F1 | Gran Premio del Bahrain: l’analisi delle qualifiche

Il racconto delle tre manche che hanno visto Max Verstappen conquistare la prima pole position stagionale

F1 | Gran Premio del Bahrain: l’analisi delle qualifiche

Dopo aver convinto nei test pre-stagionali, per la Red Bull e per Max Verstappen il primo weekend della stagione rappresentava una sorta di prova del nove, in cui tentare di confermare che i progressi fatti negli ultimi mesi non fossero solo i classici titoli invernali, ma qualcosa di più. Bisognava partire con il piede giusto e non vi era modo migliore di farlo se non centrando la pole position nella prima sessione di qualifiche della stagione, la quale ha visto il duo formato dal pilota olandese e dalla squadra anglo-austriaca imporsi rifilando un distacco importante alla concorrenza. Una prestazione di altissimo livello, che non ha permesso alla Mercedes di lottare come avrebbe sperato, dovendosi così accontentare di un secondo e un terzo posto sulla griglia di partenza a quasi quattro decimi dal battistrada.

A scattare dalla quarta casella sarà Charles Leclerc, il quale si è reso protagonista di un ottimo giro nell’ultimo tentativo della Q3 nonostante le difficoltà di feeling con la monoposto incontrate durante le prove libere. A schierarsi in quinta posizione Pierre Gasly, che ancora una volta si è reso protagonista di una prestazione estremamente convincente in qualifica, seguendo quel percorso di crescita che si era potuto apprezzare nella seconda metà della scorsa stagione. Al suo fianco ci sarà la prima McLaren di Daniel Ricciardo, il quale ha preceduto di circa cinquanta millesimi il suo compagno di squadra, aggiudicandosi così il primo confronto diretto del campionato 2021. Quarta fila per Carlos Sainz, che al suo debutto con la Ferrari non è riuscito ad andare oltre l’ottavo posto nonostante un fine settimana che fino al termine della Q2 si era dimostrato estremamente positivo. A concludere la top ten saranno Fernando Alonso, capace di portare l’Alpine all’interno dei primi dieci, e Lance Stroll.

La scelta di provare a qualificarsi con la media in Q2 non ha portato ai risultati sperati per Sergio Perez, con il messicano che si è dovuto accontentare dell’undicesimo posto sulla griglia di partenza a causa di un feeling ancora non perfetto con la nuova monoposto. Un duro colpo per il pilota della Red Bull, che con questa prestazione ha visto complicarsi notevolmente le sue possibilità di puntare al podio, un obiettivo che prima delle qualifiche sembrava alla portata. A testimoniare i passi in avanti dell’Alfa Romeo sono le buone prestazioni registrate oggi dai due piloti, in particolare da Antonio Giovinazzi, il quale è riuscito a conquistare la dodicesima posizione mancando l’accesso all’ultima manche solamente per pochi centesimi di secondo a parità di mescola con gli avversari più diretti. A dividere le due monoposto del team di Hinwil sarà Yuki Tsunoda, escluso durante il secondo turno dopo aver provato a qualificarsi con la gomma media. Ad aprire l’ottava fila sarà George Russell, capace di riportare ancora una volta la Williams in Q2 come era avvenuto più volte nella passata stagione. Al suo fianco ci sarà Esteban Ocon, eliminato nelle fasi iniziali della qualifica dopo essere stato costretto ad alzare il piede nel suo ultimo tentativo a causa della bandiere gialle. Stesso discorso per Sebastian Vettel, che non è riuscito ad andare oltre la diciottesima posizione, fattore che lo costringerà ad una gara tutta in qualifica. Ultima fila per le due Haas, con Nikita Mazepin che partirà dal fondo dello schieramento dopo aver accusato un problema al brake-by-wire nel suo ultimo tentativo della manche di apertura.

Q1: Traffico e bandiere gialle gli elementi decisivi

Come si era già visto in altre occasioni durante la scorsa stagione, i primi a scendere in pista ad inizio Q1 erano stati George Russell e le due Haas, per cui era lecito supporre che quantomeno qualcuno di loro avrebbe potuto tentare tre run differenti in modo da sfruttare al massimo l’evoluzione della pista. Di certo, il team americano non era tra i favoriti per questa sessione, date le difficoltà mostrate nei test e durante le prove libere, ma si trattava comunque di una buona opportunità per far fare esperienza ai propri due piloti debuttanti. Se Mick Schumacher era comunque riuscito a far segnare un tempo, lo stesso non lo si poteva dire per il compagno di squadra, Nikita Mazepin, il quale era finito in testacoda in curva 13 dopo aver perso il posteriore in fase di percorrenza.

Dopo quasi una decina di minuti fermi ai box, finalmente si iniziava a vedere nuovamente azione in pista, dato che tutti i piloti avevano lasciato il garage per effettuare il proprio primo reale tentativo. Al termine del giro, in zona eliminazione figuravano Ocon, il quale era stato suo malgrado protagonista di un lungo in curva otto a seguito di un bloccaggio, Russell, Latifi, Mazepin e Schumacher, mentre Giovinazzi era riuscito a segnare momentaneamente un tempo che gli sarebbe valso l’accesso alla manche successiva.

Con ancora circa tre minuti sul cronometro, ben diciassette piloti su venti erano tornati in pista per quello che sarebbe stato tentativo della Q1, quello decisivo per diverse squadre. Solamente le due AlphaTauri e Verstappen erano rimasti ai box, il che gli avrebbe dato l’opportunità di salvare un set extra di gomme soft da poter usare nel resto delle qualifiche. Con così tanti piloti sul tracciato, era semplice immaginarsi come il fattore traffico potesse rappresentare un elemento di disturbo nella preparazione del giro, come si è poi effettivamente verificato. Da Stroll in poi, tutti coloro che si trovavano alle sue spalle si sarebbero scontrati con una situazione sul filo del rasoio, dovendo in parte sacrificare anche il giro di riscaldamento degli pneumatici al fine di riuscire a passare sulla linea del traguardo prima della bandiera a scacchi. Di ciò ne era consapevole anche Nikita Mazepin, il quale dopo essere tornato in pista per ultimo, aveva deciso di superare tutti coloro che si trovavano in coda conscio che rimanendo in fondo al gruppo non avrebbe avuto modo di completare un terzo tentativo come da programmi.

A farne le spese di questa scelta erano stati soprattutto Bottas, Vettel e Perez, i quali si erano così ritrovati un altro avversario davanti a sé. Se per il finnico e il messicano il buon tempo ottenuto nel primo run gli avrebbe comunque garantito il passaggio del turno, lo stesso non lo si poteva dire per il tedesco dell’Aston Martin, alla ricerca di un crono che gli permettesse di evitare una precoce eliminazione al debutto con il suo nuovo team. Una situazione molto al limite, tanto che lo stesso Vettel era riuscito a passare sulla linea del traguardo con ancora uno/due secondi a disposizione, mentre Perez alle sue spalle era stato il primo pilota a prendere bandiera. Ciò che non si poteva programmare, tuttavia, era l’errore di Mazepin in curva 1, il quale era finito in testacoda in seguito ad un problema tecnico sulla monoposto al brake-by-wire. Ciò aveva portato all’esposizione della bandiere gialle per parte del primo settore, da curva uno fino a metà del rettilineo che portava a curva quattro. Nonostante gli ottimi primi quattro micro-settori iniziali, ottenuti sfruttando anche la scia di Valtteri Bottas, Sebastian era quindi stato costretto ad alzare il piede, tanto che alla fine del primo intertempo accusava già un distacco di quasi quattro decimi dal suo miglior parziale registrato nel primo tentativo. Come se non bastasse, tuttavia, l’esposizione di altre bandiere gialle in curva otto aveva fatto sì che il tedesco fosse stato nuovamente costretto ad alzare il piede, dando così l’addio alla possibilità di riuscire a superare la prima manche: “Penso sia corretto dire che il nostro risultato di oggi è deludente e che non siamo dove volevamo. Dopo il mio primo giro in Q1 c’era margine per migliorare, ma nel secondo run ho trovato due bandiere gialle, che mi hanno reso impossibile accedere alla Q2. C’è stata un po’ di sfortuna considerando la nostra posizione in pista. L’aspetto positivo è che la macchina sembrava essere migliorata in qualifica e il lavoro che abbiamo fatto sin dai test ci sta portando nella giusta direzione, quindi abbiamo il potenziale per essere più veloci”, ha dichiarato il quattro volte campione del mondo al termine delle qualifiche, cercando comunque di individuare degli aspetti positivi nonostante una giornata negativa.

La sfida per eliminare l’eliminazione era comunque ancora viva, soprattutto per il confronto tra Stroll ed Ocon, i quali si giocavano l’ultimo posto disponibile per accedere alla fase successiva. Così come per Vettel, seppur in maniera minore, anche i giri del canadese e del francese erano stati influenzati dalla presenza delle bandiere gialle legate allo stop a bordo pista di Carlos Sainz in seguito allo spegnimento del motore della sua Ferrari dopo un falso contatto causato da un duro passaggio sul cordolo in uscita da curva 2. Sotto questo punto di vista, Stroll era riuscito a limitare i danni alzando il piede il minimo indispensabile per non incorrere in penalità, mentre Ocon era indubbiamente stato molto più prudente, rallentando vistosamente nell’area interessata, forse fin troppo. Andando a vedere i suoi intertempi, senza la bandiera gialla, il portacolori dell’Alpine avrebbe avuto il passo per riuscire a rientrare nei primi quindici, assestandosi davanti a Raikkonen e Russell, cosa che purtroppo non gli era riuscita: “È stata una qualifica deludente per noi. Purtroppo, l’esposizione della bandiera gialla ci ha portato ad alzare il piede nel secondo settore e ho perso molto tempo. È un peccato, perché c’era il passo per conquistare qualcosa di più oggi. Penso che, come squadra, abbiamo lavorato bene durante le prove libere e avevamo un buon set-up per le qualifiche, quindi è deludente non poter mostrare il nostro potenziale. Domani cercheremo comunque di puntare ai punti”, ha poi spiegato Ocon a fine sessione. Oltre al già citato Vettel, insieme al francese avevano trovato l’esclusione anche Latifi, Shumacher e Mazepin, con quest’ultimo che era stato suo malgrado vittima del testacoda in curva uno che aveva portato all’esposizione delle bandiere gialle. Al contrario, Stroll si era assicurato il passaggio del turno nonostante l’inconveniente nel secondo intertempo, sfruttando per quanto possibile le doti della sua AMR21.

Q2: Soft o  media?

La pista del Bahrain da sempre si è dimostrata una delle più difficili per la gestione degli pneumatici a causa delle sue caratteristiche tecniche e di un asfalto piuttosto aggressivo sulle coperture. Non sarebbe stata quindi una sorpresa vedere diversi piloti montare per il primo tentativo della Q2 la gomma media, una mescola che indubbiamente avrebbe garantito maggiore versatilità in vista della gara. Come prevedibile, infatti, le due Mercedes e le due Red Bull erano tornate in pista con il compound intermedio e, allo stesso modo, lo avevano fatto anche le due McLaren e le due AlphaTauri, sperando che il crono ottenuto potesse essere sufficiente per pensare di poter passare il taglio ed ottenere così un bel vantaggio in vista della corsa. Alla fine del primo run, tuttavia, sia Perez che Ricciardo aveva però dovuto fare i conti che le regole sui track limit, che avevano portato alla cancellazione dei loro tempi per essere andati oltre i limiti del tracciato in curva quattro, un tratto del circuito in cui generalmente si tende ad andare al limite per portare più velocità possibile in uscita. Insieme a loro, in zona eliminazione figuravano anche George Russell e le due Alfa Romeo, le quali non erano riuscite ad andare oltre l’undicesimo e dodicesimo posto, scontrandosi anche con i limiti prestazionali della vettura.
Con circa ancora quattro minuti sul cronometro, diversi piloti avevano fatto il proprio ritorno in pista. L’aspetto più importante era senza dubbio comprendere quale sarebbe stata la strategia adottata dalle squadre per l’ultimo tentativo, in particolare per quelle che avevano effettuato il primo run sulla mescola media. Al contrario di quanto era avvenuto nel primo stint, il duo McLaren aveva deciso di non assumersi ulteriori rischi, optando per effettuare il secondo giro veloce con la soft, così come le due Ferrari, Alonso e Stroll, ovvero gli avversari più diretti. Al contrario, in AlphaTauri si era scelta di proseguire sulla via opposta, confermando la media anche per il secondo tentativo.

Una decisione che, tuttavia, aveva pagato solo a metà, perché complice un bloccaggio in frenata in curva otto, Tsnuoda non era riuscito a passare il turno, trovando così un’amara eliminazione. Andando ad effettuare il confronto con il proprio compagno di casacca, dargli intertempi è possibile notare come tra i due tentativi Gasly fosse riuscito a togliere dal proprio tempo circa sei decimi, mentre il giapponese non era riuscito ad andare oltre il decimo di miglioramento. Un azzardo che non ha dato i frutti sperati per il giovane debuttante, considerando anche l’inserimento di Antonio Giovinazzi in dodicesima posizione, ma che gli darà l’opportunità di scegliere la mescola con cui prendere il via della gara: “Ad essere sincero, sono un po’ deluso. In Q1 avevo dimostrato di avere il giusto passo con la gomma media e confidavo nella nostra strategia in Q2, ma proprio in quegli ultimi giri non ho più avuto grip. È un peccato non poter iniziare la gara più avanti sulla griglia, ma sappiamo di avere un buon ritmo e quindi vedremo cosa succederà domani. Continuo a imparare da ogni singolo giro completato e questa sera analizzerò i dati insieme ai miei ingegneri, in vista della gara di domani. Ci sono comunque diversi aspetti positivi da guardare oggi: era la mia prima sessione di qualifiche in Formula 1 e al volante sono fiducioso. Penso che siamo ancora in una posizione ragionevole e a che abbiamo il potenziale per recuperare durante la gara”, ha dichiarato Yuki a fine sessione, che non ha nascosto un po’ di delusione per non avere centrato il passaggio all’ultima manche, seppur di tratti comunque di un inizio positivo per il debuttante.

Lo stesso destino è occorso anche alla seconda sorpresa di giornata, ovvero l’eliminazione di Sergio Perez. La scelta di tornare in pista sulla gomma media, nonostante la cancellazione del tempo ottenuto nel primo tentativo, era senza dubbio comprensibile dato il potenziale della vettura. Sfortunatamente, un errore in curva 13, dove aveva mancato l’apice vendendosi così costretto a ritardare l’apertura del gas sul rettilineo successivo, aveva portato ad una esclusione difficile da prevedersi considerando quanto aveva mostrato il messicano in questi giorni. Si tratterà quindi di una corsa in salita per il numero 11, le cui possibilità di andare a podio di sono ridotte dopo le qualifiche odierne. Cionondimeno, la sua gara sarà da tenere d’occhio con particolare attenzione, perché potrebbe essere tra quei piloti a tentare una strategia differente dal resto del gruppo nel caso si propongono le giuste circostanze: “Non mi aspettavo di qualificarmi undicesimo e ovviamente non si tratta della partenza ideale, ma stiamo facendo progressi. Rispetto alla FP3 ho fatto un buon step in avanti, ma non è stato abbastanza. Usare la media in Q2 era la scelta giusta ma purtroppo non ha pagato e non ho fatto il giro che avrei dovuto fare. Sono andato largo in curva 13 e ho perso un paio di decimi. Il gruppo è talmente compatto che quei decimi persi mi hanno buttato fuori dalla Q3. È un peccato, perché quei clienti chilometri in più mi avrebbero permesso di fare ulteriore esperienza, ma domani è un altro giorno e tutto può accadere” ha spiegato il Sergio.

Si tratta di un buon dodicesimo posto, invece, per Antonio Giovinazzi, il quale è riuscito a mettersi alla proprie spalle non solo il compagno di squadra, ma anche Tsunoda. L’accesso alla Q3 sarebbe stato un obiettivo difficile da raggiungere, per quanto in realtà l’italiano ci sia andato molto vicino, mancando il passaggio del turno solamente per un decimo.
Un risultato che comunque testimonia i progressi effettuati dal team italo-svizzero durante l’inverno, che gli hanno consentito di riportarsi a ridosso del gruppo della midfield: “Possiamo essere molto felici di questo risultato, in quanto domani partiremo appena fuori dalla top ten con la possibilità di scegliere le gomme. Abbiamo la possibilità di conquistare un buon risultato dato che le nostre prestazioni erano molto vicine a quelle dei nostri avversari davanti a noi. Ciò conferma anche le sensazioni positive che avevamo nei test: abbiamo fatto dei passi avanti rispetto all’anno scorso”, ha poi spiegato il pilota dell’Alfa Romeo.

Q3: Verstappen conquista la pole

Avendo già consumato in precedenza un set extra di gomma soft per trovare l’accesso alle manche successive, pochi piloti nel corso del primo tentativo in Q3 avevano avuto l’opportunità di sfruttare un treno di pneumatici a mescola soffice nuovo, ovvero solamente Hamilton, Verstappen e Gasly. Al contrario, tutti gli altri piloti restanti della top ten, avendo solamente un set per l’intera ultima frazione di qualifica, avevano deciso di scendere in pista con gomme usate oppure, come nel caso di Leclerc, Alonso e Stroll, rimanere direttamente ai box effettuando un unico run sul finale insieme ai propri rivali.

Non era un caso che al termine del primo tentativo in cima alla classifica dei tenmi vi fossero proprio quei piloti che avevano avuto l’opportunità di concludere il proprio giro con un set nuovo, su una pista dove l’usura generalmente è un punto chiave e può portare a differenze importanti. L’ordine, quindi, vedeva Max Verstappen davanti a tutti, ma con soli ventitré millesimi di vantaggio sul suo rivale più temibile, quel Lewis Hamilton che era atteso ad una grandissima prestazione per mettere una pezza alle momentanee carenze della W12. A dire il vero, il giro dell’olandese non era stato perfetto, soprattutto in curva otto e tredici, tanto che lo stesso Verstappen via radio aveva sottolineato come avesse più volte perso il posteriore, per cui vi era ancora del margine su cui contare per quello che sarebbe stato il run decisivo. Alle loro spalle figuravano Bottas, Sainz e le due McLaren, staccate di due secondi dalla vetta ma con ancora molto da dare nell’ultimo run.

Ad optare per una strategia particolarmente interessante era stato Stroll, il quale aveva optato per lo scendere in pista verso metà turno, evitando così il traffico che avrebbe potuto compromettere sia il giro di preparazione che quello veloce, anche se ciò non aveva quindi permesso di sfruttare la pista nel momento in cui sarebbe stata più gommata negli ultimi minuti. Il pilota dell’Aston Martin, tuttavia, aveva dovuto anche fare i conti con una monoposto che quantomeno in questa fase della stagione non sembra ancora al livello dei rivali della parte alta della midfield, cosa che non gli aveva permesso di andare oltre il decimo posto finale. Con ancora tre minuti sul cronometro prima della bandiera a scacchi, il primo a tornare in pista per il tentativo finale era stato Bottas, seguito da Hamilton, Gasly, Verstappen, Leclerc, Sainz, Norris, Ricciardo e Alonso a chiudere il gruppo.

Grazie ad un gran giro finale nel momento più importante, l’olandese della Red Bull era riuscito a conquistare la prima pole position stagionale, la quarta in carriera dopo quelle ottenute in Ungheria, Brasile ed Emirati Arabi. Una prestazione di assoluto livello, che conferma i progressi effettuati non solo dalla squadra anglo-austriaca durante l’inverno, ma anche dalla Power Unit Honda, la quale ha dimostrato di potersela giocare con la controparte Mercedes su una pista che tendenzialmente esalta le doti motoristiche. Per quanto fosse vero che sulla RB16B vi era montata un’ala posteriore leggermente più scarica, gli intertempi ottenuti negli altri settori ci confermano anche come durante la progettazione di questa monoposto, gli ingegneri della Red Bull siano riusciti a produrre tanto carico dal corpo vettura, potendo così trovare un equilibrio tra i tanti elementi da tenere in considerazione. Nulla aveva potuto Lewis Hamilton, il quale aveva sì provato a mettere una pezza alle carenze della W12, ma che si era dovuto accontentare del secondo posto: rispetto alla scorsa stagione, la situazione era come se si fosse ribaltata, con l’olandese a fare da lepre e l’inglese da cacciatore.

Ma in quali zone della pista il numero trentatré è riuscito a costruire le basi per la prima pole position dell’anno? Andando ad effettuare il confronto diretto tra i due piloti di punta di Red Bull e Mercedes, possiamo notare come alla fine del rettilineo le due vetture fossero sostanzialmente alla pari, a dimostrazione di quei progressi a livello motoristico che Honda aveva promesso nel corso dell’inverno. La prima reale differenza, tuttavia, la si può notare nell’interpretazione della prima curva. Hamilton aveva tentato di anticipare l’ingresso, lasciando poi scorrere la vettura in percorrenza, tanto che in uscita di curva uno si era ritrovato molto largo, dovendo quindi ritardare l’impostazione del cambio di direzione. Al contrario, Verstappen aveva optato per la strada opposta, mantenendo la vettura il più dritta possibile in frenata in modo da poter sfruttare una linea più dolce, che gli avrebbe fatto perdere sì qualcosa in termini di velocità di percorrenza di curva, ma gli avrebbe dato anche l’opportunità di preparare al meglio l’uscita di curva due e il rettilineo successivo. Due differenti modi di interpretare il tratto della pista che, tuttavia, all’atto pratico non aveva portato a grosse differenze in termini cronometrici, tanto che approcciandosi a curva quattro i due erano ancora pressoché appaiati.

Proprio curva quattro rappresenta un altro punto da mettere sotto la lente d’ingrandimento. Come si era visto in precedenza, anche in questo caso Hamilton aveva tentato di anticipare l’ingresso in curva, nella speranza che in fase di rotazione il posteriore potesse dargli il supporto necessario per chiudere comunque la traiettoria e trarne vantaggio. Una linea molto più aggressiva che, come si può apprezzare dalle immagini, superato l’apice lo avrebbe portato ad assumere una traiettoria più larga, per cui la fase di richiamo sarebbe stata fondamentale: le speranze dell’inglese, tuttavia, si erano dovute scontrare con un retrotreno ancora non perfetto, che lo aveva fatto finire in sovrasterzo mandandolo al limite della pista in uscita. Al contrario, Verstappen aveva nuovamente optato per una linea più morbida, ma anche in questo caso alla fine del primo settore a livello cronometrico non si erano ravvisate differenze importanti, se non per un leggero vantaggio di circa trenta millesimi da parte del pilota Red Bull.

Se alla fine del primo intertempo, quindi, i due erano grossomodo ancora allo stesso livello, il secondo settore aveva cambiato completamente le carte in tavola, sin dall’impostazione di uno dei tratti più rapidi ed impegnativi dell’intero tracciato, ovvero la sequenza di curve 6-7. Generalmente vi sono due modi per interpretare quel tratto di pista: scalare in quinta nella prima fase tentando di far “scivolare” leggermente il posteriore per avere un inserimento più pulito in curva 7, oppure rimanere sin dal principio in sesta, lasciar scorrere la monoposto e sperare che le doti aerodinamiche e meccaniche della vettura consentano comunque di interpretare al meglio la seconda parte della sequenza. Nel confronto tra i due piloti è stato possibile notare proprio questa differenza a livello di interpretazione, con l’inglese che aveva deciso di scalare in quinta all’inizio di curva sei al fine di poter contare su una preparazione migliore del tratto successivo (dove sarebbe poi tornato in sesta marcia), mentre il pilota della Red Bull aveva optato per il rimanere in sesta fin dal principio. Una scelta che, date le buone doti a livello telaistico della RB16B, aveva fatto la differenza, tanto che prendendo come riferimento il birillo posto in curva sette, è possibile notare come Verstappen fosse riuscito a conquistare diversi centesimi di secondo che alla fine del giro avrebbero potuto fare la differenza.

Un altro tratto della pista su cui mettere la lente d’ingrandimento è quello che porta alla frenata di curva dieci, una delle più impegnative dell’interno tracciato, dove tendenzialmente si cerca di ribilanciare la frenata verso il retrotreno, in modo da non ad incidere in maniera eccessiva sull’asse anteriore già in fase di rotazione, il che potrebbe portare al bloccaggio. Ancora una volta, proprio in fase di inserimento era stato possibile notare come il posteriore della W12 non fosse completamente a proprio agio, tanto che Hamilton era stato costretto ad una correzione che nella successiva fase di percorrenza ed uscita lo aveva costretto a chiudere leggermente il gas e perdere qualcosa in termini di spunto, il che avrebbe leggermente compromesso anche la fase di allungo sul rettilineo successivo.

Nonostante in quel momento l’olandese potesse quindi godere di un buon vantaggio a livello cronometrico, il giro non era ancora concluso e vi erano ancora altre zone in cui poter fare la differenza. Curva 13 rappresenta uno dei tratti più difficili da interpretare e, così come si era visto in precedenza, anche in questo caso Hamilton aveva provato a fare la differenza in fase di ingresso curva, cercando di anticipare la traiettoria, mentre Verstappen aveva optato per una linea più tradizionale e meno aggressiva.

Ciò aveva dato l’opportunità all’inglese di recuperare qualcosa, ma non abbastanza per riportarsi davvero nella lotta per la pole position, soprattutto considerando che un’altra piccola incertezza del posteriore nell’inserimento dell’ultima curva lo aveva costretto ad aprire leggermente la traiettoria e vedere aumentare il proprio distacco dal rivale della Red Bull, che sulla linea del traguardo era poi possibile quantificare in quasi quattro decimi: “È una sensazione grandiosa essere in pole position, non ho mai cominciato una stagione così” – ha commentato il poleman dopo le qualifiche, complimentandosi sia con il team che con Honda per quanto fatto durante l’inverno -. “Dopo la vittoria di Abu Dhabi tutto il team ha lavorato davvero sodo ed è ancora più motivato. Non c’è ancora nessuna garanzia per il resto della stagione, ma tutti qui e in fabbrica hanno fatto un grande lavoro per darmi questa vettura, devono esserne orgogliosi. Anche Honda ha fatto un lavoro eccezionale questo inverno, così come ogni anno. Premono sempre sull’acceleratore e vogliono vincere, proprio come noi. È un piacere ere lavorare con loro, sono appassionati e questo mi piace, per cui grande merito alla Honda per il risultato di oggi e per il loro lavoro. Domani dobbiamo finire il lavoro, con una buona partenza sono sicuro che potremo fare un buon lavoro”, ha poi aggiunto il portacolori della squadra anglo-austriaca, che sei è dimostrata estremamente competitiva in diverse zone del tracciato.

Nonostante ci abbia provato fino all’ultimo, Hamilton non è riuscito a mantenere il passo del rivale, dovendosi accontentare del secondo posto: “Max ha fatto un grande giro, quattro decimi è un bel distacco, credo che avremo del lavoro da fare” – ha commentato il campione inglese al termine della sessione -. “La vettura sembrava buona nel Q1 e nel Q2, ci siamo presi fino all’ultimo minuto per cercare il giusto set-up e pensavamo di aver fatto dei miglioramenti. Alla fine è stato difficile ricavare qualcosa in più, ma è stato eccitante. Sono immensamente orgoglioso di tutti. Abbiamo lavorato sodo nella scorsa settimana per cercare di capire il nostro pacchetto. Abbiamo fatto dei passi in avanti, ma non potevamo competere con l’ultimo giro di Max. Dalla seconda posizione, però, possiamo ancora creare qualche problema alla Red Bull.” Una vettura che al momento non si trova ancora nelle condizioni ideali e nella perfetta finestra di funzionamento, che non riesce a lavorare come i tecnici si aspettavano nonostante alcuni progressi a livello di set-up abbiano permesso di riscontrare alcuni miglioramenti durante questo weekend. L’instabilità del posteriore, riscontrata anche nei test, indubbiamente non ha aiutato, come evidenziato anche da Valtteri Bottas nella giornata del venerdì, che generalmente soffre maggiormente rispetto al proprio compagno di squadra un retrotreno non perfetto. Tuttavia, nell’analizzare le qualifiche, Toto Wolff ha puntato il dito anche su un altro aspetto, ovvero un problema di de-rating, ovvero quando sui rettilinei la parte ibrida smette di dare il proprio supporto lasciando tutto il lavoro al solo motore termico: “Perdiamo qualcosa a livello di motore in termini di de-rating. Non siamo ancora felici su dove siamo con il nostro sistema di recupero di energia, ma non ha rappresentato il problema principale per cui abbiamo accusato questo gap. Al momento non c’è una soluzione semplice per recuperare, dovremo lavorarci. Non sarà semplice, ma ce la faremo”, ha raccontato il team principal Toto Wolff dopo la sessione. Andando ad analizzare le telemetrie, infatti, è possibile notare come in realtà, quando si trovava a batteria carica, ovvero nei primi due tratti rettilinei del giro, la monoposto numero 44 non aveva evidenziato alcun problema di sorta, mantenendosi su velocità stabili. Al contrario, durante le fasi successive del giro, quando il livello della batteria era iniziato a calare, sui rettilinei che portavano a curva 11 e curva 14 si era potuto effettivamente apprezzare un minimo di effetto di de-rating, segnale che probabilmente il sistema ibrido andava a tagliare potenza per non consumare del tutto l’energia a disposizione. Si tratta naturalmente solo del primo weekend della stagione e la pista di Sakhir rappresenta una prova impegnativa sotto questo punto di vista, ma sarà un dettaglio da tenere d’occhio nei prossimi appuntamenti.

Scatterà dal quarto posto Charles Leclerc, il quale è riuscito a tirare fuori all’ultimo la zampata decisiva per conquistare un risultato al di sopra di quelle che erano anche le sue aspettative dopo una prima fase del fine settimana in cui non era riuscito a trovare il feeling perfetto della monoposto. Sottovalutare il pilota monegasco in qualifica, tuttavia, è sempre un errore, perché già più volte si era dimostrato capace di ribaltare la situazione nel momento decisivo, così come oggi. La quarta casella in griglia rappresenta senza dubbio un risultato fantastico non solo per il monegasco, che domani avrà l’opportunità di difendere la posizione nelle fasi iniziali contando su una mescola più morbida in partenza, ma anche per la Ferrari, che ha così potuto confermare i progressi ottenuti durante l’inverno. Per quanto si possa obiettare che già nella passata stagione più volte il numero sedici fosse riuscito a convincere in qualifica, rispetto al 2020 vi è una differenza importante, ovvero il set-up. L’anno passato eravamo soliti vedere la SF1000 scendere in pista con livelli di carico ridotti, in modo da compensare sui rettilinei le mancanze motoristiche: sulla SF21, invece, siamo tornati ad apprezzare ali più cariche aerodinamicamente, che potranno dare anche un vantaggio in gara, in particolar modo nella gestione degli pneumatici, che nello scorso campionato avevano rappresentato uno veri punti deboli della Rossa di Maranello. Rispetto alla scorsa stagione, infatti, il team di Maranello è stato quello che ha riscontrato una perdita di tempo minore se messo a confronto con il crono ottenuto nel 2020, nonostante le modifiche introdotte a livello regolamentare: “Ora conosciamo il nostro valore in termini di velocità in qualifica, ed è stata una piacevole sorpresa dal momento che non ci aspettavamo di essere in questa posizione. Dobbiamo però mantenere i piedi per terra poiché si tratta solo del primo sabato dell’anno con condizioni piuttosto particolari. Come squadra credo che possiamo dirci soddisfatti per i progressi che abbiamo fatto rispetto alla scorsa stagione: è bello ritrovarsi così avanti sulla griglia. Nella seconda e nella terza sessione di prove libere non avevo buone sensazioni dalla vettura ma in vista della qualifica abbiamo lavorato parecchio sulla mia guida e ho ritrovato la confidenza necessaria per mettere insieme il giro che avevo in mente. Sono fiducioso per domani anche se so che sarà una gara difficile, dal momento che le vetture intorno a noi sembrano avere un passo molto competitivo in configurazione gara e alcune partiranno con gomme Medium. Per questo credo che non sarà facile tenersele dietro. A complicare le cose potrebbe esserci anche il vento, ma quello sarà un elemento con il quale tutti dovranno fare i conti”, ha spiegato Leclerc al termine delle qualifiche. Vedremo cosa sarà in grado di fare domani in gara e riuscirà a mantenere la posizione.

Quinto tempo per Pierre Gasly, capace di riprendere da dove aveva lasciato l’anno scorso confermando anche le buone sensazioni che si erano riscontrate nei test. La AT02 si è dimostrata estremamente competitiva soprattutto sui tratti rettilinei, complici un assetto leggermente più scarico rispetto alla concorrenza e i progressi effettuati da Honda durante l’inverno. A differenza di chi avrà intorno a sé domani in griglia di partenza, tuttavia, il francese avrà l’opportunità di prendere il via della gara sulla gomma media: “Sono davvero soddisfatto della mia prestazione odierna, è una delle migliori posizioni in qualifica che ho conquistato per il team. Per la prima gara dell’anno è importante per noi mostrare un buon potenziale e penso che oggi siamo proprio riusciti a centrare l’obiettivo. Usare solo la gomma media in Q2 è stato un grande rischio, ma siamo riusciti a gestire tutto bene e speriamo di poter sfruttare la cosa a nostro vantaggio nella gara di domani. Cercherò di sfruttare al meglio la posizione di partenza: credo ci sia chiaramente un’opportunità per noi e farò tutto il possibile per ottenere quanti più punti possibile per la squadra”, ha spiegato il transalpino, ritenendosi soddisfatto della prestazione odierna. Alle sue spalle scatteranno le due McLaren, le quali non hanno del tutto convinto in qualifica, ma che potrebbero aver lavorato soprattutto in funzione gara, così come si era già visto lo scorso anno, dove non erano state particolarmente incisive sul giro secco, per poi recuperare il tempo perso durante la corsa. Ricciardo è riuscito a conquistare il sesto posto, che indubbiamente non rappresenta una cattiva posizione di partenza: “È un sollievo aver completato la mia prima qualifica con la squadra con un risultato decente. Credo, dopo i test, che fossi a mio agio in macchina, ma più nei long run – ha rivelato il pilota australiano – sentivo, comunque, che avrei dovuto migliorarmi per le sessione del sabato, e lo penso ancora, ma sicuramente ho fatto dei passi avanti rispetto a due settimane fa e sono felice. Abbiamo una buona base da cui costruire la gara, sono felice di come abbiamo approcciato le qualifiche come squadra, non mi hanno messo troppa pressione addosso. Ieri ci mancava un po’ di ritmo, ma la squadra ha capito che stavo cercando di comprendere la vettura”, ha spiegato l’australiano, che nei long run del venerdì si era dimostrato molto competitivo, così come il suo compagno di squadra Lando Norris.

A chiudere la quarta fila sarà Carlos Sainz, il quale, dopo aver convinto durante le prove libere e nelle prime due manche delle qualifica, non è riuscito a ripetersi nell’ultimo tentativo della Q3, asserendo che dietro questo risultato vi sia stata anche un po’ di inesperienza nel comprendere la vettura e la gestione dell’outlap, piuttosto rapido per non finire in coda al gruppo. Andando ad analizzare il suo giro possiamo notare come un grosso controllo in uscita di curva 1 abbia indubbiamente compromesso non solo la percorrenza del tratto stesso, ma anche la fase di allungo del tratto successivo. Dando un’occhiata al dash presente sulla sua monoposto, possiamo oltretutto notare come la temperatura della posteriore destra fosse “-1”, quindi leggermente sotto al target di riferimento pre-stabilito, il che potrebbe in effetti aver influenzato la prima fase del giro dello spagnolo. A concludere la top ten saranno Fernando Alonso, capace di portare l’Alpine in quinta fila, e Lance Stroll.

Le strategie

Dal punto di vista strategico, sarà importante prima di tutto importante tenere sotto controllo le temperature della pista e l’intensità del vento. Per quanto riguarda le prime, ci si aspetta una diminuzione rispetto alla giornata di ieri, il che potrebbe aiutare nella gestione degli pneumatici, con il vento che potrebbe rappresentare un elemento fondamentale nell’influenzare il bilanciamento delle monoposto. Pirelli consiglia una strategia a doppia sosta, alternando due set di gomme a mescola media ad uno stint sul compound più duro a disposizione. L’alternativa, soprattutto per coloro che prenderanno il via della corsa all’interno della top ten, è quella di utilizzare tutte e tre le mescole a disposizione, alternandole durante il corso della gara. Interessante notare come Mercedes si sia lasciata una doppia opportunità, mantenendo da parte sia due set di gomme hard che due di pneumatici a mescola media, di cui uno verrà usato in partenza, in modo da cautelarsi nel caso il consumo sia maggiore del previsto. In caso contrario, per quanto possa essere molto difficile da portare a termine, non è nemmeno da escludere una strategia ad una singola sosta, soprattutto per quei piloti che partiranno più indietro nello schieramento: l’anno scorso Gasly riuscì in questa impresa, anche se le interruzioni dovute alla Safety Car permisero di risparmiare circa una decina di giri complessivi.

5/5 - (1 vote)
Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Gran Premi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

F1 | GP Francia: l’analisi delle qualificheF1 | GP Francia: l’analisi delle qualifiche
Gran Premi

F1 | GP Francia: l’analisi delle qualifiche

Settima pole stagionale per Leclerc davanti a Verstappen, con Norris che si inserisce tra le due Mercedes
Sette su dodici. Anche al Paul Ricard, Charles Leclerc è riuscito a imporsi in qualifica, conquistando l’ennesima pole position di
F1 | GP Messico: l’analisi delle qualificheF1 | GP Messico: l’analisi delle qualifiche
Gran Premi

F1 | GP Messico: l’analisi delle qualifiche

Bottas conquista a sorpresa la pole battendo due Red Bull in chiaroscuro, ottimo Gasly quinto davanti alle Ferrari
Tra Max Verstappen e Lewis Hamilton a spuntarla è Valtteri Bottas. Dopo un venerdì che aveva consegnato una Red Bull
F1 | GP USA: l’analisi delle qualificheF1 | GP USA: l’analisi delle qualifiche
Gran Premi

F1 | GP USA: l’analisi delle qualifiche

Verstappen conquista la pole position davanti a Hamilton, mentre Leclerc prenderà il via dalla seconda fila
Grazie alla pole position conquistata nel caldo texano di Austin, per la nona volta nel corso di questa stagione Max
F1 | GP d’Olanda: l’analisi delle qualificheF1 | GP d’Olanda: l’analisi delle qualifiche
Primo Piano

F1 | GP d’Olanda: l’analisi delle qualifiche

Max Verstappen conquista la pole position davanti al pubblico di casa. Quarto un ottimo Pierre Gasly, seguito dalle due Ferrari e da Antonio Giovinazzi
Nel boato della marea “Orange” presente sugli spalti di Zandvoort, non poteva esserci poleman diverso da Max Verstappen, che davanti