F1 | Metodo e grinta, Matador Sainz già entusiasma l’ambiente Ferrari

Lo spagnolo ha tutto per ripercorrere le orme di Alonso in rosso

F1 | Metodo e grinta, Matador Sainz già entusiasma l’ambiente Ferrari

C’è stato qualcosa di veramente intenso a livello emotivo nei primi giri di Carlos Sainz a Fiorano con la Ferrari. Scendere in pista con la Rossa a Fiorano, ripercorrendo orme di illustri predecessori (tra cui Lauda, Alonso, Vettel), vivendo questo svezzamento sportivo non come un tappa di passaggio ma come un vero proprio rituale. Emozionandosi ed emozionando.

I primi giri, la prima giornata di lavoro assaggiando l’asfalto, le procedure e gli automatismi assimilati studiando come un secchione a Maranello per settimane; è nell’indole di questo “giovane vecchio” arrivare preparato all’interrogazione, con una applicazione allo studio da primo della classe.

Sotto gli occhi addirittura di John Elkann, presidente della Ferrari che ha fatto dell’assenza una regola, eppure liberatosi dagli impegni del nuovo gruppo Stellantis per tastare con mano l’umore della Scuderia, probabilmente per fare gruppo e salutare, più di tutti, il nuovo arrivato.

E Carlos ha risposto presente, percorrendo più di cento giri al volante della ottima SF71H, dando l’idea, anche per l’entusiasmo generato nei tifosi (presenti e non) di ambire a essere qualcosa in più di una semplice “spalla” per Charles Leclerc.

Lo spagnolo probabilmente non avrà la velocità pura di quel funambolo di Sciarl, ma ha la solidità, la “garra“, le motivazioni per essere il nuovo Matador, seguendo le orme del mentore Alonso. Carlos trasmette forza caratteriale e determinazione e nei suoi sei anni di F1 s’è già distinto per essere un lottatore irriducibile, che non si piega nei momenti difficili.

Spessore caratteriale al quale si aggiungono doti inequivocabili di pilotaggio, quali la lettura della gara, la consistenza, l’affidabilità. E Sainz il peso del suo essere già un top driver lo porterà per forza di cose in Ferrari, non è un caso infatti che ha già infiammato i pochi presenti, che al suo passaggio urlavano “Carlos, Carlos”.

Non certo il trattamento che tifosi innamorati e in attesa di riscatto riserverebbero ad una mera seconda guida senza arte né parte. Lo spagnolo s’è conquistato il sedile della Ferrari a suon di risultati, impressionando con squadre come Renault e soprattutto McLaren, rivelando di essere capace di prendere un team per mano e di trascinarlo, tramite il dialogo con i tecnici e il lavoro in pista e fuori, verso grandi traguardi. Proprio come fanno i top driver. E parliamo di un classe ’94, ancora giovane.

La sensazione, insomma, è che la Ferrari abbia ingaggiato un vero leader, capace di essere al contempo team-player e implacabile in pista, uno che non farà sconti nemmeno a Leclerc. E sotto sotto, forse, è quello in cui spera il Cavallino; guai infatti ad affidarsi solo ed esclusivamente al talento straripante di Charles, la rinascita della Scuderia non può non passare attraverso la sagacia tecnica e la già elevata e variegata esperienza di Sainz.

Dopotutto Carlos ne ha viste di tutti i colori, dall’universo Red Bull alla grande tradizione della McLaren. E non ha mai fallito. Veloce, affidabile, solido e cattivo. “Vamos Carlos” urlavano genitori e bambini letteralmente affacciati sulla pista di Fiorano. Certi amori nascono così, inaspettatamente, ma mai per caso.

Antonino Rendina


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