F1 | La Ferrari che verrà

Ruoli definiti, un direttore tecnico di alto profilo, più verticalità: come cambia la Ferrari per essere più efficiente

F1 | La Ferrari che verrà

Se il ribaltone c’è stato, e ha fatto rumore, è anche vero che la Ferrari cambierà nel modo meno traumatico possibile. Può sembrare un controsenso, considerato il cambio di un ruolo nevralgico ed apicale come quello del team principal, ma invero le idee della dirigenza aziendale, improvvisamente più presente (non che non sia un bene, ma fino a ieri dove era?), sono quelle di organizzare diversamente il lavoro all’interno del team e di dare una struttura più forte alla Scuderia.

Per certi versi Mattia Binotto, con la sua plenipotenziarietà, ha esasperato e consumato il c.d. metodo orizzontale varato dal compianto presidente Marchionne. Il dimissionario team principal – ancora a lavoro a Maranello in queste settimane per l’ordinaria amministrazione come un vero e responsabile capo di governo a fine corsa – ha provato nei suoi anni di gestione a costruire un modello di Ferrari che alla fine non ha funzionato.

Il dato più significativo in tal senso è stato la mancata nomina (anche formale) di un direttore tecnico. Evidentemente nelle idee di Binotto una suddivisione più orizzontale del lavoro – con lui responsabile di tutto e di tutti, plenipotenziario appunto – doveva servire a responsabilizzare di più i singoli, creando coesione e unità di intenti.

V’è da dire che non tutto è andato così male. Binotto ha rinverdito infrastrutture, la sua Ferrari è quella del nuovo simulatore, della galleria del vento efficiente e dei dati che finalmente corrispondono alla realtà. Senza ripetere cose lette e rilette, sono mancati gli sviluppi della monoposto, le strategie in gara, una chiara e univoca gestione dei piloti. Una vettura velocissima è “sparita” da metà stagione. Ma perché?

La sensazione – forse qualcosa in più di una sensazione – è che alla Rossa siano mancate figure carismatiche e di potere nei vari reparti, in grado di tirare fuori il massimo da tutti. E un team principal che in quattro deludenti anni non ha mai ammesso errori, parlando sempre paternalisticamente di insegnamenti ed esperienza per il futuro, evidentemente non ha aiutato.

La responsabilizzazione diffusa, con Binotto unico vero responsabile della squadra, dei piloti, dell’auto, e probabilmente anche dei servizi idraulici di Maranello leggendo il ben informato Alberto Antonini, ha finito forse per avere l’effetto contrario, ovvero deresponsabilizzare tutti.

Com’è possibile che non ci sia stato nessun intervento per le troppe e scellerate scelte al muretto? Se strateghi in pista e al remote garage sbagliano più e più volte perché non cambiare, ma addirittura difendere scelte strampalate come quella di Interlagos o Silverstone? Perché si fa tanta fatica a mettere Leclerc al centro del progetto in una F1 ultra competitiva dove non si può prescindere dal talento del fuoriclasse (vedi Red Bull con Verstappen)?

Evidentemente le stesse domande se le sono poste Elkann e Vigna, già da un po’ di tempo, già osservando il biennio magro (2020-2021) che in fin dei conti è servito a ben poco. E avranno deciso di agire, intraprendendo una strada opposta a quella percorsa da Binotto.

Non si tratta quindi di epurare fior fior di ingegneri capaci di mettere in pista una ottima F1-75, ma organizzare e strutturare il team in modo da renderlo più efficiente. Non è un caso che tutti gli indizi convergano in una sola direzione: la Ferrari avrà un nuovo team principal (Vasseur il candidato numero uno), ma soprattutto avrà un direttore tecnico, una figura forte che si assuma quella responsabilità che a furia di essere divisa qua e là è dapprima sparita e poi ricaduta tutta su Binotto.

La Rossa ha bisogno di verticalità e chiarezza dei ruoli. Gli stessi ingegneri a lavoro ne beneficerebbero, per snellezza ed efficacia nelle singole mansioni. Di nomi ne girano e gireranno tanti, il più suggestivo lavora in Dallara, sarebbe un grande ritorno, ha un cognome che inizia per C e il nome per A e ne hanno parlato gli amici di FUno Analisi tecnica.

La Ferrari si sta rimodellando per essere strutturata in maniera più forte. Intanto il lavoro nelle stanze di Maranello prosegue e la vettura 2023 è quasi pronta. La speranza è che sia veloce, ma soprattutto che finalmente funzioni meglio tutto il resto, dalla gestione delle gare agli sviluppi. Con ruoli chiari e responsabilità definite, dal direttore tecnico ai piloti.

Antonino Rendina


2.7/5 - (24 votes)
Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Focus F1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati