F1 | Hamilton, una mortificazione prenderle da Russell? Poche gare per evitarla…

Il classe '98 ha 35 punti di vantaggio sul sette volte campione del mondo e non ha alcun timore reverenziale

F1 | Hamilton, una mortificazione prenderle da Russell? Poche gare per evitarla…

C’è un sette volte campione del mondo, dominatore per anni in lungo e in largo, imperioso e autorevole fino ad un ieri sportivo che d’improvviso sembra già sfumare alla voce “passato”, che ha sei gare per evitare un’onta che peserebbe alquanto.

Lewis Hamilton ha trentacinque punti di ritardo in classifica dal compagno George Russell, talento in erba che guida la Mercedes domandola e strapazzandola come se la conoscesse da anni, e sta perdendo il confronto con un giovanissimo compagno di squadra.

Hamilton, sicuramente a fine carriera rispetto al connazionale con cui divide i box della ex armata anglo-tedesca, ha già perso dei confronti in carriera con i team mate. Pensiamo a Button o a quello evidentemente più sanguinoso con Rosberg, che gli costò il titolo mondiale del 2016.

Non sarebbe quindi una novità assoluta, ma in questo caso sarebbe qualcosa di assolutamente nuovo, questo sì. Perché Jenson Button e Nico Rosberg erano piloti con più o pari anzianità di servizio, o comunque della stessa generazione; non c’era sfida generazionale, non c’erano le preoccupazioni sul tempo che passa, non v’era l’incedere impietoso ed inevitabile del crepuscolo, della fine che in qualsiasi ambito, per qualsiasi cosa, fatto, essere vivente, prima o poi arriva.

Russell è il giovane impertinente, sfacciato, velocissimo, scomplessato, che sta in qualche modo “ridimensionando” Hamilton. Non certo in senso “storico”. Lewis resta una leggenda, uno dei pochi a poter ambire al titolo simbolico di GOAT della massima categoria, dopotutto ha vinto 103 GP, è una roba quasi immorale.

Però il presente parla di un Re un po’ più vicino all’abdicazione, un po’ più spodestato in una squadra che negli ultimi anni era una sorta di sua emanazione; tutto girava intorno a Hamilton, dai successi in pista, all’immagine fuori, ai dirigenti, per finire al fedelissimo e leale gregario Bottas.

Oggi invece non è più così, per questo Hamilton dovrebbe dare fondo a tutta la sua classe, le sue energie, la sua forza – ancora dirimente, basti guardare ai GP di Francia, Ungheria, Inghilterra – per rispondere allo scalpitante principino George. Il quale si sta pian piano, con signorilità ed educazione, prendendo la Mercedes. Russell è costante, al limite dello sfinimento per gli avversari, è veloce e soprattutto corre con il piglio e la cattiveria di chi non ha alcun timore reverenziale per i gradi del compagno di squadra.

In Olanda, ad esempio, George si è imposto per cambiare gomme sotto safety car, ha letto lui la gara al meglio e ha “guidato” la squadra, con spaventosa determinazione e diabolica risolutezza. Ha infilato senza pietà Hamilton e si è andato a prendere il secondo posto. Una cosa del genere in Mercedes non si era mai vista negli anni precedenti. Qualcosa probabilmente è già cambiato negli equilibri di una squadra non più Hamilton centrica. E tutto ciò non farà piacere a Lewis, il quale ha ancora poche gare per ribaltare la situazione.

Antonino Rendina

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