F1 | Peter Windsor spara a zero su Vettel: “Non è mai migliorato, è sempre stato lo stesso pilota”

L'ex team manager di Williams e Ferrari: "Lewis è di un altro livello, ma anche Fernando fa meglio di lui in determinate situazioni"

F1 | Peter Windsor spara a zero su Vettel: “Non è mai migliorato, è sempre stato lo stesso pilota”

La Formula 1 dal 2023 sarà orfana di Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo e amatissimo dai fan di tutto il globo. Il tedesco, ex Red Bull, Ferrari e Aston Martin ha fatto un finale di stagione importante lo scorso anno, specialmente dopo aver annunciato il suo ritiro in estate. Peter Windsor, ex team manager di Williams e Ferrari ha voluto parlare di Seb sul suo canale Twitch, del suo modo di approcciarsi ai weekend di gara, di come fosse un pilota diverso rispetto a come appariva davanti alle telecamere. Non solo, l’australiano sottolinea come Vettel non abbia mai provato a migliorarsi nonostante alcune lacune importanti e che lo hanno limitato una volta che la vettura non lo ha più supportato, in particolar modo evidenziando le sue difficoltà quando nel 2014 non ha più avuto quella Red Bull dominante.

“Ho sempre pensato che Vettel fosse un pilota molto riflessivo – ha ammesso Windsor. Era molto veloce ed equilibrato, anche nei suoi test in Sauber, ed era il massimo esponente della trasformazione di una curva in una forma a V, ma quando non poteva per via della costruzione della curva, era nella media. In Red Bull aveva un fantastico grip al posteriore, il diffusore soffiato e tutto il resto. Quando tutte queste caratteristiche della macchina non ci sono state più nel 2014, suo ultimo anno a Milton Keynes, è diventato un normale pilota da corsa ed è stato battuto da Ricciardo. In quell’anno non ha mai ammesso di essere nei guai e di dover migliorare su certi aspetti, come il far funzionare l’anteriore. Avrebbe potuto fare tante cose, ma non è stato così”.

“Poi è andato in Ferrari, arrivava come il quattro volte campione del mondo e accolto con un sacco di soldi e molta adulazione da parte dei fan, ma non è mai migliorato, è sempre stato lo stesso pilota, e questa è la sua storia. Mi ricordo anche quanto accaduto a Baku contro Hamilton sotto Safety Car nel 2017, con quella manovra Ticktum ha perso la super licenza per un anno, mentre lui se l’è cavata solo con una multa, è stato fortunato a farla franca. Per me non è allo stesso livello di Lewis: con un buon posteriore sulla vettura per me è al livello di Alonso, ma con una macchina nervosa e con un grip inferiore, va sempre in difficoltà. Diciamo anche che, dovessero esserci delle variabili, Fernando stesso farà sempre un lavoro migliore rispetto a Seb. Se parli con Webber, lui lo descriveva in maniera totalmente diversa da come lo facevano apparire i media, in Red Bull era uno capriccioso, lanciava il casco nel motorhome e cose così”.

“Lui comunque mi piace – continua l’inesorabile Windsor. Ricordo di aver fatto un evento con lui a Milton Keynes e ricordo che Mario Andretti lo presentò per conto di una stazione televisiva, e la prima cosa che Seb gli disse fu “Wow, al tuo primo Gran Premio eri in pole position”. Ecco, ho pensato che fosse una bella cosa da sapere. Poi però ci sono cose strane su Seb, perché quando era in Ferrari nel corso del weekend del Gran Premio d’Austria ha parlato dell’eredità dei piloti austriaci, citando Lauda e Berger, ma non ha mai ricordato Rindt. Ho pensato che fosse strano che uno che tiene così tanto all’eredità di questo sport non avesse citato Jochen. Sono un po’ confuso da Sebastian, devo essere sincero, non come pilota, ma come il Seb che conoscevo e quello che è adesso, è un ragazzo molto diverso”.

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