F1 | I motivi che hanno spinto la FIA a squalificare Lewis Hamilton per l’irregolarità del DRS

L'apertura massima del sistema dell'ala mobile andava oltre il consentito

F1 | I motivi che hanno spinto la FIA a squalificare Lewis Hamilton per l’irregolarità del DRS

Dopo circa venti ore di attesa, la FIA ha finalmente emesso il proprio verdetto in merito al caso che aveva visto coinvolto Lewis Hamilton dopo le qualifiche del Gran Premio del Brasile, comunicando la decisione di procedere con la squalifica dell’inglese dai risultati delle prove ufficiali dove aveva ottenuto il migliore tempo di giornata. Il sette volte campione del mondo sarà quindi costretto a prendere il via della sprint qualifying dal fondo della griglia, mentre le cinque posizione di penalità per la sostituzione del motore verranno comunque scontate nella gara di domenica.

In seguito ai controlli completati al termine delle qualifiche, infatti, era emerso come secondo le analisi svolte dai commissari l’ala posteriore non sarebbe risultata conforme al regolamento tecnico, in particolare in merito all’apertura massima del DRS, il sistema che consente di ridurre la resistenza aerodinamica in rettilineo. Secondo quanto prevede l’articolo 3.6.3 del regolamento, la distanza tra il flap superiore mobile e il main plane, ovvero l’elemento che rimane fisso, deve essere compresa tra un minimo di 10mm fino ad un massimo di 85mm. Durante le consuete ispezioni era emerso come, invece, la distanza tra questi due elementi sull’ala posteriore della vettura numero 44 superasse gli 85mm consentiti, motivo per il quale i delegati della Federazione non avevano potuto fare altro che emettere un comunicato segnalando agli steward una possibile irregolarità della monoposto del britannico: “Le posizioni del flap mobile dell’ala posteriore sono state controllate sulla monoposto numero 44 per quanto riguarda la conformità stabilita dall’articolo 3.6.3 del regolamento tecnico 2021. Il requisito della distanza minima è stato soddisfatto, mentre quello della massima distanza di 85 millimetri, quando il sistema DRS è stato verificato in conformità alla TD/011-19, non è stato soddisfatto. Rimando la questione ai commissari per le loro considerazioni.”

I controlli del venerdì

Nel comunicato ufficiale con cui è stata confermata la squalifica di Hamilton, gli steward hanno fornito ulteriori dettagli in merito alle procedure seguite e ai controlli effettuati, fornendo un quadro più chiaro della situazione. Innanzitutto, per verificare la conformità al regolamento tecnico del sistema DRS, i team e i delegati della Federazione adoperano uno strumento con una parte finale circolare a forma di dischetto, il quale viene posto tra il mainplane e il flap, come visibile nell’immagine sottostante che raffigura un meccanico dell’Aston Martin completare la procedura. Nel caso il dischetto, che misura un diametro di 85mm e a cui viene applicata una forza di 10N, riuscisse a passare da una parte all’altra dell’ala attraverso l’apertura creata dai due elementi, allora il test indicherebbe la non conformità del sistema. Al contrario, nel caso il dischetto rimanesse “incastrato” tra il mainplane e l’ala, l’ala risulterebbe regolare. Nello specifico, dalle analisi svolte dalla FIA sarebbe emerso come sulla vettura di Hamilton la parte più interna dell’ala avrebbe superato le prove di verifica, al contrario di quella più esterna, dove lo strumento di misurazione ne aveva confermato l’irregolarità in quanto la misura dell’apertura risultava superiore agli 85mm massimi previsti dal regolamento. Per confermare che non si trattasse di un caso isolato, il test è stato ripetuto quattro volte e con due differenti calibri, alla presenza degli Steward e dei rappresentati della Mercedes.

Il primo rinvio

Al fine di evitare immediatamente la squalifica e raccogliere maggiori informazioni che potessero spiegare un’eventuale malfunzionamento del sistema, dopo l’incontro di venerdì sera tra Ron Meadows (direttore sportivo Mercedes), Simon Cole (Chief Engineer Mercedes), Jo Bauer (delegato tecnico FIA) e Nicholas Tombazis (Single Seater Technical Director), gli steward avevano deciso di aggiornarsi alla mattinata successiva, dove sarebbe intervenuto in via telematica anche John Owen (Chief Designer Mercedes). Una decisione dovuta anche ai filmati che avevano ritratto Max Verstappen toccare la vettura di Lewis Hamilton nella zona dell’ala posteriore nei minuti successivi al termine delle qualifiche, per cui si è poi optato per un incontro separato sempre nelle prime ore della giornata di sabato.

Le spiegazioni della Mercedes

In primo luogo, Mercedes ha voluto confermare che il design dell’ala stessa fosse conforme alle norme regolamentari, per cui il problema di un eventuale problema sarebbe stato da ricercare o in un malfunzionamento/gioco dell’attuatore idraulico che permette di tirare verso l’alto il flap mobile, o nei pivot posti nelle parti più esterne oppure in un non corretto assemblamento dei vari elementi. In tal senso, gli Steward hanno ricevuto la conferma da parte della FIA e del team che quell’ala e quello specifico design erano già stati testati in precedenza, soddisfacendo in ogni occasione i parametri necessari per superare i test di conformità. In seguito ad ulteriori prove di verifica, la FIA non ha potuto fare altro che confermare il fatto che, anche in questo caso, il disegno dell’ala incontrasse i criteri previsti dal regolamento tecnico, sottolineando come non vi fosse alcuna intenzione da parte di Mercedes di eludere quanto previsto dalle norme.

Un secondo elemento su cui Mercedes ha voluto porre la propria attenzione riguarda lo svolgimento del test, in particolare delle procedure legate all’utilizzo dello strumento atto a verificare la massima apertura del flap. In particolare, il team tedesco avrebbe suggerito come l’articolo 3.6.3 del regolamento stabilisce una dimensione massima (di 85 mm), che è tuttavia possibile misurare senza applicare una forza o un carico, prova statica che secondo quanto rivelato dal comunicato della Federazione la vettura numero 44 avrebbe superato. Tuttavia, la direttiva tecnica TD/011-19 prevede che al fine di verificare l’effettiva conformità dell’apertura massima, sia comunque necessario applicare una forza di 10N al calibro in modo da constatare se quest’ultimo sia in grado di passare attraverso i due elementi o meno. Inoltre, la direttiva tecnica indica espressamente che i test sono svolti “per assicurarsi che l’elemento dell’ala posteriore non si deformi in un’apertura maggiore del valore consentito…”, in modo da non rendere valido il solo esame statico. Sostanzialmente, quindi, quando lo strumento va a verificare l’apertura massima attraverso l’applicazione di una forza, né il main plain né il flap devono flettere in modo da consentirne il passaggio, altrimenti se ne otterrebbe un vantaggio che non sarebbe possibile verificare con una sola prova statica.

Le spiegazione della FIA

Per quanto Mercedes avesse sostenuto la propria posizione secondo la quale il fatto che la sezione centrale dell’ala avesse superato il test di conformità potesse essere un elemento mitigante, che testimoniava la buona fede del team e l’intenzione di non violare i regolamenti, gli steward hanno confermato che tale fattore non può considerarsi comunque rilevante rispetto al fatto che altri porzioni non siano risultate regolari. Proprio seguendo questo input, il team diretto di Toto Wolff aveva rimarcato come si trattasse di un evento unico piuttosto che di un’infrazione reiterata voluta, per cui si poteva semplicemente supporre che qualcosa non fosse andato nel modo giusto, che fosse un malfunzionamento dell’attuatore del DRS o dei pivot laterali.

Un elemento che la squadra di Brakcley sperava potesse risultare decisivo alla fine della decisione finale, in particolar modo tenendo a mente che generalmente il dipartimento tecnico della FIA consente ai team di sistemare eventuali problemi minori scovati sulle vetture, anche in condizioni di Parc Fermé durante le qualifiche. Come confermato dalla Federazione, infatti, se Mercedes avesse riscontrato il problema durante lo svolgimento delle prove ufficiali, a quel punto avrebbe avuto il permesso di svolgere le dovute ispezioni e risolvere il problema (sostituendo ad esempio il pezzo danneggiato o stringendo le viti dei pivot), in modo da risultare conforme durante i controlli previsti al termine della giornata di venerdì.

Per quanto venga inoltre generalmente concessa una piccola tolleranza per riparare eventuali danni dovuti ad incidenti, gli steward hanno ritenuto che tale possibilità non potesse essere applicata al caso specifico non essendoci stato alcun evento particolare e nessun’altra ragione valida che avrebbe potuto giustificare un intervento.

Il ruolo di Verstappen

In merito al ruolo di Verstappen nella vicenda, i commissari hanno visionato tutti i filmati in cui era possibile osservare l’olandese toccare la vettura numero 44 dopo le qualifiche nel Parc Fermé. In particolare, gli steward si sono concentrati sugli onboard delle vetture numero 14 (Alonso), 77 (Bottas), 33 (Verstappen), 44 (Hamilton), così come sul footage proveniente dalle camere del circuito, di quelle degli operatori presenti in pit lane e sui filmati amatoriali comparsi sui social network nella serata di venerdì. Dall’udienza separata, è emerso che non vi è alcun movimento degli elementi che compongono l’ala posteriore della vettura di Hamilton quando quest’ultimi vengono toccati da Verstappen e che la forza applicata dal pilota della Red Bull è “insignificante”, per cui non era stato causato alcun danno diretto. Per quanto anche i rappresentati della Mercedes abbiano concordato sul fatto che le azioni di dell’olandese difficilmente avrebbero potuto contribuire al problema riscontrato al DRS della W12 del britannico, allo stesso tempo hanno voluto lasciare uno spiraglio aperto a tale possibilità, una sorta di punto interrogativo. Al netto di varie interpretazioni, la FIA ha comunque rimarcato che il ruolo di Verstappen sia stato marginale in merito a queta vicenda, se non per aver infranto il regolamento internazionale che vieta di toccare altre monoposto presenti nell’area del Parc Fermé.

La decisione della FIA

Al netto di vari fattori mitiganti che avrebbero potuto alleggerire la decisione della Federazione, e per quanto gli stessi steward abbiano concordato che il problema fosse stato causato da un possibile malfunzionamento piuttosto che da un volontario tentativo di aggirare le regole, nulla ha potuto evitare la squalifica di Hamilton a causa delle irregolarità riscontrate durante i controlli, esattamente come avvenuto in altri episodi precedenti.

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