F1 | Gran Premio di Sakhir: l’analisi delle qualifiche

Riviviamo i momenti più importanti che hanno contraddistinto le qualifiche sul circuito di Sakhir

F1 | Gran Premio di Sakhir: l’analisi delle qualifiche

Nuovo Gran Premio, nuove comparse. Tra le tante novità di questo mondiale 2020 vi è anche il debutto assoluto nel calendario della Formula 1 di un layout alternativo della pista di Sakhir, denominato “Outer Circuit”, il quale riprende a lunghi tratti quello tradizionale utilizzato durante gli altri anni per ospitare il Gran Premio del Bahrain, modificandone tuttavia il settore centrale. Ciò che non è cambiato, invece, sono i colori del team che ancora una volta si è preso gli onori della cronaca per l’ennesima pole position stagionale, ovvero la Mercedes, capace di piazzare entrambe le proprie monoposto in prima fila nonostante l’assenza di Lewis Hamilton, costretto ad assistere da spettatore a causa della sua positività al coronavirus. Un’opportunità da non lasciarsi sfuggire per Valtteri Bottas che, per la quinta volta nel corso di questo campionato, è così riuscito a piazzare la sua monoposto davanti a tutti, precedendo di soli ventisei millesimi quello che è il suo nuovo compagno di squadra per l’appuntamento di Sakhir, George Russell. Nonostante fosse il suo primo weekend a bordo della W11, il giovane pilota britannico ha subito dato dimostrazione delle sue qualità sul giro secco, così come ci aveva abituato in Williams, dove era riuscito più volte ad impressionare per le sue prestazioni. Riuscire a monopolizzare la prima fila, tuttavia, non è stata impresa facile, perché Max Verstappen ha dato filo da torcere al team tedesco, mancando la pole position per solo mezzo decimo, a dimostrazione di quanto fossero contenuti i distacchi nelle primissime posizioni.

Tra le gradite sorprese di queste qualifiche vi è senza dubbio il quarto posto di Charles Leclerc, capace di imporsi nel primo tentativo della Q3 con un giro capolavoro, abbastanza per riuscire a mettersi alle spalle i suoi rivali più diretti della midfield. Quinto tempo per Sergio Perez, tra i seri candidati per la conquista di un risultato di spicco nel corso di questo fine settimana, in modo da rifarsi per quello che gli è sfuggito meno di sette giorni fa a pochi giri dalla conclusione della corsa. Sesta posizione per un altro dei protagonisti di giornata, Daniil Kvyat, autore della sua miglior qualifica stagionale grazie ad un giro estremamente pulito che conferma i progressi visti nel corso degli ultimi mesi. Ad aprire la quarta fila sarà Daniel Ricciardo, amareggiato per un risultato che, a suo parere, non rispecchia il potenziale della vettura e di quanto mostrato nel corso del weekend, dato che secondo l’australiano vi sarebbe stata la possibilità di concludere tra i primi cinque. Più staccata la prima McLaren di Carlos Sainz Jr., ottava sulla griglia di partenza, mentre a concludere la top ten saranno Pierre Gasly e Lance Stroll, abili nel riuscire a conquistarsi un posto in Q3 nonostante le loro vetture si fossero danneggiate durante le manche precedenti.

Scatterà dall’undicesima posizione Esteban Ocon, il quale avrà tuttavia la possibilità di scegliere le gomme con cui prendere il via, così come tutti coloro che si trovano alle sue spalle, a partire Alex Albon, solamente dodicesimo e alle prese con un bilanciamento della monoposto che non lo ha soddisfatto. Stessa sorte anche per Sebastian Vettel, sulla cui vettura poco prima dell’inizio delle qualifiche era anche stato sostituito il motore a scopo precauzionale, optando per l’unità con cui aveva disputato le prove libere. Ottimo quattordicesimo posto per Antonio Giovinazzi, capace per terza volta durante questo 2020 di superare il taglio della Q1. Non si è trattato di una giornata altrettanto positiva, invece, per Lando Norris, costretto ad abbandonare la sessione già durante la seconda manche dopo essere rimasto bloccato nel traffico nella preparazione di quello che avrebbe dovuto essere il suo tentativo finale.

Non è riuscito ad andare oltre la sedicesima casella Kevin Magnussen, per quanto il passaggio alla fase successiva della qualifica fosse a meno di un decimo. A concludere lo schieramento Nicholas Latifi, Kimi Raikkonen e i due debuttanti, Jack Aitken e Pietro Fittipaldi.

Q1: Piloti al debutto

Così come per l’appuntamento della scorsa settimana, anche per questo weekend le aspettative per i team clienti motorizzati Ferrari non sembravano particolarmente promettenti, date le carenze della Power Unit italiana nei confronti di quelle avversarie. Ciò nonostante, su un tracciato così corto dove le scie e il traffico possono fare la differenza, le possibilità di vederli riuscire a centrare il passaggio alla Q2 non erano poi così remote e i distacchi contenuti lo hanno dimostrato.

Considerate le caratteristiche del circuito, indubbiamente sarebbe stato fondamentale riuscire a completare un giro con poco traffico in pista, motivo per il quale diversi team avevano scelto di completare non due, bensì tre run. Dopo soli pochi secondi dall’inizio della sessione, Kimi Raikkonen, le due Haas e le due Williams avevano già lasciato i box, pronti a lanciarsi per quello che sarebbe stato il loro primo tentativo a pista libera. Una menzione particolare meritava la strategia della Haas, costruita in modo tale che Kevin Magnussen potesse godere della scia del proprio compagno di squadra, il quale sarebbe comunque stato costretto a partire dal fondo della griglia a causa della sostituzione di alcuni elementi sulla sua Power Unit dopo le prove libere. Se, tuttavia, i team precedentemente menzionati avevano deciso di effettuare un solo giro secco con gomma soft per ogni run, diversa era stata la decisione di altre squadre, come ad esempio Mercedes e AlphaTauri, le quali erano scese in pista con gli pneumatici medi e qualche chilo di carburante in più a bordo per continuare a girare, nella speranza non solo di poter completare un giro pulito evitando il traffico, ma anche di salvare un set aggiuntivo delle coperture più soffici a disposizione, il quale sarebbe sicuramente tornato utile nelle fasi successive della qualifica.

A cinque minuti dal termine, tra i piloti in zona eliminazione vi erano Latifi, Gasly, Raikkonen, Giovinazzi e Fittipaldi, mentre Aitken e Magnussen erano riusciti ad ottenere un tempo che li aveva momentaneamente messi in una posizione utile per sperare di ottenere il pass per la manche successiva, nonostante il loro vantaggio fosse piuttosto risicato. Vi era, inoltre, un’altra considerazione da fare: i due piloti della Williams, così come quelli della Haas, aveva già completato due diversi run su gomma nuova, al contrario dei portacolori dell’Alfa Romeo, i quali erano scesi in pista solamente una volta ad inizio manche. Proprio il finlandese dell’Alfa Romeo aveva qualcosa da recriminare per come fosse andato il primo tentativo: nel corso del primo giro lanciato era stato protagonista di un brutto sovrasterzo in uscita di curva due, motivo per il quale aveva preferito alzare il piede per rilanciarsi successivamente. Il secondo giro cronometrato, seppur non perfetto, era quello che gli aveva garantito il suo crono più veloce della sessione dopo i primi minuti, seppur avrebbe potuto essere ulteriormente migliorato, come Kimi si stava apprestando a fare in quello che sarebbe stato il suo terzo tentativo sul medesimo set sfruttando la scia e il riferimento di una Mercedes davanti a lui, quantomeno prima che il traffico in curva sette non lo costringesse ad alzare nuovamente ad alzare il piede e tornare direttamente ai box. Un po’ a sorpresa, tra coloro a rischio vi era anche Gasly, il quale aveva interpretato i primi minuti della sessione in modo differente, ovvero utilizzando una mescola più dura rispetto a quella degli avversari, in modo da rimanere più tempo in pista nella speranza di evitare ciò che era successo proprio ad “Iceman”. Sfortunatamente, inizialmente il francese dell’AlphaTauri era stato autore di un errore in uscita dell’ultima curva, perdendo diversi decimi e compromettendo momentaneamente la sua posizione in classifica e nemmeno nel corso del secondo tentativo, sempre sulle stesse coperture, era riuscito a migliorarsi, dovendo così cambiare strategia per quello che sarebbe stato il resto della manche, dovendo così portare in pista con un set di pneumatici soft.

Con ancora cinque minuti sul cronometro, molte vetture erano già tornate in pista per effettuare quello che sarebbe stato il loro ultimo run, quello che avrebbe potuto decretare il passaggio del turno o un’amara eliminazione. Il primo a lasciare i box era stato Raikkonen, seguito da Gasly e le Haas, mentre le Williams e Giovanazzi sarebbero usciti solo in un secondo momento. Nonostante questa volta non avesse potuto godere di una scia, Kimi si era immediatamente migliorato di diversi decimi sfruttando anche la maggior gommatura della pista, così come il transalpino e Magnussen, che anche in questa occasione aveva potuto contare sul supporto del compagno di squadra sul rettilineo principale. Ciò, tuttavia, non era bastato per il finlandese e il danese, che all’esposizione della bandiera a scacchi figuravano tra gli eliminati della sessione, insieme a Latifi, Aitken e Fittipaldi.

Seppur le prospettive alla vigilia non dessero la Haas tra le favorite, l’esclusione dalla prima manche lasciava l’amaro in bocca al team americano, soprattutto perché giunta per meno di un decimo di secondo da colui che si trovava nell’ultima posizione utile per il passaggio del turno, ovvero Alex Albon. Il pilota anglo-tailandese, infatti, era stato l’unico insieme a Verstappen, Perez e Ricciardo, ad effettuare un unico run, in modo da poter incontrare poco traffico e in pista e conservare un set aggiuntivo di gomme soft per le fasi successive: una strategia che lo aveva messo a rischio per il finale, soprattutto considerando che il tempo ottenuto non era stato dei più convincenti. Ciò nonostante, il team aveva deciso di non farlo uscire nuovamente, al contrario di Lance Stroll, il quale trovandosi in una posizione simile con un crono equiparabile a quello del portacolori della Red Bull, era stato rimandato in pista dal muretto della Racing Point in via precauzionale, per poi tornare immediatamente ai box nel momento in cui gli avversari non erano riusciti a migliorarsi a sufficienza per diventare una minaccia concreta. “Eravamo vicini ad ottenere il passaggio in Q2, penso fossimo dietro una Red Bull” – ha spiegato Magnussen dopo le qualifiche -. “Abbiamo fatto del nostro meglio e in realtà credo che la sedicesima posizione sia il miglior risultato da qualche gara a questa parte. Vedremo cosa possiamo fare domani. C’è una buona chance che questa potrebbe essere una gara particolarmente movimentata, con tante bandiere blue da gestire. Se i sorpassi saranno semplice, potrebbero accadere tante cose. Saremo pronti come al solito. L’importante sarà rimanere fuori dai guai e non prendere penalità per le bandiere blu, che saranno molte dato che la pista è molto corta. Alcuni pensano che potrebbe essere una gara a tre soste, potrebbe essere una gara divertente”, sono state le parole del danese al termine della sessione.

Chi non ha sfigurato è stato senza dubbio Jack Aitken, che alla sua prima esperienza su una vettura di Formula 1 in un weekend di gara, si è ben comportato, posizionandosi immediatamente alle spalle del proprio compagno di squadra. Un buon inizio per il giovane talento britannico, il quale tuttavia non ha nascosto un po’ di amarezza per un ultimo tentativo in cui era stato protagonista di un piccolo errore in uscita dall’ultima curva: molto probabilmente ciò non sarebbe stato sufficiente per riuscire ad ottenere il passaggio del turno, ma avrebbe potuto esserlo per battere Latifi e salire di una posizione in griglia, soprattutto considerando che in quel giro era riuscito ad ottenere anche una buona scia sul rettilineo principale. “Il mio obiettivo è stato quello di fare uno step in avanti ogni volta che salivo in vettura e penso di esserci riuscito. Sono un po’ deluso perché l’ultimo run non è andato come mi aspettavo, ma non posso lamentarmi. Penso che la gestione delle gomme avrà un ruolo più importante di quello che pensavamo inizialmente. Essendo un tracciato molto corto, le bandiere blu potrebbero avere un effetto su quanti pit stop si faranno e ciò renderà il tutto molto interessante. Farà del mio meglio, vedremo come andrà domani”, ha commentato Aitken alla fine delle qualifiche, che avrà modo di progredire nella sua curva di apprendimento della monoposto durante l’intero Gran Premio.

Tra coloro incappati in una giornata storta vi è senza dubbio Kimi Raikkonen, solamente diciannovesimo in griglia, dietro anche alle due Williams. Una qualifica difficile per il finlandese, che nonostante un giro di per sé piuttosto pulito, non è riuscito a fare la differenza e ad evitare l’eliminazione nel corso della prima manche: “Non è il risultato che ci aspettavamo dopo una FP3 in cui non eravamo sembrati male. Semplicemente abbiamo faticato in alcuni punti della pista, finendo per essere troppo lenti per passare il turno. Sarà una sfida difficile domani, non è semplice effettuare sorpassi, quindi vedremo cosa potremo fare”, ha spiegato sinteticamente Kimi.

Q2: Si tenta la media

Le strategie avranno un ruolo fondamentale per la gara, soprattutto considerando che il traffico potrebbe essere un elemento chiave nelle scelte dei team, i quali potrebbero variare in corsa i propri piani a seconda delle varie situazioni che si presenteranno nel corso della gara. Proprio per questo, all’inizio della Q2 diverse squadra avevano optato per lo scendere in pista con la gomma media, una mescola che potrebbe garantire una grande versatilità durante il Gran Premio, dando modo di allungare il primo stint e ragionare sulle alternative a disposizione da lì alla bandiera a scacchi. Mercedes, Ferrari e Renault erano i tre team che avevano deciso di seguire questo approccio, a cui si aggiungeva il solito Verstappen, pronto ad approfittare di un weekend in cui è sembrato particolarmente competitivo per dare vita ad una bella lotta nelle prime posizioni. Al contrario, tuttavia, vi erano anche dei piloti, come Sainz, Norris e Giovinazzi, che avevano optato per tornare in pista su un set di gomme soft usato, avendone usato uno aggiuntivo nel corso della Q1. Per quanto, quindi, il compound più soffice avesse dimostrato di poter completare più giri senza una grossa perdita di prestazione, il duo della McLaren sarebbe stato sicuramente da tenere d’occhio soprattutto per il secondo tentativo.

Al termine di quello che era stato il primo tentativo, in cima alla lista dei tempi figurava il nome di Sergio Perez, il quale era riuscito a sfruttare una scia su buona parte del rettilineo principale per portarsi davanti a tutti, seguito dalle due Mercedes, da Stroll e da Verstappen. Anche le due Renault, che erano scese in pista su gomma media, avevano concluso il primo run in una posizione che potenzialmente gli avrebbe garantito la possibilità di superare il taglio, mentre le due Ferrari figuravano come le prime a trovarsi nella zona eliminazione, insieme a Sainz, Norris e Giovinazzi. Ciò che era sembrato chiaro da questi primi minuti, tuttavia, era il fatto che i distacchi fossero particolarmente contenuti e anche pochi centesimi di secondo avrebbero potuto fare la differenza tra il riuscire a passare la manche e un’amara esclusione. Era oltretutto importante tenere a mente non solo che le due McLaren nel secondo tentativo avrebbero potuto contare su un set coperture nuove, al contrario del primo run, ma anche che il tempo di Gasly, solamente decimo, era arrivato dopo uno stint di quasi sei giri, motivo per il quale avrebbe avuto sicuramente modo di migliorarsi con il progredire della sessione.

Ciò nonostante, il team di Maranello aveva optato per una strategia particolare, rispedendo i propri piloti in pista per un secondo tentativo sulla mescola media, tra l’altro invertendo i ruoli: se precedentemente era stato Leclerc a dover fornire la scia al proprio compagno di squadra, in questo caso sarebbe stato Vettel a trainare il monegasco, nella speranza di poter porre in parte rimedio alle carenze motoristiche della SF1000. Il tedesco, tuttavia, non era stato autore di un giro particolarmente pulito, preferendo tornare immediatamente ai box in modo da non perdere tempo e sfruttare gli ultimi minuti per tornare immediatamente in pista su quello che sarebbe stato il suo assalto finale alla Q3. Si era verificato l’opposto, invece, per Leclerc, il quale era riuscito a migliorarsi risalendo in sesta posizione, davanti a Verstappen, anche se molto probabilmente il tempo ottenuto dal numero sedici sarebbe stato davvero sul filo del rasoio per un eventuale passaggio del turno, motivo per il quale il muretto della Ferrari aveva comunque deciso di rispedirlo in pista negli ultimi minuti su pneumatici soft, in modo da aver la possibilità di rispondere immediatamente agli avversari nel caso quest’ultimi si fossero migliorati.

Con soli due minuti e mezzo sul cronometro prima dell’esposizione della bandiera a scacchi, Norris era stato il primo a tornare in pista, per completare quello che sarebbe stato il suo primo e unico tentativo in Q2 su un set di coperture soft nuovo. Un’opportunità da sfruttare appieno e non era un caso che avesse lasciato i box quando sul tracciato non vi era ancora nessuno, in modo da poter evitare il traffico che negli ultimi minuti avrebbe potuto giocare un ruolo determinante con ben quindi vetture contemporaneamente in pista. Nel corso del suo giro primo giro cronometrato, tuttavia, l’inglese aveva deciso di abbandonare il suo tentativo dopo solo pochi metri senza che il team gli avesse comunicato nulla, dovendo quindi lasciar passare tutti i piloti alle sue spalle che si erano già lanciati, con il risultato che le sue gomme ne avevano risentito perdendo temperatura, influenzando quello che avrebbe poi dovuto essere il suo tentativo finale. Nonostante una buona scia presa sul lungo rettilineo di partenza, infatti, Lando non era riuscito a migliorarsi nei parziali rispetto al giro precedente, tanto da spingerlo a rientrare ai box ancor prima di concludere il giro, andando incontro ad un’eliminazione che era divenuta inevitabile: “Una brutta qualifica sotto molti aspetti, dobbiamo capire cosa sia andato nel verso sbagliato. Nel Q2 il primo run era okay, ma il secondo è stato una combinazione tra un brutto giro e il non essere uscito al momento giusto. Abbiamo fatto un out-lap molto lento per non beccare il traffico, ma facendo ciò le gomme sono diventate troppo fredde e da quel momento in poi nulla è andato nel verso giusto. Non sono riuscito a mettere in sieme un buon giro. Abbiamo fatto un piccolo errore che ci è costato tanto. Ci renderà la vita un po’ più difficile domani, ma farò di tutto per conquistare qualche punto”, ha spiegato Norris al termine delle qualifiche.

Insieme al portacolori della McLaren, tra gli altri piloti ad aver trovato l’esclusione vi erano anche Esteban Ocon, Alex Albon, Sebastian Vettel e Antonio Giovinazzi. Consci che i distacchi fossero minimi e che pochi centesimi di secondo avrebbero potuto avere un impatto importante in vista della corsa, per il secondo tentativo in casa Renault si era deciso di abbandonare il piano di provare a qualificarsi sulla media, puntando tutto sul compound più morbido a disposizione per un ultimo tentativo all’attacco. Il francese era uscito proprio alle spalle del compagno di squadra, motivo per il quale avrebbe avuto anche l’opportunità di sfruttarne leggermente la scia per puntare al passaggio in Q3. Sfortunatamente, nonostante un giro di per sé abbastanza pulito, Ocon non era riuscito a fare abbastanza per superare il turno, classificandosi così come il primo degli eliminati. Un’amara delusione per il giovane pilota francese, che nel corso delle libere sembrava aver il passo per puntare ad una posizione nella top ten, come il suo compagno di casacca, Daniel Ricciardo, il quale era riuscito a superare la manche nonostante un passaggio particolarmente duro su un cordolo in entrata dell’ultima curva: “Eravamo tutti molto vicini in qualifica, sono un po’ deluso del risultato considerando quanto siamo andati forte in certi momenti durante questo weekend” – ha raccontato il transalpino al termine delle qualifiche -. “Nella giornata di ieri la vettura era molto buona, però poi abbiamo perso un pochino di performance, c’è qualcosa che dobbiamo capire. L’aspetto positivo è che domani avremo scelta libera per quanto riguarda gli pneumatici e, in una corsa dove le strategie saranno difficili da azzeccare, ciò potrebbe essere interessante. Non conta dove si parte, piuttosto dove finisci, daremo il meglio domani. Sarà una gara lunga come quella dello scorso weekend, quindi ho fiducia di poter conquistare un buon risultato”, ha poi aggiunto Esteban.

Prenderà il via dalla dodicesima casella Alex Albon, incappato in una brutta prestazione su una pista dove pochi centesimi di secondo hanno fatto davvero la differenza. Nel corso del suo ultimo tentativo, infatti, il giovane anglo-tailandese è stato protagonista di due piccoli errori, uno in curva sette, dove è arrivato troppo profondo in staccata compromettendo il cambio di direzione e la successiva uscita, e l’altro in uscita proprio del tratto finale, dove ha accusato un grosso sovrasterzo compromettendo così la fase di accelerazione per il rettilineo conclusivo. Considerando i distacchi contenuti che ci ha regalato la Q2, indubbiamente senza i due errori le sue chance di passare alla manche successiva sarebbero state molto più alte. Il dodicesimo posto, quantomeno, gli darà l’opportunità di scegliere gli pneumatici per la partenza e con un assetto leggermente più carico, ciò potrebbe fare la differenza sulla lunga distanza, anche Alex ha spesso sofferto di consumo gomme nelle fasi iniziali: “Sono sorpreso della qualifica di oggi, perché dopo la FP3 ero felice della vettura e pensavo che avremmo conquistato un bel risultato, per cui finire al dodicesimo posto è molto frustrante e dobbiamo capire cosa sia successo. Abbiamo deciso di usare solo gomme medie nelle libere oggi in modo da preservare delle soft per la qualifiche e la macchina è sembrata differente tra le due sessioni, quindi ciò potrebbe aver avuto un impatto. Sappiamo che qui i sorpassi sono possibili e, inoltre, abbiamo un assetto leggermente più carico degli altri, speriamo che ci possa aiutare con le gomme. Il nostro passo sembrava competitivo venerdì”, ha spiegato l’alfiere della Red Bull.

Non è stata una giornata semplice nemmeno per Sebastian Vettel, fuori dal Q2, nonostante dalle prove libere sembrava vi fosse l’opportunità per essere a ridosso della top ten. Ciò che ha sorpreso maggiormente, tuttavia, è stato il distacco accusato dal tedesco a fine sessione, segnale che qualcosa non ha funzionato a dovere. Vale la pena menzionare che poco prima dell’inizio delle qualifiche, infatti, sulla sua monoposto era stata sostituita la Power Unit in via precauzionale, dovendo così montare l’altra unità a disposizione, quella con cui aveva completato le prove libere. Andando ad effettuare un confronto il compagno di squadra proprio in merito all’ultimo tentativo, possiamo in effetti notare come il quattro volte campione del mondo perdesse in effetti qualcosa sui rettilinei, soprattutto su quello principale, ma vi erano anche altre aspetti da menzionare. Infatti, un altro tratto in cui Vettel ha denotato delle difficoltà si trovava nel settore centrale, ovvero la chicane sette-otto, che richiede buone doti inserimento vettura e un cambio di direzione estremamente rapido, aspetto sotto cui il tedesco ha faticato più volte nel corso di questa stagione, motivo per il quale anche l’uscita successiva non è stata delle migliori, influendo sulla sua velocità massima sul successivo tratto rettilineo. Al contrario, vi sono state zone come la frenata di curva uno e l’inserimento nell’ultima curva, dove il numero 5 era riuscito ad essere particolarmente incisivo, anche se ciò non era bastato a colmare il tempo perso lungo i tratti rettilinei e nella zona più lenta del tracciato: “In macchina oggi ho avuto delle buone sensazioni quindi non so dire per davvero cosa non sia andato per il verso giusto” – ha spiegato Vettel nel post-qualifica -. “Forse perdevo qualcosa sui rettilinei e anche nel settore centrale. Non so se questo possa essere in qualche modo legato al cambio di Power Unit ma il lavoro dei ragazzi nel box è stato ottimale perché la monoposto da guidare era perfetta. Non siamo riusciti a superare il turno ma sapevamo che poteva succedere visto che nel gruppo di mezzo la classifica è stata serratissima, proprio come ci aspettavamo. È stato un peccato perché, specialmente dopo il Q1, ero piuttosto fiducioso. Prendersi cura delle gomme in gara sarà difficile ma potrebbe essere anche la chiave per una corsa positiva. Avremo la possibilità di scegliere con quale mescola schierarsi al via e vedremo domani se riusciremo a recuperare terreno”, ha poi aggiunto il Ferrarista, che nel corso di questa stagione ha spesso dimostrato di avere qualche freccia in un più nel suo arco in vista della corsa.

Q3: 56 millesimi per una pole

Considerando che sia in Q1 che in Q2 i distacchi erano risultati essere molto contenuti, la sfida in Q3 si preannunciava particolarmente interessante, non solo per la pole, ma anche per la lotta della midfield. Vi erano tante incognite, da come si sarebbe potuto comportare Russell sul giro secco alla sua prima qualifica in Mercedes, a come sarebbe riuscito ad inserirsi Verstappen, il quale nel corso delle prove libere era sembrato molto competitivo.

Il primo a scendere in pista era stato proprio uno dei pretendenti alla pole position, Valtteri Bottas, sulle cui spalle posava una pressione altissima in quanto, in assenza di Lewis Hamilton, il primo posto sarebbe stato un risultato da non lasciarsi sfuggire. A seguirlo era stato il suo nuovo compagno di squadra, George Russell, che avrebbe avuto finalmente modo di mettersi alla prova in un ambiente particolarmente competitivo come quello della Q3, contro due avversari di alto calibro che spesso sul giro secco hanno dato più di qualche grattacapo anche al sette volte campione del mondo. La scelta di andare in pista così presto, unito al fatto che lo avessero fatto con gomme usate, lasciava intendere un aspetto molto importante di quale sarebbe stata la strategia del team tedesco per l’ultima manche: non avendo avuto modo di provare la mescola più soffice in Q2, dato che entrambi i tentativi erano stati portati a termine con la media, non era da escludere che la squadra di Stoccarda avesse voluto concedere un run in più ai propri due alfieri in Q3 per dargli modo di assaporare i limite della pista con un compound che garantiva più grip, prima di lanciarsi per quello che sarebbe stato l’assalto finale con coperture nuove. L’idea, quindi, era quella di effettuare tre tentativi, cosa che raramente si era vista in altri Gran Premi, ma resa possibile a Sakhir dal fatto che il tracciato fosse particolarmente corto.

Dopo il primo tentativo, in testa davanti a tutti vi era, come prevedibile, Max Verstappen, ma la vera sorpresa era stata il secondo posto di Charles Leclerc a soli ventidue millesimi dal battistrada, autore di un giro capolavoro, come spesso ci aveva abituato nel corso di questa stagione. Il Ferrarista era quindi riuscito ad inserirsi nella lotta delle primissime posizioni, ma quello sarebbe stato anche il suo primo e unico tentativo nel corso della Q3, non solo perché pensava di aver ottenuto il massimo estraibile dalla sua monoposto, ma anche perché non disponeva di ulteriori set di gomme morbide, avendone utilizzato uno aggiuntivo nel corso della seconda manche. Il quarto posto di Sergio Perez poteva indubbiamente rappresentare una minaccia sotto questo punto di vista: la strategia del messicano era stata particolarmente interessante, perché non era sceso in pista nei primissimi minuti, bensì aveva aspettato ai box in attesa che il tracciato si liberasse e potesse così concludere il suo giro senza traffico, sia nell’out-lap che in quello cronometrato. Ciò gli aveva permesso di dividere le due Mercedes di Bottas e Russell, rispettivamente terzo e quinto, i cui tempi, tuttavia, erano poco indicativi a causa dei motivi precedentemente spiegati. Alle loro spalle si erano classificati Daniel Ricciardo, Carlos Sainz Jr., Lance Stroll, Pierre Gasly e Daniil Kvyat, anche se per questi ultimi quattro vi era un discorso a parte da affrontare. Avendo un solo set di gomme nuove a disposizione per la Q3, i muretti di McLaren, Racing Point e AlphaTauri avevano deciso di seguire un approccio differente: da una parte lo spagnolo e il canadese erano scesi in pista per il primo tentativo sì su gomma soft, ma usata, mentre i due portacolori della squadra faentina avevano fatto lo stesso ma su due treni di coperture a mescola media, il che chiaramente avrebbe impattato sulle prestazioni e i relativi tempi sul giro, anche se era importate dargli comunque la possibilità di trovare il limite e prepararsi all’assalto finale. Mentre tutti erano rimasti ai box per preparare quello che sarebbe stato l’ultimo run nei minuti conclusivi della sessione, le due Mercedes erano nuovamente tornate in pista per il primo dei due giri cronometrati con coperture nuove. Non era un caso che proprio in questo frangente, le W11 fossero riuscite a riportarsi davanti a tutti, segnando il crono più veloce grazie a Valtteri Bottas, nonostante vi sarebbe stato sicuramente ancora qualcosa da togliere complice una sbavatura in uscita dall’ultima curva.

Con due minuti ancora sul cronometro prima dell’esposizione della bandiera a scacchi, la lotta per la pole position era entrata nel vivo, con le due vetture tedesche che, ancora una volta, avevano lasciato il garage per prime. Alle loro vi erano Verstappen, il quale aveva approfittato dell’out-lap per superare alcune vetture che erano uscite prima di lui, Ricciardo, Perez, Gasly, Stroll, Kvyat e Sainz, il quale avrebbe chiuso il gruppo.

A conquistare il giro più veloce della sessione era stato proprio Bottas, il quale era riuscito a precedere il suo compagno di squadra e il rivale della Red Bull per pochi centesimi. Se è pur vero che i distacchi si fossero dimostrati particolarmente contenuti, è anche vero che probabilmente in pochi si sarebbero aspettati una battaglia così avvincente, con i primi tre racchiusi nel giro di soli cinquantasei millesimi. Una sfida particolarmente avvincente, di cui cercheremo di capire qualcosa in più grazie al confronto dagli onboard.

Sul rettilineo principale possiamo notare come se i due della Mercedes fossero all’incirca appaiati, lo stesso non lo si poteva dire per Verstappen, che aveva accusato un piccolo gap in termini di velocità massima nei confronti dei rivali, iniziando così in svantaggio, anche se il suo obiettivo sarebbe stato quello di fare la differenza in curva.

Nel corso delle prove libere, curva uno aveva rappresentato uno dei punti di maggior difficoltà per George Russell, il quale probabilmente non aveva trovato il giusto feeling in frenata per una staccata così dura, in cui è essenziale riuscire a far fermare la vettura senza, tuttavia, arrivare al bloccaggio. Ciò si era ripetuto anche in qualifica e non era un caso che proprio in quel punto George avesse perso oltre un decimo dal suo rivale. Andando a osservare le immagini, infatti, possiamo intravedere come sia Bottas che Verstappen avessero maggior fiducia in quel tratto di pista, iniziando prima anche la fase di sterzata, fattore in cui sicuramente un pochino in più di esperienza avrebbe potuto aiutare l’inglese a trovare il limite sotto questo aspetto. In uscita di curva due, tuttavia, la situazione si era invertita e ciò aveva permesso sia a Max che a George di riavvicinarsi a quello che era il battistrada, diminuendo il loro distacco nonostante entrambi fossero stati protagonisti di un piccolo sovrasterzo, segnale che avessero cercato di anticipare il momento in cui andare sull’acceleratore.

Spostandoci in curva quattro, anche in questo caso Bottas e Verstappen erano riusciti a fare la differenza in ingresso, con Russell che aveva perso ancora qualcosa in frenata nei confronti dei suoi rivali più diretti. Così come al venerdì, tuttavia, l’interpretazione del finlandese non era stata perfetta: se il giorno prima era stato costretto ad alzare il piede dopo aver aggredito troppo il cordolo interno, in questo caso era stato un sovrasterzo fargli perdere terreno, allungando la percorrenza di curva e facendo sì che ritardasse il richiamo per curva cinque, perdendo quindi velocità in uscita che si sarebbe poi ripercossa sulla percorrenza di curva sei. Sotto quest’aspetto, il migliore interprete era stato Verstappen, capace di affondare sia in ingresso di curva quattro che di avere la preparazione migliore di curva cinque, mentre Russell aveva rappresentato una via di mezzo.

Uno dei punti in cui si sono viste le maggiori differenze, tuttavia, è stata quella di curva sette, dove andando a “pareggiare” i piloti in ingresso, possiamo notare che il più rapido nel successivo cambio di direzione è stato Verstappen, seguito da Russell, mentre Bottas era risultato essere il fanalino di coda. Ciò si era dovuto da una parte al buon feeling che aveva trovato l’olandese in questo tratto della pista sin dal venerdì, dall’altro al fatto che l’inglese avesse seguito una linea differente in curva sei, seguendo traiettoria più larga anche a costo di percorre più strada, ma che gli aveva permesso di raddrizzare la vettura prima dell’ingresso di curva sette, seguendo quando si era visto negli altri frangenti.

Ciò rappresentava un aspetto importante, perché l’impostazione data dal finlandese aveva fatto sì che anche la sua uscita da curva otto non fosse tra le più brillanti, perdendo qualche km/h di velocità sul rettilineo a tutto vantaggio di Verstappen, che proprio sotto quell’aspetto aveva pagato in maniera importante dalle Mercedes.

A decidere tutto, quindi, sarebbe stata l’ultima curva, nonostante Bottas ci arrivasse comunque con un minimo vantaggio grazie a quanto accumulato in precedenza. Nonostante una piccola sbavatura in uscita, dove aveva riscontrato un leggero sovrasterzo, seppur minore di quello del secondo tentativo, Valtteri era comunque riuscito a conquistare la pole position, prendendosi gli onori della cronaca e la possibilità di ripetersi in gara: “È stata una sessione particolare. Mi sono concentrato sul mio lavoro, non volevo sprecare energie altrove e alla fine ci sono riuscito. Credo che a livello di strategia abbiamo fatto un ottimo lavoro come team e devo congratularmi anche con loro. È positivo essere in pole, sono felice, però non sono state le mie migliori qualifiche. Alla fine, l’obiettivo è centrato quindi va bene così”, sono state le parole del numero 77.

Prenderà il via dalla seconda posizione George Russell, il quale tuttavia lo farà dal lato sporco della griglia, che già la scorsa settimana aveva riservato numerose difficoltà. L’inglese, inoltre, nel corso della stagione è stato purtroppo spesso autore di partenze a rilento nel momento del rilascio frizione, per cui sarà interessante vedere come si comporterà con un’altra monoposto e con procedure differenti da quelle a cui è abituato: “È stata una sessione incredibilmente intensa. Ho dovuto abituarmi alla macchina, al sedile. Ci vuole uno stile totalmente diverso. Ho dovuto imparare a guidare questa macchina per andare veloce. Ho provato varie cose nelle FP3 che sono andate bene, sono stato contento di essere arrivato nel Q3. Sono molto contento, anche se nell0ultimo giro potevo fare qualcosa di meglio. Sono arrivato vicino alla pole. Se la scorsa settimana mi avessero detto che sarei arrivato secondo non ci avrei creduto”, ha dichiarato a fine qualifica l’inglese.

Non è riuscito ad andare oltre il terzo posto Max Verstappen, amareggiato dal fatto di non essere riuscito a conquistare la pole dati i distacchi particolarmente ridotti, anche se l’olandese potrà avere il vantaggio di partire dal lato pulito della griglia. Non va inoltre dimenticato il fatto che le Mercedes scatteranno sulle medie, al contrario del pilota della Red Bull che lo farà sulla soft, con un possibile vantaggio in termini di grip: “Vicini alla pole position, ma non abbastanza” – ha affermato Max Verstappen – “Possiamo ritenerci soddisfatti, visto che chiudere in terza posizione su questa pista può rivelarsi abbastanza buono. I divari sono molto stretti e ammetto che perdere la pole per così poco è un peccato, ma sapevamo che sarebbe stata una lotta serrata. Domani le Mercedes saranno molto veloci e quindi dovremo prestare particolare attenzione se vorremmo giocarcela.”

Scatterà dalla quarta posizione uno strabiliante Charles Leclerc, che sabato ha dato prova ancora una volta delle sue doti in qualifica, conquistando un risultato assolutamente inaspettato. Sarebbe stato difficile vederlo andare oltre il quarto posto, ma indubbiamente sarebbe stato interessante vederlo all’ora una seconda volta con un nuovo treno di gomme soft, che purtroppo però non aveva avendone usato uno aggiuntivo in Q2. La sua sarà una corsa a cui si dovrà prestare particolare attenzione, dato che non è la prima volta che brilla in qualifica per poi retrocedere in gara, soprattutto a causa del consumo gomme. Vedremo che impatto ciò potrà avere sulla sua gara, soprattutto considerando che al venerdì non aveva avuto modo di lavorare sotto questo aspetto a causa della rottura del semiasse ad inizio FP2: “Sono molto soddisfatto di questa quarta posizione. Nel Q3 abbiamo deciso di scendere in pista all’inizio della sessione. Avremmo potuto aspettare ma, sia in considerazione del traffico, sia perché avevo le idee molto chiare su quello che c’era da fare, ho preferito andare fuori subito e sono riuscito a mettere insieme un ottimo giro. A quel punto sono sceso dalla macchina perché non avevo più gomme nuove e non era pensabile riuscire a migliorare il mio tempo. Guardando alla gara devo dire che non ho troppi elementi su cui basarmi perché avendo perso per intero FP2 non ho potuto effettuare la simulazione di gara. Tuttavia, mi sembra di aver trovato un buon ritmo oggi e spero di poterlo fare anche in gara. Non credo che siamo la terza forza in campo qui, ma intendo massimizzare in gara questa posizione di partenza”, ha spiegato il monegasco, che poco prima dell’inizio delle qualifiche aveva apportato anche una modifica d’assetto, puntando un set-up leggermente più carico.

Quinto tempo per Sergio Perez, che nonostante un giro davvero tirato, non ha potuto fare nulla per riuscire a mettersi alle spalle Leclerc. Un risultato comunque soddisfacente, soprattutto considerando le difficoltà incontrate nel corso del weekend che lo avevano portato a testare anche un set-up differente ad inizio FP3, poi scartato per tornare ad uno più simile a quello delle seconde libere: “Sono contento della prestazione odierna. Credo che sia un ottimo risultato: non penso che la quarta posizione fosse possibile, perché Charles ha fatto un gran giro, era difficile eguagliarlo. Non è stato facile trovare l’assetto ottimale su una pista così diversa e impegnativa, ma siamo riusciti a trovare il ritmo in qualifica, ed è un bene. Abbiamo usato solo un set di gomme soft in Q1, risparmiandone ben due per la Q3, e questo ci ha aiutati ad ottenere la quinta posizione in griglia di partenza. I sorpassi non sembrano facili su questo layout, lo scopriremo domani, ma la strategia sarà importante, perché il degrado gomme è un fattore determinante: la chiave potrebbe essere quella di far durare più a lungo le morbide nel primo stint, e crediamo di riuscirci”, ha raccontato il messicano.

Al suo fianco prenderà il via un altro dei protagonisti di giornata, Daniil Kvyat, autore della sua miglior qualifica stagionale grazie ad un giro estremamente pulito, in cui si fa davvero fatica a trovare una singola sbavatura, se non per un leggero sovrasterzo in uscita dall’ultima curva: “Sono molto contento per come è andata oggi, direi che è stata la mia miglior qualifica dell’anno. All’inizio era tutto più complicato per via del traffico. In Q3 ho fatto un giro davvero pulito e sono orgoglioso della mia guida e domani partiremo da una posizione competitiva. Siamo stati forti per tutto il fine settimana, anche venerdì è stata una buona giornata. Nelle PL3 non ero completamente a mio agio, così abbiamo fatto un passo indietro per tornare a essere forti in qualifica”, ha dichiarato il russo, giustamente orgoglioso per la sua prestazione.

Con distacchi così contenuti, pochi centesimi potevano fare la differenza e lo si è visto proprio con Kvyat, Ricciardo e Sainz, racchiusi in circa un decimo. Il più deluso è sicuramente l’australiano, non troppo soddisfatto dei suoi giri nell’ultima fase della sessione, per un potenziale che, secondo lui, poteva essere da primi cinque. Al contrario, è si è trattato di una buona giornata per Carlos Sainz Jr., che ha trovato la via giusta dopo aver faticato con il set-up durante le prime due sessioni di libere del venerdì. La lotta tra loro sarà particolarmente importante, perché potrebbe decidere il destino del terzo posto nella classifica costruttori. A concludere la top ten saranno Pierre Gasly e Lance Stroll, il quale hanno tutti e due purtroppo dovuto fare i conti con dei danni alle proprie vetture che ne hanno compromesso la possibilità di esprimersi al massimo in qualifica, soprattutto per il francese, il cui splitter nella parte anteriore continuava a toccare l’asfalto, compromettendo l’andamento aerodinamico dei flussi, influenzano le velocità di punta e provocando fastidiosi fenomeni di bottoming.

Le strategie

Una delle incognite più importanti di questo appuntamento saranno le strategie. Da questo punto di vista, Pirelli si aspetta una gara con più soste, quantomeno due, consigliano l’alternanza tra la media e la hard come tattica più competitiva. Leggermente più lenta, quantomeno in via teorica, quella che prevede l’utilizzo della soft, ma ci sarà un fattore importante di cui tenere conto, ovvero il traffico. Con una pista così corta, è chiaro che i doppiati e il traffico rappresenteranno due elementi importanti. L’aspetto più interessante che si era potuto osservare dalle libere tre era che tutti i team avevano optato per l’assetto più carico tra quelli provati, pensando quindi più in vista della corsa che della qualifica. Inoltre, diversi piloti (Verstappen, Vettel, Gasly, Ocon, Albon, Kvyat e Ricciardo) avevano provato il long run sulla dura, mescola che non avevano provato al venerdì. I riscontri ottenuti sulla lunga distanza sono risultati positivi e il fatto che i team avessero scelto l’assetto più carico, può lasciar pensare che, al di là delle situazioni di gara, qualcuno possa provare la singola sosta, in modo da rimanere immischiato il meno possibile nel traffico. Sarà qualcosa di cui tenere conto e da tenere sott’occhio, che capiremo con il progredire della gara.

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