F1 | Etica del lavoro, sinergia con la squadra, costanza: cara Ferrari è Sainz il regalo più bello del 2021

Lo spagnolo, passo dopo passo, ha conquistato tutto l'ambiente rosso togliendosi il lusso di arrivare davanti a Leclerc nel Mondiale piloti

F1 | Etica del lavoro, sinergia con la squadra, costanza: cara Ferrari è Sainz il regalo più bello del 2021

È stata una sorpresa. O forse no. Quando venne annunciato come futuro pilota Ferrari, parliamo di maggio 2020, in pochi credevano che Carlos Sainz avrebbe potuto acquisire uno status così importante agli occhi dei tifosi della Ferrari e più in generale degli appassionati di Formula 1. Lo spagnolo infatti, chiamato da Maranello a sostituire Sebastian Vettel, è stato senza ombra di dubbio in generale una delle note più belle del 2021 ma soprattutto della scuderia di Maranello che si è ritrovata in casa un pilota assolutamente valido che ha destato fin da subito un’ottima impressione. Ma soprattutto un pilota che non ha praticamente pagando lo scotto del cambio di monoposto.

Onestamente non era facile raccogliere un’eredità pesante come quella di Vettel, che nonostante l’ultimo anno da separato in casa era (ed è ancora) l’ultimo pilota capace di portare al successo in un GP la Rossa e che vanta un curriculum ricchissimo, ma Sainz in silenzio e passo dopo passo si è preso la Ferrari mostrando le specialità della casa: etica del lavoro, sinergia immediata con la nuova squadra e la costanza sul passo gara che ha fatto la differenza in numerosi weekend. L’ultimo dei quali, proprio ad Abu Dhabi, dove si è regalato un piazzamento a podio concludendo nel migliori dei modi un 2021 più che positivo. Un rendimento che prossimamente porterà CS55 a mettere meritatamente la firma, come ammesso anche dal TP Mattia Binotto, sul rinnovo di contratto.

Chi scrive aveva fin da subito sottolineato come Sainz non sarebbe stato un seconda guida a prescindere, un pilota accomodante, ma che avrebbe sfruttato in pieno le chance di una chiamata prestigiosa come quella della Ferrari. Nonostante una Rossa disgraziata, e lontana al momento dagli obiettivi a cui dovrebbe ambire per storia blasone e tradizione, Sainz ha risposto presente sfruttando in pieno le occasioni che si sono presentate lungo la strada. Non a caso ha concluso in testa al “Mondiale degli altri”, arrivando alle spalle dei titani Verstappen-Hamilton che si sono giocati il titolo e dei rispettivi compagni di squadra, togliendosi il lusso di giungere davanti al teammate Charles Leclerc.

Il monegasco, come indicato dallo stesso Mattia Binotto qualche settimana fa, è l’asso, è la punta di diamante, su cui punta la Ferrari per tornare a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro ma quest’anno ha compiuto più errori e disattenzioni di Sainz (su uno su tutti quello di Montecarlo, che ha anticipato la superficialità mostrata successivamente dal box nel non effettuare un radiografia ai raggi X della SF21 numero 16, privandolo di una vittoria pressoché certa) che alla lunga hanno fatto la differenza. La classifica finale è cassazione. Non lascia spazio a dubbio. Così come il numero di piazzamenti a podio: 4 a 1 per lo spagnolo.

E forse non è un caso, si direbbe proprio di no, che la costanza e il rendimento di Sainz hanno fatto la differenza anche tra Ferrari e McLaren nel Mondiale costruttori dove Maranello è riuscita a mettere la freccia su Woking arrivando terza. La Ferrari ha potuto beneficiare di entrambi i piloti per tutta la stagione, al contrario della McLaren che ha dovuto fare i conti con il mancato adattamento di Daniel Ricciardo alla MCL35M. Nonostante l’australiano porti il dote l’unico successo arancione della stagione ottenuto a Monza.

Il 2021 ha dunque fatto, essendo in tema natalizio, un bel regalo alla Ferrari e speriamo che Maranello possa ricambiare con Sainz (ma anche con lo stesso Leclerc chiaramente) già nei prossimi mesi mettendogli a disposizione una monoposto competitiva. La tavola è apparecchiata ma manca ancora la portata principale. Perché, ancora una volta è giusto ribadirlo, il problema della Ferrari non sono certamente i piloti. Anzi…

Piero Ladisa


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