F1 | GP Brasile 1991, 27 anni fa il capolavoro di Ayrton Senna sulla pista casalinga di Interlagos

Dopo alcuni tentativi a vuoto, nel 1991, malgrado il cambio bloccato in sesta, il brasiliano riesce finalmente a conquistare la vittoria dinanzi ai propri connazionali

F1 | GP Brasile 1991, 27 anni fa il capolavoro di Ayrton Senna sulla pista casalinga di Interlagos

Domenica 24 marzo 1991. Una data come tante altre per la gente comune, una ricorrenza invece ben precisa per gli amanti dell’amarcord e per gli appassionati del motorsport. Infatti nel suddetto giorno di 27 anni or sono, Ayrton Senna compì una delle sue più memorabili imprese (forse la più celebre, viste le circostanze in cui maturò), che rimarrà per sempre scolpita nel grande libro della storia della Formula Uno.

Magic infatti andò a vincere il Gran Premio del Brasile con il cambio della sua McLaren rimasto bloccato in sesta marcia. Un trionfo straordinario, stoico, conquistato dal brasiliano dinanzi al pubblico amico di Interlagos (il destino ci mette sempre lo zampino, eh!). Il primo colto da Ayrton nella sua patria, dopo diversi tentativi non andati mai a buon fine.

Come nell’edizione 1988 che si disputa a Jacarepaguà , nella Rio de Janeiro di Nelson Piquet, dove viene squalificato per aver utilizzato il muletto (azione vietata all’epoca) dopo un problema al cambio che lo aveva costretto a ripartire dalla corsia box (al sabato aveva centrato la pole, ndr), dando poi vita a una bellissima rimonta vanificata purtroppo dalla bandiera nera. Da dimenticare anche la gara del 1989, dove un contatto al via con la Ferrari di Berger, che diventerà suo compagno di squadra in McLaren l’anno successivo, con conseguente danneggiamento della sua monoposto (anche in questo caso partiva davanti a tutti, ma non ebbe un buono spunto al via), lo costringe a chiudere la corsa all’11° posto.

Anche nel 1990 anno in cui il Circus torna a Interlagos, Senna deve desistere, dopo l’ennesima partenza al palo, per un contatto maldestro con l’ex compagno di squadra ai tempi della Lotus Nakajima. Un imprevisto che lo obbliga ad abdicare dalla lotta per il gradino più alto del podio, con la vittoria che va al rivale Alain Prost accasatosi in Ferrari.

Ecco perché il pianto, dovuto anche all’enorme sforzo fisico compiuto per tenere in pista la McLaren, e quel voler a tutti i costi sollevare al cielo – tra mille sofferenze –  la coppa del vincitore sul podio di Interlagos 1991 hanno il sapore della liberazione e di quell’obiettivo raggiunto gettando letteralmente il cuore oltre l’ostacolo. Ma si sa, le vittorie più belle sono al tempo stesso quelle più sofferte…

D’altronde solo un pilota dotato della classe (cristallina), talento, audacia e determinazione di Senna poteva portare a compimento e regalare ai posteri una simile impresa.

Piero Ladisa

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