F1 | Hamilton in Ferrari non è marketing, ma il primo vero passo per vincere il mondiale

L'arrivo del campione inglese può aprire le porte a tecnici e ingegneri di spessore per puntare al titolo

F1 | Hamilton in Ferrari non è marketing, ma il primo vero passo per vincere il mondiale

La notizia è di quelle davvero clamorose, forse una delle più incredibili della storia della Formula 1. Lewis Hamilton e la Ferrari, dopo anni di corteggiamento hanno finalmente detto il fatidico “sì”, e dal 2025 inizieranno un’avventura già di per sé storica, solo per il fatto di accoppiare il pilota più vincente della storia e la Scuderia per eccellenza (e qua vi rimando al pensiero dell’amico Antonino Rendina). E’ successo tutto in meno di 24 ore, dalle primissime indiscrezioni notturne, alle telefonate tra vari colleghi, scambi di messaggi incessanti, notizie qua e là che arrivavano dalla Gran Bretagna, e poi la conferma, attorno all’ora di pranzo: sì, questa sera Lewis verrà annunciato in Ferrari, Toto Wolff sta andando a comunicarlo alla squadra in un brevissimo meeting convocato in fretta e furia a Brackley.

D’altronde il team principal della Mercedes lo aveva saputo soltanto il giorno prima, durante un caffè proprio con il sette volte campione del mondo. Un fulmine a ciel sereno per tutti, evidentemente c’era la volontà da ambo le parti, quindi Hamilton e Ferrari di ufficializzare il tutto ancora prima dell’inizio di questa stagione, e il perché è presto detto, si possono trarre diverse conclusioni a questa faccenda. C’è chi parla di troppa fretta, chi vorrebbe un anticipo di un anno (caspita, sarebbe bellissimo vedere questo matrimonio già nei test in Bahrain), eventualità però impossibile, ma anche qui ci arriviamo, perché tutto ha una sua logica, un suo perché.

LA FRETTA DI CHIUDERE, IL TEMPO NECESSARIO PER COSTRUIRE

Frederic Vasseur ha voluto a tutti i costi definire la line-up 2025 e futura prima dell’inizio di questo mondiale. Si pensava che il suo pensiero si allineasse al 100% con quello di Carlos Sainz, il quale ha sempre dichiarato di non voler cominciare un campionato senza avere delle certezze sul suo futuro, e per questo motivo il rinnovo sembrava bello che fatto. E invece no, perché nelle menti del manager francese, sin dal suo approdo a Maranello, c’era un solo nome, un’ossessione, ed era Lewis Hamilton, suo pupillo ai tempi della GP2. Annunciarlo ora vuol dire avere il tempo necessario di costruire una squadra in grado di vincere, perché non paghi un sette volte campione del mondo a peso d’oro soltanto per semplice marketing. Tra l’altro, abbiamo visto con Alonso come l’età conti tanto e non quanto se sei ben preparato fisicamente e mentalmente. Pensare tutto questo, concedetecelo, ci sembra un attimo approssimativo: negli ultimi anni la Ferrari ha perso di credibilità sia politica che tecnica, anche per alcune gestioni obiettivamente non all’altezza della situazione e un’assenza dirigenziale totale. Portare a Maranello una figura di questo calibro apre le porte a ingegneri, tecnici e meccanici che farebbero carte false pur di consegnare a un campione del genere, al più vincente della storia, una macchina e un team in grado di riportarlo al vertice e aiutarlo alla conquista dell’ottavo titolo. Un plauso, quindi, anche a John Elkann (oltre che a Vasseur, ovviamente), è forse la prima volta che gliene facciamo uno da quando è il presidente della Rossa, ma quando è sua, è sua.

LA CONVIVENZA CON LECLERC

La Ferrari ha il suo pupillo fatto in casa: Charles Leclerc, 26 anni e un amore eterno per la Rossa. Non ha mai avuto a disposizione una vettura in grado di lottare per il mondiale, se non in quella manciata di mesi del 2022, e anche lì, purtroppo e senza un reale motivo, non aveva il pieno supporto della squadra, basti ricordare le scelte devastanti di Monaco e Silverstone in favore di Sainz. Chi all’epoca prendeva le scelte non fa più parte di questa squadra, inutile quindi rimuginarci su. Quella che andrà a formarsi sarà certamente la coppia di piloti più forte dello schieramento, una delle più incredibili, probabilmente, della storia di questo sport. Da un lato chi cerca la vera possibilità di giocarsi il titolo per la prima volta, dall’altra il campione assoluto, in cerca di consacrazione definitiva, ossia vincere ancora, ma guidando la monoposto per eccellenza. A Charles gioverà avere al suo fianco un campionissimo, ha già dimostrato di non guardare in faccia nessuno, e un certo Vettel se lo ricorda abbastanza bene. Chiaro, Hamilton è di un livello decisamente superiore al tedesco, lo ha dimostrato in quegli anni, gli ultimi che hanno fatto davvero emozionare i tifosi della Ferrari quantomeno fino alla pausa estiva.

Avere Lewis Hamilton al fianco, pilota di esperienza smisurata in un ambiente che è stato vincente per quasi una decade non può fare altro che giovare allo stesso Charles, il quale, carissimi ragazzi, sapeva già tutto al momento della firma una settimana fa, non cade certamente dal pero come alcuni vogliono far credere. Ha l’opportunità immensa di lavorare con il più forte di tutti, e si spera, con la squadra migliore possibile. Il 2025 volendo è dietro l’angolo: certo, c’è un campionato da affrontare, con la speranza che la Ferrari abbia già imbeccato la strada giusta così da prepararsi al meglio a quella che sarà la stagione più attesa.

NIENTE DA FARE PER IL 2024

Anticipare il tutto al 2024, seppur eccezionale (non ce ne voglia Sainz) è praticamente impossibile, sia per i contratti in essere che le questioni tecniche: come ammesso anche da Toto Wolff in queste ore, Lewis era al centro del progetto fino a poche settimane fa, ha partecipato in modo attivo ai meeting, ha dato indicazioni precise sulle mancanze della Mercedes negli ultimi due anni e su come migliorare la prossima W15. Saltare su una vettura totalmente sconosciuta a meno di un mese dallo spegnimento dei semafori in Bahrain, senza la possibilità di ambientarsi a dovere, non è certamente nelle corde di un perfezionista come Hamilton. Non ci sono margini, né contrattuali né tecnici, dovremo aspettare, ma sarà una dolce attesa per tutto il mondo della Formula 1, non limitiamoci soltanto ai tifosi della Ferrari, perché probabilmente alcuni non hanno ancora capito la grandezza di quanto accaduto nella folle giornata di ieri.

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