e chi può dire da qui alla fine della stagione. Magari proprio in Brasile…
Nonostante tutto, le ultime stagioni, i risultati non eccelsi, se si guarda tra le righe si capisce che, a parte il 2007 e 2008, Massa ha sempre guidato una vettura cucita attorno al suo compagno di squadra, per altro neanche perfetta. Lui ha sempre dovuto fare la seconda guida dal 2010, da quando è iniziato quello che molti chiamano “il declino”. Probabilmente avrebbe potuto e meritato di vincere di più. Ma in Formula 1 le cose funzionano così, e bisogna accettare anche un ruolo da seconda guida, lavorare in silenzio, aiutare la squadra, e non sempre vedere riconosciuto lo sforzo fatto per tutti.
Matteo Bramati
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