F1 | Ferrari, Arrivabene: “Divisioni all’interno della squadra? Solo tattiche che usano gli avversari. Il gruppo è rimasto sempre unito”

Il team principal della Ferrari analizza le voci sulle presunte divisioni all'interno della squadra di Maranello

F1 | Ferrari, Arrivabene: “Divisioni all’interno della squadra? Solo tattiche che usano gli avversari. Il gruppo è rimasto sempre unito”

Nel corso delle ultime settimane si è parlato con una certa esistenza di possibili screzi all’interno della Ferrari tra il team principal, Maurizio Arrivabene, e il direttore tecnico, Mattia Binotto. Voci che Arrivabene ha più volte bollato come notizie false e cercando di stoppare sul nascere altre illazioni su possibili divisioni all’interno della Scuderia.

Secondo il team principal del team di Maranello, al contrario, il gruppo è rimasto sempre compatto, cosa che ha aiutato anche a superare i momenti di difficoltà incontrati durante la stagione, sottolineando ancora una volta come le voci di possibili screzi all’interno della Ferrari siano solo tattiche usate per destabilizzare la Rossa: “Quelle delle voci di divisioni all’interno della squadra generalmente sono tattiche che usano gli avversari [per destabilizzare]. Poi c’è chi abbocca a queste tattiche e crea dei casi” ha detto Arrivabene in un’intervista a Sky Sport.

“Io credo che in ogni squadra ci siano delle discussioni, non vi ricordate due anni fa a Singapore quando ad un certo punto Toto Wolff il lunedì si arrabbiò con la squadra perché la macchina andava su tre ruote? Le discussioni ci stanno nel momento in cui poi sono uno stimolo per tutti per andare avanti, sono cose che succedono in tutte le squadre. Lavori in Ferrari e certe cose diventano immediatamente pubbliche e nel momento in cui diventano pubbliche, sembrano montagne che diventano invalicabili” – ha aggiunto il manager bresciano, che poi ha voluto rimarcare ancora una volta lo spirito mostrato dalla squadra nel crederci fino alla fine -. “Ma ripeto, io ho visto una squadra, qui in pista, a casa, ovunque, che ci ha creduto e che ha spinto fino alla fine. Quando io dicevo ‘andiamo fino all’ultima gara per giocarci i mondiali’, non è che lo dicessi solo io, era il feeling che sentivo all’interno della squadra. Mi sarebbe piaciuto mandare ancora un po’ di gente sul podio e stare sotto ad applaudirli, perché il mio ruolo è quello. Io penso che sia un modo per premiare i ragazzi. Il mio posto è sotto ed applaudirli”.

Un aspetto del suo lavoro con cui Arrivabene deve fare i conti ogni giorno sono le critiche e di ciò ne è consapevole. Il lavorare in Ferrari indubbiamente moltiplica le attenzioni e le critiche, spesso esagerate, ma il team principal della Rossa sa che tutto questo fa parte del gioco: “È un mestiere fatto così. Nel momento in cui lavori in Ferrari, tutto si moltiplica per dieci. È il ruolo. Se tutto lo interpreti bene sei bravissimo, hai fatto tutto giusto. In altri casi hai fatto tutto sbagliato. A volte, con la pressione che c’è in Ferrari, non è facile mantenere la barra dritta. Detto questo, io sono uno che non si arrende, sono uno che ci crede. Non è solo per come sono fatto io, nel momento in cui lavori in Ferrari è un dovere, devi dare l’esempio. Poi ovviamente ognuno fa il suo, io non pretenderei mai di fare meglio il lavoro che fanno gli ingegneri, che fanno un gran lavoro, tantomeno quello che fanno i meccanici. Il mio lavoro è quello di coordinare il gruppo.” sono state le parole di Arrivabene.

Voci di un gruppo disunito che non sono state particolarmente apprezzate a Maranello, che ha rimarcato come la voglia di vincere di questo gruppo sia stata fondamentale, nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino: “Non è bello quando magari senti parlare di gruppo disunito, perché se oggi guardiamo i fatti, quest’anno abbiamo vinto in momenti molto diversi della stagione. Si è vinto prima di Silverstone, si è vinto a Silverstone, si è vinto in Belgio, si è vinto più avanti negli Stati Uniti” – ha aggiunto Arrivabene.

“Una squadra che non ha voglia di vincere e non è unita, ad un certo punto si ferma, ma noi non ci siamo mai fermati. Vero, abbiamo avuto dei problemi, ho dovuto lavorare un po’ di psicologia con i piloti, ma sono esseri umani per fortuna, non sono quei supereroi che vediamo nei film. Sono esseri umani per fortuna, perché hanno i loro pregi e i loro difetti. Abbiamo visto un Hamilton che non aveva iniziato la stagione benissimo e anche lui ha avuto i suoi momenti di difficoltà e le sue critiche. Poi si sono invertite le cose e poi ad un certo punto tutti si sono ricompattati all’interno della squadra, nel senso che lo eravamo già prima, anche il pilota ha superato quell’attimo di crisi, ed in quel momento lì è inutile nascondersi dietro i vetri, sono mancati certi sviluppi da parte nostra che dovevano arrivare. Poi ci sarà chi ovviamente dirà ‘ecco, sta accusando la squadra!’. Io non accuso nessuno, nel senso che non punto mai il dito su qualcuno in particolare, si vince e si perde insieme. Quello che vedo, pur sbagliando noi, ce l’abbiamo messa tutta, ci abbiamo messo l’anima per questo campionato”.

“Io non mollo, i piloti neanche, i ragazzi sia in pista che a casa neppure. Le cose possono andare in un modo o nell’altro, ma ci impegniamo tutti, intellettualmente, manualmente ma soprattutto onestamente, perché siamo coscienti di un fatto, che se vogliamo vincere dobbiamo meritarcelo, perché qua non ci aiuta nessuno, e quindi dobbiamo vincere noi. Di questo siamo coscienti, è difficile, ma nessuno si tira indietro. Promesso” ha poi concluso il team principal della Ferrari, lanciando una nuova sfida alla Mercedes per la lotta al titolo nel 2019.

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