F1 | Alonso: “Non è vero che sono egoista”

"In Ferrari e in altre squadre condividevo i bonus con i miei meccanici. Quando mi unisco a un progetto mi impegno al 100% con quella squadra", ha detto lo spagnolo

F1 | Alonso: “Non è vero che sono egoista”

Intervistato dalla rivista F1 Racing, Fernando Alonso ha puntato il dito contro tutte quelle persone che lo hanno etichettato come egoista quando era impegnato in Formula Uno. Lo spagnolo infatti ha voluto sottolineare come si sia prodigato a servizio delle squadra in cui ha militato, condividendo con i suoi meccanici anche i bonus economici derivanti dai suoi risultati sportivi.

Fernando ha poi voluto ricordare un episodio che lo vide protagonista nella gara di Interlagos del 2012, dove fu costretto alla resa iridata con il titolo andato a Sebastian Vettel per il terzo anno di fila.

Quel giorno sono uscito dalla macchina e ho guardato Felipe, che per qualche motivo non ha potuto smettere di piangere. Era con i suoi meccanici e sua moglie, ero lì aspettandolo, per vedere se stava bene. La notizia era che ero scioccato o triste. Volevo abbracciare Felipe”, ha ammesso il due volte campione del mondo.

Alonso ha poi aggiunto: “Ho sentito la gente dire che nella mia carriera sono stato egoista, ma in Ferrari e in altre squadre condividevo i bonus con i miei meccanici . Pensavo che se avessimo ottenuto un podio o una vittoria, non era solo per me ma per il lavoro della squadra, quindi se ho vinto 27.000 euro, li ho condivisi con la mia squadra. Quando mi unisco a un progetto mi impegno al 100% con quella squadra, dedico la mia vita a quella squadra e a quelle persone e loro lo apprezzano”.

Lo spagnolo inoltre si è pentito di quel team radio (“GP2 engine”, ndr) indirizzato alla Honda nel GP del Giappone 2015. Una comunicazione che, vista la particolare cornice dell’evento (a Suzuka, gara di casa del motorista giapponese), ha fatto storia.

L’ho detto per frustrazione e forse non avrei dovuto dirlo, ma non l’ho detto per le tv o in conferenza stampa – ha ricordato Alonso -. Stavo parlando con il mio ingegnere in una conversazione privata . Non doveva diventare pubblica, ma il motore era pessimo. Il primo anno a Jerez in quattro giorni abbiamo completato sette giri. Ora la Honda vince una gara e ricevo molti messaggi in cui leggo: ‘Ora con quel motore arrivano delle vittorie, deve essere una giornata triste per te‘, ma il motore che avevo io non è lo stesso che ha vinto in Brasile”.

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